Caro diario…
Caro diario,
oggi siamo
sprofondati ancora più giù nel nostro baratro senza fine.
Sembrava
un normalissimo inizio di turno, una donna trovata morta nel bagno di casa sua,
Grissom fu il primo ad entrare… quando uscì aveva una
strana espressione… sembrava……. turbato, rifiutò il
mio aiuto nell’esaminare l’interno della casa dicendomi di analizzare il
perimetro della villetta. Non capivo il perché… mi ostinai, ma lui non ammise
repliche; da bravo agente mi misi ad analizzare il perimetro senza sapere che
il cadavere che si trovava all’interno della casa era la mia copia. Grissom
fece di quel caso un’ossessione, uno di quei rari casi
speciali, era sempre dentro quella casa a cercare prove che non c’erano…
l’assassino aveva fatto un bel lavoro. Il giorno dopo, sparso nei vari bidoni
della spazzatura, trovammo il cadavere, fatto a pezzi, dell’amante i Debbie, così si chiamava la mia sosia. Grissom trovò
un capello da quello siamo risaliti all’assassino: un chirurgo dell’ospedale in
cui Debbie lavorava da infermiera. Volevo presenziare all’interrogatorio sapevo che le prove erano
insufficienti per accusarlo… ma io sapevo che era stato lui… e volevo guardarlo
negli occhi per capire il perché di quel crimine atroce…….
Ma arrivai in ritardo, l’interrogatorio era già
cominciato, non volevo entrare così di soppiatto e disturbare tutti, allora
rimasi dietro il vetro ad ascoltare. L’uomo stava per andarsene insieme al suo
avvocato, era stato ben attento a non lasciarsi sfuggire niente che potesse incastrarlo, ma all’improvviso Grissom iniziò a
parlare con un’espressione indecifrabile nel volto: - E’ triste vero dottore. I
maschi come noi. Uomini di mezza età che hanno permesso al
lavoro di consumare la loro vita. L’unico momento in cui tocchiamo gli
altri è quando portiamo i guanti in lattice. Un giorno
ci svegliamo e capiamo che per 50 anni non abbiamo vissuto. Ma
poi, d’un tratto, ci capita una seconda chance. Una donna giovane e bella, per cui proviamo qualcosa, ci offre una nuova vita insieme a
lei. Ma abbiamo una grande decisione da prendere,
perché dobbiamo rischiare tutto quello per cui abbiamo lavorato per averla.-
All’improvviso si bloccò. Aveva una strana espressione sul
volto… sembrava arrabbiato con se stesso. – Io non ce
l’ho fatta – in quel momento mi sentii mancare……quella era la
rivelazione che tanto aspettavo, che speravo ed ora l’avevo avuta, peccato solo
che tra di noi c’era un vetro invalicabile. Grissom continuò il suo discorso:
-… ma lei si. Lei ha rischiato tutto e Debbie le ha mostrato
una vita stupenda vero? Ma poi se l’è ripresa, e l’ha data a qualcun altro, e
lei si è sentito perso… così le ha preso al vita. Li
ha uccisi entrambi e ora non ha niente – queste parole quasi mi avevano commossa, ero shockata da quello che Gil aveva tirato fuori.
Non era mai riuscito a farlo con me e ora l’aveva fatto davanti ad un estraneo… . I miei pensieri vennero
bruscamente interrotti dalla voce fredda del dottore che con un tono glaciale
ribattè: - Sono ancora qui! - . mi venne voglia di
entrare e spaccare la faccia a quell’assassino ma Grissom mi precedette:
- Lei dice?! - . A quel punto il
dottore uscì e io mi ritrovai a guardare
un Gil Grissom mai visto… spaventato da quello che lui stesso aveva detto, era
sul punto di scoppiare in lacrime. Sarei potuta entrare, dirgli
che lo amavo ce non avrebbe dovuto rischiare tutto, ma questo volta sono stata
io che non ce l’ho fatta. Me ne sono andata senza che nessuno se ne accorgesse, ed ora sono qui a riversare tutti i miei
sentimenti e l’amarezza di un amore trattenuto troppo a lungo in uno stupido
diario che non potrà mai capirmi a fondo non potrà mai consolarmi, abbracciarmi
o tirarmi su di morale come penso avrebbe potuto fare lui.
Ora
come faccio sempre quando ricevo una delusione andrò
nella doccia, lì finalmente potrò sfogami senza che nessuno se ne accorga, sola
con me stessa come ormai sono abituata da tanti, troppi anni.