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Autore: Ran91    23/01/2006    5 recensioni
Dopo quel bacio i sentimenti di Tristan e Rory sono molti confusi... ma cosa succederebbe se le cose fossero andate diversamente? Se la verità fosse un'altra??? Ecco la giornata di Rory e Tristan dopo il loro primo bacio raccontata dai loro punti di vista.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quando cammino per i corridoi della Chilton…e come camminare solo perché sei obbligata a farlo e non perché lo vuoi

HURT…KISSES…AND LOVE

 

Rory

Quando cammino per i corridoi della Chilton…e come camminare solo perché sei obbligata a farlo e non perché lo vuoi. Ti senti talmente pesante, piena d’impegni che…vorresti non esistere.

Ma questa è solo la mia opinione e quindi tenerne conto sarebbe come non farlo.

Oggi mi sento particolarmente "pesante", più degli altri giorni. Forse è perché lui mi ha lasciata? Perché non ho saputo rispondere come voleva lui alla sua affermazione? Ma poi perché non ho risposto? Sarebbero state due parole facili da dire…e poi…io lo amavo, no? No? Non lo so più…

Vado al mio armadietto, uno su almeno duecento…troppi da contare…perfino per me.

La gente che mi passa di fianco, che mi scansa, che mi viene addosso…per me non esiste…

Poi lo vedo…eccolo…e lì. Ride e scherza con i suoi amici e fa finta che non sia successo nulla. Come se per lui non esistessi più. Questo mi rattrista. Forse più di Dean. Lo guardo come l’ho sempre trovato per tutto l’anno scolastico….perfetto. Gli occhi azzurri, i capelli biondi…morbidi…avrei voluto accarezzarli; i lineamenti duri e forti…virili. Un fisico che in molti avrebbero voluto…anche Dean…ne sono sicura.

Poi, d’un tratto, si gira. Mi fissa. I miei occhi nei suoi. Arrossisco perché capisco che mi ha scoperta guardarlo, esaminarlo…ammirarlo?

Ma non ha più importanza. Mi giro e faccio per andarmene ma davanti a me c’è Paris.

" ti devo chiedere una cosa" mi dice. Sa tutto! Penso. Lo so che a Paris piace Tristan. Non capisco come nessuno se ne accorga! Le scenate di gelosia, il modo in cui lo saluta…tutto in lei esprime amore per Tristan. E, per la prima volta, alla festa, avevo capito perché.

Non avevo mai visto un Tristan così indifeso, dolce, romantico…triste. Per una volta non lo vedevo come il classico ragazzo odioso ma come il mio ragazzo ideale. Scuoto la testa.

So che devo dimenticarlo. Lui, quel bacio…tutto!

Intanto Paris mi trascina nell’aula di chimica e io mi sento sempre più vicina alla morte…già lo so. Mi vorrà dire che…

" Rory! Ma mi ascolti? Incredibile! Io parlo e lei non mi ascolta…" mi rendo conto che Paris sta cominciando a blaterare. La fermo prima che sia troppo tardi.

" ci sono Paris! Dimmi quello che vuoi sapere!" mentre lo dico deglutisco. Mentalmente chiudo gli occhi e cerco di prepararmi psicologicamente a Paris.

" ecco…io…vorrei che tu mi facessi vedere i tuoi appunti…." Lo mormora. E mentre tiro un sospiro di sollievo so che per lei è imbarazzante chiedermi gli appunti quando vorrebbe che fosse il contrario. Le sorrido e non mi sforzo per farlo.

" certo Paris…eccoli" glieli porsi. E mi girai per uscire.

A quell’ora i corridoi erano quasi deserti a parte qualcuno che vuole fare appositamente tardi alle lezioni o ripassa all’ultimo momento. Ma questi non sono problemi miei. Io i miei compiti li ho fatti, sono preparatissima su qualsiasi argomento mi chiedano.

Alzo lo sguardo dal mio quaderno per guardare se non ci sia qualcuno davanti a me…su cui potrei andare a sbattere. E lo vedo di nuovo. È lì. Mi fissa ancora, come quella sera. Il battito cardiaco aumenta. All’improvviso le gambe mi tremano e sento il bisogno assurdo di allontanarmi da lui.

Improvvisamente si mette a camminare verso di me. Vuole parlarmi? Non può! Mi volto e scappo dall’altra parte. Entro in classe. Ma poi mi ricordo: siamo compagni di banco. Appare dietro di me. Sento il suo corpo dietro al mio e anche se non si toccano ne avverto la forza.

" Signor DuGrey, Signorina Gilmore…che piacere vedervi…grazie per averci onorato della vostra presenza…prego" ci fa segno di sederci ai nostri posti. Il professor Medina non sembra di cattivo umore come al solito…dev’essergli successo qualcosa di bello.

Durante la lezione non oso neanche spostare lo sguardo da un punto fisso davanti a me. Sarebbe pericoloso. Sento il suo sguardo su di me ma faccio finta di niente. Sono talmente distratta che non mi accorgo neanche che il prof. Fa un commento che fa ridere tutta la classe.

La pausa pranzo è il mio momento preferito in quella scuola. Posso stare per conto mio. Con il mio libro e il mio Walkman…mi siedo al mio solito tavolo vuoto e inizio a bere un po’ del mio latte. La cannuccia mi è appena arrivata alle labbra quando vedo un’ombra dietro di me. È lui. Non lo vedo ma lo percepisco.

" è occupato?" mi chiede con la sua solita voce strafottente anche se oggi mi sembra più dolce.

" no" mormoro scuotendo la testa. Lui si siede davanti a me. Io continuo a leggere e a mangiare come se niente fosse ma sento il suo sguardo fisso su di me. Poi rischio. Alzo lo sguardo. Faccio l’errore più grande della mia vita. Proprio mentre i suoi occhi fissano i miei mando al diavolo tutti: Dean, Paris…

" che c’è?" chiedo con tono neutro. Lui mi fissa ancora per un po’ e poi risponde.

" tu mi eviti. E per quello che è successo l’altra sera? Ma perché?" mi chiede mormorando. Non vuole che si sappia che l’ho rifiutato.

" perché?! Tu mi hai baciata quando mi ero appena lasciata con il mio ragazzo!" il mio sussurrò è un pò più forte del suo. Forse troppo. Alcune persone ci guardano.

" guarda che per baciarsi bisogna essere in due! E poi tu hai risposto al bacio! Perché non lo accetti e basta? Se mi hai baciato…se ci siamo baciati c’è stato un motivo, Rory!"

Rory. È una delle rare ( forse l’unica) volte che mi chiama per nome e sorrido. Un sorriso stupido che avrei dovuto tenere per me.

" ci siamo baciati per consolarci! Perché eravamo appena stati lasciati dai nostri rispettivi ragazzi!" cerco di giustificarmi con una bugia. Che altro posso fare?

Poi lo fa. Non so perché, so solo che quando lui mi prende per mano il tempo si ferma. Guardo la sua mano. Sulle nocche ha dei graffi, ma non ci faccio molto caso. Alzo lo sguardo su di lui e mi mostra i suoi denti bianchi e perfetti con un sorriso sarcastico.

" davvero quello che dici lo pensi? Non credo…io invece sono certo del fatto che anche tu sai quello che so io"

" e cioè?"

" siamo innamorati l’una dell’altra…" poi lo rifà. Mi bacia. E questa volta rispondo al bacio con più enfasi. Ci stacchiamo e non ci importa dei mille occhi che ci guardano.

" forse hai ragione…" mormoro e ora sono io a baciarlo. Questa volta , state certi, non scappo via piangendo.

 

 

 

Allora? Piaciuto? Bene…andate avanti per scoprire i pensieri di Tristan!

 

 

 

Tristan

 

Arrivo a scuola con la mia Jeep, come faccio tutte le mattine ormai da un anno. Preferivo gli anni passati quando mi accompagnavano a scuola con la limousine…comoda ed efficiente.

Mi allaccio la cravatta e mi avvio verso la scuola. Come mi aspettavo è ancora mezza vuota. E lei non c’è ancora.

Vado da George e ci salutiamo con il nostro saluto.

" ehi, amico, che c’è che non va? Ti vedo un po’ giù…" mi mormora in un orecchio. E mentre lo fa mi infila nel taschino del giubbotto qualcosa. So già cos’è. Gli sorrido.

Ero a pezzi. Due notti insonne, due notti passate a pensare a lei.

" grazie…"

" amico, vedi di riprenderti! Summer non era l’unica ragazza in circolazione!"

Lo so, vorrei dirgli, ma dopo sembrerei un altro Tristan…uno che non vorrei mai essere ma che purtroppo sono…un Tristan innamorato.

Vado fuori. Nel cortile della scuola e frugo nel mio taschino. La trovo. Alla Chilton è severamente vietato fumare ma è proprio per questo che la maggior parte degli studenti fuma.

Aspiro il fumo poi appoggio la testa al muro e chiudo gli occhi. Mi appaiono un paio di occhi blu, innocenti come non ne ho mai visti e un sorriso dolcissimo…vedo un viso d’angelo. Riapro subito gli occhi.

Sbatto lentamente, ma ripetutamente, la testa contro il muro. Così non va, non va proprio. Ci riprovo. Penso a Summer, a Nina, a Sarah…niente. Mi appare sempre lei. Con la sua pelle vellutata, bianca come il latte, senza imperfezioni, nel suo vestito blu che le fa risaltare gli occhi. Li riapro di nuovo e tiro un pugno al muro. Forte. Forse troppo forte. Guardo i graffi comparsi sulla mano. Impreco a bassa voce.

Non riesco a togliermi dalla testa quel dannato bacio. Ne ho baciate di ragazze, a centinaia, da quando avevo 3 anni! Come può ora, una stupida ragazzina nata in un a cittadina di provincia, farmi provare tutto questo? Lo so già che non è dall’altra sera che me lo domando ma da quando mi sono innamorato di lei, alcuni mesi fa. Spalanco gli occhi. L’ho detto, l’ho ammesso. La amo. La voglio, la desidero. L’ho sempre fatto. Sorrido quando ripenso al suo ragazzo…che idiota! L’ha lasciata…a me… peggio per lui. Non finisco la mia sigaretta. La butto e la calpesto. Guardo l’orologio. Sono in orario. Ma poi ricordo che a quell’ora arriva lei.

Ritorno da George. Insieme a lui ci sono anche Art e Mason. Li saluto con un cenno del capo. Poi mi appoggio al muro in attesa di vederla. Ogni tanto George mi parla e io annuisco distratto, poi lo sento mormorare qualcosa su Summer. Sorrido a quella imprecisione. Non è per lei che sono distratto.

Ecco, la vedo arriva come sempre come se fosse un’estranea alla Chilton…un pesce fuor d’acqua! La guardo, la fisso, i miei occhi non si muovono da lei finché lei finalmente, non alza lo sguardo. I suoi azzurrissimi mi guardano. Imbarazzati, disorientati, spaventati…felici? Non lo so. So solo che stamattina è più bella che mai. I suoi capelli sono sciolti e mi viene voglia di accarezzarli pensando alla loro morbidezza.

Guardo mentre Paris la trascina via. Osservo ancora il suo sguardo spaventato ma poi sorrido rendendomi conto che lo è per colpa di Paris. Anche a me metteva un certa inquietudine a volte; comunque sapevo di piacerle. Paris cercava di non darlo a vedere ma era così ovvio…non immagino neanche di mettermi con lei. La conosco da troppo tempo e poi a me piace un’altra…

Eccole. Escono fuori dall’aula dove si erano rintanate e Paris corre via. Rory è ancora lì davanti alla porta che guarda qualcosa sul suo quaderno.

So che si sente osservata. Infatti alza lo sguardo e i nostri occhi si incontrano ancora. Le sorrido, anche se impercettibilmente. E poi mi decido. Voglio parlarle. Faccio appena due passi ma lei capisce e, spaventata, si volta e va in classe.

Sorrido sotto i baffi. Sono sicuro che si è dimenticata che siamo in classe insieme. Si blocca proprio sulla soglia della porta e io dietro di lei. Sento il suo profumo. Non è Chanel o Armani…è un semplice profumo alla pesca…ma penso che sia buonissimo…e dolcissimo…proprio come lei.

Si fa avanti per entrare in classe. Il professor Medina ci prega di sederci. Mi siedo come sempre di fianco a lei, per osservarla meglio. Passa un buon quarto d’ora, ne sono quasi sicuro, ma poi il prof mi richiama.

" Signor DuGrey, la signorina Gilmore è così bella che merita più di Shakspeare?"

Si, vorrei rispondere ma non lo faccio sapendo che ci umilierei, sia me che lei. Sto zitto e rido insieme a tutta la classe. Per fortuna lei non sembra essersene accorta.

Quando suona la campanella del pranzo mi dirigo il più convinto possibile al suo tavolo ma qualcuno mi afferra un braccio. Mi volto scocciato e lo sono ancora di più quando vedo Summer davanti a me.

" che vuoi?" le chiedo aspro. Non mi interessa più. Anzi, sono contento che mi abbia lasciato se no avrei dovuto farlo io. Lei mi fa gli occhi dolci ma io non cambio espressione. Lei non si arrende.

" ciao Tristan…senti…io mi sono pentita perciò che ho fatto l’altra sera…in realtà ero un po’ ubriaca…è per quello che ti ho detto quelle cose…ma non le pensavo…davvero!" cerca di essere sincera. Ma ora mi rendo conto che non lo è mai stata. Le rispondo freddo. Non m’importa più di lei.

" perciò ti piaccio ancora? Bè…Summer…ho una brutta notizia per te…a me non interessi più…ciao"

me ne vado. Sapendo di averla trattata male almeno quanto lei ha fatto con me. Sono soddisfatto.

Vado in mensa e la vedo lì, come tutti i giorni. Da sola. Con il suo Walkman e il suo libro della settimana.

" è occupato?" le chiede tirando fuori la mia voce più calda. La vedo arrossire e mormorare un risposta negativa. Mi siedo senza troppi complimenti. Continuo a guardarla mentre legge e mangia. Poi, dopo un po’, lei alza lo sguardo e mi chiede cosa voglia. La fissa ancora poi le rispondo.

" tu mi eviti" dico semplicemente. Aggiungo anche se è per il bacio. So già la risposta ma la voglio sentire. Lei mi guarda in modo strano. Come se dicessi delle cose ovvie. Poi mi accusa di averla baciata a tradimento. Questa volta sono io a guardarla in modo strano.

" ci si bacia in due!" le dico. E poi dico sul nome. Mi pare sia la prima volta che lo faccio. O meglio. È la prima volta che esce dalle mie labbra ma nella mia testa l'ho detto un sacco di volte. Noto alcuni ragazzi che ci guardano. Li snobbo facilmente concentrandomi su di lei. Le dico che se ci siamo baciati è stato per un motivo!

" lo abbiamo fatto per consolarci!" mi dice. La guardo sorpreso. Quasi sorridendo sarcasticamente. È un bugia. Un bugia bella e buona. E lo sa anche lei. Ne sono certo. Le prendo la mano e la sento fragile e insicura nella mia.

" ne sei sicura? Sei davvero convinta di quello che dici? Io ho un’altra teoria…noi due ci amiamo" le dico prima di baciarla ancora. Come l’altra sera.

Non mi aspettavo uno schiaffo ma di certo non una risposta così vivace da parte sua! Ci stacchiamo. Guardo con la coda dell’occhio intorno a noi. Tutti ci guardano. Ma è solo per pochi secondi perché mi concentro di nuovo su di lei.

" forse hai ragione…" mormora. E ora è lei a baciarmi. Sono contento che questa volta non sia scappata via piangendo. Almeno non mi pongo il problema di averle morso le labbra!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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