1.
The shame of that day
Ormai, la campanella aveva annunciato la fine delle lezioni da un pezzo; e dovunque, dai muri ai banchi ingombri, gingilli di carta colorata tingevano i raggi del sole.
Ma né chiasso né chiacchiere riempivano l'aula, come il loro solito; regnava un silenzio imbarazzato, rotto soltanto da qualche bisbiglio e da tenui singhiozzi. Un bimbo chino, appoggiato alla parete da molti minuti, era circondato da un pugno di scolaretti stupiti.
“N-non piangere!”
“Non è niente, mica devi prendertela così...”
“Avanti, Miles!” esclamò un ragazzino dai capelli castani, sbucando d'improvviso a farsi strada tra il crocchio. “Sì, lo so che gli origami sono facilissimi persino per me e che ti senti uno stupido; ma sai fare così tante altre cose... o no?”
Seguirono diversi attimi di silenzio; e solo allora una voce flebile si decise a sollevarsi da qualche centimetro più in alto.
“M-Miles?”
Quando una mano gli si posò leggera sull'avambraccio, l'interpellato si decise ad alzare timidamente la testa. E la prima cosa che vide, nei contorni ancora sfocati delle ombre, fu un tenero volto che iniziava appena a sorridergli tra le grandi iridi blu.
“Non devi piangere,” rise. “Nessuno è perfetto, Miles”.
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Buonasera, o Aceattorneyani!
Sono sempre io, a occupare di nuovo il mio angolino con una raccolta del tutto libera, senza termini né progetto iniziale. L'unico scopo che mi propongo è scrivere drabble o flashfic per condividere con voi il mio incondizionato ammoreh per ogni singolo personaggio di questa impagabile trilogia. Ordunque, se avete intenzione di seguire Origami – non importa da quale a quale punto – aspettatevi assolutamente di tutto!
Ho voluto iniziare riferendomi a quell'episodio che ha ispirato il titolo – adorabile dialoghetto di Trials & Tribulations 5, disponibile verso la metà del caso