<<
E hai sentito dolore? >>
<<
No, o meglio non per molto, tutto è diventato buio per un
attimo.
Poi ho visto te. E tu? Tu hai sofferto quando è successo? Mi
avevano
detto che... >>
<<
A dire il vero, non ho voglia di parlarne >> rispose
sorridendo.
<<
E' solo che... Beh mi sono sempre chiesta se avessi potuto fare di
più, se avessi fatto in tempo forse... >>
<< "Forse",
"ma" bla bla bla >> sorrise di nuovo <<
Buff
tesoro, siamo qui ormai. Non avresti solo voglia di guardare questa
meraviglia in silenzio? >>.
Buffy,
sdraiata su qualcosa di morbido molto simile ad un prato,
voltò la
testa e guardò davanti a sè. Provò a
mettersi una mano sul viso,
ma sentì una sensazione strana, era come se si trovasse
lì davvero,
viva com'era sempre stata da quando era nata e allo stesso tempo come
se in realtà non ci fosse, non esistesse. Tuttavia i suoi
pensieri,
le sue sensazioni erano rimaste, percettibili in ogni istante.
<<
Cosa siamo ora? >>
<< Energia, spirito, luce, credo un
insieme di queste cose >>
<< Il dolore, l'angoscia, la
violenza, non appartengono a questo posto, non è vero?
>>
<<
Qui sei al sicuro Buffy >>
<<
Gli altri stanno bene, lo sento >>
<<
Loro staranno bene >>
<<
Da quanto tempo siamo qui? >>.
Buffy
non ricevette risposta. Si alzò e rimase seduta a guardarsi
intorno.
Il tempo sembrava scorrere molto velocemente, le emozioni le
attraversavano il corpo, o quello che ne era rimasto, la sua anima,
con un'intensità tale da non lasciarle respiro.
<<
E' incredibile >>
<<
E' meraviglioso vero? >>
<<
E' tutto ciò che ho sempre desiderato. Forse è
per questo che
lottavo, per questo che veniamo scelte, per questo, non per la Terra,
non per salvare il mondo. Io rimarrò qui, per sempre
>>.
Sorrise,
sorrise come non aveva mai fatto. Non sapeva se ci fosse qualcosa che
doveva fare anche lì, o semplicemente sorridere di quello
che
finalmente era riuscita ad ottenere.
La morte, il suo dono, il suo
sacrificio, il suo amore, la sua vita. Niente era stato sprecato,
niente di quel salto nel vuoto era andato perso.
Vide
un piccolo ruscello dove una ragazza dai capelli color ebano tenendo
la sua veste bianca per non bagnarla, faceva piccoli cerchi
nell'acqua con le sue esili dita. Buffy si avvicinò senza
dire
niente e si sporse per vedere il suo riflesso. Non ne era certa, ma
le sembrò il suo viso. Tutto parve strano, confuso, per un
attimo il
suo solito volto, quello dopo vide solo un'accecante luce bianca.
<<
Mamma, vieni a vedere >>.
Joyce, che era rimasta sempre
accanto a lei, camminò lentamente verso sua figlia, senza
preoccuparsi del tempo, avrebbe potuto metterci anche
un'eternità,
lì non c'era nessuna fretta.
<<
Sono io mamma? >>
<<
Sei tu bambina mia >>
<< Mi sembra... Questo è il
paradiso >>.
Trascorsero
attimi interminabili, sembravano passati anni, decenni o forse molto
di più. Tutto era puro e semplice, niente sangue, niente
lotte, solo
quell'estrema pace da sempre cercata e mai trovata. Ora era
lì, lei
poteva sentirlo, niente e nessuno poteva impedirle di sentire tutto
questo.
<<
Nooo! >>
<<
Buffy! >>
<< No, non voglio >>
<<
La tua luce Buffy, non vedo la tua luce >>
<<
Mamma, tienimi qui ti prego >>
<<
E' Willow, lei non sa, lei non lo può sapere >>
<< Tu
devi tenermi qui, con te, ti prego >>
<<
Forse non è davvero il momento bambina mia >>
<< No,
no io devo restare qui, mamma ti prego, bisogna impedirlo
>>.
Buffy
si sentì per la prima volta da quando si trovava
lì persa e
insicura, fragile, completamente indifesa. Una voce lontana, la voce
di una donna irruppe nel vuoto di quel posto sconosciuto al mondo.
<<
Tu ora, appartieni al mondo, di nuovo >>
<< NO! Io non
posso, io voglio rimanere qui, non posso andarmene ora >>
<<
Sei stata richiamata dai tuoi amici, tornerai com'è stato
deciso >>.
Lo
sguardo sereno di Buffy si perse nel vuoto, una lacrima le scese
sulla guancia, sua madre le prese la mano per l'ultima volta
finchè
non la vide più, sentì solo le sue parole
rimbombare lontano.
<<
Ti voglio bene bambina mia, sii forte, tornerai >>
<<
Mamma, non voglio >> pianse Buffy.
Gridò
di nuovo, sentì del dolore, si stava riappropriando del suo
corpo.
Prima di riaprire gli occhi sentì flebili le parole di
Joyce.
<<
Li perdonerai. E' il tuo dono >>.