The
Way of Heart
di Dolcemaia & Shizuru117
Salve
a tutti!! Come avrete notato siamo in due, cioè questa fic è stata scritta a 4
mani… Vabbè è un esperimento, ma io e Shiz ci abbiamo davvero investito
moltissimo ( per i poco svegli, non parlavo di soldi Nd Dolce&Shiz), quindi
speriamo davvero che apprezziate, perché vi troverete di tutto, odio, amore,
amicizia e se ci gira anche qualcosina di più… (Shiz non ti preoccupare,
fidati di me…^_^ Nd Dolcemaia) Altrimenti fuoco e fiamme si abbatteranno su di
voi…. Skerzo, non siamo ancora arrivate a questo punto, ma poco ci manca…
Per
il momento le note si fermano qui, ma sappiate, se non recensirete, una botta in
testa avrete… (X la serie NO ALLA VIOLENZA)!
A
parte gli scherzi, ci farebbe molto piacere ricevere i vostri commenti, è del
tutto inutile dire che anche quelli negativi saranno graditi, xkè NON E’
VERO!!! Non basta già che le recensioni siano elargite con il conta gocce,
volete pure infierire dicendo che non vi piace??? Risparmiateci, please!!
Cmq
dopo queste note, che preferirei definire AVVERTIMENTI (!!!) (Shiz ora
preoccupati! Nd Dolcemaia), vi lasciamo alla fic!
Buona
lettura!!! ^_^
Capitolo 1: La fonte di tutti i guai…
Che
Squall non fosse il classico tipo tutto lavoro e donne, e che anzi, fossero in
assoluto le due cose che odiava di più, era senza dubbio vero. Detestava ogni
tipo di divertimento, neanche fosse allergico; lo faceva infuriare il pensiero
che dietro a lui sbavavano circa 200 ragazze, ma da quando Artemisia era stata
sconfitta, spesso gli era capitato di dover scappare, a gambe levate,
dall’assalto di gruppi di ragazzine invasate.
Era
stato nominato Comandante del Garden e anche i suoi amici avevano avuto dei
ruoli importanti, ma nessuno godeva del rispetto e dell’ammirazione che aveva
lui. Probabilmente se fosse stato diverso, si sarebbe montato la testa, ma non
lui, non Squall Leonhart, anzi, avrebbe preferito mille volte cancellarsi da
sé, quel bel visino che aveva, solo per essere riconosciuto come un grande
guerriero, piuttosto che il bambolotto che a volte si sentiva. Amava Rinoa, ma
ora non era più così sicuro, si era pentito di non averla conosciuta un pochino
meglio. Tutto era cambiato e nella vita quotidiana, lei non si era dimostrata
esattamente come lui si aspettava…
Erano
appena terminate le lezioni e tutti i corridoi del Garden erano affollati da
frotte di ragazzi che si spostavano di qui e di là, dopo una stressante
giornata di studio. In particolare, davanti all'ingresso, c'era un nutrito
gruppi di ragazzi, che all'arrivo di una loro amica, cominciarono ad esultare.
Si trattava di una ragazza piuttosto carina, alta, con ogni cosa al posto
giusto, capelli ricci castani con qualche ciocca viola, occhi neri, penetranti,
ma il motivo per cui la stavano acclamando, non era precisamente la sua
bellezza.
"Hikaru sei grande!!" Le gridarono appena arrivata i tre ragazzi della sua comitiva.
"Ragazzi
finitela! Non mi va che mi prendiate in giro!"
"La
cosa assurda è che non stiamo scherzando lo diciamo sul serio!" Le
sussurrò, ridendo la ragazza accanto a lei.
"Minami
non ti ci mettere anche tu!" Hikaru si voltò, verso l'amica. Era la sua
compagna di stanza, quella con cui parlava proprio di tutto, eppure, quando si
associava al parere della massa, proprio non la sopportava.
"Dai
Hikaru, è chiaro che tu riceva un'accoglienza simile dopo lo spettacolo che hai
dato in classe!"
"Spettacolo??
Voi lo chiamate spettacolo?! Non avete capito proprio niente!!" Disse
imbronciata la ragazza, voltandosi dall'altra parte e stringendo al petto
ancora di più i libri che aveva in mano. Aveva indosso l'uniforme che le dava
quasi un'aria angelica, ma ciò non significava prettamente che lo era e i
commenti che le rivolgevano, rincaravano la dose.
"Hai
dato un po’ spettacolo! Sono la tua migliore amica e fidati di me, il tuo
caratteraccio non ti porterà da nessuna parte!!"
"Caratteraccio??
Io ho un caratteraccio?!" Era più che arrabbiata, era furiosa. Non le
sembrava di essere stata poi così sgarbata, certo, con i prof doveva
comportarsi con un po' più di premura ma certo il fatto che rispondeva a tono
e, forse, a volte anche qualcosina di più, non significava che non li
rispettasse.
"Non
aggredire la povera Minami, sai che noi ti adoriamo, ma vedi come ti comporti?
Hai fatto la stessa cosa con la prof in classe!! Sei adorabile in ogni
circostanza, ma basta che ti si va contro e diventi una bestia!"
"Asaba,
ha pienamente ragione! Cavolo, ti manca un mese all'esame SeeD e sai che lo
passerai perché sei la migliore di tutti noi, eppure continui a fare di testa
tua!! La prof hai suoi metodi di insegnamento e tu devi rispettarli, anche se
ti sembrano antiquati!"
"Cioè
dovrei abbassare il capo e dire di sì?" Ce l'avevano tutti con lei, eppure
non le pareva di aver fatto chissà quale sgarro. Aveva semplicemente fatto
notare alla professoressa Trepe che i suoi metodi erano un po’ sorpassati, che
studiare soltanto le tecniche di combattimento senza un allenamento pratico non
avrebbe fatto di loro dei SeeD qualificati. Forse, poi, la discussione era
andata un po’ degenerando, visto che la prof si era rivelata molto, ma molto
permalosa, ma Hikaru era convinta della validità delle sue idee e, quando si
dice la verità, non si devono mai temere le conseguenze, o almeno così
sosteneva.
"
Se è l'unico modo per arrivare a quel benedetto esame...sì! Tappati quella
ciabatta!" le disse Asaba, puntandole l'indice sulla fronte, come spesso
faceva, innervosendola come da copione.
"Ma
mi sentirei incoerente con le mie idee ed i miei principi!" Tentò di
giustificarsi la ragazza.
"Per
una volta scordati dei tuoi benedetti principi! Già ti daranno una punizione
esemplare per quello che è accaduto oggi!! Un mese, non è poi tanto. Se non
vuoi farlo per te, fallo almeno per noi!" La implorò l'amica, sapendo già
di averla convinta anche se solo per un momento. Hikaru era irremovibile.
Quando si trattava dei suoi principi odiava essere in condizione di
assoggettarsi alle decisioni altrui, anche se si trattava solo di scuola voleva
essere indipendente e fare le sue scelte da sola, anche se ciò spesso le
comportava punizioni esemplari.
"Ragazzi
vi ho mai detto che vi odio?" Disse loro con un sorriso malizioso. Erano i
suoi migliori amici in quella enorme comitiva, e sapeva che con loro poteva
scherzare e arrabbiarsi senza temere giudizi. In genere era sempre lei ad
animare tutti, a proporre uscite e movimentare le serate, forse proprio per
questo era come la piccola mascotte che tutti adoravano e il suo carattere
impulsivo, ma dolce, faceva di lei la persona con cui ridere, scherzare e
piangere con serenità e senza farsi troppi problemi.
"Più
o meno infinite volte, ma tanto noi non ci crediamo lo stesso!" le
risposero in coro i due.
"Ragazzi
allora vi va bene se ci vediamo tra una mezz'ora qui davanti, per andare a
Balamb e fare un po’ di casino?"
"Scusa,
perché tra mezz'ora e non adesso?"
"Perché
devo togliermi di dosso questa terribile uniforme, non credo che resisterò un
minuto di più! E poi voi siete matti, non mi farò mai vedere in giro con questo
scafandro!!" Disse ridendo e indicando l'uniforme che indossava che, certo
non era proprio il massimo della comodità e, soprattutto, era abbastanza
brutta.
"E
pensare che è l'abito più femminile che ha!" Sussurrò Minami ad Asaba
mentre Hikaru prendeva accordi sull'appuntamento della serata.
Mezz'ora
dopo, si ritrovarono tutti lì, ad aspettare che i ragazzi che avevano avuto il
permesso di utilizzare le auto del Garden, uscissero dal garage.
Hikaru,
aveva indossato i suoi soliti abiti con cui si sentiva veramente a suo agio.
Gilet di jeans con le maniche strappate, lungo fino a più meno metà coscia, con
sotto top azzurro, grande abbastanza da coprire tutte le sue forme ma nulla di
più, jeans a zampa, molto larghi, a vita bassa, con scarpe da ginnastica. Certo
non era un esempio di femminilità, anzi, forse era più da maschiaccio ma lei
riteneva che fosse l'abbigliamento migliore, soprattutto comodo in caso di
evenienza. Inoltre, agli occhi non di pochi, con il fisico che aveva era molto
sexy, sebbene non fosse quello il suo intento di apparire.
"E'
possibile che ogni volta dobbiamo aspettare un'eternità prima che lor signori
si degnino di andare a prendere le macchine!! Puntualmente perdiamo metà serata
davanti al Garden!" Disse la ragazza con fare provocatorio, non appena
furono tutti riuniti attorno alle famose auto.
"Hikaru,
perché invece di lamentarti, cominci con il prendere la patente!"
"Tesoro,
io la patente ce l'ho già!" Rispose la ragazza, facendo una linguaccia al
ragazzo che l'aveva presa in giro.
"Diciamo
che il suo problema è avere il permesso dal Comandante, di prendere la
macchina!" Disse Asaba, immediatamente fulminato dallo sguardo dell'amica.
Non era
molto contenta che i suoi affari privati venissero pubblicati in piazza.
Riguardo i suoi problemi era sempre stata piuttosto riservata, i suoi unici
confidenti erano appunto Minami e Asaba e loro solo dovevano rimanere. Era
irruente come ragazza ed era chiaro che se fosse trapelata qualche sua
simpatia, subito l'intero Garden avrebbe saputo che la matricola casinista
propendeva per Tizio o per Caio, quindi, in coerenza con se stessa, teneva per
sé ogni tipo di preferenza.
Nonché,
però, fosse molto originale in quanto a gusti. L'aveva colpita tantissimo il
Comandante, come per un po’ il 99% delle ragazze del Garden. Le piaceva, e
tanto. Era l'unico capace a farle abbassare lo sguardo se le capitava di
incontrarlo per i corridoi ma certo non era come tutte le altre che, alla sola
vista, cominciavano a sbavare a destra e a manca. Giusto per aggiungere la
ciliegina sulla torta, mentre tutti stavano decidendo quale dei soliti locali
di Balamb raggiungere, lui passò di lì. Era troppo bello, senza divisa poi era
davvero da svenire. La maglietta bianca a mezze maniche, aderente tanto da far
intravedere i suoi muscoli statuari e i jeans attillati neri che indossava gli
stavano davvero da Dio, ma ciò che faceva impazzire Hikaru era quello sguardo
misterioso e profondo. Una sola volta le capitò di guardarlo fisso negli occhi.
Come al solito la professoressa Trepe la stava rimproverando in corridoio e lui
si era fermato per consegnarle delle carte. Aveva guardato quella ragazza
fissandola negli occhi come se gli ricordasse qualcosa. Le erano rimasti
impressi nella testa quegli occhi, ma non per il colore, se ne trovavan fin
troppi in quel Garden, di ragazzi con gli occhi chiari, ma la profondità e
l'intensità che avevano...qualcosa di davvero speciale in cui perdersi.
Hikaru,
però, mai si era sentita così umiliata come allora, d'accordo i rimproveri, ma
non davanti a lui, proprio non l'aveva digerito. Forse proprio per questo aveva
cominciato quella battaglia personale contro Quistis Trepe ed era ben decisa a
vincerla, a tutti i costi.
"Hikaru??
Hikaru, sei tra noi?? Terra chiama Hikaru, terra chiama Hikaru? Rispondici ti
prego!" Asaba tentò di farla riprendere ma niente, la ragazza sembrava
imbambolata "Che dici la portiamo dalla Kadowaki?" Continuò il
ragazzo rivolgendosi a Minami.
"Non
lo vedi che sta ammirando, innamorata persa, il suo dolce comandante?"
"E'
un sogno!" Riuscì solo a pronunciare la ragazza. Squall si girò e la
guardò ancora fissa negli occhi, facendola un po’ arrossire, poi proseguì
entrando nel Garden.
"L'avete
visto? No, dico, l'avete visto?...MI HA GUARDATA!!!" Disse saltando da una
parte all'altra.
"Hikaru,
piantala, o altro che segreto; tra un po’ uscirà sulla gazzetta ufficiale del
Garden che muori per Squall Leonhart!" Tentò Minami afferrandola per un
braccio. Sapeva che l'amica era davvero incontenibile. Quanto era felice, in
questo momento lo era davvero. Sebbene entrambe sapessero che, anche se davvero
l'avesse guardata, si trattava di un caso e niente di più, erano in un qualche
modo soddisfatte.
"Visto
che ne sei così certa, perché non vai a parlargli?" Le disse con malizia
Asaba.
"Lo
sai benissimo perché non lo faccio!"
"Perché,
magicamente, davanti a lui perdi puntualmente l'uso della parola e diventi solo
rossa come un pomodoro? Oppure, perché sei consapevole che ha una ragazza da
sballo e che non la lascerà mai?"
"Sarà
anche bella, ma ha la capacità intellettiva di una foca monaca! E comunque,
Asaba...sei proprio un bastardo!"
"Hikaru
stavolta ha proprio ragione!! Non sei stato molto gentile nei suoi confronti;
tanto più che sai anche tu che quella Rinoa non sa fare altro che parlare di
vestiti e cosmetici!"
"Voi
donne, siete proprio perfide!"
"E'
la pura verità! Scommetto che l'ultima cosa che ha letto è la Guida TV!"
Concluse Hikaru, prima di salire in macchina. In fondo per lei la serata era
bella e finita lì, aveva visto l'unico e incontrastato dominatore di tutti i
suoi sogni, che altro poteva volere di più!
In
compenso la serata, che Hikaru credeva finita, continuò più che bene. Andarono
tutti insieme in un pub molto conosciuto dai ragazzi del Garden e si misero a
fare baldoria, senza peraltro bere tantissimo. Amavano ridere e scherzare ad
alta voce, era un modo per sfogarsi. Più volte Asaba si divertiva a sfotterla
su Squall e, anche se Minami rideva come una forsennata, cercava di difendere
l'amica.
"E
dai Asaba! Ma sei proprio bastardo dentro! Hikaru stasera tocca il cielo con un
dito, non rovinarle la serata."
"Ma
dai, io sto solo parlando del suo Squall. Oggi ti sei praticamente incantata,
eh? Se non fosse per il tuo carattere imbecille gli salteresti addosso."
"Smettila,
Asaba! Ma insomma, fin quando si scherza va bene ma adesso stai superando il
limite! Guarda che quando usciamo ti do tante di quelle botte che le ricorderai
fino alla tua morte!" Controbatté Hikaru, molto scocciata. Lei era la
prima che stava agli scherzi ma, come dice il proverbio, il gioco è bello
finché dura poco e adesso stava a dir poco degenerando.
"Finalmente
te l'ha detto chiaro e tondo anche Hikaru! Smettila una volte per tutte
Asaba...un momento, ditemi che non è un'illusione...quello che è appena entrato
è il comandante vero?"
Il cuore
della ragazza si fermò. Non credeva certo di incontrarlo proprio lì, in uno dei
pub qualunque di Balamb. Di solito Rinoa voleva andare in nei posti più in del
momento e alcune voci dicevano che Squall arrivava malamente alla paga da Seed,
lei era molto esigente e lui non poteva soddisfare tutte le sue richieste. Non
appena entrarono si sedettero in un tavolo vicino al loro e lei cominciò subito
a starnazzare.
"Senti
amore, stasera voglio prendere un gin tonic, poi una pina colada e dopo andiamo
ad Esthar in quella nuova discoteca, ok?"
"Come
vuoi, per me non fa assolutamente differenza..."
Hikaru
si era nascosta e cercava in tutti i modi di non guardare il suo più grande
amore. Faceva finta di niente e, non appena Asaba cercava di prenderla in giro,
lei lo fulminava con uno sguardo.
"Giuro
Asaba, giuro su quello che vuoi che, se dici qualcosa, ti ammazzo qui,
subito." Disse la ragazza in tono di sfida.
In quel
momento Squall si girò verso di loro, li aveva riconosciuti. Una delle due
ragazze era quella che lo aveva condannato ad una giornata di stenti.
"Scusatemi,
chi delle due è Hikaru Chieng?"
Hikaru
si girò, incredula, delle parole che aveva appena sentito. Il comandante
Leonhart le aveva rivolto la parola e l'aveva chiamata anche per nome.
"S-S-Sono
io Hikaru Chieng, perché? Ho fatto qualcosa di male"
"Ti
hanno cercato dappertutto nel Garden…Domani devi andare nella camera 129, una
persona deve parlarti."
"C-C-Chi
è che mi vuole?"
"Non
fare domande, non vieni addestrata per questo! Devi andarci e basta..."
"...Ma
perché...?"
".................."
Squall
si girò dall'altra parte e continuò a parlare con Rinoa, cioè, continuò ad
ascoltare tutte le sue lagne e i suoi commenti sui vestiti degli altri. D'altra
parte Hikaru non riusciva più a trattenersi dalla gioia, certo, lui non si era
rivolto a lei con gentilezza, ma almeno, era riuscita a parlargli.
"E
brava Hikaru! Vedi che alla fine ci sei riuscita!" Disse, sussurrando,
Minami.
"Non
so se essere felice o andare lì e spaccargli la faccia!!! Sarà anche il
Comandante del Garden, ma mi girano se qualcuno mi parla così!"
“Dai,
non prendertela! Deve parlare così a noi matricole, altrimenti non riceverebbe
il minimo rispetto! Guarda il lato positivo, adesso sa il tuo nome e poi ti ha
parlato!! Ti rendi conto ti ha parlato!! Non ne sei contenta??”
Lo
sguardo un po’ perplesso svanì dal volto di Hikaru, in effetti l’aveva chiamata
per nome, cosa che non faceva con nessuno, preferiva imparare dei stupidi
numeri di matricola per rivolgersi agli altri ed invece con lei era stato
diverso.
“Mi
sento al settimo cielo! Hai ragione tu Minami, sento ancora i brividi, per come
ha pronunciato ogni singola sillaba del mio nome, che mi frega del tono! Sono
troppo contenta!!”
"Vedi,
se non fosse stato per me che facevo casino, a quest'ora non si sarebbe accorto
di noi"
"Lasciala
stare Asaba." disse Minami "Già che è contentissima...non
smontarla...almeno stasera..."
In quel
momento le sembrò che il mondo fosse ai suoi piedi. Per la prima volta lui si
era accorto di lei e le aveva parlato. l'argomento era rimasto ignoto anche a
lei ma non le importava, era riuscita a coronare il suo sogno: poter parlare
con lui.
Il
giorno dopo andò nella camera che Squall le aveva detto, bussò alla porta e con
grande sorpresa si trovò Quistis davanti, affiancata da quella che poteva
sembrare una ragazzina.
“Penso
proprio di aver sbagliato stanza” Disse frettolosamente Hikaru, voleva
andarsene da quella situazione imbarazzante.
“Eh, no
Chieng, ora stai qui e ascolterai tutto quello che Selphie avrà da dirti.”
Sentenziò Quistis, con il suo solito fare saccente. Era davvero odiosa quando
si rivolgeva agli altri come se fosse una dea, forse conoscendola bene non era
poi così tremenda come sembrava, ma a pelle Hikaru proprio non la sopportava e la
cosa sembrava reciproca.
“Io ho
da fare, non ho il tempo di perdermi in simili sciocchezze. Arrivederci.” Disse
infilando svelta la porta, ma fu bloccata, dalle urla della prof. D’accordo che
le stava antipatica, ma era pur sempre una sua superiore e poi le balenarono in
testa le parole dei suoi amici… Mancava poco meno di un mese all’esame da Seed,
sarebbe stato stupido mandare tutto all’aria così.
“Matricola
n.1128, vieni subito qui.”
“Se mi
chiama con quello stupido numero, le sbatto la porta in faccia!! Voglio che sia
ben chiaro, sono una matricola, non una cosa, quindi ciò non la autorizza a
potermi chiamare come le pare!!!” Era proprio fuori di sé.
“Smettila
Hikaru, Quistis non è venuta qui per litigare.” Selphie intervenne per fermare
le due ragazze.
“E tu
chi sei?”
“Sono
una di quei sei ragazzi che hanno combattuto contro Artemisia, inoltre, sono io
che organizzo i festival.”
“Beh, e
allora?”
“Quistis
mi da un valido aiuto nella preparazione del festival stesso. Quest’anno aveva
deciso di cantare ma non può. Deve assolutamente recarsi sulla luna per
svolgere delle ricerche sul pianto lunare, sarà un argomento d’esame.”
“Continuo
a non capire il perché mi avete fatta chiamare qui…”
“Semplicemente
perché tu mi sostituirai, Chieng. L’altro giorno hai dato spettacolo in classe.
E’ ora di farti crescere.” Disse, soddisfatta Quistis.
“Non ne
ho la minima voglia…”
“Senti
Hikaru, capisco che i metodi di Quistis, non sono molto ortodossi in certe
situazioni e che possano darti ai nervi, ma questa volta è necessario che tu
obbedisca! Purtroppo anch’io devo partire con lei e l’organizzazione del
festival non può fermarsi! Devi sostituire anche me! Non farti pregare!”
“Ma,
scusate, perché non metti qualcun altro al posto tuo?”
“…qualcuno
ce l’ho già messo….”
“E
allora, mica posso fare tutto il lavoro io! Se c’è anche quest’altro.”
Selphie
e Quistis si guardarono, abbassarono lo sguardo e sospirarono, disperate. Non
avevano avuto scelta e quella era l’unica soluzione possibile.
“Dovrai
lavorare con Squall...” disse, sconsolata, la ragazza dai capelli a cigno.
“Che
cosa? Con il comandante?”
“Esattamente,
però, come sai, non è molto socievole e dovrai aiutarlo!”
Hikaru
non credeva alle sue orecchie… Lavorare con Squall… Nemmeno nei suoi sogni, era
riuscita ad aspirare a tanto e anche se non sapeva nemmeno da dove cominciare
per l’organizzazione di un evento così importante al Garden e soprattutto non
voleva darla vinta a Quistis, non poté rifiutare. Il suo cuore batteva
all’impazzata, solo al pensiero di vederlo per i corridoi, figuriamoci doverci
stare a stretto contatto.
“Affare
fatto! Quand’è che devo iniziare?” Disse con un sorriso a trentadue denti.
“Come
mai tutto questo entusiasmo tutto d’un colpo?” Disse, stranita, Quistis.
“Beh,
sa prof, è un onore lavorare con il comandante…”
“Sono
felicissima! Grazie Hikaru! Comincerete venerdì prossimo, per domenica deve
essere tutto a posto.”
“Abbiamo
così poco tempo?” Strabuzzò gli occhi la ragazza.
“Purtroppo
sì, intanto tu comincia a buttare giù qualche idea, purtroppo Squall non ha una
grande inventiva, quindi credo che dovrai vedertela tu, per tutti i lavori non
materiali!”
“Va
benissimo lo stesso, arrivederci!”
“Ciao
Hikaru”
“Alla
prossima lezione Chieng.”
Dire che avrebbe voluto toccare il cielo con un dito era poco. Avrebbe avuto la possibilità di lavorare con il suo Squall, il mitico comandante del Garden, il suo amore. L’avrebbe detto subito a Minami e ad Asaba, era troppo contenta per stare zitta. Chissà, se non avesse accettato, si sarebbe risparmiata un sacco di strani guai….