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Autore: Bloody Wolf    11/03/2011    4 recensioni
piccola one shot che parla della separazione e della rimpatriata dei due gemelli.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dante, Vergil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Povv Dante

Camminare per le vie grigie di questa città mi porta indietro, al leggero ticchettio del tuo tacco sul pavimento della temen-nii-gru…

 –Vergil...

 e le lacrime solcano silenziose per l’ennesima volta le mie guancie e il mio cuore già fratturato...
Chiudo gli occhi e il tuo viso si affaccia prepotente tra le altre immagini.

-Vergil...
I miei polmoni si riempiono di rancore, i miei occhi diventano lucidi e vorrei piangere ancora come tutte le notti nel mio letto, nel nostro letto dove per mille volte abbiamo fatto l’amore.

-Vergil...
Le mie mani vanno a stringere con forza la tua spada, la yamato, io l’ ho trovata e fino a quando non verrai di fronte a me per riprendertela io la terrò forte al mio petto come sto facendo involontariamente ogni volta che incontro un demone.

-Mi Manchi...
due parole, la mia dannazione, il mio unico peccato originale è quello di averti amato, di aver provato un sentimento così futile per il mio gemello. Lo sapevo, era un amore impossibile, te ne sei andato in punta di piedi dalla mia vita e so che non tornerai.
-Torna...
Futili pensieri con cui continuo a torturare la mia anima morta, sogni invisibili del tuo ritorno imprevedibile.
Perché tu non puoi tenermi all’angolo come un pugile, non puoi, e basta. Io sono il tuo fratellino, non puoi farmi questo torna.
Sono uno stolto, ho ceduto alle passioni carnali ed è finita così, con uno stupido sentimento chiamato amore.
-Ti amo...
Sì, ho capito finalmente perché non sopporto la tua assenza, vorrei poter stringere la tua gola tra le mie mani mentre tu mi uccidi sia il cuore che il corpo, ma non posso sono stupidamente innamorato.
Alzo lo sguardo freddo e lucido e davanti a me un cavaliere nero si alza sul suo cavallo, trotta fino a me e mi tende una mano, che sia Dio, che sia il Demonio non me ne fotte più niente.
Prendo la mano e un brivido conosciuto mi passa la schiena.
-Dante... Cacciatore... Fratello Mio. Sono tornato.
Questa voce, questa soave voce, così dolce, fredda e triste, vergil, vergil.

 
Scatto a sedere, sono sudato e le lacrime cadono copiose dal mio volto, basta sono stanco di questa situazione.
Sono il cacciatore e come tale ucciderò il demone che mi affligge, arrivo al bagno, mi siedo sul bordo della vasca, prendo una lametta e incido le mie braccia, impongo al mio corpo di non rimarginarsi e la mia mente desidera solo una cosa: la morte.
 
 
 
Povv Vergil
Corro per quelle vie così familiari e cerco la fonte di quell’odore così familiare e acre, il dolce sangue di mio fratello.
Sì, lo sento così dolce e sfizioso, Dante, che cosa hai fatto?
Trovo la casa dalla quale proviene quell’odore così invitante e così terrificante.
Salgo le scale a grandi falcate e arrivo davanti a quella porta che conosco bene, la apro con un calcio e inizio a cercarti, arrivo al bagno e ti vedo, riverso su te stesso, sanguinante e con un sorriso ebete stampato sul volto.
No, non ti lascerò morire così, maledetto bastardo è colpa tua se ora non posso fare a meno del tuo meraviglioso corpo.
Tolgo le lamette dalle ferite e lascio che il mio sangue si unisca al tuo per l’ennesima volta.
Rido abbracciandoti mentre annuso il profumo dei tuoi capelli.
-Dante, svegliati.
Le sue braccia mi circondano il collo e si stringe a me e con quel poco di respiro che ha mi sussurra con tenerezza “Mi sei Mancato cavaliere azzurro”.
Non me ne andrò più da lui, non mi allontanerò più dal suo corpo così indifeso...
.Lo amo.      

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