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Autore: Jill_BSAA    22/03/2011    2 recensioni
Jill ripensa ad alcuni momenti della sua vita e soprattutto ad uno in cui stava per suicidarsi per il rimorso causato dalle sue azioni ma venne salvata da Wesker che poi le rivelò di dover scappare e l'abbandonò promettendole che un giorno sarebbe tornato a riprenderla
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Jill Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete mai pensato di togliervi la vita? Io si,  molte volte sono arrivata sul punto di fare questo gesto e molte volte ho cercato di persuadermi a non farlo, a cambiare idea, ma la disperazione in alcuni casi è troppo forte.
Mi presento il mio nome è Jill Valentine e attualmente sono un membro onorario dell’organizzazione chiamata BSAA, ho trent’anni ormai e da molto tempo combatto il bioterrorismo e soprattutto l’Umbrella corporation. Combatto ho detto? Scusatemi ho sbagliato il tempo verbale, volevo dire combattevo…Tutto ebbe inizio a villa Spencer quando, per salvare la vita al mio partner Chris Redfield, mi sono lanciata contro il nostro nemico Albert Wesker e ci sano letteralmente tuffati verso il vuoto, verso il nulla…Ed il nulla avevo nella mente al mio risveglio,  a quanto pare mi avevano impiantato nel petto un dispositivo che iniettava nel mio corpo una sostanza simile a droga che oltre a darmi una forza e un’agilità non nelle possibilità di un essere umano permetteva a Wesker di comandare il mio corpo. Esatto il mio corpo, non il mio cuore, non il mio spirito, non la mia volontà solo quell’involucro che ormai non mi apparteneva più. Eppure ricordo bene quel giorno, dopo che Chris e Sheva mi liberarono, ricordo che Wesker mi mancava..lo so, lo so può sembrarvi strano ma, sono rimasta ancora dell’idea che seppellito sotto quella fredda scorsa di contegno e di superiorità ci sia il capitano Wesker..Sono patetica vero? Forse si, forse no, dipende dai punti di vista, comunque tornando al discorso precedente avevo deciso di mette fine alle mie sofferenze, di farla finita, dentro di me era cresciuto un piccolo demone nero che mi sussurrava continuamente che l’unica soluzione sarebbe stata quella di chiudere gli occhi per sempre…e così fu. Presto mi ritrovai sul ciglio di un burrone ad osservare le piccole rocce che si staccavano dalla parete e cadevano verso il fondo, il rumore arrivava attutito alle mie orecchie segno che l’altezza era elevata, poco male, la mia fine sarebbe stata più dolorosa e forse proprio questo  meritavo, meritavo di soffrire  per tutte quelle atrocità che avevo commesso, no! Che lui mi aveva fatto commettere! Sospirai e il mio ultimo pensiero andò all’uomo dagli occhiali neri “Grazie Wesker..” pensai e socchiudendo gli occhi portai avanti un piede ma qualcosa mi bloccò “Perché vuoi farlo Jill?” identificai subito quella voce calma e glaciale, una lacrima scivolo lungo la mia guancia cadendo nel vuoto “non puoi fare più niente Wesker..non questa volta” solo questo riuscirono a dire le mie labbra e non sentì la successiva risposta dell’uomo perché il cuore pulsava troppo forte all’interno della gabbia toracica e la testa mi girava per la tensione. Non ci misi tanto con un piccolo saltello i miei piedi si staccarono da terra, avevo gli occhi chiusi per affievolire l’immensa paura di cui stava cadendo vittima il mio corpo ma dopo qualche secondo percepii un piacevole tepore, strano non dovrebbe essere cosi la morte, dov’era il dolore? Aprì con cautela le palpebre e l’unica cosa che il mio sguardo incontro fu una stoffa nera, conoscevo quei vestiti “Lasciami!” comincia a gridare dimenandomi con forza dall’abbraccio in cui ero avvinghiata, Wesker mi guardava severo ma con apprensione, dopo avrei potuto dire di non aver mai più rivesto una simile preoccupazione nei suoi occhi. “Non devi mai più farlo!” affermò scuotendomi con forza tanto da farmi venire giramenti di testa “Cazzo hai capito Jill?” l’uomo sempre perfettamente controllato si stava agitando per me, questo mi rallegrò leggermente ma nel pensare a quello che avevo quasi fatto un forte senso di nausea mi attanagliò lo stomaco..Dio mio ricordo ancora quelle sensazioni, il cuore batteva forte tanto da crearmi qualche difficoltà nel respirare , la testa mi faceva male e mi girava rendendomi incapace di ragionare e mi reggevo a malapena sulle gambe e poi persi completamente i sensi rimanendo inerte fra le braccia del mio ex capitano che mi strinse teneramente a sé..lo so quello che state pensando, che mi sono inventata tutto, Albert Wesker non è capace di queste cose, invece vi dico che vi state sbagliando,  ancora.
Poco tempo più tardi mi risvegliai in un letto dalle lenzuola bianche il cui odore mi riportava indietro nel tempo a quando facevo parte della STARS “Wesker..”mormorai agitandomi nel letto ed ottenendo in risposta solo un dolore diffuso in tutto il corpo, sospirai limitandomi ad osservare il soffitto bianco quando alcuni passi attirarono la mia attenzione, Albert era apparso ma era difficile da riconoscere, era sfatto; i capelli biondi  sempre  perfettamente pettinati gli ricadevano disordinati sulla fronte, gli occhi erano privi delle solite lenti scure che gli nascondono le iridi, anche i vestiti risultavano sciatti. Mi guardava preoccupato come se dovesse darmi chissà quale terribile notizia e fu proprio per quel presentimento che il sangue mi si gelò nelle vene e il cuore perse alcuni battiti che mi provocarono un acuto dolore al petto che però cercai di ignorare ma che mi causò ugualmente una smorfia in viso “Jill…”comincio bruciando quella poca distanza che ci separava andandosi poi a sedere sul letto “devo andarmene per un po’ di tempo altrimenti non so se sopravvivrò ancora a lungo.” Osservai scioccata il suo volto tirato e stanco e quasi mi vergognai di giacere in quel letto comodo e pulito “Spero che mi perdonerai...ho fatto in modo che Chris sapesse dove ti trovi, tra poco sarà qui per salvarti..”fece una piccola pausa “Addio Jill Valentine..Un giorno ci rivedremo , te lo prometto”mi scrutò per qualche secondo spiando ogni mia reazione poi alzandosi se ne andò senza voltarsi, io d’altra parte non riuscivo più a muovermi o a parlare, osservavo solo il suo volto sconvolta, con le labbra leggermente schiuse, non sapevo che fare, non riuscivo a parlare anche se molte cose avrei voluti dirgli, avrei voluto molte risposte ai miei perché, alle mille domande che mi colmavano ogni parte del cervello che sentivo pulsare. Quando capii che questo era un addio lacrime cominciarono a rigarmi le guance, goccia dopo goccia bagnaronoil letto, un pianto silenzioso fu il mio,  accompagnato anche da un tremito che mi scuoteva le spalle. Wesker non c’era più e quella gelida consapevolezza mi trafisse il petto più di un coltello affilato e quando me ne resi conto era troppo tardi..avrei voluto corrergli dietro, gridare ma persi i sensi scivolando in un sonno profondo..
Sono passati mesi da quell’episodio, all’ora fui messa ancora una volta in salvo da Chris che mi riportò al quartier generale della BSAA dove risiedo tutt’ora.
Dal giorno della promessa ogni tanto osservo fuori sperando di vedere un veicolo con il simbolo dell’Umbrella o di ricevere una chiamata, ma nulla..Dunque, forse, sono destinata a convivere con questo dolore che mi porto dietro in ogni momento e che non posso dividere con nessuno, magari un giorno riuscirò a pensare a quei momenti tranquillamente ora posso solamente piangere davanti alla’apparenza dei fatti..Wesker se ne era andato.. e il mio cuore con lui..
 
  
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