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Autore: Cherolain    11/03/2011    4 recensioni
Ispirato alle serie di libri " Una serie di sfortunati eventi" di Lemony Snicket. Violet scrive una lettera ad Olaf, dopo la morte di quest'ultimo. E' una Violet/Olaf. Dedicata a Lola Baudelaire.
Mi piacerebbe un vostro parere, grazie in anticipo. Vi auguro tutto il bene possibile.
Cherolain
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Conte Olaf, Violet Baudelaire
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Lola Baudelaire, dolcissima volontaria e compagna di lunghissime discussioni sul rapporto di amore e odio di Olaf e Violet. Ringrazio Snicket per aver mandato una Violafiana nella mia vita.

Fatemi sapere come vi sembra, con un piccola recensione. Per me è molto importante il parere degli altri.

Kiss&Bites

Caro Olaf,

questa lettera non la leggerai mai, semplicemente per due motivi. Il primo è che la terrò nascosta nel mio taccuino, o per meglio dire quello della ormai defunta Isadora Pantano. Il secondo è che ormai non sei più in questo mondo. Anche solo scrivere queste poche parole mi provoca una strana sensazione. Secondo Klaus è un sentimento vittorioso, a quanto dice Sunny allegro. La piccola Beatrice Snicket, o Climax, è troppo piccola per esprimersi. Sai, Olaf, fa quei versetti così simili a Sunny, quando era grande quanto uno stivale. A volte le parlo di te, e a quel punto la bimba mi scruta con occhi adulti, ansiosa di sentire qualcosa sul tuo conto. Ho sempre cercato di raccontare il buono che pervadeva la tua anima, anche se era molto poco. A Beatrice ho raccontato di quando hai aiutato sua madre, Kit Snicket, ad arrivare in una zona ospitale dell’isola. Aspetterò che sia più grande per raccontarle di quel bacio, scambiato tra te e sua madre, non è sicuramente il momento adatto. Un bacio che mi rimane impresso nella mente, in una maniera sconvolgente. Quanti misteri nella tua vita, quanti misteri nella mia. Non hai idea di come mi vergognavo a fissarti, anche solo guardarti per brevi istanti. Mi piaceva guardare il tuo tatuaggio, il tuo viso e magari sentire quella strana risata. Sono stata una bugiarda, soprattutto con i miei fratelli. Dovevo sempre trovare una scusa, una scusa per potere fissare l’uomo che ha rovinato la mia vita. Piangevo, sai?! Molto spesso, odiavo me stessa, mi odio ancora. Anche se ora è tutto più semplice. Nel buio, molte volte, mi sembra di vedere ancora i tuoi occhi famelici e lucenti splendere. Quando mi capita non posso fare a meno di sussultare, forse per la paura. Tutti e due sappiamo cosa succedeva la sera, quando ero ancora sotto la tua custodia. A soli quattordici anni sei riuscito a macchiare la mia anima, sporcando il mio corpo, ma anche la mia mente. Mi ricordo che, per interminabili giorni, non riuscivo più a inventare niente. Gli ingranaggi della mia mente erano fermi, completamente corrosi. La stessa cosa mi era successa a Spiaggia Salmastra, quando avevo appreso la morte dei miei genitori. Ma le leve della mia mente erano bloccate diversamente quella volta. In seguito alla prima terribile notte con te credo che qualcosa sia nato in me, o forse spezzato. Da quella sera quando ti vedevo non potevo non trattenere un battito accellerato, o un fremito. È una cosa davvero stupida, non lo nego. Ero la tua bambolina, servivo come un passatempo. Ma nelle teste delle ragazzine, mi duole dirlo, passano le idee più contorte e i film mentali più assurdi. Mi beavo anche solo di un tuo minuscolo sguardo e, molte volte, mi lanciavi quelli sguardi curiosi. Quando lo facevi ero sempre da sola, trovavi qualsiasi scusa per farmi fare un pesante lavoro senza i miei fratelli. Ricordo che, con lentezza estrema, accendevi una sigaretta. Dopo di che ti sedevi non molto lontano da me, fissandomi con quello strano sguardo pensoso. Infine, senza un saluto, salivi sempre rimuginando verso la tua torre. In quei momenti non sembravi uno stupratore e disgustoso animale senza cuore, anche se mi andavi a genio in tutti i momenti. L’ultimo giorno in tua custodia stavo piangendo, pensando ai miei genitori. Cercavo sempre di levarmi dalla mente che TU eri l’assassino della mia famiglia e della vita mia e dei miei fratelli. Ma in quel particolare momento non ero stata così brava da non pensarci. Ti sei avvicinato a me, titubante. Cosa assai strana, in quanto di sera, nella tua camera, ti gettavi letteralmente su di me. Mi hai sfiorato la guancia e hai ritratto subito dopo la tua mano, come se avessi preso uno schiaffo in pieno viso. Ti eri pentito di quell’attimo di debolezza, Olaf. Mi è bastato un istante per capirlo. Dopo quel dolce istante, arrabbiato con te stesso, sei riuscito a prendertela con me, indifesa ragazzina orfana. Quando siamo stati levati dalla tua custodia non sapevo se essere felice o triste, ero un mix tra i due. Ma ero sicuramente triste e arrabbiata con te quando hai ucciso lo Zio Monty, e Zia Josephine. Sono disgustata da me stessa, ero perfino gelosa della messa in scena che avevi inscenato con quest’ultima. E poi c’è stata Esmè. Sono rimasta sorpresa, per non dire intontita, quando hai dichiarato il rapporto con lei. Cosa aveva lei più di me? Non era una bambina? Non era buona come me? O magari era più esperta? Non ti amavo, ma sentivo di appartenerti, ero completamente e dannatamente infatuata. ai continuato a spezzarmi il cuore, infliggendo ogni volta nuove ferite. Poi hai baciato Kit, pochi minuti prima di morire e mi hai guardato con uno sguardo che sembrava colpevole, ma sei un attore nato, forse stavi fingendo. Infine, prima di morire, mi hai fissato intensamente e mi hai detto parole che mi ripeto ogni giorno:

“ Grazie…Violet...per tutto...io...io...ti"

Povero Olaf, neanche la frase eri riuscito a concludere. Mi avevi stretto anche impercettibilmente la mano, e poi cadavere, per sempre. Ti abbiamo seppellito sull’isola, non molto lontano da Kit. I miei fratelli, quando eravamo ancora su quella terra abbandonata da Dio, si limitavano a sostare pochi secondi davanti alla tua tomba. Io, da parte mia, ti ho sempre messo qualche fiore. Non posso mentire ai miei sentimenti, Olaf. Non sono mai stata una brava attrice, come non sarei stata una brava Contessa. Ti ho amato, e continuo ad amarti.

Violet Baudelaire

 

   
 
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