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Autore: White Gundam    06/03/2011    1 recensioni
[Quinta classificata al contest "Gameplay" indetto da crimsontriforce e vincitrice dei premi speciali: "Seamless", "A tutto c'è un limite" e "La sottile eleganza del menù"]
Trovare gli oggetti per aprire la porta, fondere le materia, combattere fino allo stremo, è dura la vita di un eroe, ma tu, Zack, sei in grado di farcela.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core
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Un saluto a tutti i lettori (sia le vecchie conoscenze, sia le nuove) e benvenuti a questa mia ultima fatica su Final Fantasy VII Crisis Core. Questa volta, grazie al tema del concorso a cui questa fanfiction partecipa, Zack sarà realmente alle prese con i problemi che abbiamo avuto tutti noi giocando al videogioco.
Non rompo oltre e vi lascio alla storia, enjoy you by

White Gundam





Final battle.

 

 

Mi ritrovo infine nelle segrete dette "Zanna Ululante", il nome di tale loco, che molto mi ricorda la precedente "Prigione dell'obbligo", non è affatto sbagliato: l'ambiente è buio e raccapricciante e, se non fossi un SOLDIER che sogna di diventare un eroe, beh, probabilmente mi tremerebbero le gambe; ma io lo sono, e le mie gambe non tremano mai.
Avanzo, sicuro, fino a raggiungere una loggia semicircolare, chiamata "Portale della separazione", al cui centro vi è un'altare con sette fori che ormai conosco bene, da quanto mi hanno fatto impazzire per trovarne i contenuti. Ho girato il luogo così tante volte per cercare quelle maledette sette materia della Dea che penso che, se anche non avessi la mappa olografica che la Shinra mi ha dato in dotazione ormai parecchio tempo fa, potrei disegnarmela da solo. Ma adesso tutto questo non ha importanza, cerco nel mio inventario le sette materia e faccio per inserirle nei fori, per fortuna mi blocco qualche secondo prima di aver inserito l'ultima. Tiro un sospiro di sollievo:
Grazie di esistere ogni tanto, ragione mia.
Penso, ricordandomi che mi sono a malapena equipaggiato per battere qualche semplice mostro che mi attraversava la strada durante la mia ricerca.
Mi dirigo verso una luce verde che fa risuonare il mio cellulare datomi dalla Shinra e mi appare l'icona della compagnia, digito l'opzione salva che luccica sul display per lasciare i dati di quanto accaduto.
Guardo il mio inventario setacciando in esso le materia che mi possano servire, adesso ho davanti a me una ricca collezione di sfere colorate, dentro alle quali si nasconde il potere della magia. Le guardo un momento: Blizzard, Fire... Queste sono eccessivamente deboli; Blizzara, Thundara... Ecco queste se fuse bene potrebbero anche darmi qualcosa di interessante.
Prendo dal mio inventario qualche oggetto e qualche sfera di antimateria, utili per le fusioni e... Mi accingo a tentare.
In questo momento so di non poter perlustrare ulteriormente l'area alla ricerca di altri oggetti e materia, Cloud, che ho lasciato fuori, non sta per niente bene ed è mio dovere tornare da lui il più in fretta possibile, mi arrangerò con qualche fusione.
Guardo i possibili componenti delle fusioni e mi viene il mal di testa, io sono sempre stato agile, forte e veloce, combinazione adatta per riuscire a cavarmela egregiamente sul campo di battaglia ma pensare... Pensare non è mai stato il mio forte. La tattica, il ragionamento e tutti questi concetti cui non ho mai dato molta importanza, adesso che so che un errore può essere fatale non solo a me ma anche a quel ragazzino che so di dover proteggere, mi sembrano pesare come macigni sulla mia possibilità di vittoria.
"Angeal, perchè non ti ascoltavo mai quando mi parlavi della parte tattica del combattimento?!"
Chiedo ad alta voce, come se il mio maestro potesse sentirmi e come se lui avesse effettivamente qualche colpa sulla mia disattenzione. Fin dai primi tempi dell'addestramento, senza cambiare mai, ero sempre stato impulsivo ed irruento e la mia concentrazione tendeva non riuscire a superare i dieci minuti. Adesso però sono migliorato, arrivo anche ai quindici.
Scuoto la testa con forza per mandare via i pensieri che mi riempiono il cervello, i miei capelli nero pece ondeggiano solleticandomi il collo, prendo in mano alcune materia e mi accingo a tentare le fusioni.
Per fonderle in maniera ottimale dovrei fare attenzione al livello e al rango di entrambe le materia che utilizzo, ma siccome non ne sono abituato tenterò guardando solo il livello e gli oggetti che possono aggiungere dei bonus alle mie capacità.
Comincio il processo di fusione, la mia fronte suda freddo e mi passo spesso una mano su di essa per asciugarla. Quando ho finito guardo ciò che ho tra le mani: alcune delle mie fusioni hanno dato vita a materia sufficientemente potenti, altre però sono andate talmente male da farmi decidere di buttarle.
Controllo l'orario sul display del mio cellulare e mi accorgo che è passato non poco tempo; i miei pensieri tornano a Cloud e riempio velocemente gli slot che ho sulla cintura: Blizzaga, Firaga, Colpo Ade, Salto, Thundaga ed Energiga; mi sembra un buon assortimento, sospiro e appoggio l'ultima materia della Dea al suo posto.
Andiamo.
Penso, per darmi coraggio, ed entro nel portone di ferro che in quel momento si sta aprendo dinnanzi ai miei occhi.
Appena entrato vedo un SOLDIER di mia vecchia conoscenza che, come impazzito, conduce un delirante monologo. Provo a parlargli per farlo ragionare ma egli, per tutta risposta, fusosi con innumerovoli mostri sino a perdere il suo aspetto umano, mi attacca. Non è mia intenzione combattere contro di lui, ma se voglio salvare Cloud non ho altra possibilità.
Alzo la Buster Sword e la appoggio sulla mia fronte, come era solito fare il mio maestro quando era lui a possederla.
In te ripongo il mio onore e i miei sogni, ma ti prego, dammi la forza di vincere.
Questo mio pensiero è così intenso che finisco per convincermene, faccio roteare la spada sopra alla mia testa e poi la impugno con forza dinnanzi a me.
"Mi dispiace..."
Mormoro mentre mi lancio contro al mio avversario.
"Ma non mi lasci altre possibilità!"
Grido, lasciando che la rabbia e il dolore che pervadono il mio animo si tramutino in voce e possenza. La mia spada si infrange contro quello che ormai non so neanche più se definire il suo corpo, ma gli faccio poco più di un graffio. I suoi attacchi invece non solo sono potenti, sono addirittura devastanti!
Dannazione!
Penso, mordendomi le labbra e ricavandone solo altro dolore:
Avrei dovuto passare più tempo ad allenarmi!
Ansimo e mi reggo sulla spada per stare in piedi, chiudo gli occhi e mi viene da piangere: che sia giunta la mia ora?
Sto' per cadere vittima della disperazione, quando mi viene in mente l'immagine di una ragazza: capelli castani lunghi, raccolti in una treccia fermata da un fiocco di colore rosa che sono stato io a regalarle, occhi verdi grandi ed espressivi, e un sorriso che le increspa costantemente le labbra. No, non una comune fanciulla, ma Aerith, la mia ragazza.
Penso a lei ed alla promessa di rivederci non appena sarei tornato a Midgar e mi rendo conto che non posso arrendermi. L'energia che mi fluisce in corpo è come una cura e mi alzo di nuovo brandendo la spada.
"Preparati! Adesso faccio sul serio!"
Grido in direzione del nemico e mi avvento contro di lui. No, non è solo per Aerith che devo vincere ma anche per lui, per Cloud, il mio migliore amico.
Il mio cuore accellera i battiti e il mio cervello comincia a connettere e a ricordare: quel ragazzino disperato per aver fallito l'esame per entrere in SOLDIER e tutta la forza che aveva poi saputo dimostrare, la sua timidezza e la sua fiducia in me, non posso non tornare da lui adesso che ha bisogno del mio aiuto!
"Levati di mezzo o ti ammazzo!"
Urlo con quanto fiato ho in gola e il ricordo del mio amico mi dona una nuova forza, il mio attacco si fa più potente e veloce e per il nemico non c'è alcuna possibilità.
Faccio nuovamente girare la spada sopra alla mia testa in segno di vittoria.
Grazie per avermi aiutato, ragazzi.
Penso, correndo con tutta la forza che ho verso l'uscita per tornare da lui e poi per tornare, insieme, da lei:
Adesso tocca a me.

   
 
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