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Autore: AngelsVoice_    18/03/2011    1 recensioni
Lei, lui.
Opposti come il giorno e la notte, diversi, ma terribilmente simili.
Ma a volte gli opposti si attraggono.
Il più delle volte, quella collisione genera sentimenti contrastanti che, in un modo o nell'altro, finiscono per incastrarsi
come pezzi di un dannato puzzle, dove una sola mossa falsa può stravolgere ogni cosa.
Odio.
Amore.
Non c'è differenza.
Si può amare l'odio, e odiare l'amore.
Lei lo sa bene.
Lui lo imparerà da lei.
[...] Ora posso dimenticarti,
perchè sono andata oltre l'amore. [...]
Genere: Fluff, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Don't have a life.


- Che tempo di schifo... - sussurrai.
Era vero: il cielo era scuro, le nuvole lo ricoprivano completamente e il freddo pungente ti entrava nelle ossa, nonostante cappotti e sciarpe.
Probabilmente si sarebbe messo a diluviare fra pochi secondi, e sarei ritornata a casa fradicia dalla testa ai piedi, ma per il momento non avevo voglia di alzarmi da quella panchina. Mi strinsi nelle spalle, continuando ad osservare due gemelli che si spingevano sull'altalena, ridendo all'unisono e facendo un po' più allegro quel posto grigio che era il parco giochi di Greenwich Park.
Che ci vogliamo fare, questa è Londra. La mia nebbiosa, amata Londra.
Il tempo non giovava certo al mio umore, già più che sottoterra.
- Siamo sovrappensiero, Miss Broncio?
Sorrisi sornione. Sapevo che sarebbe venuto qui.
- Pensa agli affari tuoi.. E comunque, "Miss Broncio" non esiste più dall'asilo, Simon, lo sai bene.
- Ne sei sicura?! Io ce l'ho qui davanti!
Diedi un pugno sulla spalla del ragazzo con il piercing al naso accanto a me che, per tutta risposta, mi circondò le spalle con il braccio e mi sfiorò le labbra con un leggero bacio. Già, il mio ragazzo.
Mi abbandonai sul suo petto, sospirando come non mai.
- Allora, piccola? Come vanno le cose?
- Come sempre... mia madre e James litigano sera e giorno... e Sarah sta ancora male... Tu? Ancora problemi al locale?
Il mio ragazzo sputò per terra, imprecando.
- Sì, purtroppo. Quelle teste di cazzo hanno rotto di nuovo le vetrate. Hanno provato anche a rubare l'incasso, ma fortunatamente Johnny e io siamo arrivati in tempo per dargli la lezione che si meritavano... Non li vedremo per un bel po' - sbottò, fiero, picchiando con il tirapugni sul palo del lampione.
- In che senso? - chiesi, voltandomi completamente verso di lui. Dimmi che non è così, ti prego.
Mi guardò, e capii ancor prima che iniziasse a parlare.
Mi alzai di scatto, divincolandomi dalla sua presa, e venni immediatamente bloccata.
- No, piccola, aspetta!... Cazzo, Helke, fermati!
Interruppi bruscamente la mia corsa, girandomi furente.
- Quante volte ti ho detto che non voglio neanche sentirlo quel fottuto nome?!
Mi lasciai abbracciare, contrariata.
- Scusami Ash... Me ne sono dimenticato. E' che quel nome è così... sexy... - si scusò Simon, riempiendomi il collo di piccoli baci umidi. Risalì dolcemente verso il mento e poi verso l'orecchio, mordicchiandolo con delicatezza.
- Finiscila Simon.
- Lo so che ti piace...
- Sì ma... - mugolai, allontanandolo - ora non sono in vena.
- Come vuoi, piccola. Ci vediamo.
Mi diede un'ultimo, violento bacio, poi se ne andò.
Sbuffai e me ne ritornai sulla panchina. Di solito Simon mi metteva di buon'umore, ma stavolta... Aveva peggiorato tutto.
Non riuscendo a stare ferma, presi a camminare silenziosamente.
Per quanto ancora avrei dovuto far finta di niente?
Per quanto ancora avrei continuato a rinnegare le mie origini e, ancor peggio, il mostro in agguato che avrebbe potuto togliermi la vita da un mese all'altro?
Ripensandoci, io non avevo una vita. Ero nata, sì, ma per sbaglio.
Presi a calci i ciottoli disseminati sulla via principale, la rabbia che mi ribolliva dentro.
Guardai di sbieco i capelli biondo platino adagiati pigramente sulle spalle, accentuati dalla sciarpa nera che indossavo. Una goccia di pioggia mi bagnò la fronte.
Maledizione.
Corsi a perdifiato fuori dal parco.

***
- Cosa?! No... no!
Urlai, con la voce due ottave più acuta e la gola che bruciava come l'Inferno, - espressione azzeccatissima -, visto che in quel momento era il luogo più adatto per descrivere il tutto. Mia madre tentò di prendermi la mano, ma la ritrassi fulmineamente.
- Tesoro, cerca di capire...
- Non voglio capire niente! Io voglio restare quì, con Sarah, con Simon! Non voglio andarci in quella fottuta Germania!
Mi abbandonai sul divano, scoppiando a piangere. Sentii un abbraccio caldo e mi lasciai cullare, con le guance bagnate e il sapore delle lacrime sulle labbra. Mi sentii una bambina capricciosa, ma poco m'importava.
Due occhi azzurri mi fissavano, tristi e terribilmente impotenti.
Scusami, mamma.
Mi alzai, passandomi velocemente una mano sugl'occhi, e rifugiandomi poi nella mia stanza. Rimasi rannicchiata sul pavimento in posizione fetale per tanto, troppo tempo, e rialzarmi fu un'impresa.  
Trovai mamma e James discutere animatamente. Sentivo mia madre che cercava di difendermi e James che le urlava contro.
- Partiremo, domani! E Ashley deve soltanto rassegnarsi! Mi dispiace, ma è così!
Irruppi nel loro litigio con la solita impassibilità che indossavo gelosamente come una maschera indelebile.
- Ash..
- Va bene, James. Partiremo. Smettila di prendertela con lei, non c'entra nulla. Ora ceniamo. - lo zittii, sedendomi a tavola. Il silenzio che seguì fu uno dei più lunghi e sofferti mai fatti. Ma purtroppo le parole non sarebbero servite a nulla, in quel momento. Non dissi nulla nemmeno quando mi alzai e, trascinandomi fino in camera, ebbi l'impulso di prendere a calci il muro fino a vederlo sgretolarsi davanti ai miei occhi, come stava facendo lentamente la mia vita. Afferrai il cellulare e scrissi il più breve messaggio della mia vita. 

Ciao Simon.
Me ne vado.
Sappi che ti amo.
Addio,
tua Ash.

Lo inviai, lasciando che le lacrime scorressero libere, portandosi via il dolore. Lo rilessi più volte, rivolgendo i miei pensieri al suo destinatario.
D'un tratto, sentii qualcosa chiudersi dentro il mio cuore. Asciugai le guance, impassibile, e mi abbandonai completamente al sonno.


Writer's space
:
Lo so, chiunque mi conosce dirà: " Ma che gli è preso? "
Già, non lo so neanch'io.
Mi andava di scrivere qualcosa di diverso, qualcosa dove purtroppo l'amore non sempre è puro, vero, non sempre cambia la vita e la rende migliore.
Almeno all'inizio.
La protagonista è Ashley Bauer, alias Helke, tedesca ma cresciuta a Londra.
La sua è un'esistenza complicata, fin dalla nascita, e capirete il perchè, anche il motivo per cui odia così tanto la sua patria.
Personalmente, ritengo che sia la trama migliore che abbia mai scritto.
Spero solo vi piaccia (:
AngelsV.




   
 
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