L’ambiguità di uno sguardo color del mare in burrasca riuscì a togliermi il respiro, a mozzarmi il fiato. Incapace di sopravvivere a quello sconvolgimento, mi ritrovai naufrago in un oceano sconosciuto.
Vederla ridere, scherzare con quella punta di cattiveria che mi faceva sanguinare il cuore era uno strazio infinito, che lentamente mi sommergeva, un dolore che infiammava i mie polmoni stanchi.
Rivolgerle la parola, scatenare un suo sorriso, attirare la sua attenzione era un dolcissimo balsamo, un veleno assuefacente, una droga che leniva le mie sofferenze.
La sua assenza, la mancanza dei suoi bellissimi occhi mi uccideva, il vago profumo speziato di mandorle, il baluginare dei suoi denti, il suono della sua voce, la sua sola presenza era in grado di resuscitarmi più e più volte.
Sorridevo pensando che persino la sua essenza era un’arma mortale, capace di soggiogare chiunque: odorava di mandorle, lo stesso profumo del cianuro.
Nonostante questo non potevo vivere senza di lei, senza i suoi occhi color del mare in burrasca.