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Autore: Ranko_    06/03/2011    5 recensioni
Mi accoccolai in un angolino del letto, il più lontano possibile da lui, tirandomi le coperte fin sopra il mento. Damon non sembrò accorgersi del mio tentativo di stargli lontano: si stese accanto a me, a pancia insù, e giocherellò distrattamente con una ciocca di capelli che era sfuggita all'elastico. Il mio cuore accelerò leggermente e, siccome sapevo che quella mi reazione stupidamente umana non gli sarebbe sfuggita, arrossii come un peperone.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sogno nel sogno

Sogno nel sogno


Faceva freddo. Il buio, attorno a me, mi avvolgeva come una coperta bagnata. Avevo paura. Tremavo. Dove mi trovavo? Non riuscivo a capire. Il freddo mi appannava la vista. Il cuore mi batteva troppo forte. Poi vidi una figura nera, muoversi circospetta nella notte buia. Chi era? Il terrore si impossessò di me: la figura si avvicinò di un passo. Mi fece cenno di avvicinarmi. Non mi mossi. Ero come paralizzata. L'uomo si avvicinò ancora un po'. Poi lo riconobbi. I suoi occhi neri come il cielo mi fissavano, spaventati.

Aiutami, Bonnie.” disse solo, con la voce fioca e tremolante. Quella voce che tanto amavo, che era sempre macchiata dal divertimento, quella volta era avvolta dal panico. Lo capii anche dal suo sguardo. Era terrorizzato. Lo guardai, con gli occhi spalancati. Cosa dovevo fare? Tentai di muovere un passo, ma non ci riuscii. Le sue labbra si piegarono all'ingiù.

Aiutami, Bonnie.” ripeté, con un tono di voce leggermente più alto. Iniziò a tremare mentre piano piano si accasciava a terra, in preda agli spasmi.

Aiutami, BONNIE!” questa voltò gridò, la voce spezzata dalla disperazione e macchiata dal dolore.

Non riesco a muovermi, dannazzione!” imprecai, tentando inutilmente di chinarmi verso di lui. Poi sentii un'esplosione. Tutto, intorno a me si fece rosso, mentre le fiamme divampavano nella foresta, divorando tutto ciò che incontravano. Lui urlò di nuovo.

Aiutami, Bonnie. Salvami. TI PREGO!” mi implorò. Le fiamme lo avvolsero e lui lanciò un grido terribile, in preda ad una sofferenza atroce. Dovevo salvarlo! Dovevo riuscirci! Iniziai a correre, ma non riuscivo a raggiungerlo. Inciampai. Avevo sempre più freddo. Le forze mi stavano abbandonando. Alzai lo sguardo. Lui non c'era più. Era sparito. NO! Dovevo salvarlo. Ma ero... troppo debole. La vista mi si appannò... Il fuoco mi raggiunse. Iniziò a divorarmi le ossa. Bruciava... Troppo. Urlai.


BONNIE!” qualcuno mi chiamò, ma io continuavo ad urlare. Forse per il dolore. O per la disperazione.

Bonnie! Svegliati!” quella voce penetrò lentamente nella mia mente, ma non riuscivo a capire di chi era. Il fuoco... Faceva troppo male. Non riuscivo a resistere.

BONNIE! Sono io! Sono Damon, Bonnie! Svegliati!” allora capii. Aprii di scatto gli occhi.

IL fuoco! Brucia!” sentivo ancora quella terribile sensazione. E la puzza di bruciato! Di carne bruciata! Era insopportabile. Urlai di nuovo, gettando la testa all'indietro. Lui mi scosse violentemente per le spalle, tentando di farmi rinvenire. Respiravo affannosamente. Sentivo piccole perle di sudore colarmi giù per la fronte. Damon mi fissò: mi scosse ancora un poco.

Ripresi ad urlare. “DAMON! Il fuoco! Brucia! Ti prego... spegnilo!”

Lui mi scostò delicatamente i capelli dalla fronte, e mi fece risedere sul letto.

E' tutto a posto, uccellino. Il fuoco è spento. Era solo un incubo.” mormorò, dolcemente, sfiorandomi le guance. Lo fissai: i suoi occhi neri come la notte sembravano preoccupati. Sospirai. Appoggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi.

Continuo a vedere fuoco. Solamente fuoco.” mi lamentai, mentre una piccola lacrima mi rigava la guancia. Non reagì a quel contatto; rimase immobile, il suo respiro era lento e regolare. Il suo petto era muto, ma caldo. Caldo come... il fuoco. NO! Mi alzai di scatto dal letto, e quasi non caddi per terra. Con un balzo quasi felino, Damon mi fu accanto, le mani poggiate sulle mie spalle, sorreggendomi come se pesassi due chili.

Ehi, tutto bene?” mi chiese. Quelle pozze di petrolio scuro erano fisse su di me. Erano le stesse iridi del mio sogno. Perché era lui, la figura lugubre che era spuntata come per magia dagli alberi. Lui quello che era morto, bruciato, polverizzato dal fuoco. Una fitta al cuore mi fece traballare.

S-sì.” balbettai, allontanandomi da lui. Sbattei più volte le palpebre. Ero ancora semi addormentata e sicuramente troppo agitata. Un po' per il sogno, un po' per la presenza di Damon nella mia stanza. Già, perché ultimamente passava molto tempo con me, Damon. Cosa che era parecchio irritante, poiché dovevo stare attenta a mantenere sempre attivo il mio scudo mentale. Mi voltai verso lo specchio.

Oh, sono un disastro...” borbottai, prendendo un elastico a caso dall'enorme comò e legandomi i capelli rossi. Il riflesso di Damon, seduto sul letto, sorrideva, continuando a fissarmi come se fossi un'attrazione di qualche strano luna-park.

Vieni qui.” sussurrò, battendo leggermente la mano sinistra sull'enorme letto a due piazze della mia camera. Lo guardai, l'espressione leggermente interrogativa, e lo raggiunsi. Mi accoccolai in un angolino del letto, il più lontano possibile da lui, tirandomi le coperte fin sopra il mento. Damon non sembrò accorgersi del mio tentativo di stargli lontano: si stese accanto a me, a pancia insù, e giocherellò distrattamente con una ciocca di capelli che era sfuggita all'elastico. Il mio cuore accelerò leggermente e, siccome sapevo che quella mi reazione stupidamente umana non gli sarebbe sfuggita, arrossii come un peperone. Iniziò a fischiettare una canzone che non avevo mai sentito, tranquillamente, come se fosse sdraiato sul letto della sua camera. Avevo sempre invidiato (o forse amato) quel lato di Damon: quello di far finta che nulla gli importasse, che niente potesse scalfirlo. In realtà sapevo che era molto più sensibile di quello che voleva dimostrare. Anche se a volte i suoi modi bruschi mi offendevano e...

Sai che non lo faccio a posta, uccellino.” sussurrò, a voce bassissima. Non mi voltai verso di lui. Forse, persa nelle mie riflessioni, avevo lasciato cadere il mio scudo protettivo. Sapevo bene che quello scudo avrebbe protetto la mia mente, ma non avrebbe mai messo al sicuro il mio cuore. Quello sarebbe sempre stato a rischio-Damon per sempre.

Non...” balbettai, tentando di trovare le parole giuste. “Non l'hai creato tu quel sogno, vero?”

Lui sembrava stupito. “No, uccellino.” tentò di mascherarlo, continuando a fingersi disinvolto.

E' strano, perché sembrava così reale...”

Mi stai dando del bugiardo?” si appoggiò su un gomito, e mi guardò. Il suo tono di voce era divertito, ma dalla sua espressione avevo capito che non lo era affatto. Lo guardai per qualche secondo, poi inarcai le sopracciglia.

Non c'è bisogno che te lo dica io, che sei un bugiardo.” sorrisi leggermente, tentando di alleggerire l'atmosfera, ma lui non gradì il mi sforzo. Sospirò e si alzò a sedere, passandosi nervosamente una mano ne capelli.

Sì, mi stai dando del bugiardo.” aggiunse, guardando fissò davanti a se.

Non è affatto vero. Stai facendo tutto tu.” brontolai, sedendomi accanto a lui.

Io non capisco. Ogni volta che faccio il bravo, tutti mi incolpano di tutto.” si alzò di scatto, ed ebbi l'impressione che in quel momento stesse facendo il possibile pur di starmi lontano. Non riuscivo proprio a capire che gli stava prendendo.

Non ti sto incolpando di nulla. Voglio semplicemente sapere di cosa si tratta.”

Era solo uno stupido sogno! Non c'è bisogno di preoccuparsi tanto!”

Mi preoccupo, invece! Spesso i miei sogni si sono avverati.” se soltanto lui avesse capito il motivo per cui mi preoccupavo... Ma con Damon era impossibile ragionare. Lo sapevamo bene entrambi. Lui stava in piedi, accanto alla finestra, uno sguardo a metà tra il severo e lo scocciato. Io ero seduto sull'angolo più esterno del letto.

E a chi cazzo vuoi che ne freghi qualcosa, eh Bonnie!? Che cosa hai sognato? Una foresta che bruciava? Aiuto! Chiamate i pompieri! Poveri animaletti, qualcuno deve salvarli! Altrimenti Stefan potrebbe morire di fame...” il disprezzo nella sua voce era tale, che mi ferì profondamente. Perché si comportava in quel modo? SEMPRE in quel modo. Trattava così solo me. Le lacrime volevano uscire: le sentivo premere ai bordi degli occhi. Ma non potevo permettermi di piangere davanti a lui. Sarebbe stata un'umiliazione troppo grande per me. Non sarei riuscita a sopportarla. Mi alzai, e mi avvicinai a lui di qualche passo.

Hai... Hai ragione. Una foresta bruciava.” affermai, stringendo forte i pugni e abbassando la testa. Non lo sentivo più nemmeno respirare. Stava lontano da me, sempre vicino alla finestra i pugni serrati e gli occhi severi. Mi fissava come se fosse la feccia più inutile di tutta la terra. In quel momento, sotto quello sguardo di sufficienza, mi sentii davvero così. Completamente inutile.

C'eri anche tu in quella foresta.” aggiunsi, a bassa voce. Sapevo che mi aveva sentito, perché le sue labbra si storsero per un millesimo di secondo e gli occhi si spalancarono leggermente. Le braccia si rilassarono, e lui si indicò con un indice, come un bambino che era appena stato incolpato dalla mamma.

Io?” lo scetticismo della sua voce era palese. Quelle lacrime che tanto avevo represso, iniziarono a scendere. Lui sgranò gli occhi ancora di più e deglutì rumorosamente; probabilmente non voleva farmi piangere, ma ci era riuscito. Ancora una volta, era riuscito a farmi piangere.

Perché credi che mi sia spaventata, eh?” gli strillai contro, alzandomi in piedi.

Bonnie, io... Non lo sapevo” mormorò lui, mortificato, facendo un passo indietro. Per poco non inciampò sul davanzale della finestra: non era proprio da lui, essere così maldestro.

Volevo... volevo solo proteggerti.”

Lui mi fissò, leggermente interdetto. Poi, inaspettatamente, scoppiò in una risata fragorosa. Si piegò in due, dalle risate. Era scemo o cosa?

Tu? Vuoi proteggere me?” e poi rise ancora.

SI! IO! SMETTILA DI RIDERE!” biascicai, rossa come un semaforo. (ndA Non sapevo che mettere, xD) Lui si calmò un poco e tornò a guardarmi.

O-ok, scusa. Non volevo offenderti.”

Be', ci sei riuscito. Un'altra volta! Perché non posso MAI aspettarmi niente da te? Perché mi devi sempre deludere? Me lo spieghi? Una volta, dico una, non puoi cercare di essere gentile e basta? Come tutte le persone normali? Sai una cosa, Damon? TI ODIO. Ti odio con tutto il cuore e ti giuro che non sto scherzando. Questa volta hai davvero esagerato...” un singhiozzo, poi ripresi. “Non ti voglio più vedere. MAI PIU'! Adesso vattene. Brucia pure. Per quello che me ne importa.” sapevo che quelle parole l'avevano ferito, ma era proprio quello che intendevo fare. Non avevo mai osato parlare con lui in quel modo, né avevo mai usato quel tono. Persino lui sembrava scioccato... e offeso. Ma non me ne importava niente. Per me poteva anche crepare domani. Il mondo sarebbe stato sicuramente migliore.

Ma...”

VATTENE!” urlai talmente forte, da sentire male alla gola. Lui mi guardò ancora un attimo, poi aprì la finestra e uscì. L'ultima cosa che sentii, dopo il tipico fruscio di ali, furono i miei singhiozzi. Sempre più forti ed intensi, ogni minuto che passava.


Più tardi, a casa Salvatore. (Bonnie)


Mi ero dimenticata di quanto fosse comodo il divano di casa Slavatore. Accanto a me, Elena leggeva distrattamente un libro, le gambe che pendevano dal bracciolo del divano. Io stavo in silenzio, la testa appoggiata allo schienale. Non riuscivo a smettere di pensare alla sera prima, quando io e Damon avevamo litigato.

Scusate, avete visto Damon?” Stefan irruppe nella stanza, il viso stravolto e i vestiti sgualciti. Aveva dormito sotto un ponte, recentemente?

No, credevamo fosse con te.” disse Elena, gettando il libro da una parte della stanza. Probabilmente non vedeva l'ora di farlo, vista la sua espressione sollevata.

Io credevo fosse con voi.” ribatté lui, indicandoci entrambe.

Beh, qui non c'è. Hai provato a chiamarlo?” gli chiesi, leggermente preoccupata. E se fosse andato nella foresta? No, non dovevo preoccuparmi per lui. Non dovevo. Era solo una scemenza. Lui non mi sarebbe stato riconoscente. A lui non importava niente di me, come non gli importava niente di nessuno.

Ha il cellulare spento e non risponde ai messaggi mentali.” mi informò Stefan, leggermente preoccupato. Elena si alzò in piedi e lo abbracciò. Anche lei sembrava preoccupata. Io lo ero. E molto.

Dove potrà essersi cacciato?” chiese lei, stringendosi di più contro il minore dei Salvatore. Stefan volse lo sguardo verso la finestra e, stringendo Elena tra le sue braccia, sospirò ansiosamente.

Io proprio non so che gli prende ultimamente.”


Sul tetto. (Damon)


L'aria mi pizzicava le guance. Il vento soffiava ininterrottamente da più di un'ora. E io stavo sul tetto da più di un'ora. Ero seduto sulla grondaia, le gambe che penzolavano nel vuoto. Il silenzio era così piacevole... Chiusi gli occhi e lasciai che la brezza primaverile mi scompigliasse i capelli.

Damon! Dannazzione, rispondimi!” l'ennesimo messaggio mentale del mio adorato fratellino minore. Sospirai, e mi sdraiai all'indietro. Le tegole mi facevano male alla schiena, ma tentai di ignorarle. Il cielo era azzurro, terso, senza nemmeno una nuvola. La sera prima avevo fatto la figuraccia più grande di tutta la mia vita. Bonnie aveva sognato una foresta che bruciava, dentro la quale ci sarei dovuto essere io. Non ero superstizioso, non credevo ai sogni premonitori. E il fatto che lei volesse proteggermi era completamente ridicolo. Perciò avevo ragione io, come sempre. Sentii un rumore provenire dalle mie spalle.

Ciao Stefan.” sussurrai, alzandomi di scatto, e sistemandomi i capelli spettinati. Lui si sedette accanto a me.

Ti ho cercato dappertutto.” si lamentò, guardandomi infastidito.

Ora mi hai trovato.” alzai teatralmente le braccia. “Tana libera tutti!”

Che ci fai sul tetto?” lui, che si era abituato ai miei attacchi di sarcasmo, non fece una piega. Mi osservò con aria di superiorità e ricambiai lo sguardo. Poi mi voltai.

Sorrisi. “Penso.”

A cosa?”

A Bonnie.” ammisi, mio malgrado. Non era del tutto vero, ma nemmeno del tutto falso. Perciò, avevo detto una mezza verità. Anche se non mi importava il fatto di mentire a Stefan, preferivo più che altro non mentire a me stesso.

Mio fratello ammiccò. “Ti sei preso una bella cottarella per lei, eh?”

NO! Ma che ti salta in mente?” sentii le guance stupidamente calde, come se fossi una stupida umana alla prima cotta. Stefan inarcò le sopracciglia.

Allora perché pensi a lei?”

Non lo so. E comunque non ho nessunissima intenzione di parlare di ragazze con te.” borbottai, allontanandomi da lui, ma rimanendo comunque seduto.

Nemmeno io, ci mancherebbe.” si limitò ad aggiungere.

Questa mattina io e Bonnie abbiamo litigato.” non so perché, ma alla fine lo dissi. Forse perché avevo bisogno di parlare con qualcuno. Di confidarmi. No, sicuramente stavo impazzendo. Decisamente.

Mi lanciò un'occhiata stizzita. “Cosa le hai fatto?”

Io? Niente, è che... Ok, forse l'ho un po' offesa.” ammisi, stringendomi nelle spalle.

Come mai?”

Lei ha detto di volermi proteggere e io sono scoppiato a ridere.” quel pensiero mi fece di nuovo sorridere. Era una cosa surreale! Un paradosso!

Bel modo di essere sensibili.” brontolò lui, stringendo le braccia al petto.

Lo guardai male. “Che ci posso fare, Stefan? L'idea che LEI voglia proteggere ME è ridicola! Ma l'hai vista? E' solo una piccola e fragile umana!”

Ci sono tanti modi per proteggere qualcuno, Damon” sussurrò, con l'aria da saputello che lo aveva sempre caratterizzato.

Che vuoi dire?”

Oh, niente. Era solo una perla di saggezza che ho sentito da qualche parte. Non vedevo l'ora di ripeterla.” disse, con un sorriso. Risi e, voltandomi verso il giardino, gli tirai una gomitata.

Credi che il sogno si avvererà?” la verità era che avevo paura. Sarei potuto morire da lì ad un secondo, se solo mi fossi avvicinato alla foresta. E c'è gente che dice che non si può sfuggire al proprio destino. E sicuramente avevano ragione.

Lui si stupì. “Quale sogno?”

Ha sognato una foresta che bruciava... con me dentro.” rabbrividii involontariamente.

Può darsi di sì.”

Deglutii.

Tu stai comunque lontano dal bosco. Per sicurezza.” aggiunse, lanciandomi un'occhiata d'avvertimento. Scoppiai a ridere. Stefan sbuffò.

Da quando ti preoccupi per me?”

Stefan sbuffò. “Io non mi preoccupo.”

Certo, come no. E io sono vegetariano.”

Oh, bhe... Tu fai così e basta.”

Come vuoi.”

Non vieni?”

Dove?”

A casa”

Ehm...”

Ho capito, ti chiamo quando va via.” e dopo che finì, mi fece un ultimo sorriso e poi scese dal tetto, con un balzo. Lo guardai dall'alto mentre si allontanava e tornava in casa. Alzai lo sguardo: un rumore aveva attirato la mia attenzione. Veniva... dalla foresta. Era come... un lamento. No, no. Buono, Damon. Non puoi andare nella foresta. Mi dissi, scuotendo la testa. Dovevo semplicemente stare tranquillo. Poi però, qualcuno urlò.




Nella foresta (Bonnie)


Ecco. Lo sapevo. Non sarei dovuta andare nella foresta. Ma era stato più forte di me. Il cielo era plumbeo, carico di pioggia. Era decisamente inquietante. Tuttavia di Damon nemmeno l'ombra. Meno male. Sospirai sollevata. Il vento soffio gelido, talmente forte da farmi cadere per terra. Mi misi a sedere, guardando inorridita il mio ginocchio sbucciato. Deglutii, stringendomi le gambe al petto. Faceva troppo freddo, il vento mi faceva vibrare le ossa. Dovevo andarmene di lì, ma non ci riuscivo. Urlai, quando un albero spezzato dal vento mi cadde addosso, colpendomi alla spalla. Mi accasciai sul letto di foglie umide, stringendomi forte. Stavo morendo di freddo. E di paura. Qualcosa gracchiò, a pochi passi da me. Iniziai a tremare. Un corvo zampettava ad una decina di metri e sembrava fissarmi. Era nero come l'oscurità, il becco era lungo ed affilato. Si avvicinò di più. Lo guardai terrorizzata e, per un attimo, credetti che potesse essere Damon. Quel pensiero fece accelerare il mio battito cardiaco. L'uccello afferrò un lembo della mia maglietta e mi tirò, come per incitarmi ad andarmene.

Non ce la faccio.” sussurrai, mentre le lacrime mi rigavano le guance. Damon apparve accanto a me, come per magia, e mi accarezzò delicatamente i capelli.

Bonnie, dai dobbiamo andarcene.” si lamentò prendendomi in braccio. Averlo così vicino era come essere in un bellissimo sogno. Il suo profumo era più intenso e maledettamente attraente. Lui tentò di mascherare un sorriso.

Ti avevo detto di non venire nella foresta.” lo ammonii, stringendomi di più a lui. Mi appoggiò per un secondo a terra, e si piegò su di me. Damon mi baciò i capelli e fece scivolare le dita lungo il profilo del mio viso. Non disse nulla: mi baciò piano le labbra, in un attacco di dolcezza che non credevo possibile in un uomo come lui.

Sospirai, mentre mi baciava il collo.“E' una pazzia.”

Le persone fanno cose pazze. Quando sono innamorate.” sussurrò, tornando a baciarmi le labbra. Quelle sue parole mi riempirono il cuore di speranza e fi gioia. Lo fissai intensamente e lui ricambiò lo sguardo. Sorrise: un sorriso bellissimo e sincero. Raro in lui. Si chinò per baciarmi ancora, ma si bloccò di colpo. Alzò di scatto la testa. Si guardò le spalle e mi fece alzare. “Dobbiamo andarcene.” mi prese di nuovo in braccio e non ebbe nemmeno il tempo di iniziare a correre. Ci ritrovammo circondati dalle fiamme. Il panico si impossessò di me. Il sogno si stava avverando! Il fuoco era rosso intenso. Faceva troppo caldo. Stavo per svenire.

Scappa Bonnie. Vai via, finché puoi” sibilò Damon, deglutendo rumorosamente. Mi strinse la mano più forte, poi la lascio.

Non ti lascerò qui.” mormorai, piangendo, mentre il fuoco ci circondava ancora ed ancora. Sentivo mancare il fiato.

Sappiamo tutti e due come andrà a finire, questo momento. Ti prego, vai via!” urlò, gli occhi lucidi. Mi avvicina a lui.

Non voglio!”

Bonnie, te lo dico per l'ultima volta. VATTENE!”

Ma...” cercai di ribattere, ma lui mi prese per le spalle, scuotendomi come aveva fatto per cercare di svegliarmi.

Io starò bene. Ti prego. Fammi morire. Ma almeno dammi la certezza che starai bene.” quelle parole erano piene di dolcezza e io, di tutta risposta, piansi ancora più forte. Lo abbracciai, lo volevo sentire accanto a me. Lo volevo con me. Per sempre. Ma non potevo.

Non starò bene. NON SENZA DI TE!” affondai il viso nella sua maglietta nera, e lui mi strinse a sé.

Sai una cosa?”

Alzai la testa per guardarlo.“Cosa?”

Ti amo.” disse qualcosa che non capii, non avevo mai sentito pronunciare prima quelle parole, ma qualcosa dentro di me mi disse che erano belle parole. (ndA Tanto per chiarire, Damon ha detto a Bonnie che la ama, ma in italiano xD). Mi costrinsi a sorridere ma avrei voluto svenire e non svegliarmi mai più. Lui alzò lo sguardo e mi spinse di lato.

DAMON!” urlai, quando mi accorsi che le fiamme lo avevano avvolto completamente. Urlai. Urlai più forte che potei. Ma era come se lui non riuscisse a sentirmi. Anche lui urlava. Il dolore che provava era talmente intenso, che riuscivo a percepirlo anche io. Poi, fu tutto finito. Le urla di Damon finirono. Rimasero solo le mie. La pioggia iniziò a scendere leggera, alleviando le lingue di fuoco e placandole. Di Damon non era rimasto più nulla. Solo polvere. Solo cenere. Il mio cuore, in quell'istante si spezzò. Inutile descrivere il dolore lancinante che provai in quell'istante. Era come se fossi morta io, al posto suo. Urlai. Ancora ed ancora. Ma non bastava. Il dolore non spariva.


Bonnie! Ma ti vuoi svegliare?” sbattei piano le palpebre, e mi accorsi di essere nella mia camera. Strano. Credevo di essere nella foresta. Guardai il ragazzo di fronte a me. Damon. Ma allora non era morto! Era ancora vivo! Oppure ero io che ero finita in paradiso?

Tu! Sei qui!” strillai, invasa dalla certezza che era stato tutto solo un brutto incubo. Gli saltai addosso e lo abbracciai. Mi aggrappai al suo collo e lo strinsi più forte che potei. La gioia che provai in quell'istante era immensa. Riaverlo lì, con me, era come se mi fossi svegliata da un brutto sogno. Ed in effetti era proprio così.

Uccellino? Sicura di sentirti bene?” mi chiese lui, allontanandomi e scrutandomi con attenzione. Mi sporsi verso di lui e gli baciai una guancia. Lui sembrò cadere in trance per qualche secondo, poi mi sorrise. Mi portò sul letto e si sdraiò sopra di me, attento a non pesarmi addosso. Giocherellò con la mia frangetta e mi baciò la fronte.

Oggi Stefan ed Elena vanno a fare un pic-nic nel bosco. Vogliamo andarci anche noi?” mi chiese, baciandomi lentamente le labbra, per poi scendere lentamente verso il collo. Tremai. Quando ebbe finito di parlare, impallidii.

NO!”


  
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