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Autore: Lady Numb    02/03/2011    4 recensioni
"C’erano tre cose che Zachary Baker amava quanto la sua stessa vita.
La prima erano gli Avenged Sevenfold, la sua band, il suo sogno, l’incarnazione di tutto quello che aveva sempre sperato di ottenere dal momento in cui aveva preso in mano una chitarra.
La seconda era addormentata di fianco a lui in quel momento e rispondeva al nome di Emily Spyer, la ragazza che gli aveva davvero rivoluzionato la vita.
La terza, ultima ma senza dubbio più importante di tutto il resto, rispondeva al nome di Maya Juliet Baker, aveva quattro anni e Zack l’amava non quanto, ma più della sua stessa vita."
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zacky Vengeance
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I can’t dream without you

 

I don’t wanna live this life without you

I don’t wanna spend a night without you

I don’t wanna know what it’s like

I can’t dream without you

(Good Charlotte, Harlow’s Song)

 

2005          

C’erano tre cose che Zachary Baker amava quanto la sua stessa vita.

La prima erano gli Avenged Sevenfold, la sua band, il suo sogno, l’incarnazione di tutto quello che aveva sempre sperato di ottenere dal momento in cui aveva preso in mano una chitarra.

La seconda era addormentata di fianco a lui in quel momento e rispondeva al nome di Emily Spyer, la ragazza che gli aveva davvero rivoluzionato la vita.

La terza, ultima ma senza dubbio più importante di tutto il resto, rispondeva al nome di Maya Juliet Baker, aveva quattro anni e Zack l’amava non quanto, ma più della sua stessa vita.

Maya era anche la ragione per cui era sveglio alle due di quella domenica notte, succedeva sempre quando doveva ridarla a sua madre dopo il weekend passato assieme.

Le cose con la madre di Maya non erano mai andate bene, era stata la classica storia sbagliata: Zack aveva conosciuto Norah a uno dei loro primi concerti al Chain Reaction, lei lo trattava come se fosse un dio, era una bellissima ragazza e lui aveva diciannove anni, perdere la testa era stato molto più che facile.

Tuttavia, si era reso conto molto velocemente che le cose fra di loro non avrebbero mai funzionato, era diventato presto evidente che Norah stava con lui solo ed esclusivamente per il fatto che avevano firmato un contratto con una casa discografica e che avevano buone probabilità di sfondare e non appena lo aveva capito, Zack l’aveva lasciata.

La ragazza però era riapparsa un mese più tardi, comunicandogli che era incinta e che non aveva la minima intenzione di liberarsi del bambino.

Nonostante la situazione e il momento non fossero certamente dei migliori, con i mille impegni della band e il fatto che avevano solo vent’anni, Zack era stato felicissimo, o meglio, in un primo momento era stato semplicemente shockato e aveva visto quella situazione come l’ennesimo tentativo di Norah di incastrarlo, ma poi c’era stata la prima visita in ospedale e non appena aveva visto quel puntino indistinto che il medico aveva identificato come il suo bambino, Zack si era letteralmente sciolto e improvvisamente l’idea di diventare papà aveva iniziato a entusiasmarlo.

Sette mesi dopo era nata Maya e nel momento in cui l’aveva presa in braccio per la prima volta, Zack si era innamorato perdutamente di lei.

Le cose con Norah chiaramente non avevano funzionato e alla fine se l’era cavata, per così dire, con un assegno mensile e la possibilità di passare tutti i weekend e un giorno alla settimana con la bambina, che stravedeva per lui.

La cosa che innervosiva davvero Zack in tutta quella storia era che lui sapeva perfettamente che in realtà a Norah importava poco o nulla di Maya, l’unico motivo per cui non aveva abortito era il tornaconto economico che aveva visto in quella situazione.

Tuttavia, la ragazza sapeva benissimo di averlo in pugno: Zack adorava sua figlia, ma faceva la rockstar, era spesso in viaggio mentre Norah conduceva una vita sostanzialmente normale, nessun giudice avrebbe scelto di affidare la bambina a lui in caso fossero finiti in tribunale e quindi doveva stare zitto e accontentarsi di quello che aveva. Inoltre Zack conosceva bene Norah, sapeva che se avesse provato a fare qualcosa che non le fosse piaciuto sarebbe stata perfettamente in grado di non fargli più vedere Maya solo per vendicarsi ed era certo che quello non avrebbe potuto sopportarlo.

Col tempo, Zack aveva imparato a ignorare Norah e tutti quei piccoli dettagli che la rendevano una delle disgrazie peggiori della sua vita, concentrando tutta la sua attenzione su Maya, era arrivato alla conclusione che perdere il poco tempo che potevano passare assieme covando rancore nei confronti di Norah era uno spreco.

Tuttavia, ciò non toglieva che ogni maledetta domenica sera, quando Norah veniva a riprendersi Maya, lui stesse malissimo al pensiero che non l’avrebbe rivista prima del mercoledì, sentendola solo una volta al giorno, se gli fosse andata bene, spesso infatti Norah “dimenticava” di far chiamare Maya oppure, se chiamava lui, sosteneva che la bambina stesse già dormendo quando Zack sapeva benissimo che non era vero.

La cosa peggiore era che tutta quell’assurda ripicca di Norah serviva solo a far stare male Maya, infatti la bambina adorava Zack tanto quanto lui adorava lei e vederla quasi in lacrime ogni volta che Norah se la portava via diventava sempre più difficile da sopportare per il ragazzo.

Non avrebbe dimenticato facilmente la volta in cui finalmente aveva potuto rivederla dopo tre settimane in cui Norah si era rifiutata di portargliela a causa di Emily, Maya aveva due anni ai tempi e non appena lo aveva visto sulla porta di ingresso era corsa verso di lui, scoppiando a piangere fra le braccia di Zack, che aveva impiegato un’ora buona per calmarla e convincerla che non sarebbe andato da nessuna parte.

‘Zacky?’.

Il ragazzo si voltò verso Emily, che si era svegliata e lo osservava preoccupata.

‘Tutto ok Em, tranquilla’ la rassicurò lui, accarezzandole una guancia con le dita.

‘Sicuro?’ insistette dubbiosa lei: sapeva che la domenica notte era un momento critico, succedeva sempre e lei voleva evitare che diventasse peggio di quanto già non fosse.

‘Assolutamente’ le rispose lui, facendole appoggiare la testa sul proprio petto e dandole un bacio sulla fronte.

‘E allora perché non stai dormendo?’ continuò lei, passandogli un braccio attorno alla vita e lasciando che il ragazzo le accarezzasse i capelli, era una cosa che adorava e lui lo sapeva benissimo.

‘Quanto sei pignola, Em’ rispose divertito lui.

‘Sempre’ ribatté lei, ridacchiando.

‘Giuro che dormo, ok?’

‘Ecco, bravo, che poi pensi troppo, non ci sei abituato e ti scoppia la testolina’ disse lei, mentre lui le pizzicava il fianco in risposta.

‘Notte Vengeance’ disse la ragazza, sporgendosi per dargli un bacio sul collo prima di accoccolarsi addosso a lui.

‘Notte Em’ rispose lui, continuando ad accarezzarle i capelli, sapeva che in quel modo la ragazza si sarebbe riaddormentata rapidamente.

Come volevasi dimostrare, dopo cinque minuti Emily dormiva tranquillamente fra le sue braccia e Zack rimase a fissarla per qualche istante sorridendo, lei era davvero una delle cose migliori che gli fossero capitate.

Emily era la prima persona oltre ai suoi amici a cui aveva raccontato di Maya, dei suoi problemi con Norah, di quanto quella situazione lo facesse stare male e fino a quel momento era stata l’unica persona in grado di farlo stare davvero meglio, nemmeno i suoi amici, che avevano fatto per lui forse più di quanto loro stessi immaginassero, avevano lo stesso effetto benefico che riusciva ad avere lei.

Inoltre, Emily era stata assolutamente fantastica all’inizio quando Norah non voleva accettare che Zack potesse avere una relazione, nonostante ne soffrisse, Zack non era stupido e lo aveva notato, era sempre rimasta in disparte, più di una volta aveva dovuto uscire di nascosto dal retro perché Norah, piombata a casa del ragazzo all’improvviso, non la vedesse e non creasse problemi a Zack con Maya, più di una volta aveva rinunciato a vedere Zack perché la sua assenza era una condizione posta dalla ragazza per lasciare Maya col padre.

Emily era straordinaria anche con Maya, quando finalmente Norah aveva accettato che loro due stessero insieme e si era completamente disinteressata al fatto che Emily fosse presente quando c’era anche Maya, la ragazza aveva finalmente avuto l’occasione di intrecciare un rapporto con la bambina e le cose erano andate talmente bene che ogni tanto Zack si chiedeva se Maya non stesse iniziando a preferire Emily a lui, o almeno era quello che ogni tanto diceva per scherzare alle due, che scoppiavano puntualmente a ridere divertite.

Zack a volte pensava che Emily fosse perfetta e si sentiva onorato che il cielo gli avesse concesso la fortuna di averla tutta per sé, era come se dopo averlo fatto passare per l’inferno che era stata la storia con Norah finalmente qualcuno lassù si fosse ricordato di lui e gli avesse concesso una grazia.

Ricordava benissimo il giorno in cui l’aveva conosciuta, in circostanze piuttosto singolari in realtà: era stata una di quelle classiche situazioni da film, una di quelle che non potevano accadere nella vita reale, fatto che non faceva che avvalorare la sua ipotesi che Emily fosse davvero un dono del cielo...

 

2003:

Zack si trovava sull’ascensore dell’ospedale di Huntington Beach in attesa di arrivare al sesto piano, dove sua sorella aveva dato alla luce il suo primo nipotino la notte precedente.

Avrebbe tanto voluto portare anche Maya a fare la conoscenza del piccolo Gavin, ma sfortunatamente era solo lunedì e non c’era stato modo di convincere Norah a fare un’eccezione alla regola.

Scosse la testa, cercando di rimuovere quel pensiero, serviva solo a farlo arrabbiare inutilmente.

L’ascensore si fermò al secondo piano e salì una ragazza, che schiacciò a sua volta il bottone del sesto piano.

Zack non ci fece molto caso, troppo perso nei suoi pensieri, ma quando si trovavano intorno al quarto piano la vide appoggiarsi alla parete dell’ascensore e si accorse che era molto pallida.

‘Tutto a posto?’ le chiese lui, sorreggendola.

‘Non... non lo so... mi gira la testa...’ rispose lei, aggrappandosi al suo braccio per non cadere.

‘Ok, tranquilla, adesso scendiamo di qui...’ le disse lui, aiutandola ad uscire dall’ascensore, dal momento che nel frattempo erano arrivati al loro piano.

‘Emily, cara, che succede?’.

Zack alzò lo sguardo dalla ragazza e vide un’infermiera avvicinarsi preoccupata a loro.

‘Ha detto che le gira la testa, credo che stesse per svenire in ascensore’ spiegò Zack alla donna, che gli disse di seguirlo.

Zack accompagnò la ragazza, Emily come l’aveva chiamata l’infermiera, in una delle sale visita del piano e l’aiutò ad adagiarsi su un lettino.

‘Le dispiace restare con lei? Vado a chiamare suo padre, torno subito’ domandò la donna a Zack, che annuì.

‘Mi dispiace’ disse Emily, sussurrando appena, aveva ripreso un po’ di colore, ma era evidente che non si sentiva ancora particolarmente bene.

‘Non preoccuparti, nessun problema’ le rispose lui, sorridendole.

‘Maschio o femmina?’ domandò poi lei.

‘Come?’ chiese confuso lui.

‘Sei nel reparto maternità... maschio o femmina?’

‘Oh, quello... maschio, ma non è mio’ rispose Zack.

‘Nipotino?’

‘Il primo’ spiegò orgoglioso Zack ‘E tu?’

‘Oh, io sono la figlia del primario, ero a far visita a papà’ spiegò lei, cercando di mettersi a sedere e rischiando di cadere dal lettino, le girava ancora la testa.

‘Io direi che è meglio se stai giù...’ le disse Zack, sorreggendola e aiutandola a stendersi di nuovo.

‘Uff... maledetta pressione bassa... io sono Emily comunque’

‘Zachary, piacere di conoscerti’ le rispose lui, proprio nel momento in cui nella stanza rientrava l’infermiera seguita da un uomo che poi si rivelò essere il padre di Emily.

Zack era tornato a trovare la sorella anche il giorno successivo con la segreta speranza di rivedere Emily e i suoi desideri erano stati esauditi, non appena uscì dall’ascensore la vide davanti alla vetrata con le culle e vi si diresse a sua volta.

‘Niente svenimenti in vista oggi?’ le chiese lui.

‘No, direi di no’ rispose divertita lei ‘Qual è?’ chiese poi curiosa, facendo cenno con la testa ai bambini al di là del vetro.

‘Il numero sette’ le rispose Zack, lanciando un’occhiata adorante al suo nipotino ‘Nato sotto un buon numero, direi’.

Emily lo fissò confusa e lui le raccontò brevemente della band e da lì partì una lunghissima conversazione che si concluse con un invito a cena da parte  di Zack che lei accettò di buon grado.

 

In seguito, la ragazza gli aveva confessato che aveva deciso che voleva assolutamente uscire con lui non appena aveva visto come aveva guardato Gavin dietro alla vetrata: un ragazzo che riusciva a trasmettere tutta quella dolcezza solo con uno sguardo non poteva che essere una persona degna di essere conosciuta, questo era quello che aveva pensato Emily.

Ovviamente la prima cosa che Zack aveva fatto quando era uscito con lei era stato dirle che aveva una figlia, non era una cosa che voleva tenere nascosta, non solo perché era una situazione particolarmente complessa da gestire, ma soprattutto perché lui era fiero della sua stellina.

Emily lo aveva sorpreso anche in quello, mostrandosi entusiasta all’idea: tutte le ragazze che Zack aveva conosciuto dopo Norah si lasciavano prendere dal panico quando sapevano che aveva una bambina, lei invece si era mostrata sin da subito estremamente interessata senza però mai essere invadente, quando Zack le aveva raccontato tutti i dettagli del suo rapporto con Norah era stato di sua spontanea volontà e lui era certo che se non lo avesse fatto in quel particolare momento per Emily non sarebbe cambiato nulla, semplicemente avrebbe atteso che Zack fosse pronto a parlarne e lei sarebbe stata lì per ascoltarlo.

Emily, insomma, era fantastica, una benedizione, un raggio di luce che gli aveva completamente rivoluzionato la vita, dandogli qualcosa di diverso dalla band su cui concentrare i propri pensieri quando Maya non c’era.

Ovviamente Norah aveva dovuto creare problemi, d’altronde Zack se lo era aspettato, per lei tutti miravano ai soldi e il suo terrore più grande era che quella ragazzina le portasse via quello che, secondo lei, le era dovuto.

Era servito a poco farle notare che Emily non aveva certo bisogno dei suoi soldi, suo padre era il primario di ostetricia e sua madre era un avvocato in vista, la stessa Emily aveva appena iniziato a lavorare come broker e a detta di tutti era sulla buona strada per avere successo, Zack non le aveva mai fatto i conti in tasca né gli interessava farlo, ma pensava che ci fossero ottime probabilità che la famiglia di Emily avesse molti più soldi di quanti non ne avesse guadagnati lui con i due cd degli Avenged Sevenfold.

A Norah però questo non sembrava bastare e aveva deciso di farla pagare cara a Zack per quel presunto affronto.

Il ragazzo ricordava distintamente come si era sentito quando un venerdì la ragazza non si era presentata con Maya.

Quando l’aveva chiamata per chiedere spiegazioni, lei gli aveva risposto che non le andava che Maya passasse del tempo con una perfetta sconosciuta e quando Zack aveva obiettato che Emily non l’avrebbe vista per tutto il weekend, Norah aveva risposto che non ne poteva avere la garanzia, poi aveva riattaccato.

Quella storia si era ripetuta anche il mercoledì e il weekend successivo, dopo di che Zack si era presentato a casa di Norah, una cosa che cercava di evitare il più possibile, ma quella era decisamente un’emergenza.

Nonostante si fosse sforzato di mantenere la conversazione su toni civili, lei aveva cominciato ad urlare, come al solito, dicendogli che non doveva permettersi di presentarsi in quel modo a casa sua e di stare molto attento a quello che faceva se voleva continuare a vedere Maya.

La cosa peggiore però era stata sentire la sua bambina piangere dal piano superiore, chiamandolo fra le lacrime.

Alla fine se ne era andato prima di perdere definitivamente il controllo, ma non appena era arrivato a casa aveva sfogato tutta la rabbia addosso al suo malcapitato divano, che ne aveva notevolmente risentito, lo aveva dovuto cambiare dopo due settimane infatti.

Emily e Brian lo avevano trovato seduto per terra in salotto quella sera, reduce da un pomeriggio passato a piangersi, letteralmente, addosso: la ragazza aveva fortunatamente pensato di chiamare Brian quando Zack non aveva risposto a nessuna delle sue chiamate e a nessuno dei suoi messaggi e il ragazzo aveva fatto due più due, capendo che probabilmente era successo qualcosa con Norah.

Il suo amico ed Emily avevano ascoltato tutta la storia ed erano rimasti con lui tutta la sera, cercando di tirarlo un po’ su di morale, anzi, Emily si era fermata anche lì a dormire, dicendo che non se la sentiva di lasciarlo da solo.

Dopo una settimana e mezzo di ulteriore tortura, finalmente Norah lo aveva chiamato, dicendogli che ‘dovevano parlare’.

Zack si era precipitato da lei, fregandosene del fatto che in questo modo gliela stava dando vinta un’altra volta, tutto quello che voleva era rivedere Maya, qualsiasi fosse il prezzo da pagare.

Quando, dopo mezz’ora passata a parlare con Norah, aveva capito finalmente che questo prezzo era da intendersi nel senso letterale del termine gli era venuto quasi da ridere: davvero gli aveva fatto passare tre settimane di pura tortura solo per un maledetto assegno?

Zack l’aveva rassicurata che avrebbe continuato a ricevere il suo tanto amato mantenimento e quando aveva capito che il ragazzo non stava scherzando, Norah era improvvisamente diventata molto più tollerante nei confronti della nuova relazione di Zack e il giorno successivo il ragazzo aveva finalmente potuto riabbracciare Maya.

Quando, un anno più tardi, aveva deciso di andare a vivere con Emily, aveva deciso di prevenire e dopo essersi consultato col suo avvocato aveva risolto di aumentare l’assegno mensile di Norah: non gli piaceva farle favori, per niente, ma almeno aveva ottenuto l’effetto desiderato, la ragazza  non aveva infatti fatto storie quando le aveva comunicato che Emily si sarebbe trasferita da lui.

Era passato un altro anno da allora e per il momento le cose sembravano andare bene, o meglio, andavano come sempre, Norah non gli permetteva di vedere Maya più del necessario e la cosa era decisamente irritante, soprattutto quando tornava da un tour e l’unica cosa che voleva fare era vedere la sua bambina, ma si sentiva rispondere che era solo lunedì e avrebbe dovuto aspettare il mercoledì.

In realtà la situazione attuale era decisamente odiosa, ma non c’era molto che potesse fare senza correre il rischio di perdere quel poco che aveva.

‘Quale parte di ‘dormi’ non ti è chiara, Zachary?’.

Zack portò lo sguardo su Emily, che lo fissava minacciosa.

‘Scusa’ rispose lui, dandole un bacio sulle labbra e affondando la testa nel cuscino.

‘Occhi chiusi, funziona così’ finse di spiegargli lei, facendolo sorridere.

‘Grazie dell’illuminazione Em’

‘Mi sembrava ne avessi bisogno... dormi!’ gli intimò lei, tornando ad accoccolarsi vicino a lui.

Il ragazzo la strinse a sé, decidendo di darle retta: in fondo mancavano solo due giorni, solo quarantotto ore e avrebbe rivisto la sua adorata stellina.

 

 

Surprise!

Sì, eccomi qui con questa cosina sostanzialmente tragica... cosa volete che vi dica, leggo troppi thriller macabro-tragici, mi fanno male al cervello...

Se ci fosse qualcuno che legge “Unholy Confessions”: relax, quella continua regolarmente, tutte le domeniche vi attende l’aggiornamento ;)...

Piuttosto, è questa che non sarà esattamente regolare...l’idea è quella di aggiornarla di mercoledì, ma vedremo come va...

È una storia molto corta, credo massimo cinque capitoli (ma mai dire mai, se mi prende l’ispirazione è finita XD)...

Che altro dire... questa è solo un’introduzione generica, spero che vi possa incuriosire! =)

xxx

Lady Numb

DISCLAIMER: io non conosco, posseggo o ho alcun tipo di relazione con gli Avenged Sevenfold (e magari...), appartengono a loro stessi e tutto quello che viene descritto in questa fanfiction è frutto della mia immaginazione, nulla è reale al di fuori di dettagli come l'anno di pubblicazione dei cd. Emily e Maya sono personaggi INVENTATI e qualunque cosa leggerete anche nei prossimo capitoli è solo frutto di immaginazione.

   
 
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