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Autore: Appl3Head    24/03/2011    3 recensioni
“Oh, ehm.. io sto andando a fare una passeggiata sulla spiaggia? Vuoi venire?”
Il cantante non desiderava sentirsi dire altro, era piacevole chiacchierare con lei, quindi perché rinunciare ad un offerta così attizzante?
Facendo finta di non sentire i “rimproveri” e le avvertenze delle sue guardi del corpo, uscì dalla macchina e corse verso Monique.
Si ritrovarono vicini, uno affianco all’altro,sotto le stelle e lontani dal trambusto della città. I loro piedi lasciavano orme, anch’esse vicine, sulla sabbia, e il rumore delle onde, oltre a quello dei loro cuori fu come un compagno perfetto per le loro anime, che finalmente, dopo tanto tempo, si sentivano libere e private di ogni inutile pensiero.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano solo le cinque di pomeriggio, ma sulla città di Los Angeles già si sentiva la sera nella’aria: il sole scendeva lento verso l’oceano e tingeva con la sua calda luce di arancione le poche nuvole che regnavano nel cielo sfumato, le strade traboccavano di automobili con uomini che non vedevano l’ora di arrivare a casa, mettersi comodi sul divano e leggersi un giornale,  i bambini uscivano da scuola saltellando in braccio ai propri genitori, alcune persone già cercavano un posto dover poter passare la notte, e delle band di ragazzi si divertivano sugli skateboard spaventando vecchie signore che tornavano dopo aver fatto la spesa.

Monique invece se ne stava seduta assorta a fissare il computer, le sue dita affusolate si muovevano veloci sui tasti come se avesse fretta di chiudere quel discorso, la luce del monitor le illuminava il volto, e il suo sguardo si perdeva tra le righe del suo articolosulla partita di baseball tra la squadra americana dei ”Los AngelesAngels of Anaheim " e quella inglese dei “Derby County” tenutasi la settimana prima. Era una ragazza italiana di 27 anni,si era trasferita a Los Angel solo da un paio si mesi ma si era già ambientata meravigliosamente. Lavorava per un giornale o meglio, un tabloid; aveva ricevuto questa proposta da un suo amico e non se l’era fatta scappare, dopotutto doveva semplicemente scrivere pezzi su avvenimenti sportivi o  riguardanti la moda; niente di tanto impegnativo.

“Toc toc”

Le mancavano poche righe al termine dell’articolo quando all’improvviso entrò il suo capo, il Signor George Hogen, un uomo sulla quarantina, capelli neri e sguardo avido, di chi non si accontenta mai.
“Miss Monique, ho un incarico da affidarle. Temporaneamente i nostri migliori giornalisti sono tutti occupati, e ci è giunta una soffiata da una fonte anonima alla quale non possiamo ritirarci. Tutto quello che deve fare, è pedinare, fare più scatti possibili ad una sola persona per almeno una settimana per verificare se le voci sono vere..o perlomeno tentar, attraverso le fotografie, di renderle tali. È chiaro? “

Questa proposta non se l’aspettava. Non aveva mai fatto una cosa simile.  Pedinare una persona, -‘Manco fossi un agente segreto!’-seguirla ovunque vada, significa toglierle intimità, violare la sua privacy; pensò quali sarebbero stati i suoi pensieri se a essere pedinata fosse stata lei … ma quello era il suo lavoro! Rinunciare a quell’impiego sarebbe stato come rinunciare al suo posto da giornalista in uno dei tabloid più prestigiosi di Los Angeles. Non sapeva cosa fare, perciò rispose sinceramente e con apparente tranquillità al signore che, battendo insistentemente col piede sul parquet, attendeva impaziente:
“Beh..Sig.Hogen, mi coglie alla sprovvista...”
“Lo considero come un sì. Ottima scelta Signorina. Mi raggiunga in ufficio tra una decina di minuti. Le comunicherò più informazioni riguardo al suo compito. Arrivederci.”
Monique non ebbe nemmeno il tempo di controbattere che il suo capo era già uscito sbattendo la porta.

Rimase di stucco e con un incarico che non aveva mai svolto. Finì velocemente il suo articolo e , dopo aver dato una riordinata alla scrivania, raggiunse l’ufficio del sig. Hogen. Bussò alla porta con mano tremante e non appena la aprì una nuvoletta di fumo la accolse facendola tossire. Cercò di ricomporsi mentre il capo terminava il suo sigaro e non appena ebbe finito di fumare, le porse una pila di fogli .
Fece scorrere furtivamente gli occhi su ciò che c’era scritto finché non lesse due parole. Due parole che la fecero sentire piccola piccola , sgranò gli occhi e posò il suo sguardo su quello arrogante e egoista di lui.

Il suo compito era quello togliere il fiato a una delle persone più famose del pianeta.
Michael Jackson . 
  
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