Torno alla carica con questa sottospecie di fan fiction su un manga fantastico, Letter Bee. Tecnicamente doveva uscirne qualcosa di leggermente yaoi, ma alla fine mi sono ritrovata tra le mani una semplice scenetta tenera >.>
Questa è venuta così, non posso farci niente xD Prometto che ne scriverò di più esplicite.
Buona lettura ^^

Lag era seduto con la testa appoggiata al letto da così tanto che gli pareva di non comprendere più il concetto di tempo. I secondi gli scivolavano addosso lentamente, eppure non li percepiva. Voleva solo aspettare che l’uomo che dormiva di fronte a lui aprisse i suoi occhi violetti e lo guardasse, sorridendogli. E che magari gli accarezzasse la testa, scompligliandogli i capelli. E…

Ma forse non avrebbe aperto gli occhi. Forse era stanco di tutto quello che aveva passato, era stanco di dover portare lettere indisciplinate sulle spalle, mentre loro non facevano che ferirlo. Sentì le lacrime che premevano per uscire, provocandogli quella sottile e fastidiosa emicrania. Non avrebbe ottenuto niente piangendo, lo sapeva benissimo. Ma che altro gli restava da fare? Poteva solo attendere. E nell’attesa, pregare.
Il tepore della stanza minacciava paurosamente di farlo scivolare nel sonno, ma Lag rimaneva tenacemente in un silenzioso dormiveglia, controllando tra le palpebre semichiuse il petto che si alzava e abbassava davanti ai suoi occhi. Il respiro sembrava regolare e il volto era rilassato. Questo lo sollevò almeno un po’. La respirazione era importante, no? Cos’altro avrebbe potuto controllare per capire se stesse bene o meno?

Si riscosse improvvisamente facendo scoppiare la bolla che lo avvolgeva. Aprì gli occhi, ormai completamente sveglio, cercando di pensare a cosa aveva sentito sui malati nei suoi sette anni di vita. Si guardò un po’ in giro spaesato, incrociando un paio di volte lo sguardo di Lode, accoccolata ai piedi del letto. Poi l’espressione si illuminò: la temperatura! Gli venne alla mente un ricordo di sua madre che premeva le dolci e morbide labbra sulla sua fronte. Si issò sul letto e si posizionò in ginocchio vicino a quel petto caldo. Fece poi scivolare una mano dall’altra parte, di fianco ai capelli argentati, facendo attenzione a non tirarli. Si sporse in avanti, chiuse gli occhi e posò le piccole labbra sulla fronte del Bee.

Gli sembrava un poco calda. Si scostò piano, ma si fermò a metà del movimento. Sentiva due lacrime calde rigargli il viso. Le vide cadere tranquille sul volto di Gauche, rimanendo in bilico sulla pelle immobile, senza scivolare ai lati. Con l’innocenza di un bambino, ne leccò via una che era caduta sullo zigomo, mentre con la guancia bagnata gli inumidiva il naso. Si alzò e guardò il volto dell’uomo che lo aveva protetto a costo della vita bagnato dalle sue lacrime.

Si accoccolò vicino a quel corpo, affondando il volto nelle pieghe della maglia. Le lacrime si fermarono lentamente e, qualche istante dopo, il sonno lo vinse, accogliendolo tra le sue calde braccia.