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Autore: Albascura_    20/03/2011    2 recensioni
Mini ha vissuto gran parte della sua vita nell’attesa.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mini ha vissuto gran parte della sua vita nell’attesa.
Quando era bambina, aveva molte bambole. Passava ore e ore a vestirle, farle sfilare,trovare il giusto abbinamento di scarpe, inventare fantastiche storie di cui potessero essere le protagoniste, pettinare loro i capelli.
I capelli delle Barbie le piacevano moltissimo. Erano folti, morbidi, biondi. Avrebbe tanto desiderato avere i capelli come i loro.
Un giorno si guardò allo specchio e realizzò di essere molto lontana dalla perfezione delle sue bambole. Aveva dei capelli di un castano anonimo e mediocre, ricci, crespi, come un pidocchioso cespuglio. Li odiava. Allora desiderò di crescere, di diventare grande abbastanza da poter andare dal parrucchiere, tingerli di biondo e far sì che non fossero crespi mai più. Iniziò l’attesa.
Qualche anno dopo, tralasciò i capelli e si mise ad analizzare il proprio viso. Gli occhi azzurri c’erano, e anche le ciglia sufficientemente folte e lunghe. Anche le labbra non erano male. Ma le lentiggini… Quelle maledette macchie sulla sua pelle dovevano sparire. Le barbie non hanno le lentiggini. Lei non poteva avere le lentiggini. Afferrò un vasetto di fondotinta e si impiastricciò la faccia finché non fu visibile neanche la più minuscola macchiolina. Fece per uscire di casa, ma sua madre la vide e le ordinò di andare a lavarsi. Avrebbe voluto piangere e gridare, ma le si sarebbe gonfiato il viso, e le bambole non hanno il viso arrossato. Sognò ad occhi aperti il momento in cui avrebbe avuto l’età per truccarsi, ed iniziò ad attendere che quel giorno arrivasse.
A dodici anni, aveva ottenuto il permesso di truccarsi, e, con qualche crisi isterica e un po’ di piagnistei, era riuscita a convincere la madre a farle tingere i capelli. Una volta tornata a casa dal parrucchiere, si chiuse nella propria stanza. Tirò fuori da un grosso baule rosa la sua bambola preferita – ormai era un po’ che aveva smesso di giocarci – e la posizionò in piedi, di fianco a sè davanti allo specchio. Osservò critica il proprio riflesso. La sua pelle era levigata, chiara, luminosa. Libera da qualsiasi tipo di imperfezione. Al centro del suo viso, ora incorniciato da una cascata di capelli biondi lisci e morbidi come seta, risplendevano due incantevoli occhi blu. Mini sorrise. Era bella, bellissima. Quasi perfetta.
Raccolse la barbie ed iniziò a spogliarla. Poi iniziò a svestirsi, lasciando cadere gli abiti ai propri piedi. Rimase nuda davanti allo specchio, e cominciò ad esaminare il suo corpo. Aveva poco seno, ma per quello sarebbe bastato aspettare, sarebbe venuto col tempo. Poi scese sulle cosce. Erano sode, ma se teneva i piedi uniti si toccavano, e quelle della bambola, invece, rimanevano ben distanti l’una dall’altra. La bambola aveva un grosso buco tra le cosce, e, giurò, lo avrebbe avuto anche lei. Lasciò per ultima la pancia, il tasto dolente. Era piena, sporgente. Sui fianchi aveva delle piccole maniglie dell’amore. Guardò il suo riflesso e un conato le salì alla gola. Era grassa, fottutamente grassa. Era obesa. Era immensa. Piangendo, decise che non avrebbe più mangiato finché il suo corpo non fosse diventato l’esatta riproduzione di quello di Barbie. La mattina dopo saltò la colazione, ed iniziò ad attendere che il grasso scivolasse via.
Oggi Mini esce di soppiatto dal letto di Nick, cercando di non fare rumore. Apre lentamente la porta del bagno, sperando che non cigoli, e ci si infila dentro.  Dà un’occhiata al water, domandandosi se ci sia bisogno di vomitare qualcosa, poi realizza che non ha mangiato assolutamente niente e che può farne a meno. Si guarda allo specchio: sembra perfetta. Eppure ancora non riesce a togliere quel dannato braccio dalla pancia. Ancora non riesce a smettere di attendere qualcosa. Che cosa? Forse di svegliarsi e di essere di plastica, senza peso. Non lo sa. Vuole solo essere perfetta.
   
 
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