17 marzo
2011
Nipoti
miei,
nell’occasione
dei centocinquanta anni della vostra unione voglio scrivervi due righe
per
farvi sentire quanto, nonostante la mia scomparsa, vi sia vicino.
Vi ho
lasciati soli al vostro destino che eravate troppo piccoli e privi
della forza
necessaria per difendere la vostra individualità,
così siete presto diventati
oggetto di attenzioni di Nazioni più grandi e potenti di voi.
I miei
adorati nipoti, i successori del grandioso Impero Romano, hanno
così vissuto
gran parte della loro infanzia e della loro adolescenza separati gli
uni dagli
altri, costretti ad essere i servi di coloro che un tempo erano stati
totalmente assoggettati al mio dominio. Quante umiliazioni, quante
privazioni
avete dovuto sopportare, miei cari! Eravate solo dei bambini inseriti
vostro
malgrado in un gioco più grande di voi, privati della vostra
reciproca presenza
e sostegno, non potevate contare né sulla mia protezione
né su quella di nessun
altro: ciò nonostante
non avete mai
perso la vostra individualità, le vostre passioni e la
speranza che un futuro
migliore vi aspettasse dietro l’angolo.
Siete
così
cresciuti e, seppur lontani, avete mantenuto quell’
identità culturale che io
stesso vi ho inculcato quando eravate ancora dei piccoli che faticavano
a camminare
con le loro gambe: questa è stata la vostra forza! Proprio
questo comune
sentire vi ha permesso, una volta cresciuti, di desiderare e di fare
qualunque
cosa pur di tornare ad essere uniti!
La vostra
lotta per l’unificazione è stata lunga e irta di
difficoltà, ma tanti e tanti
uomini e donne di ogni età si sono battuti per questo grande
sogno sacrificando
ogni cosa, persino la loro vita.
Quanto mi
avete reso orgoglioso di voi,quel giorno di marzo di centocinquanta
anni fa,
quando siete riusciti entrambi ad affrancarvi dal dominio delle Nazioni
che
tanto a lungo vi hanno tenuto sotto il loro giogo, diventando
finalmente
un’unica realtà geografica e politica! Ho scorto
finalmente nel vostro sguardo
il cipiglio dei legionari romani: vi siete infine riappropriati del
posto che
il destino vi aveva riservato nel corso della storia mondiale!
Certo, i
secoli che avete trascorso vivendo separati non si possono cancellare
da un
giorno all’altro: fra
voi ci sono delle
differenze che sono nate proprio nel corso del tempo passato accanto a
Nazioni
che hanno avuto nei vostri confronti atteggiamenti diversi.
Così, ad esempio,
accade che, Veneziano, tu dica a tuo fratello maggiore che sia un
pigrone e che
voglia vivere alle tue spalle, mentre tu, Romano, lo rimproveri di
voler
accentrare nelle sue mani tutto il potere economico e di non voler
condividere
il progresso tecnologico con te … Queste
diversità non devono separarvi,
vanificando il sacrificio di migliaia di giovani vite che hanno
immolato il
fiore dei loro anni pur di lasciare ai loro figli un unico grande
Paese:
l’ITALIA! Invece di focalizzare la vostra attenzione su
ciò che vi divide,
pensate intensamente a tutto ciò che vi accomuna: le arti, i
bei paesaggi, il
gran cuore e l’alto intelletto degli italiani, di tutti gli
abitanti della
vostra bella penisola, dalle Alpi all’Etna!
Centocinquanta
anni di unione sono davvero pochi, se confrontati con la durata vitale
delle
Nazioni: miei carissimi nipoti, avete ancora così tanti anni
davanti a voi!
Spero con tutto il mio cuore che il tempo a venire vi
gioverà per rafforzare
sempre di più la vostra unione, affinché possiate
diventare un giorno il grande
Paese che gli italiani meritano, il degno successore
dell’augusto Impero
Romano.
Con
immutato affetto,
Vostro
Nonno Roma
N/A: Questo è il mio personalissimo omaggio al centocinquantenario dell'unità d'Italia, fatto alla "Hetalia's way". È la prima volta che mi cimento con questo fandom quindi abbiate pazienza con me e fatemi sapere come vi è sembrata questa one-shot! :3PS: Ho tradotto questa fic anche in inglese : se sieti curiosi, potete leggerla qui!