Questa è
una piccola parte che non ho scritto ne ‘Una seconda opportunità’. È un pezzo
della storia di Dom ed Ilaria, una sera, mentre dormono assieme. È tratta da
una canzone dei Subsonica alla quale sono legata. È un pezzo dei loro incontri
a Los Angeles, quando iniziano le incomprensioni. La dedico a chiunque ha amato
la mia storia e mi ha chiesto di continuare a scriverla. Una cosa importante
che vi vorrei dire è che non potete leggere la storia se non conoscete la trama
di “Una seconda opportunità”. Quindi se non lo avete fatto, siete avvisati, non
ci capirete molto. Se volete legger la storia mi farete piacere. Altrimenti..
Fate come volete.
Buona lettura.
Dormi.
Eccomi qua. A starle accanto. Lei dorme, nuda vicino a me. E io vorrei tanto
stringerla di nuovo per dimenticare quel litigio che abbiamo avuto prima, quel
suo sguardo triste, tutto il dolore che porta negli occhi quando la ferisci.
Dom, non fai altro da un po’ di tempo, che ti prende? Vuoi stare con lei. Vuoi
sentirla vicino, abbracciarla come hai fatto stasera, come fai da due anni a
questa parte. Vuoi calmare quella rabbia lieve che l’assale ogni volta che le
stai vicino. La ami Dom. la ami? Ma non sai più come dirglielo. Eppure fino a
qualche tempo fa non passavi un solo momento senza non dirglielo. La ami, ma
quanto è difficile continuare ad amare una persona che ti ha negato la
possibilità di poter avere qualche cosa di completamente tuo. Un bambino. Eppure…
Lui lo sa che lo desidero. Lei lo sa…
Dolce
è il dolore che porti negli occhi,
quanto il perdersi dentro di te.
Ed il lieve infuriare di rabbia che porti
aggrappata alla fragilità.
La guardo ancora. La pelle bianca e pulita, come lei, così fragile, quella
stessa fragilità al quale ti aggrappi con tanta forza, lontana dal mio mondo,
da quello che sto diventando.Una star del cinema. Lei non è questo. È una
ragazza qualunque, capace di tacere quando esagero con le stronzate. Capace di
perdonarmi se faccio il coglione con qualcuno, come quando stavamo girando
ancora il film e ho fatto lo stronzo con quella ragazza. Lei mi ha perdonato. È
bastata quella canzone per farla riavvicinare a me. E se non lo avesse fatto?
No! Non lo voglio pensare. Non voglio pensare che allora l’avrei perduta per
sempre. Non voglio pensare che forse la sto perdendo anche ora. Ora che mi
sembra lontana. Più lontana di quando sta a Wellington. Più lontana di quando
non sta qui accanto a me a scaldare le mie notti, il mio cuore O forse sono io
che non voglio che lo faccia. Che non voglio che mi stringa, facendomi capire
che sarebbe facile amarla come prima, buttare dietro le spalle il dolore ed
essere felice di averla accanto quando sorridere, fragile, mentre i suoi occhi
cancellano ogni dolore raddolcendo sempre di più quella rabbia che porta negli
occhi.
Dormi
che è meglio pensarci domani
alla muta distanza che scorre tra noi
quando non sei vicino a scaldare i miei sogni,
quando i sogni nemmeno son qui.
Ma dormi amore. Dormi che è meglio che tu non senta quello che penso, che tu
non veda il mio viso spaventato dalle mie paure dalle mie insicurezze. Dormi che
è meglio che ci pensiamo domani a quello che ci stiamo facendo, ai silenzi che
si stanno mettendo tra noi. Dormi che è meglio, perché almeno non vedrai che
accanto c’è qualcuno che ha paura di fare un passo, perché potrebbe perderti.
Dormi amore. Dormi… Perché se solo, ora, ti svegliassi, capiresti che la
distanza che ci divide non è solo quella fisica, quelle ore di volo che ci
separano quando non stai con me, non sono nulla di fronte al baratro che quella
bugia ha aperto nel mio cuore, spezzandolo.
Dormi
che è meglio
dormi che è meglio
dormi che è meglio
dormi che è meglio così
Eppure stanotte ti ho sentita. Stanotte mentre mi muovevo sopra di te, mentre
assaporavo il tuo dolce sapore, cercando quella gioia che non riesco a trovare.
Ti ho sentita chiamarmi, mentre incerta mi sorridevi. Non sai quanto quel
tenero sorriso mi ha scaldato il cuore. Perché mi ha fatto capire che posso
perdonarti anche io quella bugia, quel dolore che mi hai dato quando mi hai
negato la possibilità di essere una famiglia realmente. Quella possibilità di
avere un essere che mi sopravvivesse, oltre Hannah, che amo come se fosse mia
ma, diciamo la verità, non lo è…
Dio mio che mi sta succedendo. Ti penso. Immagino te che mi stai vicino, ma
quando mi sei vicino è come se ti volessi ferire. Perché tu lo hai fatto con
me. E questo non lo sopporto. Dormi.. Dormi amore che cercherò di pensare a
questa dolce sera, quando ti sei stretta a me, dicendomi di non smettere,
chiedendomi di tenerti. Sorridendo incerta, dolce come nessuna, facendomi
capire che qualche cosa di buono c’è ancora dentro di me.
Non
immagini quanto sia dolce sfiorare
dai tuoi incerti sorrisi la felicità.
Anche solo per pochi secondi capire
che qualcosa di buono c’è in me.
Te lo chiedo ancora amore. Dormi. Perché per me e per te è meglio così. È
meglio che ne tu e ne io affrontiamo questo problema. Un problema che mi
spaventa. Che ti spaventa. Ti ho vista stasera quando sei arrivata a casa, come
mi hai guardato. Hai paura. Paura di un mio rifiuto. Ma come faccio a
rifiutarti se ho un dannato bisogno di averti vicino. Un dannato bisogno di
stringerti, spogliarti, morderti… Tu si una parte di me, non posso mandarti
via. Perderei un pezzo di me stesso. Perderei un piccolo scampolo di luce, che
mi illumina la strada. E non voglio essere melodrammatico. È vero. Sono cambiato
da quando sto con te. Ma non posso perdonare quello che mi hai fatto. Non posso
e non voglio. Perché so che ti amo, che impazzisco all’idea di perderti per
sempre… Ma…
Ma allo stesso tempo vorrei davvero tanto che quello che ho provato io lo
provassi tu. Il dolore di una bugia. Di una menzogna meschina…
Dormi Ilaria, dormi. Che è meglio.. Dormi che è meglio per noi…
Dormi
che è meglio
dormi che è meglio
dormi che è meglio per noi.
E ora, mentre il sole sorge, mi chiedo che cosa ti dirò domani. Mi farò una
birra per trattarti male. Perché lo voglio. Devo farti male. Io sto male. È
solo colpa tua se la nostra storia sta finendo. Solo colpa tua.
O forse colpa mia che non ho capito quanto tu potessi essere impreparata a
tutto ciò. Ti voglio e non ti voglio. Ti amo. Non posso negarlo. Ma non posso
negare di essere incazzato nero.
Non ti ho staccato dalla tua famiglia. Ti ho lasciata a Wellington. Ti ho
riaccolta quando io non avevo sbagliato e tu mi davi lo stesso colpe che non
avevo.
Ti accolgo ora. E tu lo sai che ogni volta che ti sto facendo entrare nel mio
letto ti concedo un’amnistia che ad altre non avrei concesso.
Perché ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo… Ti odio.
E mentre il sole bagna le tua schiena nuda io prego per uno di quei tuoi
sorrisi, che cancellino quel dolore, dolce, ma comunque dolore che porti negli
occhi da un po’ di tempo a questa parte. Che cancelli questo freddo che ho
dentro. E che mi faccia credere che ti amo davvero. E non perché me lo
impongo..
Dormi allora amore. Dormi. Che è meglio così…
Dormi
che è meglio
dormi che è meglio
dormi che è meglio così.