Undisclosed desires

La porta dell’appartamento si aprì con violenza, andando a schiantare la maniglia di metallo contro il muro e producendo così un suono a dir poco fastidioso. D’altronde, con una sola mano – la destra – e con un peso ingente sulle spalle, Tokito non aveva saputo fare davvero di meglio.
-Maledizione!-
In realtà non gli era mai importato d’essere tanto discreto, ma preferiva non far sapere a tutto il condominio che era appena rientrato portandosi appresso e di peso Makoto, almeno non a quell’ora di notte.
Kubota restò in silenzio mentre l’altro lo portava, come meglio poteva, verso il divano e lì lo depositava, dandogli in qualche modo tempo di sedersi con tutta la calma del mondo. Sospirò quando riuscì a sedersi, prendendo un profondo respiro e rilassando la schiena contro i cuscini morbidi. Guardò in alto, verso il soffitto, senza dire una sola parola.
-Non sarebbe meglio se ti facessi una doccia calda?-