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Autore: evilangel    30/03/2011    0 recensioni
Una ragazza appare in un mondo di cui non conosce assolutamente nulla: il mondo degli elfi, elfi guerrieri. Rubi non appartiene a questo mondo ma sarà lei, un'umana, a salvarlo dall'attacco degli orchi.
P.s. Ho finalmente trovato il nome per questa storia
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Senza sapere come…

 

Era buio, tutto buio, tutto estremamente buio… Non c’era tempo, né spazio. Sembrava quasi… un sogno. Un sogno molto strano certo, ma non sembrava reale. Non vedeva nulla, non sentiva nulla, nemmeno il suono del suo stesso respiro, nemmeno la sua voce che implorava aiuto. Ma dove diavolo era finita?
L’unica cosa che si ricordava era il suo nome: Rubi… Solo questo. Tutto della sua vita passata era sparito in quel mondo così oscuro, da cui non si poteva uscire. Non sapeva da quanto tempo era lì. Forse pochi istanti, giorni, mesi, anni…
Si sentiva oppressa da quell’assenza di pareti, di un pavimento su cui stare. Provò ad urlare, ma le sue orecchie non captarono alcun suono. Urlò ancora più forte ma non successe niente. Si rannicchiò a terra, cingendosi le gambe con le braccia, e cominciò a piangere. Nemmeno il suono delle sue lacrime, dei suoi singhiozzi si sentivano. Non sarebbe più uscita da lì. Chissà se avrebbe mai rivisto la luce del sole, quel sole così bello e splendente che le piaceva tanto. Si, questo se lo ricordava e man mano riaffiorarono altri piccoli ricordi: le piaceva stare all’aperto, aiutare le persone, s’impegnava sempre in quello che faceva, adorava l’estate e proprio non sopportava l’inverno, in cui tutto si spegne e diventa grigio, le piaceva molto la cioccolata…
Ma tutto questo non le sarebbe più servito, se fosse rimasta lì. La sua vita passata avrebbe solo potuto farla stare ancora più male. Sembrava intrappolata da tanto di quel tempo…
L’unico suo pensiero ora era scappare da quella prigione d’oscurità, andare via da quel luogo che le imponeva una tristezza che non era da lei.
<< Voglio andare via >> sussurrò, << Ritornare a vedere la luce del sole >>. Strabuzzò gli occhi: aveva sentito la sua voce, dolce e delicata, ma davvero triste e malinconica. Si alzò si scatto.
<< Voglio rivedere la luce del sole >> ripetè. Sentì il suolo sotto i piedi.
<< Voglio scappare da qui! Ritornare a vivere! >> urlò e la sua voce si sentì forte e chiara. Voleva tornare a vivere, perché quella non era vita….
Un lampo di luce bianca e svenne…
 
 
<< Ehi, tutto bene? Come stai? >>
<< Eh? Co-cosa è successo? >>
<< Non lo so. Eri qui per terra, svenuta >>.
Si ricordò cos’era successo. Si guardò attorno, felice di poter di nuovo ammirare la luce del sole. Si trovava in uno spiazzo d’erba secca al centro di una folta foresta.
<< Ma… ma dove sono? >>
<< Nella Foresta dei Venti dell’Ovest >> rispose il ragazzo che le stava accanto, << Ma che ci fai qui? >>
<< N-non lo so… >>
<< Come? >>
<< Cioè… non lo so… >>
<< Wow, spiegazione interessante >>.
Rubi osservò meglio il ragazzo che l’aveva trovata. Era alto, decisamente bello, con i capelli biondi, occhi verdi, pelle chiara e candida e delle leggere lentiggini sulle guance. Poi un dettaglio la sconvolse: le orecchie… erano a punta. Ma chi era? O meglio, che cos’era? E poi, questa Foresta dei Venti dell’Ovest non l’aveva mai sentita e… che nome strano.
Il ragazzo l’aiutò a rialzarsi.
 Lei barcollò leggermente e poi chiese un po’ titubante: << Come ti chiami? >>
<< Josh >>
<< Come? >>. “Josh” le sembrava un nome troppo normale per una persona… con le orecchie a punta.
<< Josh >> ripetè, << e tu? >>
<< Rubi >>
<< Rubi? Mmh… bel nome. Ma come sei arrivata qui? >>
<< Io… non lo so… >>
<< Scusami, ma cosa sai tu? >>
<< Bhe… prima ero in un posto buio e non riuscivo a d uscire. Poi ho visto un lampo di luce e… mi sono ritrovata qui >>. Non aveva considerato che effetto avrebbe potuto fare quella breve spiegazione a Josh.
<< Un posto buio? Un lampo di luce? >> chiese sbalordito
<< Si, cioè… io so solo questo. Posso farti una domanda ora? >>
<< Certo >>
<< Che cosa… che cosa sei tu? >> chiese timidamente
<< Come che cosa sono io? Ma da che razza di mondo vieni? >>
Rubi si guardò attorno. Il cielo era sgombro da ogni nuvola e il sole splendeva trionfante; sugli alberi, grossi e rigogliosi, crescevano dei frutti molto simili a albicocche e mele… azzurre; alti nel cielo volavano uccelli che non aveva mai visto: erano simili agli aironi, ma con un piumaggio più luminoso e dei lunghi nastri argentei come coda.
Il suo sguardo si soffermò sul ragazzo: indossava dei pinocchietti marroni, una camicia bianca un po’ consumata, portava una striscia di cuoio sulla fronte e con se aveva arco e frecce.
<< Di certo non da questo >> rispose Rubi. Il ragazzo la fisso un attimo, poi la prese per una mano e cominciò a correre.
<< Ehi! Ma dove stiamo andando? E vuoi rispondere alla mia domanda? >>
<< Tranquilla, vieni con me. Io sono un elfo. Sai cosa sono gli elfi, vero? >>
<< S-si >> rispose Rubi. Un elfo… per lei gli elfi esistevano solo nelle fiabe, ma tanto quello per lei era solo un sogno.
Corsero per circa una decina di minuti e poi si fermarono davanti a delle mura di pietra. Josh poggiò una mano sulla roccia. Su questa apparvero sottili strisce di luce che delineavano una porta, che pochi istanti dopo apparve. Josh la aprì e subito della musica e molte voci giunsero alle orecchie dei due. Rubi lo guardò stupefatta, ma lui continuò a camminare.
<< Questo è il mio villaggio >> spiegò, << Kajar >>
<< Kajar? >>
<< Si >>
Rubi si guardò un po’ attorno. In effetti, si trovavano proprio in un villaggio, con case, orti, fontane, pozzi, piccole botteghe e tutto il resto. I bambini giocavano per strada, mentre le mamme li osservavano da dietro alla finestra (che non aveva vetri) intanto che facevano il pane; elfi con strani strumenti musicali scorrazzavano per le vie, inondandole di un’atmosfera serena e accogliente; alcune donne stavano cingendo l’acqua dal pozzo; alcuni uomini erano di ritorno con ceste di frutta e il risultato della loro breve caccia mattutina, tra cui molti aironi.
<< Josh, ma dove stiamo andando? >>
<< Lo scoprirai presto >> le rispose, facendole un gran sorriso.
Camminarono per un altro paio di minuti, finché Josh non si fermò davanti ad una grande casa dal tetto non di foglie, fango e paglia, come le altre, ma di mattonelle dello stesso colore del cielo. Bussò.
<< Avanti >> rispose una voce maschile da dentro la casa.
<< Buongiorno, Takka >> salutò Josh entrando
<< ‘Giorno, ragazzo. Qual buon vento ti porta qui? >>. L’uomo era seduto ad una vecchia scrivania e stava scrivendo su delle pergamene. Rubi cercò di leggere qualcosa, ma… non ci capiva niente!
<< Lei >> rispose serio Josh, rivolgendo uno sguardo a Rubi, che subito cominciò ad arrossire leggermente.
<< Lei? >> chiese Takka
<< Si, lei non è un elfo e non appartiene a questo mondo >>.
Takka si alzò dalla sedia e si avvicinò. Le guardò le orecchie, che non erano a punta, e la carnagione, non candida come quella di Josh o di qualsiasi altro elfo. Rubi notò che anche Takka non aveva le orecchie a punta e la carnagione era uguale alla sua.
<< Ti ricordi qualcosa del tuo passato, signorina? >>
<< Solo il mio nome >>
<< Sarebbe? >>
<< Rubi >>
<< Mmh… Rubi. Hai un posto dove stare, Rubi? >>
<< N-no, in verità no >>
<< Puoi stare qui, al villaggio >>
<< Grazie >> ringraziò Rubi con un lieve sorriso. Josh e Rubi uscirono da quella casa.
<< Puoi stare a casa mia, se vuoi >> propose Josh appena giunti fuori
<< Oh, grazie. Tanto non so nemmeno in che altro posto potrei andare. Ma chi era quell’uomo? Perché è un uomo, giusto? >>
<< Lui è Takka e hai ragione, lui è un uomo. È il fondatore del villaggio >>
<< Ma allora perché Kajar è abitato da elfi? >>
<< Perché… ehm… >>
<< Cosa? >> chiese Rubi curiosa
<< Perché in questo mondo non esistono gli umani >>
<< Come no? Ma allora… >>
<< Anche lui è arrivato qui come te, dal nulla. Nemmeno lui si ricorda nulla della sua vita passata >>
<< Ma perché sono qui? >>
<< Vieni a casa mia, che ti spiego tutto >> rispose Josh serio, ma poi sfoggiò un sorriso raggiante. La condusse in un a casa abbastanza grande, uguale a tutte le altre del villaggio. In casa c’erano solo loro.
<< Mio padre è a caccia. Ritornerà presto >> disse Josh, notando Rubi che si chiedeva il perché di una casa così grande per una persona sola.
Si sedettero attorno ad un tavolo di legno.
<< Vedi, questo mondo è abitato prevalentemente da elfi e… orchi >> spiegò Josh
<< O-orchi? >> esclamò Rubi con leggero disgusto
<< Si, orchi. Gli elfi e gli orchi sono sempre vissuti in luoghi diversi, mondi -per così dire- diversi. Ma già da un po’ di anni, gli orchi stanno attaccando i territori degli elfi perché sono così tanti che il loro territorio non basta più e stanno cercando di prendere il nostro >>
<< E io cosa centro, scusa? >>
<< Bhe, c’è una leggenda che dice che un umano sarebbe arrivato nel nostro mondo e salvato gli elfi, rispedendo gli orchi che ora invadono i nostri territori nel loro mondo, al di là del muro >>
<< M-ma ci dev’essere un errore… io non so nulla di sp-spade o a-archi >>
<< Tranquilla, imparerai >> cercò di tranquillizzarla Josh.
Non ci poteva credere, perché era praticamente impossibile! Lei malapena sapeva reggerla una spada. E poi perché proprio lei? Ma i suoi pensieri furono interrotti da rochi urli di battaglia in lontananza e il rumore metallico di spade e asce, che cercavano di sfondare le mura del villaggio.
<< Orchi >> sussurrò, o meglio, ringhiò Josh, ma Rubi aveva già capito.
<< O-orchi? >>
<< Si, stanno attaccando Kajar>>

   
 
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