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Autore: visbs88    19/03/2011    8 recensioni
Continuo della shot "Discorsi da letto" ^^
Tocca a Bankotsu invitare Jakotsu a casa per studiare, cosa che ovviamente il secondo non ha intenzione di fare.
Scritta per l'iniziativa "Un prompt al giorno", prompt "Oscar".
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Bankotsu/Jakotsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bankotsu x Jakotsu'
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Ciao ragazze! Torno con un’altra Bankotsu x Jakotsu *.* ormai non ne posso più fare a meno ^^ è un nuovo seguito dei vari Discorsi da letto e Discorsi da doccia ;-) stanno diventando il mio diversivo per evadere da prompt troppo bastardi xD
Ringrazio Alys93, eien91 e Hana Angel per le recensioni a “Estraneo”, e la prima per averla messa nelle seguite!
Ok, vi lascio all’ennesimo mio sclero mentale xD
Buona lettura!
 
- Buongiorno!
- Buongiorno anche a lei…
- Lei? Da quando mi dai del lei?
- Avevo voglia, problemi?
- Dai, idiota, vieni dentro – rise il ragazzo con treccia scura e occhi blu che ormai abbiamo imparato a conoscere, facendo un passo indietro perché il compagno appena arrivato a casa sua potesse entrare. Si scambiarono un rapido bacio, quindi il nuovo giovane dagli occhi neri si sfilò la giacca, appoggiandola con noncuranza ad un attaccapanni vicino alla porta, quasi fosse un gesto più che abituale.
- Che caldo che fa qua dentro – borbottò, togliendosi anche la felpa.
- Macché.
- Vorrei farti notare che sei in maniche corte.
- Sì, ok, d’accordo. Ma sbaglio, o non vedo i libri che avresti dovuto portarti, Jakotsu? – chiese Bankotsu, scrutando il fidanzato con i suoi occhi blu, mentre sulle sue labbra si dipingeva un ghigno beffardo.
- Non sbagli, tesoro – rispose Jakotsu, sistemandosi i capelli e avvicinandosi al compagno.
- L’hai fatto apposta, o te li sei dimenticati? – domandò questo, mentre cingeva i fianchi di Jakotsu con le braccia stringendolo a sé. In realtà era piuttosto sicuro della risposta.
- Diciamo che me li sono dimenticati apposta, tanto abbiamo già studiato ieri – ghignò il ragazzo castano, guardando l’altro negli occhi – E in ogni caso ci sono i tuoi, no?
- Già. Dai, vieni in camera – sorrise Bankotsu, prendendolo per mano e portandolo nella propria stanza da letto. La casa del ragazzo moro era più piccola di quella dell’altro, ma in fondo non mancava nulla. Jakotsu si guardò intorno, prima di entrare nella camera del giovane.
Uhm, avevano già fatto l’amore in tutti i posti, se non ricordava male. O quasi. Con un sorrisino, seguì l’amico, che si era già riseduto davanti al tavolo che faceva da scrivania.
I neri occhi indagatori di Jakotsu percorsero tutta la stanza. Nel letto, fatto, naturalmente. Contro l’armadio, fatto. Sul tappeto, fatto. Sulla sedia, fat…
- Cosa stai guardando? – chiese Bankotsu, accigliato – Muoviti, entra!
- Arrivo, passerotto – ridacchiò l’altro, andando a sedersi sulla pseudo-scrivania dell’amico. Lanciò un’occhiata divertita al caos che regnava su quel tavolo. Bankotsu non era certo un maestro dell’ordine. Penne, libri, fogli, cavi, occhiali da sole, pupazzetti, matite, sorprese degli ovetti Kinder che da ragazzo maturo ancora comprava, pacchetti di fazzoletti, scatole e mille altri oggetti erano sparsi in una confusione pazzesca su quella superficie che pareva troppo ridotta per farci stare quell’ammasso di roba. Senza contare il computer portatile che ingombrava parecchio.
- Cosa facevi di bello? – domandò Jakotsu, dondolando i piedi come un bambino.
- Ero…
- Al computer – terminò il ragazzo castano, con un sbuffo – Amore, stai diventando troppo dipendente da quell’arnese.
- Macché dipendente – ridacchiò Bankotsu, mentre riapriva la pagina di internet che aveva chiuso poco prima.
- Stavi scrivendo?
- Ci stavo provando.
- Qual è il pronto?
- Il pronto? – domandò stranito il ragazzo dagli occhi blu, inarcando un sopracciglio.
- Sì, il titolo di oggi – specificò Jakotsu con aria di sufficienza.
- Ah, prompt! – si illuminò Bankotsu, per poi ridere – Lo imparerai mai?
- No, e non ci tengo – rispose l’altro – Ammetti che ti ho dato delle buone idee, ultimamente.
- Una sola, a dire il vero, ieri – precisò il moro.
- Vabbè, è uguale – sbottò Jakotsu, scrollando le spalle.
- Comunque oggi è orribile, Oscar – sospirò il ragazzo con la treccia, appoggiando la testa ad una mano, sconsolato.
- Ma è semplice, immedesimati in un attore professionista che riceve un Oscar! – esclamò l’altro, con un sorriso.
- In che attore?
- Ma che ne so, un attore!
- No, non va – Bankotsu scosse la testa.
- D’accordo – si rassegnò Jakotsu, alzando gli occhi al cielo. Quella faccenda cominciava a divertirlo davvero, anche se gli pareva che il fidanzato fosse un po’ troppo schizzinoso – Racconta la storia del piccolo Oscar!
- E chi è il piccolo Oscar? – chiese Bankotsu ridendo.
- Boh, uno che ti inventi tu con una storia drammatica.
- Perché drammatica?
- La pianti di fare domande? – disse irritato il giovane dagli occhi neri.
- Tu proponi cose assurde…
- Vuoi litigare per questo?
- No, ma…
- Allora sta’ zitto e pensa alla storia drammatica del piccolo Oscar che scriverai quando me ne sarò andato – concluse Jakotsu.
- Ma non mi viene in mente una storia drammatica per il piccolo Oscar – rise Bankotsu, guardando il compagno – Ti amo.
- Cosa c’entra? – domandò stupito il ragazzo castano, guardandolo incuriosito.
- Niente, avevo voglia di dirtelo – ridacchiò il fidanzato.
- Poi dici che io sono strano… - borbottò Jakotsu, mentre però un sorriso lusingato gli illuminava il volto – Senti, inventati un attore tu e fai che vince il suo primo Oscar. Chiamalo Bankotsu, se vuoi. O meglio Jakotsu.
- Vuoi diventare un attore?
- Sarei portato – rispose serio il ragazzo castano.
- Ah sì? – domandò l’altro, divertito.
- Certo! Soprattutto per il dramma – asserì Jakotsu, dandosi un’aria importante.
- Io ti vedo meglio in uno spettacolino demenziale, ma se lo dici tu… - lo prese in giro il fidanzato.
- Oh, mio amato, ti prego non lasciarmi! Senza di te la mia vita sarà distrutta e morirò! – recitò Jakotsu a quel punto, una mano posata sul cuore e l’altra tesa in avanti in un gesto melodrammatico, lo sguardo implorante e sofferente.
- Banale – fu il giudizio di Bankotsu, che ridacchiava di gusto.
- Oh, senti, non mi veniva in mente altro! – sbuffò l’altro.
- Ti sei offeso?
- Sì, molto – mentì Jakotsu, incrociando le braccia sul petto. Gli occhi blu del moro scintillarono di malizia mentre questo si alzava e poi saliva sul tavolo, fortunatamente ben solido, sotto lo sguardo sorpreso del compagno. Baciò Jakotsu con passione, quindi lo costrinse a distendersi sul legno duro del mobile, prendendo posizione sopra di lui.
- Credo che così mi farò perdonare – soffiò nell’orecchio del ragazzo castano.
- Aspetta – disse questo con una risatina, afferrando i vari oggetti che aveva sotto la schiena e la testa e lanciandoli dove capitava.
- Ehi, non scombinare il mio disordine organizzato – lo ammonì Bankotsu.
- Me ne frego del tuo disordine organizzato – rispose Jakotsu, mentre un sorriso perverso compariva sul viso effeminato. Già, non avevano ancora fatto l’amore su quel tavolo.
- Come mai è solo la prima volta che lo facciamo qui? – chiese, con un certo disappunto – Mi domando come un posto così eccitante mi possa essere sfuggito…
- Cos’è, ti segni dove lo facciamo? – fece di rimando Bankotsu, alzando un sopracciglio.
- Oh, non importa. Non sembra eccitante anche a te? – chiese Jakotsu, mentre accarezzava con aria giocosa i pettorali del fidanzato, che poteva intravedere sotto la maglietta piuttosto stretta.
- Giudica tu – rispose il ragazzo con la treccia, prendendogli la mano destra e portandola ad accarezzare il cavallo dei propri pantaloni. Jakotsu tastò deliziato l’erezione del compagno.
- Sì, direi di sì – disse divertito.
- Com’è che dice quello in tv? – domandò Bankotsu, che sembrò farsi improvvisamente pensoso.
- Chi?
- Quello grasso del quiz… dai, quello del Miliardario!
- Sarà il Milionario, casomai – rispose Jakotsu. Quel programma italiano gli piaceva – Ah, ho capito! Stavi per dirmi: “E’ la tua risposta definitiva?”.
- No, dice anche qualcos’altro, tipo “La illuminiamo?”…
- L’accendiamo! – il ragazzo castano scoppiò a ridere. Soltanto a Bankotsu poteva venir voglia di parlare di programmi televisivi solo per fare una battuta in un momento erotico – Dai, basta.
Così dicendo, abbassò deciso la cerniera dei jeans del ragazzo, che però lo bloccò.
- Voglio rifare lo sketch – disse Bankotsu, piagnucolando come un bimbo.
- Io no.
- Io sì.
- Io no.
- Sei stupido.
- Ecco, ora mi sono offeso davvero – si lamentò Jakotsu, imitando il tono del compagno. Riuscì in qualche modo a girarsi a pancia in giù, come non volesse mai più guardare il fidanzato e iniziando a fingere di piangere. Bankotsu ne approfittò per tastargli il sedere, riuscendo così a sentire una risatina fra i finti singhiozzi del ragazzo castano.
- Fai proprio pena come attore – sogghignò, rinunciando allo sketch e alzando la maglietta di Jakotsu, mettendo così a nudo la sua schiena.
- Direi che non me ne frega un emerito ca… volino – fece il ragazzo con gli occhi neri, alzandosi sui gomiti e finendo si sfilarsi la maglia.
- Nemmeno a me.
- Direi perfetto, allora – disse Jakotsu, per poi lasciarsi sfuggire un lieve gemito mentre sentiva la lingua di Bankotsu correre lungo la sua pelle.
“Promemoria, Jako” si disse “Ricordati di aggiungere la scrivania di Bankotsu tra i posti dove l’avete fatto, e segnalo anche fra i preferiti”.

 
Eccoci qua! Ebbene sì, Jakotsu si segna dove lui e Bankotsu si… divertono, e ha già mentalmente aggiunto la scrivania del suo ragazzo ai luoghi che gli piacciono di più xD lo sappiamo che ha una mente perversa, no? Tra parentesi, la scrivania di Bankotsu è la mia scrivania xD non ho un tavolo, ma il disordine organizzato è precisamente quello che ho descritto xD per quanto riguarda il Milionario, Bankotsu non è certo espertissimo di televisione italiana, ricordiamoci che è a Milano per studiare ma che sono originari del Giappone ù.ù non so se lì ci sia il Milionario comunque.
Ah, giusto. Approfitto per dire una cosa che mi sono sempre dimenticata di scrivere.
Vorrei aggiungere una dedica alle povere persone in Giappone che stanno affrontando con una forza incredibile un dramma che avrebbe già mandato noi nella disperazione più totale. Ammiro molto il popolo giapponese, che sta cercando in tutti i modi ricominciare malgrado terremoto, tsunami e radiazioni. Più di così non posso dire, temo.
Beh, spero che la mia storia vi sia piaciuta!
Visbs88
   
 
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