Titolo: Blind Note: Fanfic
nata perché ho un mucchio di roba da fare, volevo iniziare a
scrivere qualcosa su Madoka Magica, etc, etc... non è NULLA
di originale, è solo una scena dell'anime che ho voluto
scrivere da un punto di vista introspettivo - quello di Madoka, in
questo caso. Quindi bah : D Disclaimer: Quelle
povere disgraziate e quel bel pezzo di gnocco di Kyuubey non mi
appartengono!
Personaggi: Madoka,
Homura.
Pairing: none.
Rating: Verde,
Genere: Angst,
introspettivo.
Avvertimenti: One-shot.
Blind
Le
gocce di pioggia erano fredde contro il suo viso, solcavano la pelle
lasciando
dietro di loro una scia e si nascondevano velocemente dentro i tagli
che aveva
in volto, prima che potessero cadere ed infrangersi contro la
superficie
dell'acqua in cui lei e Homura erano immerse.
C'era
silenzio per la prima volta dopo quella notte e nell'aria sembrava si
stesse
propagando una falsa quiete che, Madoka lo sapeva, non sarebbe durata
poi
molto.
Perché
avevano lottato invano.
Perché
anche se avevano sconfitto la Notte di Walpurgis, erano comunque
rimaste loro
due.
Ed
erano entrambe stremate, come le loro Soul Gem – ormai
corrotte ed impure, che
presto sarebbero diventate Grief Seed e le avrebbero trascinate in un
oblio,
risucchiate per sempre in un mondo in cui avrebbero saputo solo
provocare
dolore. Streghe per sempre, finché non fosse arrivata
un'altra Ragazza Magica
più potente di loro e le avrebbe sconfitte... e poi si
sarebbe ripetuto tutto.
Il serpente avrebbe continuato a mordersi la coda
fintantoché avesse avuto la
testa per poterlo fare. Per fermare quell'infinita catena di dolore e
sofferenza che aveva – ed avrebbe – portato solo
molte lacrime e distruzione,
avrebbero dovuto sradicare il problema alla radice – recidere
la testa di quel
serpente velenoso che le aveva spinte a stringere il fatidico contratto
senza
esplicitare cosa esso comportasse.
Erano
state sciocche, ingannate dalla promessa di poter ottenere un desiderio
se
fossero diventate Ragazze Magiche e avessero combattuto contro le
streghe, per
salvare il mondo, e fidandosi ciecamente, senza porre alcuna domanda.
Avrebbero
dovuto contemplare quell'opzione, invece di prenderla al volo e senza
mezzi
termini.
Ed
ora, in cuor suo, Madoka sapeva che era solo colpa sua
se era finita
così.
Era
colpa sua per esser stata così sciocca e così
cieca.
Non
era colpa di Kyuubey. Non le aveva mai costrette a
stringere quel
contratto.
La
colpa era solo loro...
Eppure,
mentre osservava le nuvole far spazio ad uno spento raggio di sole, non
poté
far altro che essere arrabbiata con quell'essere che aveva promesso
loro
d'avverare quei desideri che, alla fine di tutto, s'erano solo
rivoltati contro
chi li aveva espressi. O forse erano state loro stesse a far in modo
che essi
smettessero di renderle felici; forse, alla fine dei conti, la colpa di
tutto
era solo loro.
E
poi, si voltò verso Homura, guardandola negli occhi e
parlandole debolmente.
“Quindi
questa è... la nostra fine?”, tono pacato, la voce
un sussurro.
L'altra
le sorrise, fissandola attraverso quegli occhiali ormai rotti e
sporchi. Era
ferita anche lei.
Avevano
combattuto entrambe fino a rimanere senza forze.
“I
Grief Seed...”, iniziò Homura, la speranza negli
occhi, e Madoka tornò a
guardare il cielo, scuotendo la testa.
Voleva
salvarla, e lei non le avrebbe permesso di farlo se avesse saputo che,
in
realtà, ne conservava ancora uno solo.
“Giusto...
Quindi che ne dici di diventare dei mostri... e di distruggere questo
mondo?”,
la ragazza iniziò a singhiozzare sommessamente, il petto che
si alzava appena
mentre quel fiume di parole le usciva a fatica dalle labbra,
“In modo tale
che... non rimanga nulla... di brutto o di triste. Distruggere,
distruggere,
distruggere ogni cosa. Non andrebbe bene comunque?”
E
in quel momento Madoka prese l'ultimo Grief Seed che le era rimasto e,
sorridendo, lo avvicinò alla Soul Gem della compagna,
tenendolo ben stretto per
non farselo sfuggire.
Homura
se ne accorse subito, e la guardò stupita, spalancando gli
occhi quando Madoka
le mostrò un altro sorriso, ancora più amplio e
sincero.
“Stavo
mentendo, ne avevo ancora uno.”
“Non
puoi... Perché io?”
“Perché
ho qualcosa da chiederti...”
Qualcosa
di difficile, che si pentì d'aver anche solo pensato.
Qualcosa
che non avrebbe mai voluto veramente chiederle e che non avrebbe mai
pensato
d'aver abbastanza coraggio – ed egoismo – da
domandarlo.
“Qualcosa
che solo tu, Homura-chan, puoi fare.”
La
voce un sussurro, la gola che iniziava a farle male.
“Homura-chan,
tu puoi viaggiare nel tempo, non è vero? Hai detto che puoi
cambiare la storia
in modo tale da non farla finire così.”
E
anche la sua voce iniziò a tremare, le lacrime che
iniziarono ad appannarle la
vista.
“Puoi
salvarmi dalla mia stupidità... prima che io venga ingannata
da Kyuubey?”
Sentì
la mano di Homura stringere ancora di più la sua, il Grief
Seed che ormai aveva
portato a termine il suo compito ed aveva epurato la Soul Gem.
“Lo
prometto! Ti salverò di sicuro! Non importa quante volte
dovrò ripetere tutto,
io ti proteggerò!”
“Sono
felice...”
Egoista,
si disse Madoka, prima di venir colpita da un dolore lancinante.
Si
contorse a terra, digrignando i denti e urlando.
“Posso...
chiederti un'altra cosa?”, un'altra richiesta egoista,
l'ultima per quella
notte.
Le
lacrime di Homura le bagnarono il viso quando con un cenno
acconsentì,
abbassando appena lo sguardo.
“Non
voglio... diventare una strega. Ci sono stati momenti difficili... e
momenti
tristi... Ma, in questo mondo... ci sono molte cose che voglio
proteggere.”
“Madoka!”
Sorrise
Madoka, alzando appena la mano che stringeva la sua Soul Gem.
“Homura-chan...
finalmente mi hai chiamata per nome... Sono felice.”
Un ultimo sorriso, prima che Homura, urlando e piangendo, le puntasse
contro la
pistola.