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Autore: Nilheym    27/03/2011    2 recensioni
Questo è più o meno l'estratto da un racconto che non sono mai riuscita a terminare. L'ho scritto quando avevo una gigantesca ed abnorme cotta per Reno.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Reno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Camminavo ormai da così tanto su quell'immensa distesa di sabbia, che quasi non mi accorsi che non ero la sola in spiaggia. Un movimento quasi impercettibile si fece notare al limite del mio campo visivo, facendomi voltare. Riconobbi subito Reno, immerso nell'acqua fino alle ginocchia, senza tunica, voltato di schiena, i capelli lievemente mossi dalla brezza estiva. Mi sembrò ancora più bello del solito, coi raggi di sole che incendiavano più del normale i suoi capelli rossi e che creava delle ombre d'effetto sul suo fisico scolpito. Sembrava non accorgersi della mia presenza: a me stava più che bene. Rimasi qualche altro minuto ad osservarlo e poi, scrollando il capo per riscuotermi, mi allontanai cercando di non farmi notare. Non capivo nemmeno io perchè lo stessi facendo; per me ogni occasione era buona per parlargli, ma in quel momento lui era talmente bello, così avvolto da quella strana e angelica luce, che temevo che quella bellezza sarebbe svanita se si fosse voltato. Feci un'altro paio di cauti passi indietro, finché non ebbi l'imbranataggine di inciampare in un piccolo sasso e di cadere con un gemito. Reno si voltò di scatto e cercai di non guardarlo.
Ecco, l'incanto è spezzato pensai, seccata e imbarazzata, mentre mi rialzavo. Quando ebbi il coraggio di tornare a posare lo sguardo su di lui, notai che lui non s'era mosso, sebbene mi stesse fissando, ma che le mie previsioni si erano rivelate del tutto inesatte. Con quel suo viso dolce illuminato da un poco di stupore, mi sembrava ancor più bello; il volto era per metà adombrato dai capelli che ormai si erano allungati a coprire anche gli occhi, ma quelli splendevano così tanto che era impossibile oscurarli completamente; i tagli ai lati del viso però non si vedevano da lontano, sembravano quasi un bizzarro prolungamento dei capelli, come mi erano sembrati i primi tempi, finché non avevo avuto abbastanza coraggio da avvicinarlo. Le sue labbra si incurvarono in un sorriso e sperai che rimanesse così per sempre: il mare, il crepuscolo e lui, con quel sorriso così meraviglioso che lo faceva sembrare un'angelo sceso direttamente dal paradiso.
Con la testa mi fece cenno di avvicinarmi e per un'attimo rimasi incerta a fissarlo. Dovevo? Senza dare risposta a quella domanda, mi mossi lentamente e, come in un sogno, mi avvicinai lentamente a lui, i piedi nudi che affondavano nella sabbia calda. Quando raggiunsi l'acqua rabbrividii lievemente, ma non mi fermai, senza neanche pensare a raccogliere la veste per evitare che si bagnasse. Solo quando fui davanti a lui mi accorsi di non averlo mai visto a torso nudo. Evitai di guardarlo, sicura che, quando l'avessi fatto, sarei diventata più rossa del disco del sole. Tenni il capo chinato, mentre lui mi osservava in silenzio. Dopo un paio di secondi riportò il suo sguardo sul sole calante.
- Bello il tramonto vero? -
- Hm. - Non ebbi il coraggio di spiccicar nemmeno un monosillabo, per paura di sentire la mia voce tremare: l'emozione era troppa. Alzai lo sguardo sull'orizzonte ed ebbi tutto il tempo di accertarmi che la sua affermazione era decisamente adatta. Era una settimana che ci trovavamo in quel luogo, eppure non ero mai scesa in spiaggia, né tantomeno avevo osservato il sole tramontare. Ed era stato un vero peccato, perchè, come aveva detto Reno, il tramonto era bellissimo. Il sole era d'un rosso accecante, appoggiato sulla linea dell'orizzonte e che lentamente calava, quasi impercettibilmente, ma senza mai fermarsi, illuminando coi suoi ultimi raggi le nuvole vicine e il mare, che brillava di riflessi accecanti, ma bellissimi. Sulla sabbia si allungavano le ombre ove vi erano delle buche. Per un'attimo, lo spettacolo della natura mi fece dimenticare di non essere sola, ma appena voltai lo sguardo e mi ritrovai a guardare Reno, tornai a fissare di scatto il sole, sentendomi le orecchie in fiamme. In quell'occasione capii uno dei vantaggi di quell'incantesimo che nascondeva le asperità delle mie orecchie. - E pensare che gli abitanti di questa terra ci sono così abituati che non si fermano mai ad ammirare simili tramonti. Se solo lo facessero, potrebbero quasi dimenticarsi della guerra e ritrovarvi la speranza - mormorò Reno, più a sé stesso che a me. Mi ritrovai nuovamente d'accordo con lui. Una così bella manifestazione della natura aveva il potere di farti dimenticare la guerra e di farti sperare in un futuro migliore. Inoltre un simile panorama dava un motivo in più per combattere: finché quella terra fosse stata libera, nessuno avrebbe potuto portare morte e distruzione e intaccare quel luogo di struggente bellezza.
Reno si voltò e mi fissò. - Non sei d'accordo? - Anuii, sempre senza fissarlo e lui sorrise. Osservai il sole calare sempre di più, fino a che più della metà del disco non fu più visibile. A quel punto Reno si scosse e si stiracchiò, alzando le braccia al cielo e allungandosi. Sospirò.
- Beh, io non so te, ma sono cotto dal caldo, quindi mi butto. Vieni con me? - chiese, allegramente. Negli ultimi tempi, poche volte l'avevo visto così gioioso, e mi sembrò una follia dir di no. Ma non ero certo in condizioni.
- Come? Così? - chiesi, perplessa, accennando alla lunga veste.
- Eddai, che ti cambia? Tanto dovrai pur cambiarti dopo, no? - insisté lui.
Aveva ragione. Eppure la mia timidezza nei suoi confronti continuava a prevalere.
- No... Sul serio... Non... - Uno schizzo d'acqua improvviso mi fece trasalire e fissai Reno, con una sorta di muta indignazione.
- Reno! - esclamai, cercando di evitare un secondo schizzo.
- Non ti diverti mai, e forse in futuro non ci sarà data la possibilità di farlo così spesso, quindi tanto vale farlo ora - esclamò lui, con un sorriso. Mi schizzò di nuovo e stavolta mi trovò pronta. Lasciai andare il vestito, che cadde a pelo sull'acqua, per poi bagnarsi lentamente e toccare il fondo. Mi chinai e, mettendo le mani a coppa, le mossi in avanti, cercando di schizzare il ragazzo, che rise e ricominciò, con più entusiasmo di prima. In pochi attimi mi ritrovai a ridere, bagnata più o meno ovunque, e la tensione accumulata in quei mesi svanì lentamente. Reno aveva ragione. Forse in futuro non avremmo mai più potuto avere quegli attimi gioiosi in cui si dimenticava tutto. Per quei brevi istanti, mi dimenticai della guerra, della morte, del sangue, e di tutto. C'eravamo solo noi due, quel paradiso terrestre e quel gioco da bambini, che però mi faceva sorridere come non facevo da tempo. Sperai che il tempo si fermasse e quel momento durasse un'eternità. Era un sogno.
Continuammo a schizzarci a vicenda, finchè, stanchi di stare piegati sull'acqua, ci fermammo entrambi, scoppiando a ridere. Gettai la testa indietro, felice dopo tanto, ma nel farlo persi l'equilibrio e con un gridolino caddi all'indietro. Quando mi ritrovai a sedere nell'acqua, per un'attimo rimasi sorpresa, così come Reno. Poi scoppiai nuovamente a ridere e il ragazzo riprese con me, le lacrime agli occhi dalle risate. Quando si fu calmato, si avvicinò e mi tese la mano. L'afferrai con decisione e, con altrettanta foga, mi tirai in piedi. Quella pazza allegria, sparì in un'attimo, sostituita da un'enorme imbarazzo per la minima distanza che mi divideva dal giovane. Mi sentii avvampare quando notai che, sebbene fossi perfettamente in grado di reggermi sulle mie gambe, lui non accennava a mollare la mia mano. La stringeva con delicatezza, ma la presa era, allo stesso tempo, salda. Mi sentii improvvisamente confusa, la mia testa non ragionava con lucidità e sembrava avvolta dalla nebbia. Il mio cuore prese a battere a mille ed ebbi paura che anche lui potesse udire il suo battito impazzito contro il mio petto. Sentivo il suo sguardo fisso su di me, ma non osavo alzare la testa per incrociarlo. Fu lui a farlo per me, prendendomi il mento fra le mani e alzandomi dolcemente il capo. In quel momento non seppi dire se sarebbe stato più facile fissare il sole o distogliere lo sguardo da quei lembi di cielo blu.
Eravamo talmente vicini che sentivo il suo respiro sul volto, che a contatto con la mia pelle, sembrava più caldo di mille fiamme. Il suo sguardo però mi ipnotizzava; non avevo chiaro controllo dei miei pensieri in quel momento, non riuscivo nemmeno a decifrare chiaramente le mie stesse emozioni. La sua mano lasciò la mia e mi accarezzò il volto. Nei suoi occhi apparve una scintilla di tenerezza che non avrei mai pensato di vederci, tanto meno per me. Certo, era un sogno fattosi realtà quello, ma mai mi sarei aspettata che si realizzasse. Lui, sempre così disinteressato a qualsiasi cosa riguardasse l'amore, sembrava quasi non essere reale in quel contesto.
Per non parlar di me poi; tutti i ragazzi conosciuti fino a quel momento, mi consideravano più un'arma, una carta vincente per la guerra che ormai distruggeva la mia vita, e non una ragazza, con inevitabili fantasticherie romantiche su principi azzurri... e nessuno era mai sembrato interessato a me in quel secondo senso, o almeno, non seriamente. Così avevo smesso di pensarci.
Ma ora che le sue mani mi accarezzavano il volto, mi sembrò di aver già vissuto quel momento, mille e più volte.
In un sogno però pensai, sentendo piccoli brividi risalire lungo la mia schiena. Questa invece è la realtà.
Mi sembrò che fosse passata un'eternità da quell'istante, ma quando lui si chinò su di me, socchiusi gli occhi e sentii le sue labbra premere sulle mie, in un bacio infinitamente dolce, che nemmeno nei miei sogni più belli sarebbe potuto essere così bello. Il mio primo bacio però; non avevo idea di come comportarmi, cosa fare... rimasi inerte, le braccia abbandonate lungo i fianchi, irrigidite dalla sorpresa e dall'incapacità di pensare lucidamente. Solo quando si scostò da me, la mia mente tornò lucida e ripresi a respirare. Non mi ero nemmeno accorta di aver trattenuto il fiato, ma quando l'aria tornò a gonfiarmi i polmoni, mi sembrò quasi gelida. Per un momento rimasi immobile, senza riuscire a capire cosa provavo. Ero semplicemente confusa, e anche quando alzai lo sguardo sul suo volto, non capii esattamente cosa provavo. Sentivo solo il mio cuore che continuava a battere come impazzito e i suoi occhi su di me. Tum tum, tum tum... Lui però sorrideva, e mi persi ancora una volta nel suo sguardo. La sua mano tornò a stringere per un'attimo la mia, poi la lasciò. Quando si voltò e si avviò verso il castello, rimasi lì ferma, ad osservarlo allontanarsi, senza riuscire a muovere un muscolo. Il sole ormai era tramontato.
   
 
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