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Autore: RobTwili    28/02/2011    5 recensioni
Fan Fiction su Tom Sturridge.
Dal primo capitolo: '“Non mi interessa allora. Ridammi il copione”. Tesi la mano con il palmo verso l’alto aspettando che mi desse il copione senza ulteriori perdite di tempo.
“Quarta”. Lo ghignò divertito e alzai lo sguardo di scatto per fissarlo.
“Come hai detto?”. Spalancai la bocca come ogni ragazzo di 25 anni in preda agli ormoni avrebbe dovuto fare.
“Bagnina, di massimo 24 anni, bionda, occhi azzurri, quarta di tette, decisamente single, etero!”. Sorrise compiaciuto del resoconto e mi alzai di scatto in piedi.
“Andiamo in piscina! Ho voglia di nuotare!”.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oddio.
Il paradiso delle bocce!
Milioni di bocce!
Miliardi di bocce!
Grandi, perfette, morbide.
Troppe cose da fare con tutte quelle bocce.
Un sorriso si posò sulle mie labbra quando mi accorsi che era bellissimo essere circondato da bocce.
Tante.
Troppe.
Ed erano tutte sue.
Tutte della bagnina.
Cavolo, si.
Decisamente sue.
Bocce così non si vedevano tutti i giorni, meglio approfittare.
Un passo verso le sue bocce e mandai giù una saliva inesistente.
Solo un piccolo assaggio di paradiso.
Non chiedevo tanto.
Solo toccare con mano.
Meno di cinque centimetri e avrei sentito la morbidezza, l’avrei toccata con mano.
Il mio sogno si stava per avverare.
“TOM!”. Una voce mi chiamò di colpo e aprii gli occhi infastidito.
Era una voce da uomo e gli uomini non avevano quelle tette.
“TOM! Dannazione svegliati! Devo andare a scuola, hai capito? Mi hai chiesto di svegliarti ieri sera!”. Perché quella voce somigliava tremendamente a quella di mio fratello?
“Pel?”. Lo grugnii schiacciandomi il cuscino sopra alla testa e sistemandomi meglio nel letto.
“Si, chi vuoi che sia, la bagnina? E vedi di leggere quel copione, scemo di un fratello che mi ritrovo!”. Lo urlò prima di sbattere la porta di casa per uscire.
Copione.
Bagnina.
Sogno con tette.
Mi alzai a sedere di scatto e mi guardai attorno.
Mia camera.
Mio letto.
Io.
Nessuna bagnina.
“Pff”. Scossi la testa distendendomi a letto di nuovo.
Era stato solo un bellissimo sogno che si era infranto ancora prima di essere finito.
Fossi riuscito a toccare qualcosina!
Prima cosa da fare: doccia fredda per sistemare le condizioni pietose in cui il mio corpo si era ridotto con il sogno.
Diamine, avevo 26 anni e mi svegliavo come un sedicenne in preda alla cottarella.
Ma questa volta era giustificato, con tutte le bocce del sogno!
Mi gelai anche l’ultimo globulo rosso del sangue con l’acqua ghiacciata, e quando uscii cominciai a battere anche i denti.
Forse avevo esagerato ma era meglio così, i bollenti spiriti li avevo lasciati tra le coperte!
Preparai un caffè mentre aspettai che il pc finisse di caricare.
Mi aspettava una lunga giornata di lavoro per scoprire tutte le possibili canzoni dei Beatles che potessero contenere un nome.
Diavolo, quante avrebbero potuto essere?
Due ore, quindici album e otto iniezioni di collirio dopo, mi arresi.
“E’ satana in persona quella! L’ha fatto apposta”. Lo piagnucolai facendo zapping per la tv.
Spalancai gli occhi riportando il televisore a sintonizzarsi nel canale precedente.
Uno speciale sui Beatles.
Oh si! Sarebbe stato utilissimo! Ormai avevo imparato a memoria ogni titolo di canzone!
Lucy in the sky with diamond, Eleanor Rigby, Hey, Jude!, Anna, Dizzy Miss Lizzy, Lovely Rita, Penny Lane, Martha my dear, Julia, Lady Madonna, e non ero nemmeno sicuro di averle dette tutte!
Lessi velocemente il copione sicuro che avrei accettato la parte se avessi dovuto superare il provino e poi mi dedicai ad una minuziosa ricerca di un costume che potesse attirare la sua attenzione.
Sarebbe andato benissimo quello con le figure del David di Michelangelo scolpite davanti, purtroppo però non avevo una grande varietà, così optai per un semplice costume nero con due strisce colorate, rosse e gialle, ai fianchi.
Mi accorsi che era un po’ largo ma avrei potuto tranquillamente stringere il laccio in vita.
Meglio fargli fare un giro in lavatrice prima.
A quanto ne sapevo poteva averlo utilizzato anche Sam quel costume!
Lo gettai in lavatrice e ordinai il pranzo dal ristorante cinese sotto casa; sapevo che Art andava matto per il cinese quando tornava da scuola stanco morto dopo aver fatto un’ora di basket in palestra.
Sotto l’aspetto fisico, tranne per i capelli rossi, ci assomigliavamo parecchio, entrambi magri, decisamente smilzi, avevamo gambe e braccia che potevano essere scambiate per lunghi stuzzicadenti.
“Tom sei a casa?”. Sentii la porta aprirsi e sorrisi quando arrivò in cucina felice di vedere le scatolette del cinese sulla tavola. “Oh, bene! Cinese”. Si strofinò le mani affamato e si sedette aprendo la prima scatoletta che si trovò davanti.
“Giù le mani pel! Prima ti lavi quelle zampe unte e poi cominci a mangiare! Per quanto ne so quelle possono essere finite da ogni parte”. Sottolineai le ultime tre parole per fargli capire bene quello che avevo voluto insinuare.
“Un fratello idiota, ecco che cosa mi ritrovo!”. Scosse la testa non rispondendo alla mia provocazione quando si alzò per andarsi a lavare le mani sul lavandino pieno di piatti da lavare.
Cominciammo a mangiare e mi raccontò qualche aneddoto riguardante la biondina che sembrava finalmente averlo notato perché, a quanto avevo capito, le era stato detto da Shirley, amica di Claudia che era amica di Nicky, che conosceva Brad che era il vicino di casa di Paul che conosceva Jack, grande amico di Art, che lui era mio fratello.
“Beh, facciamo passi in avanti vedo! Ne sono felice, magari entro la fine dell’anno scolastico riesci anche a parlarle di persona!”. Picchiai la mia mano sulla sua spalla e sentii distintamente il pezzo di pollo andargli per traverso.
“La vuoi smettere? Parla quello che pianta la lingua in bocca alla bagnina! Tu ti salvi il culo solo perché Rob è famoso e di riflesso sei diventato famoso anche tu!”. Fiero del suo discorso sorrise.
“E se non ci fosse Rob, come avresti parlato con la biondina? No, aspetta, come le sarebbe giunta voce da Kimberly che tu sei mio fratello?”. Sorrisi sarcastico e strinse gli occhi arrabbiato.
“Kimberly è lei! E smettila di girarmi le battute che io ti dico solo perché sei più vecchio di me! Nel caso in cui non te ne fossi accorto ieri sera, vorrei dirti che tutta la piscina ti ha preso in giro per quello che hai fatto!”. Si alzò di colpo gettando nel lavandino le posate e nel cestino i cartoni vuoti.
“No, si chiama invidia, perché io le ho piantato la lingua in bocca”. Masticai un pezzo di dolce e si girò con un sorriso di scherno.
“Beh, le avrai anche piantato la lingua in bocca ma lei non ha di certo gradito, visto che ti sei ritrovato le sue nocche nel naso”. Touchè.
Colpito e affondato.
L’avevo addestrato bene.
“Si chiama amore passionale Art, è il migliore, il più selvaggio!”. Ammiccai verso mio fratello che sbarrò gli occhi stupito.
“Se le donne sapessero quanto sei idiota non ti guarderebbero nemmeno. Hai un chiodo fisso che ti si è piantato nel cervello e pensi solo ad inventare posizioni nuove per scrivere il nuovo Kamasutra!”. Scosse la testa e si sistemò le maniche della maglia.
“Ne riparliamo tra 8 anni, sai? Quando i tuoi ormoni saranno più grandi e vedrai un paio di tette che non hai mai visto in vita tua. In ogni caso per favore potresti stendere il mio costume? L’ho lavato prima”. Gli sorrisi sadico, sapendo che toccava a lui distendere le lavatrici e lavare i piatti. “Io vado un po’ a stendermi in divano, sai, mi sono proprio impegnato tanto questa mattina per lavorare”. Ridacchiai sedendomi sul divano e lo sentii borbottare qualcosa.
 
Passai il pomeriggio a finire di leggere il copione e a prepararmi mentalmente per il discorso che avrei fatto alla bagnina per sapere il suo nome.
Art aveva steso il mio costume che si era asciugato e dopo aver preparato la borsa, mi ero vestito per uscire.
“Buona fortuna! Sono sicuro che questa sera farai un figurone e tutti ti noteranno”. Art sorrise quasi sadicamente, o forse me lo immaginai, lo salutai con la mano accendendomi una sigaretta.
Beh, come minimo avrei rinforzato i muscoli, se fossi andato ogni sera in piscina!
Entrai in spogliatoio per cambiarmi e dopo aver indossato il costume mi accorsi che qualcosa non andava.
Sembrava largo…come se non ci fosse stato lo spago in vita.
Fissai con occhi sgranati i due passanti vuoti e mi accorsi con orrore che mancava una parte fondamentale: lo spago in vita.
“ART”. Lo sibilai verde di rabbia per il tiro sinistro di mio fratello e scossi la testa.
Infondo cosa sarebbe potuto succedere? Il costume non era poi tanto largo, avrei dovuto prestare attenzione tra una vasca e l’altra perché non scendesse.
Odiavo portare i boxer sotto il costume in piscina, non mi permettevano di essere libero nei movimenti, quel giorno poi non avrei di certo potuto indossare quei maledetti boxer, presi da Rob e Kris, il natale prima, per prendermi in giro.
Quelli rossi, con Mario Bros davanti e quelle frasi idiote che facevano ridere.
Non sarebbe successo nulla di brutto, avrei nuotato con una mano sull’elastico del costume per sicurezza, poi non erano nemmeno così larghi.
Stretto nell’accappatoio entrai in piscina e sorrisi vedendo il posto di bagnino occupato da una bionda decisamente formosa.
La mia bagnina.
Mi tolsi l’accappatoio e con un sorriso mi avvicinai a lei.
“Buonasera! Come va la mano?”. Segnai con il viso la sua mano destra e alzò leggermente lo sguardo dalla piscina per salutarmi.
“Bene. Il tuo naso, Tom?”. Sorrise guardando un ragazzo che la salutò con la manina mentre virava a fine vasca.
Sbiancai quando mi accorsi che era il bagnino biondo che le aveva dato il cambio il giorno prima.
Non avrei potuto fare nulla contro di lui, mi batteva per muscoli, altezza, braccia e qualsiasi altra cosa.
Beh, forse, non proprio su tutto, un paio di riserve di sicuro le avrei avute, prima tra tutte la bellezza dei miei occhi e seconda, beh… si, decisamente avrei potuto vincere io anche in quel campo, forse.
“Il mio naso stava meglio ieri, a proposito, mi potresti dire come ti chiami? Perché sul serio, ci ho pensato tutta oggi!”. Mi abbassai appoggiando le mani sul bracciolo della sedia e la fissai negli occhi dopo essermi soffermato a guardare altro.
“Allora ci hai pensato troppo poco”. Sorrise voltandosi per un secondo verso di me prima di tornare a guardare tutte le persone che nuotavano in piscina.
“No, no! Ci ho pensato anche ieri sera e anche questa notte! Pensa che ti ho sognato!”. Mezza bugia, avevo sognato una precisa parte di lei, o meglio, due.
“Ah si? Mi hai sognato? E di che cosa parlavamo?”. Mi fissò per qualche secondo sorpresa e divertita.
Beh, non c’era proprio un discorso preciso, era più un insieme di figure.
“Continuavo a chiederti il tuo nome ma non volevi dirmelo”. Portai il labbro inferiore in fuori come se fossi stato un bambino piccolo deluso.
“Forse è il destino che lo vuole, non ci hai pensato?”. Mi sorrise sistemandosi sulla sedia.
“Ehi bellezza? Che cosa mi racconti di bello?”. L’armadio alto e biondo, altresì detto il bagnino, si alzò dal bordo della piscina come se fosse stato il protagonista di una pubblicità di costumi da bagno.
Mini.
Mini costumi da bagno.
Costumini.
Orrendi.
Si intravedeva tutto quello che c’era sotto e mi voltai dall’altra parte chiudendo gli occhi per non vomitare, visto che ero all’altezza giusta.
Mi voltai di colpo capendo che anche LEI era all’altezza giusta.
“Tutto bene Justin, tutto bene. Che mi racconti?”. Sorrise al bagnino che si tolse la cuffia sventolando la chioma bionda come se fosse stato un leone.
Mi sembrò addirittura che si muovesse in slow-motion!
“Mah, bellezza che vuoi che ti racconti? Solite cose. Usciresti con me stasera, eh? Cinema e poi dopo-cinema a casa mia, ci divertiremmo un sacco, lo sai?”. Le fece l’occhiolino e lo fissai completamente sconvolto.
Ci stava provando con lei offrendole una notte di sesso sfrenato incurante del fatto che ci fossi anche io di fianco.
Ok, non ero di certo della sua stessa stazza fisica ma non passavo inosservato!
“Justin, quando la smetterai di provarci? Ti ho detto che non sei il mio tipo”. La bagnina scosse la testa con un sorriso ma sembrava decisamente arrabbiata.
“Jude, ti prego! Una volta sola! Quando avrai provato il meglio non potrai più rinunciarci”. Un nuovo occhiolino e questa volta mi infilai un dito in bocca come se avessi dovuto vomitare.
In compenso però avevo capito come si chiamava.
Jude.
Si, era un nome decisamente appropriato per lei.
Sentii Jude ridere e mi accorsi che probabilmente aveva visto la mia scenetta.
“E lui chi è?”. L’armadio biondo mi fissò come se non si fosse accorto che c’ero anche prima.
“Tom Sturridge”. Mi alzai in piedi per fronteggiarlo anche se era una manciata di centimetri più alto di me.
“Questo nome non mi è nuovo, ma di certo non sei uno sportivo.”. Assottigliò lo sguardo schifato quando osservò le mie braccia smilze.
“Sono un attore. Famoso”. Sorrisi e sentii Jude ridere.
“Si, beh, non ti ho mai visto. Ora, mia adorata Jude, vado a farmi una doccia bollente nel bagno riservato. Se vuoi venire anche tu sai che ti aspetterò”. Un nuovo occhiolino.
Le cose erano due, o aveva qualche tipo di tic all’occhio oppure gli davano fastidio le luci della piscina.
“Sto lavorando”. Rimase seria a fissare le persone in piscina e ridacchiai tra me e me.
“Potrebbe guardare lui le persone fino a quando siamo occupati, eh?”. Le sorrise posandole la mano sulla coscia e in due secondi Jude si alzò prima di portargli il braccio dietro la schiena.
“Justin, tesoro, c’è qualcosa che non ti è chiaro? Fino a quando ci provi a parole non posso fare altro che risponderti di no, ma se mi tocchi sai che reagisco male. Ora, prima che la doccia tu debba fartela in ospedale senza un arto, ti consiglio di sparire, ok tesoro?”. Parlò con la voce più soave che avevo mai sentito e sentii il bagnino lasciare un gemito di dolore quando annuì. “Ci vediamo dopo per il cambio di turno, buona doccia!”. Gli sorrise agitando la mano per salutarlo e sbiancai.
Le cose erano due, anche in questo caso; o era pazza, oppure era la persona più grandiosa che io avessi mai conosciuto.
“Wow, devo dire che sai difenderti bene, capisco che sono stato fortunato ad aver presto solo un gancio destro ieri!”. Le sorrisi e la vidi risedersi tranquilla come se non fosse successo nulla.
“Non sono manesca di solito, solo che non lo sopporto. Ci prova da quattro mesi e non ha ancora capito che non mi interessa. Tutto qui. Per il resto è la persona più simpatica, gentile e generosa che conosca”.
Alla faccia!
Era la persona più generosa, più simpatica e più gentile che conosceva ma l’aveva minacciato di staccargli un arto!
Che cosa faceva alla persone che non sopportava?
“Oh, immagino! Io andrei a fare qualche vasca, Jude”. Sottolineai il suo nome e la vidi scuotere la testa con un sorriso.
Entrai in vasca lentamente, con molta calma, lanciando sguardi ammiccanti a Jude che guardava a destra e a sinistra, attenta che non ci fosse nessuno che stesse affogando.
Sarebbe stato stupido e idiota far finta di affogare ancora, anche perché, se avessi veramente avuto un crampo una volta, sarebbe benissimo potuta accadere la storia del lupo.
Cominciai a nuotare canticchiandomi mentalmente una canzone.
Hey Jude don’t make it bad,’. Una bracciata.
Take a sad song and make it better,’. La mano che tirava su il costume.
Remember, to let her into your heart,’. Una nuova bracciata.
Then you can start’. L’altra mano che tirava su il costume.
To make it better.’. una nuova bracciata.
Arrivai a fine vasca con un sorriso da idiota e la bocca piena di acqua e cloro.
Non era una buona idea quella di ridere nuotando a stile!
Mi fermai di fianco al trampolino, sorreggendomi con le braccia al bordo vasca e sorrisi di fronte a Jude.
Hey Jude, non essere pessimista”. Tentai di non canticchiare l’inizio della canzone con uno scarso risultato. Per lo meno riuscii a farla ridere.
“Sai in quanti ci hanno provato così?”. Sorrise fissando il centro della piscina.
“E funziona? Voglio dire, posso fare colpo?”. Le feci l’occhiolino convinto che non mi avrebbe guardato, invece si voltò proprio in quel secondo.
“Dipende”. Sorrise in modo enigmatico, quasi quanto la sfinge, e continuò a fissare il centro della piscina.
“Ma mi lascerai uscire con te, un giorno? Non ti porto a casa mia dopo il cinema al primo appuntamento, lo prometto”. Sorrisi spostandomi leggermente quando sentii qualcuno che ridacchiò di fianco a me.
Forse aveva sentito la mia battuta e faceva ridere.
Ero famoso per essere un burlone.
“Sai, Tom”. Si fermò di colpo puntando i suoi occhi diritti nei miei. “Devo dire che mi piace un sacco il tuo costume”. Sorrise tornando a guardare in centro vasca.
“Davvero?”. Mi appiattii ancora di più alla parete ruvida della piscina e la vidi annuire.
Avevo fatto centro con il costume.
“Si, voglio dire, amo quelle righe colorate che ci sono di fianco, di che colore sono? Rosso e giallo?”. Puntò di nuovo i suoi occhi nei miei con un sorriso divertito sul viso e il mio sorriso si allargò.
Aveva una memoria visiva spaventosa.
Però mi piaceva giocare, quindi decisi di continuare.
“Beh, non lo so, controllo”. Sorrisi divertito abbassando lo sguardo per controllare le righe del mio costume ma quello che vidi mi gelò il sangue nelle vene.
Non c’era il costume.
Non c’era il mio maledetto costume.
Solo la mia pelle.
Nudo.
Completamente nudo.
“Bene”. Alzai gli occhi per guardarla ridere e non potei non soffermarmi su quelle bocce che si muovevano saltellando qua e là.
Vere, sicuramente vere.
“Il tuo costume è lì”. Puntò il dito decisamente molto distante e quando mi voltai mi accorsi che il mio costume era in mezzo alla vasca, sembrava che nessuno se ne fosse accorto perché quasi tutti erano usciti.
“Oh, grazie per l’informazione. Potresti, che ne so, potresti prendermelo per favore?”. Mi appiatti di più al bordo per non far vedere le mie grazie a chiunque.
Lei avrebbe di certo potuto vederle ma magari non sotto ai riflettori.
“Oh, mi dispiace”. Finto tono dispiaciuto che mi fece spalancare la bocca sorpreso. “Non posso abbandonare il posto per nessuna ragione al mondo, a meno che qualcuno non stia affogando”. Alzò le spalle e tornò a sorridermi.
“E io cosa dovrei fare? Rimanere qui nudo con tutto l’armamentario di fuori?”. La fissai segnandomi con la mano l’amico che era rimasto scoperto.
“Beh, le cose sono due: o aspetti che Justin venga a darmi il cambio e chiedi a lui se per favore può prenderti il costume, oppure vai nuotando fino a lui”. Sorrise di nuovo segnando il costume.
“Ma sono nudo!”. Alzai le sopracciglia spaventato.
Non le facevo proprio pena?
Nemmeno un po’?
“Andiamo, sei un attore, famoso”. Imitò il tono di voce che avevo usato in presenza di Justin. “Ti avranno già visto nudo, no? Sei così timido?”. Sorrise maliziosa e si sistemò sulla sedia.
“Ma mi vedranno tutti, compresa tu!”. La fissai sbarrando ancora di più gli occhi.
Ero decisamente più propenso per un tetè-a-tetè con lei, se poi c’erano anche altre due, che erano sempre con lei, ossia le sue bocce, per me non c’era problema, ma non tutta quella gente!
“Oh, così tante storie per un sedere! Credi che non ne abbia mai visto uno? Visto uno visti tutti, diceva mia nonna!”. Sorrise fischiando ad una ragazza che aveva preso il mio costume in mano e le segnò di lasciarlo lì.
Era una vendetta.
Bella e buona!
“Per favore, girati dall’altra parte”. La supplicai e la vidi ridere.
“Non posso, mi dispiace! Se qualcuno affoga poi la responsabilità è mia”. Fece una finta faccia triste e assottigliai lo sguardo incenerendola.
“Molto bene. Molto, molto bene!”. Annuii e con una mano mi coprii l’amico prima di girarmi verso il mio costume, praticamente dall’altra parte della piscina.
Sentii Jude ridere forte quando cominciai a nuotare, con un braccio solo, verso il mio costume, ma feci finta di nulla e continuai per la mia strada.
Quando arrivai al mio costume mi appiattii contro l’altra parete della piscina e lo infilai.
Dopo un sospiro di sollievo, che non mi risparmiò di certo l’imbarazzo di essere stato visto nudo da decine di persone, cominciai a nuotare, tenendomi fisso il costume con una mano, verso di Jude che stava parlando con un’altra ragazza.
Le sentii ridere e mi accorsi che il motivo ero io.
Perfetto, ora ero diventato la barzelletta di Jude e della sua amica che non aveva quasi nulla da invidiare al corpo di Jude.
Jude la batteva decisamente per tette, ma quella aveva un signor culo!
Eppure…
Eppure ero quasi sicuro di aver già visto quel sedere, perfetto, tondo…
Socchiusi gli occhi cercando di mettere a fuoco il sedere e per cercare di capire dove l’avessi visto.
“No Peach, te l’ho detto! Non riesco più a fargli capire che non mi interessa! Gli ho quasi staccato un braccio ma non ci arriva!”. Jude sorrise alla bionda che si raccolse i capelli in una coda di cavallo.
Peach, il nome non mi diceva nulla.
“Beh, potresti che ne so, decapitargli l’affare di giù e, boh! Questi uomini! Come ti ho detto io non voglio avere a che fare con uomini per molto tempo!”. Si girò leggermente e spalancai gli occhi quando, dopo avergli ben fissato le tette, arrivai al suo viso.
Io l’avevo già vista!
L’avevo vista assieme a Rob in un cartellone pubblicitario!
Era culetto di platino!
La modella di ‘Midnight secret’, quella sventola che Rob aveva venerato per mesi!
Culetto di platino si gettò in acqua con una grazia degna di una farfalla e fissai Jude stupito.
“Vedo che hai recuperato il costume!”. Mi sorrise sarcastica e annuii.
“Si, grazie per l’aiuto!”. Sorrisi a mia volta e la vidi chinare la testa come se avesse voluto rispondere al mio ringraziamento. “Ma la ragazza che parlava con te, Peach mi sembra, che lavoro fa?”. Meglio partire da lontano, magari non era lei, ma non ne potevo essere sicuro.
“Si è trasferita da poco a Londra, non ho ancora capito che lavoro fa, perché?”. Assottigliò lo sguardo divertita.
“Mi sembrava di averla già vista in giro e non sapevo se era un’attrice”. Alzai le spalle tenendomi il costume ben stretto con una mano.
“Può essere, faceva la modella”. Bingo!
Era culetto di platino!
Bisognava avvertire Rob!
Sarebbe corso a Londra!
No, meglio non avvertirlo.
Se fosse venuto a Londra magari Jude si sarebbe lanciata tra le sue braccia e mi avrebbe snobbato.
Non che si fosse dimostrata attratta da me, ma per lo meno non mi aveva rotto un braccio.
“Ehi, potresti spostarti per favore? C’è gente che qui vuole calare una taglia!”. Sentii qualcuno venirmi addosso e quando mi girai Peach mi fissò con gli occhi spalancati. “Oddio. Jude, non era una bugia!”. Mi fissò puntandomi addosso l’indice e sentii Jude ridere.
“Ciao, modella di Midnight secret”. Le feci un occhiolino e, potrei giurarlo sulla mia camicia a scacchi bianca e nera, sbuffò fumo dal naso.
“Non sono più la modella di Midnight secret!”. Assottigliò lo sguardo come se avesse voluto lanciarmi una maledizione, probabilmente un crampo così forte da farmi affogare.
“Ok, scusa”. Le sorrisi per rimediare ma non mi sembrò convinta.
“Peach, ci vediamo domani sera, sta arrivando Justin e non voglio assolutamente parlargli”. Jude si alzò dalla sua sedia e si incamminò verso la stessa porta della sera prima senza nemmeno salutarmi.
“Jude!”. Cercai di chiamarla ma un bambino cominciò a piangere e la sua voce sovrastò la mia.
“Allora? Ti sposti?”. Peach mi fissò seria e segnò il muro dietro di me.
“Si”. Lo sussurrai sconfitto prima di avvicinarmi al bordo per uscire.
“Attento al costume, non vorrei mai rivedere il tuo sedere per una seconda volta”. La voce di Peach arrivò da dietro le mie spalle e sentii che stava ridendo.
“Divertente, davvero”. Glielo sibilai uscendo dalla vasca e tenendomi una mano sull’elastico per non farli cadere.
Prima cosa da fare: uccidere mio fratello per lo scherzo idiota che mi aveva fatto.
Seconda cosa da fare: mandare un messaggio a Rob con scritto che culetto di platino era in città.
Terza cosa da fare: conquistare la tetto….ehm, la bagnina! 
 
 
 
 
Salve ragazze!
Capitolo lunghissimo!
Era da un bel pezzetto che non mi usciva un capitolo così lungo!
Allora, come avete potuto vedere la storia continua con il comico-demenziale, spero di essere riuscite a strapparvi un sorriso!
Devo alcune spiegazioni: PEACH è un personaggio di Cris87_loves_Rob e della sua bellissima storia ‘The pain you give me. It’s love’.
Con il suo permesso mi sono presa un suo personaggio e l’ho inserito qui per un paio di capitoli, mi piace un sacco come l’ha costruita solo che non sono sicura di aver rispettato completamente il suo carattere! :)
Nella storia ha fatto la modella per ‘Midnight secret’ e nell’ultimo capitolo pubblicato si lamentava di aver acquistato una taglia, l’ho quindi iscritta in piscina per cercare di buttar giù la taglia e l’ho fatta diventare amica di Jude.
Per quanto riguarda Justin…metterò la foto in fb.
Spero che nessuno si sia offeso e se volete lasciarmi commenti minatori, accetto anche quelli! :)
A venerdì!
   
 
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