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Autore: bloodingeyes    09/03/2011    2 recensioni
C’era una volta in un regno molto lontano un giovane principe di nome Caleb per cui era arrivato il tempo di trovarsi una moglie ma che finì per cadere in disgrazia dopo pochissimo tempo. In suo aiuto però arrivò Volpe, un'uomo maledetto da un orrido sortilegio. Il principe desidera davvero ricompensare l'uomo per averlo aiutato ma non è l'oro che l'altro vuole...
Storia partecipante al concorso "Piccola Fiaba Slash" di Lal_Rouche
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta in un regno molto lontano un giovane principe di nome Caleb tanto amato dalla sua corte e dal suo popolo. Era però arrivato per lui il tempo di trovarsi una sposa e così, un giorno come tanti altri, decise di partire alla ricerca della perfetta compagna che l’avrebbe accompagnato per tutta la vita, aiutandolo a regnare sul suo bel regno, che gli avrebbe dato tanti splendidi eredi e l’avrebbe amato incondizionatamente fino alla fine dei loro giorni. Prese quindi il suo adorato cavallo bianco, un po’ di provviste e di soldi e, dopo aver salutato la famiglia, se ne andò alla ricerca della principessa perfetta. Si diresse verso le fredde terre del nord, dove gli avevano detto che c’era una magnifica principessa in età da marito ma dopo appena una settimana di viaggio il suo cavallo stramazzò a terra, troppo stanco persino per continuare a respirare. Rinchiuso fra le mura dorate del castello quel cavallo non si era mai irrobustito abbastanza e la fatica del viaggio lo aveva ucciso. Il principe pianse per tutto un giorno l’animale ma poi si decise a proseguire per la sua strada. Le sue disavventure però non erano ancora finite perché dopo alcuni giorni di cammino si ritrovò il passo sbarrato da un gruppo di briganti che gli ordinarono di consegnargli tutti i suoi avere. Caleb sguainò la spada e si difese, era sempre stato un grande spadaccino ma solo negli scontri singoli, non gli era mai capitato di doversi proteggere dall’assalto di cinque lame e, inevitabilmente, venne sconfitto. La sua splendida spada volò via e scivolò dentro ad un lago lì vicino. Disarmato il principe cercò di scappare ma uno dei briganti lo prese e lo buttò a terra in malo modo. Gli tolsero ogni cosa, dall’oro ai vestiti, l’unica cosa che il giovane principe riuscì a fare fu gettare il suo anello regale nell’erba vicino al lago nella speranza di poterlo ritrovare in un secondo momento. I briganti se ne andarono lasciandolo a terra ferito e completamente nudo, ridendo delle sue lacrime. Caleb si rialzò dolorante e si mise a cercare l’anello sulla riva del lago ma, non trovandolo, si tuffò a cercarlo. Cercò anche la sua spada ma il lago era profondo, l’acqua gelida e si stava facendo pure notte. Non trovò nessuno dei due oggetti e così, stanco e sconsolato decise di lasciarsi affogare fra quelle acque. Chi avrebbe mai creduto che lui fosse un principe? Spogliato delle sue vesti, il viso tumefatto dai pugni, sporco di terra e fango e senza neppure una cavalcatura nessuno avrebbe mai potuto riconoscere in lui il principe Caleb, neppure i suoi genitori probabilmente. Eppure non riuscì a lasciarsi andare e a morire affogato, l’istinto di sopravvivenza fu più forte e il principe si ritrovò a boccheggiare alla ricerca d’aria sulla riva del lago, piangendo disperato per la sua malasorte. Fu in quel momento che un uomo incappucciato passò a cavallo di lì e lo vide

-Che diavolo state facendo?- gli chiese lo straniero –Non sapete che le acque del lago diventano mortali una volta che scende la notte?-

-Ormai non ha più importanza- gli rispose il principe in lacrime –ormai ho perso tutto, non posso tornare alla mia famiglia e non avrebbe neppure senso continuare il mio viaggio, non ho soldi né cibo… sono disperato!- l’uomo a cavallo rimase fermo ad osservarlo e, con un sospiro stanco, smontò e lo aiutò ad uscire dall’acqua, avvolgendolo in una coperta che aveva preso da una delle bisacce attaccate alla sella

-Smettetela di piangere- gli disse dolcemente ma con voce ferma –siete ancora vivo, questa è l’unica cosa importante, tutto il resto lo potrete riavere con fede, lavoro e tempo- il principe non capì appieno le parole dello straniero ma annuì

-Qual è il vostro nome?- gli chiese

-Mi chiamo… - si bloccò di colpo e scosse la testa tristemente –mi hanno spesso chiamato Volpe- gli rispose

-Io sono Caleb principe di… - venne però bloccato

-Non voglio saperlo, per me non ha importanza- cavalcarono fino ad una taverna poco distante e Volpe pagò una stanza per entrambi, chiedendo che venisse portato loro del cibo e venisse riempita una vasca d’acqua calda, così che Caleb poté ripulirsi dal fango del lago. Una volta che il principe si fu lavato Volpe gli regalò dei suoi abiti, piuttosto semplici ma belli, e cenarono insieme

-Vi sono immensamente grato per quello che state facendo per me- disse il principe sedendosi a tavola. Volpe si tolse il mantello e si andò a sedere davanti a lui, portava in viso una maschera bianca con un apertura per le labbra che arrivava fino al mento e due fori piuttosto lunghi ma stretti per gli occhi. Aveva i capelli biondi e scarmigliati, tenuti stretti in un codino. Gli abiti erano semplici ma di fattura pregiata

-Non dovete ringraziarmi- gli disse Volpe mentre iniziava a mangiare -ho fatto solo quello che mi dettava la mia coscienza-

-Siete davvero una persona molto gentile, allora, non molti mi avrebbero aiutato- l’uomo scrollò le spalle noncurante e continuò a mangiare –posso farvi una domanda?- gli chiese il principe osservandolo

-Certo-

-Siete un nobile?-

-Cosa ve lo fa pensare?-

-I vostri gesti, il vostro modo di stare seduto… -

-Molto tempo fa lo ero, ora sono solo un vagabondo- gli rispose Volpe con fare noncurante

-Mi dispiace- disse sincero il principe

-Non dovete, per me perdere tutto è stato solo l’inizio di una nuova vita, adesso sto bene e sono piuttosto felice- Volpe rise e aggiunse –e poi se fossi stato ancora nobile non mi sarei mai fermato ad aiutarvi, rallegratevi che il vecchio me sia andato in disgrazia e che abbiate incontrato il me stesso attuale- Caleb non rise e fece persino fatica ad annuire. Finirono di cenare praticamente in silenzio e andarono a dormire ognuno nei rispettivi letti. Il mattino seguente, mentre Caleb faceva colazione, Volpe chiese al principe di raccontargli le sue disgrazie e di spiegargli come ci era finito a piangere sulla riva di un lago. Ascoltò il racconto nel più religioso silenzio tirando di tanto in tanto una boccata dalla lunga pipa bianca che aveva tirato fuori da chissà dove. Una volta finito il racconto Caleb sospirò tristemente e cercò di trattenere le lacrime che ancora una volta cercavano di uscire dai suoi occhi

-Oggi torneremo al lago e vedrete che troveremo la vostra spada e l’anello- così dicendo Volpe scrollò il resto del tabacco, si alzò da tavola e uscì dalla taverna con Caleb appresso che però non credeva che sarebbero riusciti davvero a ritrovare i due oggetti. Ritornarono in poco tempo al luogo dove si erano incontrati la sera precedente. Le sue acque erano luminose e limpide, belle come in un sogno e dieci magnifici cigni selvatici nuotavano placidi al centro nel lago -Loro ci aiuteranno- disse sicuro di sé Volpe avvicinandosi all’argine. I cigni si avvicinarono incredibilmente all’uomo che ne accarezzò le teste regali e i lunghi colli. Caleb rimase indietro, stupito da come gli animali si fossero avvicinati e si lasciassero accarezzare da quell’uomo che sussurrò ad ognuno qualcosa mentre li continuava a carezzare. Gli uccelli si allontanarono allora dalla riva e si immersero nelle acque del lago. Tornarono presto trasportando la spada e l’anello d’oro del principe Caleb che corse a riprendere i suoi oggetti stupito e felicissimo. I cigni selvatici però volarono via spaventati

-Come avete fatto?- chiese il principe rimettendosi al dito l’anello e asciugando la spada con un lembo del mantello. Volpe guardò i cigni che volavano via e si intristì

-È solo una cosa che ho imparato a fare da piccolo- gli rispose mentre si rimetteva in piedi -dove siete diretto ora?- gli chiese l’uomo

-Ora che ho di nuovo il mio anello posso presentarmi a qualsiasi corte e verrò riconosciuto, quindi penso che tornerò a dirigermi a Nord come mi ero prefissato-

-Allora le nostre strade si dividono qui- disse Volpe staccando una delle bisacce dalla sella e aggiunse –vi lascio il mio cavallo e queste poche cose, spero che vi possano essere utili- detto questo fece per andarsene ma il principe lo bloccò stupito

-Perché lo fate? Perché mi aiutate?- gli chiese sorpreso ma Volpe non rispose e si abbassò ancora di più il cappuccio sugli occhi –Mi ricorderò di voi- gli promise Caleb -ripagherò il mio debito con voi quando tornerò al mio regno, riavrete il vostro titolo se lo desiderate e vi ridarò cento volte quello che avete dato a me, dovrete solo chiedere e ogni cosa possibile vi sarà data- l’altro lo guardò e per un attimo il principe sentì una strana inquietudine nel cuore, come se una mano fredda gliel’avesse stretto nella sua morsa

-Non c’è nulla che un principe come voi possa fare per me- gli rispose duramente Volpe voltandogli le spalle e andandosene a passo spedito. Caleb non capì perché l’altro si fosse arrabbiato ma visto che ormai se ne era andato pensò che era meglio non pensarci e saltò a cavallo tornando a viaggiare verso Nord alla ricerca della sua principessa.

*°*°*°*°*°*°*°

Note dell'autrice,  inserite dopo la fine del contest:

  • Questa storia ha parteciparo al contest "Piccola fiaba slash" di Lal Rouche ma il contest non è finito bene perchè solo io ho consegnato T^T
  • Caleb ha preso il nome da una canzone che ascoltavo in quel momento dei Sonata Arctica che si intitola, appunto, Caleb
  • Il cavallo bianco non l'ho mai sopportato quindi è con mio immenso piacere che ne ho fatto schiattare uno XD
  • Volpe prende il nome... non lo so... mi piaceva e basta dare ad uno dei miei personaggi il nome di un animale
  • I cigni e le papere sono praticamente in ogni fiaba e c'è sempre un personaggio che si fa aiutare da loro,quindi ho pensato di usarli anch'io
Altro non mi pare che si sia.
Bye!!!

   
 
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