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Autore: Lorelei95    25/03/2011    1 recensioni
(Tratto dal manga Replica di Karakara Kemuri)
I pensieri di Call sul suo passato e sul suo presente.
Sulla desolazione dei suoi tristi ricordi e sul fastidio causato da Manji, con quel suo stupido comportamento.
La mia prima one-shot su questo manga che mi ha completamente stregato, con i suoi personaggi e le sue ambientazioni oniriche e irreali.
Spero di rendere giustizia alla storia o almeno al momento da cui è tratta questa ff, cioè alla fine del primo manga.
Se lo conoscete e se la storia vi comunicherà qualcosa sarebbe per me un piacere ricevere una anche piccola recensione.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loro, Io, Lui


Sono una bambola, creata da un inventore geniale.
Sono solo un giocattolo che prova emozioni e sentimenti, distorte rispetto ai parametri umani.
Non pensavo di agire in maniera crudele, non avrei mai sospettato che mio "padre" potesse essere un mostro, nascosto dietro ad una maschera grottesca.
Mi legavo alle persone e assorbivo le loro sofferenze, come mi era ordinato, senza riflettere sui motivi per cui ero costretto a farlo.
Vedevo i sorrisi di ringraziamento che mi rivolgevano, ma non mi sentivo rincuorato.
Rimanevo con il dolore che avevo strappato ai loro cari e con la certezza che nessuno mai si sarebbe preso cura di me.
In fondo cos'ero io, se non una macchina perfetta per far soldi?
Sul mio corpo comparivano i segni delle loro malattie e nessuno se ne preoccupava.
Un giorno però provai paura, odio e rabbia.
Un cocktail micidiale che non dimenticherò.
Scoprii che, per l'inventore, la vita di coloro che curavo non era altro che un gioco. Un gioco che terminava con la loro morte.
Poi quel circolo vizioso ricominciava, senza concludersi. 
Io soffrivo, loro venivano curati, io soffrivo ancora, loro morivano.
E non venivano uccisi rapidamente.
Il giocattolaio amava farli a pezzi, osservare rapito le fontane cremisi che sgorgavano dai loro arti mutilati.
Ma, per me, era troppo.
Era stato creato per salvare le persone eppure perché quelle morivano nel più atroce dei modi?
Nella mia stanza, ricolma di pupazzi abbandonati e lasciati a marcire, mi rannicchiavo spaventato.
Sapevo che, se non fossi scappato da quella prigione, non mi sarei mai affrancato da quell'uomo malvagio e perverso.

Ora che sono senza catene e libero di prendere le mie decisioni in completa autonomia, vengo bloccato e schernito da colui con cui ho realizzato il patto.
Lo ricordo sanguinante e sfinito, ma in forze per impedirmi di aiutarlo.
Io ho scelto Manji Akainu ma, nonostante questo, lui non si lascia curare da me.
E' impulsivo, sadico, stupido, forte, arrogante, fiero.
Non so cosa mi abbia spinto a sceglierlo.
Forse è stato il suo lato sensibile, quello che lo spinge a mettere la vita degli altri prima della sua, o la sua indole agguerrita, che non gli concede di essere secondo a nessuno.
Vorrei capire il suo comportamento, vorrei riuscire a leggerlo dentro, ma vedo solo un ammasso di sentimenti pulsanti.
E io forse, come bambola, non li comprenderò mai.
Sono certo di avere uno scopo, sono certo che esista un motivo per cui mi trovo qui, su questo mondo alla rovescia che assomiglia tanto ad un sogno.

Probabilmente la tua vicinanza, Manji, mi rende umano, perchè solo a causa tua sento questo mio organo dolere di sensazioni.
In lui si trovano le mie risposte, spero solo di essergli utile in altrettanto modo...



  
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