Libri > Il diario del vampiro
Ricorda la storia  |      
Autore: Ranko_    03/04/2011    10 recensioni
“A cosa pensi?”
“Questa volta non ti abbandonerò.” gli dico, decisa sporgendomi verso di lui e baciandolo teneramente. Lui mi stringe più forte a sé.
“Dovrò farlo io. Cosa penseranno i tuoi se domani mattina ci trovassero nello stesso letto, completamente nudi?” mi chiese, continuando ad accarezzarmi.
“Poi però ritorni, vero?” gli chiedo, seriamente preoccupata. Alzo lo sguardo verso di lui. Damon sorride dolcemente.
“Ti amo.” mi sussurra, e i suoi occhi brillano. “Ti basta come risposta?”
Stento a credere alle mie orecchie. Ha detto che mi ama? L'ha detto seriamente. Mi metto a cavalcioni su di lui, che ride teneramente prima di baciarmi. Ribalta le posizioni e mi coccola accarezzandomi piano le cosce. Tremo violentemente sotto il suo tocco.
Il tanto atteso (spero xD) seguito di "Don't lie to your self"
Buona lettura :)
Ovviamente Donnie :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Don't cry

Don't cry


Damon


Morte. Sangue. Violenza. Ecco tutto quello che ho in mente in questo momento. La voglio morta. Il suo sangue deve scorrere sul pavimento. Bonnie. Deve morire. Deve pagare per tutto quello che mi sta facendo, per tutto il dolore che sto sentendo per colpa sua. Sono un corvo, appollaiato sul davanzale della finestra di Bonnie. Non vedo l'ora di ucciderla. Riassumo le sembianze umane. Entro nella sua stanza, di soppiatto. Mi ha abbandonato, nudo nel letto. Sono io quello che abbandona. Lei non si deve permettere di abbandonarmi. Non si deve permettere.

Vendicati, Damon.

Mi ordina una vocina ghignante nella mia testa. Sorrido sadicamente. E' quello che avrei fatto. L'avrei uccisa. Mi sarei vendicato. Bastarda di una strega, figlia di Morgana. E' sdraiata sul letto, gli occhi chiusi. Sta dormendo. I capelli rosso fuoco sono sparsi su tutto il cuscino. Le coperte sono stropicciate e, per quanto possano coprirla, ogni centimetro di pelle lucida e pallida rimane ben visibile alla mia vista. Dio, quanto è bella. I ricordi di ieri notte riaffiorano impetuosi in me, assieme alla rabbia. Il senso di rifiuto mi morde il cuore, e fa male. Cazzo, se fa male. Stringo forte i pugni e il rosso torna a coprirmi gli occhi, proprio come quella mattina. Non riesco più a controllare il dolore lancinante che sento dentro.

Uccidila, Damon.

Sì. Deve morire. La devo uccidere. Salto sul suo letto con l'eleganza di un ghepardo. Le accarezzo piano una guancia, con una lentezza quasi sadica.

Booonniee? Amore...” cantileno, continuando ad accarezzarla. Le sue palpebre tremano un po', poi apre di scatto gli occhi. Mi fissa terrorizzata e fa un balzo indietro, sottraendosi dal mio tocco gelido. Sbatte le spalle contro la testiera del letto. “Damon” sta tremando.

Ah, ti ricordi come mi chiamo! Sai, no? Sono lo stronzo che questa mattina hai abbandonato nel letto” sibilo malignamente. La sua pelle trasparente sembra bollente. E' diventata di un rosso brillante, riesco a vedere il sangue che luccica placidamente sotto quel sottile strato trasparente. Sento la gola farmisi secca, accecato dalla sete. Mi sporgo verso di lei e le tolgo un ciuffo di capelli da davanti agli occhi. Le prendo la bretella sinistra della camicia da notte, che era scivolata giù dalla spalla, e la risistemo vicino al collo. Le faccio lentamente scivolare il dito lungo la gola. Lei deglutisce. La sento tremare ancora di più, sotto il mio tocco.

Adesso ce la spassiamo insieme, ok?” le sussurro, inclinando la testa di lato ed avvicinandomi ancora di più a lei. I suoi piccoli occhi spaventati sono fissi nei miei, neri come la notte.

Lei chiude per un istante gli occhi. “Damon... Ti prego, no....”

No, no, no... Shh, shh, shh... Non avere paura. Non avere paura. Damon non c'è, adesso. C'è solo il vampiro sadico ed assassino.” la tranquillizzo, prendendole il viso tra le mani e spostandole i capelli dietro le orecchie. Lei non smette di tremare. Ha paura. Il suo terrore mi appaga. Mi nutre. Mi fa sentire bene. Quanto mi piace farla soffrire. Lei indietreggia ancora di più, schiacciandosi per bene contro lo schienale del letto. Mi sporgo verso di lei; sento il suo respiro irregolare sulle labbra. Cazzo, ho una tremenda voglia di baciarla. Di accarezzarla. Di dirle che... che... che io...

Damon, smettila! Uccidila subito!

Dio, ma che mi succede!? Mi sento così tremendamente confuso. Ho mal di testa. Mal di cuore. Mal di tutto. Perché non riesco a smettere di pensare a come mi sono sentito quando ha accettato di venire a letto con me? Alla felicità che ho provato quando sono entrato dentro di lei? A come ho esultato mentalmente quando lo sentita gemere sotto di me e quando l'ho sentita sussurrare piano il mio nome? A quando l'ho sentita ansimare per il piacere? Deglutisco. Cosa diavolo mi sta succedendo!? Scuoto piano la testa e torno a concentrarmi su di lei. La fisso intensamente.

Ti sei divertita sta notte, eh?” mugugno, mentre lei cerca di evitare il mio sguardo. Le afferro il mento con una mano, con violenza. Le giro il volto di scatto, verso il mio, costringendola a guardarmi. Lei geme. Le sto facendo male. Sta soffrendo...

Bravo, Damon, bravo. Continua a farla star male. Falla soffrire.

Guardami in faccia, quando ti parlo.” la minaccio, fulminandola con uno sguardo di fuoco. Lei deglutisce. Vorrebbe piangere, ma non trova il coraggio di farlo.

Ti ho fatto divertire. E tanto, anche. E tu come mi hai ripagato? Abbandonandomi. Come un cane in mezzo alla strada. Tu sai cosa succede ai cani abbandonati, uccellino? Lo sai? Diventano rabbiosi, Bonnie. Mordono, uccidono.” le spiego, dandole un bacio in fronte. Lei mi guarda terrorizzata, forse inizia a capire il motivo per cui sono venuto a trovarla.

Stavo male, Bonnie. E tu non hai fatto altro che aggiungere dolore al dolore.” le sussurro, sul punto di piangere. Come cazzo si spegne, tutto 'sto dolore!? Non ci riesco. Fa troppo male, non posso sopportarlo oltre.

Cosa devo farne di te, Bonnie?” le domando, guardandolo con il mio tipico sguardo corrucciato.

Le sta cercando una scappatoia. “Damon, io...” ma è inutile. Non c'è nessuna via di fuga. Non si può scappare da un predatore. E' difficile, impossibile.

Non chiamarmi così!” mi alzo di scatto dal letto. “Chiamami mostro o assassino! Ma non Damon.” aggiungo, ringhiandole contro. Il mio nome sulle sue labbra mi fa troppo male. Mi fa ricordare cose che vorrei dimenticare, cancellare. Cose che non voglio più affrontare. Perché sono stanco. Stanco di soffrire, stanco di star male, stanco di ogni cosa.

ATTACCALA, ORA!

Lo ascolto. Ascolto il mio istinto. Finalmente, lascio libero il mostro che si cela dentro di me e che ho tenuto rinchiuso per troppo tempo, ultimamente. La prendo per il collo e la sbatto contro la parete, a pochi passi dall'enorme specchiera. Il vetro trema pericolosamente. Lei stringe gli occhi, terrorizzata e si fa male. Male. Sta soffrendo per colpa mia. Non posso evitare di esserne compiaciuto. Sorrido sadicamente.

Non ti squarcio le vene in questo momento solo perché non voglio macchiarmi la gola con il tuo sporco sangue da strega traditrice.” le sibilo languidamente ad uno orecchio. La mia indole di predatore non la pensa come me. I canini mi si affilano nella bocca; spuntano sulle mie labbra, minacciosi e pericolosi come non lo sono mai stati prima. Stringo di più la presa sul collo pallido e fragile di Bonnie. Sotto le mie dita, sento il battito accelerato del suo cuore. Lei tossisce. La sto strozzando. Voglio strozzarla. Ne ho... bisogno. Deve morire. Sorrido di nuovo. Prima di farle esalare l'ultimo respiro, incontro lo sguardo del mio riflesso nello specchio dell'enorme cassettiera. I miei occhi sono orribili, circondati da piccole rughe rossastre, che materializzano la mia sete di sangue. I denti sono lunghi ed affilati. Il mio viso è talmente... Terrificante... Persino io ne sono spaventato. Deglutisco, sento la gola protestare. Il mostro dentro di me si divincola brutalmente, continua ad ordinarmi, a pregarmi, di attaccare. Di uccidere, di succhiare, di dissanguare. Guardo Bonnie. E' bianca come un cadavere; è ad un passo dalla morte. Ma cosa sto facendo? Lascio il suo collo di scatto, come se mi fossi appena scottato. La stavo davvero per uccidere? L'avrei rimpianto per quel che rimaneva della mia squallida esistenza. Il braccio mi ricade lungo il fianco, inerme. Deglutisco ancora. Il mostro dentro di me si ribella. Tento di ignorarlo. Appena libera dalla mia presa, Bonnie si allontana tossendo, rifugiandosi dietro al letto. Tossisce violentemente. Quel rumore rimbomba nella mia testa come un disco rotto. L'ho quasi uccisa... Io. Ho quasi ucciso Bonnie. Le gambe mi tremano. Non riescono più a reggermi in piedi. Cedono. Cado in ginocchio, il viso affondato nelle mani. Sento la testa che scoppia. Combatto contro la parte di me, il mostro, che vorrebbe staccarle la testa, nutrirsi del suo sangue... Dolce, caldo, rosso...

Se hai sete, bevi.

Sferro un pugno sul pavimento lasciando un buco profondo. Non devo neanche pensare al suo sangue come a qualcosa di commestibile. Se la uccidessi, non me lo perdonerei mai... Ma è così vicina... Così debole... e invitante...

Damon, ti ha abbandonato! Tu puoi ucciderla! Tu VUOI ucciderla!

NO!” urlo e sento che Bonnie, a pochi passi da me, sussulta per lo spavento. Stringo i pugni e mi costringo a non pensare a lei come ad una possibile colazione. A non pensare che spezzarle il collo sarebbe facile come respirare...

Fallo, allora. Fallo, Damon!

Mi irrigidisco all'improvviso e Bonnie fa lo stesso. Aguzzo l'udito. I passi di qualcuno che sale le scale rimbombano nel silenzio della casa buia e vuota. Con uno scatto improvviso mi nascondo dietro l'armadio. Alzo il dito indice e lo poso sulle mie labbra, minacciando Bonnie di non fiatare, fulminandola con lo sguardo. La porta si spalanca lentamente. Io e Bonnie sussultiamo.

Tesoro sei sveglia? Ho sentito dei rumori strani dalla camera da letto.” sussurra la mamma di Bonnie, avvicinandosi alla figlia e guardandola con aria preoccupata.

Uccidile, Damon! Ascoltami! Uccidile tutte e due!

Emetto un gemito soffocato. La mamma di Bonnie guarda per una frazione di secondo verso di me, ma poi scuote la testa e torna a guardare la figlia.

Va tutto bene, mamma. Stavo andando in bagno e sono inciampata.” si giustifica Bonnie, andandole in contro e cercando di nascondere il pavimento rovinato dalla mia rabbia inumana.

Ti sei fatta male? Vuoi un po' di ghiaccio?” ma quanto sono stupidi gli umani? Buoni da mangiare, ma stupidi. Cioè, del ghiaccio? Per una stupida caduta? La madre di Bonnie sembra apprensiva.

No, no, mamma. Tutto ok.” la sua voce trema involontariamente. Bonnie sa che niente sta andando bene. Per colpa mia. Bonnie mi guarda per un secondo: sembra che stia per piangere. Torna a guardare la madre, come se avesse paura di farsi vedere da me. La donna si avvicina alla figlia e le accarezza dolcemente una guancia.

Bonnie, sicura di star bene? Sei pallida...” le dice, accarezzandole piano i capelli. Bonnie si mordicchia il labbro inferiore; quel semplice gesto scatena dentro di me un'impetuosa ondata di bruciante desiderio. Vorrei essere io, a morderle le labbra... A morderla... A... Mor...

Damon, stai morendo di sete...

Per poco non mi metto ad urlare. Mi metto una mano davanti alla bocca e tento di deglutire, ignorando il dolore lancinante alla gola.

In effetti ho... Ho un po' di mal di testa. Torno a dormire.” dice Bonnie, passandosi una mano sulla fronte umida di sudore e scostandosi i capelli umidi da davanti agli occhi.

Brava, riposati.” sento il rumore di un bacio e la mamma di Bonnie esce dalla stanza. La porta si richiude dietro di lei, con uno scocco sonoro. Lentamente, esco dal mio nascondiglio, senza fare rumore. Bonnie si mette una mano sul petto e scoppia a piangere, con lo sguardo fisso nel vuoto. Cade in ginocchio, continuando a singhiozzare violentemente.

V-vat...tene... v...ia.” mormora, scossa dalle lacrime, continuando a piangere. Affonda il viso tra le mani e deglutisce, più e più volte, proprio come faccio io quando cerco di scacciare via il dolore. Non dico niente. Semplicemente perché voglio andarmene anche io. Non riuscirei a stare in quella stanza per un altro secondo ancora. Troppo dolore. Troppa violenza. Troppa morte. Troppo... sangue. Salto sul davanzale della finestra e, trasformandomi in un corvo, volo via dalla sua camera. Sono andato da lei per vendicarmi. Per fargliela pagare. Bonnie doveva pagare per avermi lasciato solo, per avermi reso felice solo per una notte. Doveva pagare Per avermi fatto perdere completamente la testa per quel suo bel visino. E tutto quello che ho ottenuto, è stato innamorarmi ancora di più di lei.


Bonnie


E' tardi. Spengo la luce e chiudo gli occhi, ma non riesco a prendere sonno. Eppure sono stanchissima. I ricordi dell'incursione di Damon in camera mia questa mattina mi impediscono di prendere sonno. Ho avuto così tanta paura. Non avevo mai avuto più paura di Damon prima d'allora. Il suo sguardo... Era così intenso. Riuscivo a leggere i suoi pensieri, il dolore che provava, il ripudio, l'indifferenza, la voglia di uccidermi... Solo perché l'ho lasciato da solo. Sono stata una stupida, lo so bene. Quando mi sono svegliata, nel letto di Damon, quella mattina, avrei solo voluto stringermi a lui e rimanere così per il resto dei miei giorni. E volevo farlo, davvero. Lo sentivo respirare vicino a me, con uno strano sorriso soddisfatto sulle labbra. Sentivo il suo cuore battere freneticamente sotto il mio orecchio. Gli avevo accarezzato piano il petto e lui aveva sorriso ancora, stringendomi di più contro di lui. Ma non volevo godermi oltre quel sogno. Cioè, volevo ma... non potevo. Perché sapevo che sarebbe finito. E anche male. Così, il più silenziosamente possibile, per non svegliarlo, mi sono rivestita. Mi sono fermata un secondo a guardarlo: era meraviglioso. Damon mentre dorme è lo spettacolo più bello che io avessi mai visto. Dolce e tenero ma allo stesso tempo non perdeva quella sua eleganza e aggressività tipiche. Aveva gli occhi chiusi, i capelli spettinati e la pelle pallidissima. Era sdraiato sulla schiena e le lenzuola lo ricoprivano fino alla vita, lasciando scoperto l'ampio petto e le spalle nude. Il viso era voltato di lato. Il sorriso era svanito. Mi sono obbligata a pensare che fosse dovuto alla mia mancanza. Sentiva che non c'ero. Che mi ero allontanata. Il mio cuore aveva perso un battito. Mi sono avvicinata a lui e, dopo avergli scostato i capelli neri e lucidi da davanti agli occhi, gli ho dato un dolce bacio sulla fronte, mentre una lacrima mi bagnava la guancia. Asciugandomela rapidamente, sono sgusciata fuori dalla sua camera, lasciando il mio cuore nell'enorme letto, proprio vicino a Damon. Poi ho sceso le scale e provato a sistemare un po' il salotto. Ed infine sono uscita, senza lasciare traccia. Non credevo che Damon potesse prendersela tanto. Ed invece l'ho fatto soffrire. Ho scatenato il mostro che si nasconde dentro di lui. Mi stringo di più le coperte sotto il mento. All'improvviso ho tanto freddo. Vorrei trovarmi tra le braccia di Damon, vorrei stringermi contro di lui, chiedergli scusa per tutto, dirgli che lo amo e che non lo lascerò mai più solo. Ma alla sola idea di rivederlo nella mia stanza, il mio stomaco si storce in una ferrea morsa di protesta. Chiudo gli occhi, nel vano tentativo di riaddormentarmi. Sospiro, rassegnata al fatto che passerò la notte completamente in bianco. Mi alzo a sedere e faccio scivolare le gambe fuori dal letto. Appoggio i piedi nudi sul pavimento gelido e un brivido di freddo mi scuote dall'interno. Sento un rumore. Qualcosa batte contro la mia finestra. Non mi volto. Ho paura di farlo. Deglutisco. Il rumore si ripete, questa volta più intenso di prima. Mi volto verso la finestra. E lo vedo. E' aggrappato alla grondaia del tetto e bussa delicatamente sul vetro. Da quando Damon bussa? Deglutisco. Non lo voglio far entrare, ma non sembra avere cattive intenzioni. Con passo incerto, mi avvicino alla finestra e la apro. Guardo gli occhi di Damon. Sono nerissimi, più scuri del solito. Con un salto elegante, entra in camera mia e io sento il mio cuore battere più veloce. Non dice nulla. Mi guarda con un'espressione triste e dispiaciuta dipinta sul viso. Mi si avvicina ed io indietreggio. Adesso non siamo Bonnie e Damon. Siamo preda e predatore. Lui sgrana leggermente gli occhi, ma cerca di nascondere il suo stupore abbozzando un sorrisetto sghembo.

Tu... Hai paura di me?” mi domanda, sinceramente stupito. Ma come può anche solo pensarla, una domanda del genere!? E' venuto a casa mia per uccidermi! Credo di avere il diritto di essere leggermente scettica davanti a quella sua nuova... visitina. La paura torna ad impossessarsi di me. Faccio un passo indietro e ricado sdraiata sul letto, tra le coperte che profumano di lavanda. Lui stringe forte i pugni e mi guarda con uno sguardo sofferente. Capisco, so, di essere io la causa di quel dolore: l'ho abbandonato. Ho lasciato solo il mio Damon. Deglutisco rumorosamente. Non riesco a guardarlo in faccia. Vorrei stringerlo, abbracciarrlo, chiedergli scusa... Ma non trovo il coraggio di muovere un solo muscolo. Farlo soffrire è l'ultima cosa che ho intenzione di fare. Ma è quello che sto facendo. Il cuore mi batte all'impazzata. Dio, cosa sto facendo? Sto buttando tutto all'aria! Tutto sta andando a farsi fottere! Sento le lacrime pungere ai bordi degli occhi, ma non hanno il coraggio di scendere. Mi tiro a sedere, stringendomi le ginocchia al petto. Sono così confusa... Non so proprio cosa fare. Damon ha gli occhi fissi nel vuoto. Indietreggia, fino a sbattere con le spalle contro l'armadio. Si lascia scivolare lungo il mobile, fino a sedersi sul pavimento, sempre con lo sguardo perso chissà dove. Strizza forte gli occhi e affonda le mani nei capelli, con rabbia. Lo sento respirare più affannosamente. I singhiozzi lo fanno tremare e il mio cuore trema con lui. Senza neanche accorgermene, mi inginocchio davanti a lui, proprio come avevo fatto a casa sua. Mi siedo tra le sue gambe, leggermente aperte, abbracciandolo. Finalmente lo posso stringere forte. Proprio come la notte prima. Lui ricambia l'abbraccio.

Gli accarezzo dolcemente i capelli. “Non ho paura di te, amore mio...” gli sussurro, baciandolo sulla testa. Lui singhiozza ancora più violentemente e quasi non riesce a parlare. Il dolore che sente è talmente intenso che involontariamente lo trasmette anche a me. Lo stringo più forte.

Scusa, Bonnie... Scusami... Perdonami.” continua a piangere, senza fermarsi. Non è lui quello che dovrebbe chiedere scusa. Sono io quella che dovrebbe implorare perdono.

Shh.. “Shh... Non piangere. ' tutto a posto” lo cullo tra le mie braccia. Lui alza lo sguardo su di me, gli occhi neri sono gonfi e tristi. Non voglio che soffra. Non voglio. Se lui soffre, soffro anche io.

Perché mi hai lasciato solo?” riesce a sussurrare, con le guance ancora umide di lacrime, che continuano a scendere. Mi stringe a lui e affonda il viso nel mio petto. La sua fragilità in questo momento è struggente. Già, perché l'ho lasciato? Nemmeno io so rispondere a questa semplice domanda. Lo fisso, con uno sguardo perso.

Avevo paura Damon.” ammetto in fine, perché dentro di me, so che è la verità.

Ma di cosa?” chiede lui, accarezzandomi delicatamente una guancia. Appoggio la testa sul suo petto, nell'incavo del suo collo, inebriandomi con il suo dolce profumo di uomo. Il mio uomo.

Di tutto. D svegliarmi e di scprire che è stato tuttto un sogno. Di non averti più con me e... di innamorarmi di te, nonostante tu mi avessi pregato di non farlo” sussurro in fine, con le lacrime che scendo e che macchiano la sua maglia di Jhon Verbedos nera.

Lui mi stringe di più. “Non devi avere paura di innamorarti di me.” mi sussurra dolcemente, baciandomi la testa. Sento le sue labbra curvarsi in un sorrisetto trionfante. Alzo lo sguardo e lo fisso. “Che vuoi dire?”

Non c'è niente di male nell'amare una persona.” quelle sue parole mi colpiscono profondamente. Non posso credere che siano uscite veramente dalla sua bellissima bocca. Sorrido, estatica. Mi metto in ginocchio, di fronte a lui. Damon mi fissa. Anche in questo stato, distrutto emotivamente e con le guance umide, è bello da mozzare il fiato. Con le mani gli asciugo i residui delle lacrime. Lo guardo dritto negli occhi; quei suoi occhi così scuri... Vorrei che fossero sempre illuminati dalla felicità. Devono rimanere per sempre così. Il mio sguardo scivola sulle sue labbra e i ricordi della notte precedente mi fanno tremare. Ma li porterò dentro per sempre. Dentro di me, prego perché anche per Damon posso essere lo stesso. Mi sporgo verso di lui e appoggio le mie labbra sulle sue, prenendogli il viso tra le mani. Ui ha le braccia appoggiate sulle ginocchia, però ricambia il bacio con una dolcezza che fa battere più velocemente il mio cuore. E' strabiliante pensare che, dopo tutto quello che mi ha fatto provare la sera prima e dopo la crudeltà con cui mi ha sbattuto contro il muro questa mattina, possa essere capace di tanta tenerezza. Mi spingo di più contro di lui; la sua testa sbatte leggermente contro l'anta dell'armadio e sento le sue labbra dischiudersi in un dolce sorriso sotto le mie. Quando mi stacco da lui, Damon mi fissa compiaciuto.

E' inutile che mi guardi con quello sguardo trionfante da mister 'la-piccola-Bonnie-non-riesce-a-resistermi.” lo minaccio, leggermente divertita. Lui sorride di nuovo e mi prende il viso tra le mani.

Sono io che non riesco a resisterti.” mi sorride. Il suo viso, è illuminato dalla luce argentata della luna. I suoi lineamenti sono ombreggiati da un chiaro scuro che ne evidenzia il mistero sotto la luminosità fredda dell'astro d'argento. Mi circonda la vita con un braccio, stringendomi di più a lui. Percepisco il suo calore attraverso la seta della maglia del pigiama. Mi avvicina a lui e solleva il viso lentamente, ma senza nessuna incertezza. Mi sfiora le labbra con le sue, poi, quasi non sapesse resistere dopo questo secondo breve contatto, mi stringe più forte e mi bacia con più ardore. Un'ondata convulsa di desiderio mi invade. Il mio cuore inizia a battere freneticamente. Quando le nostre labbra infine si staccano, Damon continua ad abbracciarmi come se non avesse la minima intenzione di lasciarmi andare.

Il sonnifero ha davvero un effetto incredibile!” commento io a bassa voce, come a voler alleggerire l'atmosfera già carica di elettricità.

Spero che tu non intenda attribuire tutti i meriti a quello che hai bevuto.” scherza lui, guardandomi divertito. Io sorrido e gli sfioro una guancia con la punta delle dita, sentendola leggermente ruvida sotto il mio tocco.

Forse ha avuto anche una minima influenza anche tu” aggiungo, mio malgrado. Damon sorride teneramente e mi bacia di nuovo con estrema delicatezza. Sento che il mio corpo incomincia a vibrare come se si stesse svegliando a poco a poco da un lungo sonno e ambisse a tornare alla luce del sole dopo secoli di tenebre. Capisco che non desidero altro che essere sua, di nuovo. E questa volta sarà per sempre. Lui sposta la sua attenzione sul collo, baciandomelo dolcemente e con una lentezza che mi fa male.
“Andiamo sul mio letto.” gli sussurro, quasi senza fiato, affondandogli le mani nei capelli. Damon si ritrae leggermente. Un repentino lampo di soddisfazione gli attraversa gli occhi, ma lui non dice niente e rimane in attesa di una conferma. Mi sento in dovere di aggiungere una spiegazione valida per rassicurarlo e dirgli che è quello che voglio davvero.

Nel momento esatto che ti ho sentito bussare alla finestra, ho capito che sarebbe andata a finire così.” gli sussurro, a bassa voce.

Lui sorride. “Io invece lo solo sperato.”

Ti interesso io oppure... Solo il... sesso?”

Tutte e due le cose.” mi dice, sfacciatamente sincero.

Lo guardo male.

Ehi, amore mio... Stavo scherzando.” mi dice, baciandomi teneramente le labbra. Non riesco proprio a resistergli.

Dunque hai elaborato questa messa in scena solo per venire a letto con me.”

No, ci sono rimasto male davvero quando mi sono svegliato e tu non c'eri.” mi dice, tracciando il contorno delle mie labbra con le dita.

Gli bacio la punta del dito. “Diciamo piuttosto che hai messo la questione in modo tale da rendermi impossibile dirti di no.” un sorriso fugace di compiacimento gli piega quella sua bella bocca sensuale.

Allora mi auguro che il risultato sia all'altezza delle promesse.” mi prese una mano e mi fece alzare con un movimento velocissimo e fluido. Damon mi spinge verso il letto ed inizia a baciarmi.

Convincimi solo che non sto sbagliano, Damon.” esalo un respiro sincero, quasi inudibile. Lui non mi risponde: si limita a fissarmi nel profondo degli occhi. Non riesco a capire se è divertito o infastidito dalla mia trepidazione. Mi sento sciocca ed infantile per la mia incertezza, eppure anche piena di desiderio ardente che preme contro gli argini dei miei timori. Lui mi lascia delicatamente e mi sfila la maglia del pigiama, accarezzandomi le spalle nude. Inspiro profondamente il profumo di Damon quando lui si china a baciarmi il collo. Le sue labbra lasciano una scia bruciante sulla mia pelle, percorsa da brividi. Sento che le gambe stanno per cedermi e barcollo. Lui mi sorregge cingendomi la vita. Mi morse delicatamente la gola palpitante e io gemo. Poi la bocca di Damon trova la mia e mi cattura in un bacio travolgente. Quando il bacio finisce, dopo lunghissimi secondi che sembrano durare un'eternità, lui si stacca, ansimante, ma non abbandona la presa attorno alla mia vita. Mi stringe di più a sé, facendomi sdraiare sul letto. Mi accarezza piano la pancia, lasciandoci sopra baci infiammati. Mi accarezza una guancia. Intuisco di non essere più capace di pensare, di avere dubbi o incertezze. Sentivo solo la lingua di Damon che stava correndo provocante lungo le mie spalle nude. Si liberò velocemente dei vestiti, sdraiandosi sopra di me, tentando di non pesarmi addosso. Io cerco le sue labbra. Voglio conquistarlo, sedurlo come lui sta facendo con me. Voglio dargli piacere, oltre che prenderne da lui. Quando il bacio finì, io lo guardo e vedo i suoi occhi incupiti da una passione incontrollabile. Lui, con mani stranamente tremanti, finì di svestirmi.

Accendi la luce.” gli sussurro. La pallida luce della luna non mi basta. Lui obbedisce mi prende tra le braccia e accende la lampada sul mio comodino.

Mi piaci ancora di più che vestito.” dico d'istinto, vergognandomi subito dopo della mia franchezza. Lui se ne accorge e mi solleva il viso per guardarmi.

Non c'è nulla di cui vergognarsi.” mi sussurra, baciandomi dolcemente le labbra. Gli passo le mani nei capelli, accarezzandolo, cercando di dimostrargli tutto il mio amore per lui. Da questo istante in poi, perdo il completo controllo di me stessa. Tutta me stessa è in balia di Damon. Lui gioca con ogni centimetro di pelle, mi eccitò e mi accarezzo, facendomi provare piacevoli sensazioni familiari. In pochi minuti, ero sull'orlo della follia. Dopo un'eternità, quando sono sull'orlo dell'estasi, apro la bocca, per trattenerlo. Voglio che partecipiamo insieme all'abisso dell'amore. Come se leggesse i miei pensieri, Damon fu sopra di me con una mossa fulminea. Io vedo nei suoi occhi un'eccitazione violenta. Sono finalmente diventata vittima del predatore che avevo riconosciuto il lui la prima volta che lo avevo visto.

Lui mi corteggia a lungo, ignorando i miei gesti disperati che lo volevano dentro di me. Si appoggiava contro di me e subito si ritraeva, affondava appena e si allontanata, in un tormento infinito che mi porta vicina alla follia.

Quando finalmente affonda completamente, riesco a malapena a trattenere un grido. Sento il suo petto ruggire profondamente.

Quando è tutto finito, ci infiliamo sotto le coperte e io mi accoccolo contro la sua spalla, sentendomi ancora più vicina a lui. Damon mi accarezza pigramente la schiena nuda con le dita, tracciando linee immaginarie.

A cosa pensi?”

Questa volta non ti abbandonerò.” gli dico, decisa sporgendomi verso di lui e baciandolo teneramente. Lui mi stringe più forte a sé.

Dovrò farlo io. Cosa penseranno i tuoi se domani mattina ci trovassero nello stesso letto, completamente nudi?” mi chiese, continuando ad accarezzarmi.

Poi però ritorni, vero?” gli chiedo, seriamente preoccupata. Alzo lo sguardo verso di lui. Damon sorride dolcemente.

Ti amo.” mi sussurra, e i suoi occhi brillano. “Ti basta come risposta?”

Stento a credere alle mie orecchie. Ha detto che mi ama? L'ha detto seriamente. Mi metto a cavalcioni su di lui, che ride teneramente prima di baciarmi. Ribalta le posizioni e mi coccola accarezzandomi piano le cosce. Tremo violentemente sotto il suo tocco.

Ok, ok... Basta per sta sera.” ridacchia, tornando a sdraiarsi sulla schiena. Mi appoggio di nuovo su di lui e gli accarezzo il petto scolpito.

Perché sei venuto qui, sta sera?” gli domando, seriamente incuriosita.

Non lo so. Sentivo il bisogno di chiederti scusa. E poi volevo sapere perché mi avevi lasciato da solo, ieri mattina. Non hai idea di come mi sono sentito.” sussurra, guardando fuori dalla finestra.

Uno dei motivi era che credevo che per te fosse stato solo un gioco.” ammetti, sentendo il cuore che batte più velocemente. Damon ride per un secondo: un suono tanto dolce quanto attraente.

Lo è stato, un gioco. Ammetti che lo è stato anche per te.” mi dice, dolcemente, continuando a guardare fuori dalla finestra.

Sì, lo ammetto.”

La differenza tra il mio gioco e il tuo, sta nel finale. Nel mio gioco proibito i due partecipanti vivono per sempre felici e contenti. ” si fermò per un istante. Si volta a fissarmi e mi bacia: un bacio talmente intenso da strapparmi un sorriso e un gemito soffocato. 

“E d'ora in poi si gioca a modo mio.”

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il diario del vampiro / Vai alla pagina dell'autore: Ranko_