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Autore: Dazel    06/03/2011    5 recensioni
Tra lui e il Senpai era finita, Masaki era tornato a casa sua e Morinaga si era fatto ospitare da un amico. Il dolore, le illusioni e quella storia assurda sarebbero divenuti solo ricordi lontani, dolorosi, ma effimeri. Presto sarebbero spariti, come le foglie appassite sarebbero cadute dagli alberi.
Oneshot ambientata dopo il capitolo 7.6
• Fanfiction ispirata al manga The Tyran Who Fall in Love da Hinako Takanaga
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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.::. I’ll wait you for ever .::.


«Non è doloroso vivere con lui?»

Quelle parole gli risuonavano nella mente in continuazione, con un moto lento e continuo che sembrava essere destinato a non avere una fine. Sebbene la risposta nella sua mente fosse chiara, il suo cuore si ostinava a ignorarla e a passarci sopra con indifferenza. Però, se si vedeva costretto a darsi una risposta, quella non poteva che essere un sì.

Era doloroso vivere con una persona che, nonostante tutti gli sforzi, tutti l’affetto e tutte le attenzioni continuava a respingerlo, a insultarlo, a urlargli addosso e trovare ogni pretesto per litigare. Era doloroso amarlo così tanto e non sentirsi desiderati nemmeno un po’. Talvolta Morinaga non poteva che chiedersi se non avesse costruito lui stesso un muro con le sue mani, obbligandolo fin dal principio a quella relazione.

La verità era che aveva sempre sperato che un giorno, il Senpai, potesse innamorarsi d lui.

Ormai non c’era più di che preoccuparsi, comunque. Tra lui e il Senpai era finita, Masaki era tornato a casa sua e Morinaga si era fatto ospitare da un amico. Il dolore, le illusioni e quella storia assurda sarebbero divenuti solo ricordi lontani, dolorosi, ma effimeri. Presto sarebbero spariti, come le foglie appassite sarebbero cadute dagli alberi.

Il tea continuava a bollire nella tazza stancamente, borbottava con le sue bolle e il suo vapore sperando di venir tolto da sopra le fiamme ardenti del fornello, ma a Morinaga non importava affatto. Fissava fuori dalla finestra il cielo coperto dalle nuvole e pensava a cosa Souichi stesse facendo proprio in quel momento. Probabilmente era all’università a destreggiare con gli esperimenti. Chissà se stava badando ai suoi, oppure aveva deciso di ignorarli esattamente come stava facendo coi suoi sentimenti.

«Dovresti uscire e farlo con qualcuno, dico davvero.»
L’amico era appoggiato allo stipite della porta della sala e lo fissava con le braccia incrociate al petto. Sembrava preoccupato e irritato alle stesso tempo, forse anche un po’ esasperato. Era come se fosse arrivato al limite prima di lui. Più volte aveva detto a Morinaga che solo un idiota come lui poteva innamorarsi di un tiranno simile, ma ultimamente aveva iniziato a sentirsi in dovere di far tornare il ragazzo sulla retta via e, cosa principale, fargli dimenticare quell’uomo.

«Non potrei mai farlo con qualcuno che non sia il Senpai … Io lo amo.»
Morinaga si morse il labbro e prese un respiro profondo. Perché non lo capiva? Nel suo cuore non c’era spazio per nessun altro, né nella sua mente. Ora come ora, poteva solo lasciarsi logorare dal suo amore a senso unico e sperare gli passasse presto. Del sesso occasionale non avrebbe risolto nulla.

«Amare e non essere amati è tempo perduto! Dico davvero, vieni per locali con me! Non dico di innamorarti di una nuova persona, dico solo di divertirti un po’ e toglierti quel dittatore omofobo dalla testa! Penso sia chiaro ormai che non è interessato a te, no? Da quando lo hai lasciato non si è fatto sentire nemmeno una volta. Non è dispiaciuto.»
«Perché dovrebbe essere dispiaciuto? Ero solo io ad amarlo … Probabilmente si sente solo innervosito perché non gli sto più dando una mano all’università.»
«E’ per quello che faceva sesso con te? Era per così poco che si vendeva? Per non stare solo in laboratorio?»
Morinaga non rispose, deglutì a vuoto e chiuse gli occhi. «Di che razza di persona ti sei innamorato? Qualcuno capace di fare cose di questo tipo è senza dubbio una sgualdrina. Dimmi che mi sbaglio-»
«Il Senpai … non è come dici tu. Lui – io penso avrebbe potuto innamorarsi di me, prima o poi. A volte lo sentivo mio, ma durava poco. È costantemente in bilico sulle sue scelte, non si conosce e non si ama, come si può pretendere possa amare davvero qualcun altro?»
«… Proprio per questo dovresti lasciar perdere, allora, e spassartela un po’.»
Morinaga si alzò e spense il fornello. La teiera era troppo calda per essere spostata e la quantità d’acqua si era dimezzata. Lo aveva lasciato evaporare, ma che bravo. «Non posso, punto e basta.»
«Continuerai ad aspettare che si faccia avanti per tutta la vita?» Morinaga fece un sorriso amaro, prima di lasciar sì che una lacrima gli cadesse giù dalla trama di ciglia scure «Per tutta l’eternità, se servisse.»
   
 
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