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Autore: Akane    05/04/2011    2 recensioni
"In quei momenti cantava solo Chester e l’unico in grado di accompagnare la sua voce al di fuori di un concerto o di una prova in studio, era Mike con la sua chitarra od il piano."
Piccole ossessioni, imprevedibili dichiarazioni...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hybrid Theory'
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TITOLO: Voce e strumento
AUTORE: Akane
SERIE: RPF-cantanti
GENERE: generale
TIPO: slash, one shot
RATING: verde
PAIRING: ChesterXMike dei Linkin Park (Bennoda!!!)
DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma di loro stessi, ciò che scrivo io è frutto della mia fantasia!
NOTE: questa mi è venuta in mezz’ora, penso, guardando due foto:  http://www.galeonedeifolli.it/bennoda/bennoda150.jpg
http://www.galeonedeifolli.it/bennoda/bennoda142.jpg
Capirete come è possibile che mi abbiano ispirato: sono Mike che suona la chitarra e Chester che canta. Io non ho potuto non vedermi prima il retroscena e poi pensare a quanto carini sono così!
Questo invece è il video della canzone che è nata proprio in questo modo, ovvero voce e chitarra: http://www.youtube.com/watch?v=k8mv74vhXTw si tratta di The Messenger e alcuni versi che meritano (come la canzone intera) sono all’inizio. Penso però che userò questa canzone per una one shot speciale… vedremo!
È corta ma a mio avviso piacevole.
Per chi invece volesse vedere qualche altra immagine su di loro, nel mio blog di tanto in tanto ne carico ed in questa sezione specifica trovate quelle che ho già messo, c'è anche la mia personale recensione sull'ultimo album, quindi scorrete i post e trovate alla fine anche le foto oltre che le canzoni, i miei pareri, i video ecc ecc ecc: http://attitude.iobloggo.com/tag/linkin+park
Buona lettura.
Baci Akane

VOCE E STRUMENTO

“Ascolta il tuo cuore
Quelle voci angeliche
Canteranno per te
Saranno la tua guida
di nuovo verso casa”

- Brad, vuoi farlo tu? - Chiese Mike al compagno di gruppo sotto voce per non farsi sentire da una persona in particolare.
Perché sussurrasse e parlasse in codice era presto detto… conosceva bene la reazione del soggetto sott’inteso e potendo scegliere cercava di evitarla. Chiunque l’avrebbe fatto al suo posto.
Brad ridacchiò e negò deciso:
- Per carità… e togliere il suo diletto al divo? - Disse con ironia marcata. Mike lo spintonò per farlo smettere spaventato all’idea che il divo in questione lo sentisse, ma non poteva che essere d’accordo.
- Che esagerato! - Asserì per pura decenza. L’ego di Chester bastava per tutti, non serviva che diventasse narcisista anche lui!
- Altroché esagerato! Guarda se glielo chiedo io… - E così dicendo andò da Chester, il divo in questione, e circondandogli le spalle con un braccio gli chiese amichevole e allegro:
- Ehi, Chez, ti va se ti accompagno io, oggi? - Lo sguardo più assassino mai visto nella storia del mondo si esibì sul suo volto magro e affilato e trasformandosi in un killer pericolosissimo guardò subito truce Mike lì accanto. Sapeva benissimo che la sparata d’altruismo veniva da lui.
Al ché sia Mike che Brad si piegarono in due dal ridere facendo capire al diretto interessato di essere stato giocato per bene.
Con una gomitata al chitarrista del gruppo ed un calcio negli stinchi al suo ‘accompagnatore ufficiale’, li liquidò con un meritato: - Pezzi di idioti! Non mi piacciono questi scherzi! -
Continuarono a ridere della grossa per un bel po’ mentre Chester continuava ad insultarli perché quelle cose proprio non le digeriva. Ridere di lui dopo essersi presi gioco della sua regale persone! Come osavano?
Di solito il senso dell’umorismo l’aveva eccome, tanto che rispondeva prontamente a qualunque scherzo gli venisse fatto -a modo suo ovviamente, quindi andandoci giù pesante!- ma certi argomenti erano proprio tabù.
- Non ho niente contro Brad ed il suo talento come chitarrista, ma queste esibizioni occasionali non hanno niente a che fare con la nostra musica e coi concerti, quindi essendo che devo essere particolarmente concentrato, voglio che ci sia solo Mike! - E nell’ammettere candidamente certe cose nemmeno si rendeva conto di quanto imbarazzo creasse nel destinatario di tanti complimenti.
Mike infatti smise repentino di ridere e si zittì diventando di mille colori.
Adorava quando il suo ragazzo le sparava così, inaspettate ed imprevedibili e sicuramente fuori dagli schemi… nel senso che ad orecchio non sembravano dichiarazioni particolari, ma poi conoscendo il tipo lo erano eccome.
Chiunque non fosse Mike non si poteva offendere visto quanto straordinario fosse un suo apprezzamento pubblico e finivano anzi per ridere ogni volta davanti alle facce da baccalà del povero ‘accompagnatore ufficiale’.
- Cerca di non dire cose simili nell’intervista fra poco, che poi il tuo calmante ambulante va in fibrillazione! - Aggiunse Brad spettinando affettuoso i capelli di Mike… già, perché quelli di Chester erano troppo corti, per essere spettinati!
Dopo di che li lasciò soli andandosi a sistemare con gli altri nel tavolino davanti alla gigantografia della copertina del loro ultimo album che stavano promuovendo.
Mike e Chester allora ebbero un momento per guardarsi lontano da occhi indiscreti e mentre il primo cercava ancora di riaversi dal tremendo colpo al cuore ricevuto senza preavviso, l’altro ridacchiava malizioso contento di averlo spiazzato senza accorgersene.
- E’ vero… tu mi tranquillizzi e riesco a cantare in quel modo che mi viene difficile… sai, senza urlare e scalmanarmi… è complicato, per me, e se non ci sei tu che mi accompagni con uno strumento non ci riesco per niente! -
Mike finalmente si riebbe e sorrise con quel suo modo caratteristico che era dolce ma non romantico, un modo che a Chester faceva impazzire. Osservandolo in quell’istante, infatti, gli venne come sempre l’istinto di baciarlo e per un momento, dimenticandosi del posto totalmente inadatto pieno di gente, si avvicinò al compagno come se dovesse farlo davvero. Mike fortunatamente era ancora collegato col mondo, anche se ci era riuscito a fatica, e lo bloccò appena in tempo a pochi centimetri dal viso. Certamente da lontano era difficile fraintendere su cosa stessero per fare, ma a conti fatti non c’era stato nessun bacio o contatto compromettente!
Pareva semplicemente parlassero eccessivamente vicino l’uno con l’altro.
Tutto qua!
Sospirando insofferente Chester brontolò guardando l’ora e cominciando a contare i minuti di quella che ora come ora vedeva solo come una tortura, infine si diresse al tavolo con gli altri seguito da un Mike divertito che sembrava potesse illuminare a giorno l’intera America.

Non erano molte le occasioni pubbliche per le quali dovevano esternarsi e cantare insieme da soli, in realtà erano davvero poche poiché la loro musica non era adatta a quel genere di esibizioni.
Di canzoni con voce e chitarra in effetti non ce n’erano per niente se non una nell’ultimo album, per il resto dovevano arrangiarle sul momento e quindi cambiarle momentaneamente.
Era diverso a casa loro quando dovevano provare loro due qualche pezzo particolare o imparare il testo per bene… là certamente lo facevano sia con la chitarra che con il pianoforte, però erano momenti solo per loro, nessuno assisteva, erano effettivamente soli.
Quando invece lo dovevano fare davanti ad altre persone magari per qualche promozione speciale, lì era diverso… lo era perché pur le canzoni venissero trasformate e fossero effettivamente diverse apparendo suggestive, c’era quel qualcosa di speciale che si creava fra suonatore e cantante.
In quei momenti cantava solo Chester e l’unico in grado di accompagnare la sua voce al di fuori di un concerto o di una prova in studio, era Mike con la sua chitarra od il piano.
Ecco perché poi incantavano, una volta che lo facevano.
Solo loro due davanti ad un numero considerevole di ospiti per una presentazione dove era prevista non più di una canzone. Ma quella bastava.
Era come se nell’aria succedesse qualcosa.
Tutti si zittivano e calava una specie di silenzio sacro mentre inebetiti ed adoranti ascoltavano i due cantanti esibirsi in quel modo unico e speciale solo per quel piccolo pubblico fortunato.
I membri stessi del gruppo se ne rendevano conto.
Erano diversi in quelle occasioni.
Mike cominciava a premere le dita sulle corde e a scorrerle suonando il suo strumento e poco dopo con calma innaturale che proprio non era da lui, Chester si inseriva.
Lì, seduti vicini su un piccolo palco rialzato, senza nemmeno bisogno di guardarsi o darsi attacchi.
Era davvero come se la voce eccezionalmente melodiosa di Chester potesse essere accompagnata unicamente da Mike, cosa che in realtà non era poiché anche gli altri membri del gruppo erano più che validi e Brad stesso era un ottimo chitarrista.
Però in quei momenti nessuno aveva dubbi su chi avrebbe fatto quell’unica canzone d’eccezione e su chi l’avrebbe accompagnato con la chitarra.
La magia scendeva, erano diversi dal loro solito, non erano nemmeno loro. Riuscivano ad esternarsi da tutto e da tutti, cantavano e suonavano con gli occhi chiusi e non per fare attenzione ad ascoltarsi e non andare fuori tempo, bensì solo e semplicemente perché gli piaceva sentirsi.
Mike era come incantato dalla voce del suo compagno e lo era in ogni istante, in qualunque modo cantasse, anche che urlasse come un matto. Sicuramente quando la utilizzava così calmo e quasi con un tocco di malinconia, era spettacolare. Gli venivano i brividi, non sapeva proprio come faceva ancora dopo tutti quegli anni che cantavano insieme. Spesso gli chiedeva di provare una canzone su cui non era sicuro e lo faceva solo per sentirlo, senza reale bisogno. Perché in quei casi la facevano in acustico o al piano ed era tranquillo e rilassato, senza agitazioni infernali che comunque adorava lo stesso.
Ascoltarlo cantare per lui era rigenerante e quando creava una canzone, che fossero solo melodie o solo testo o magari entrambi, pensava sempre alla sua voce e a come l’avrebbe fatta e gli veniva subito fuori come se fosse sempre stata in lui. Se doveva pensare alle proprie parti invece rallentava.
A volte cercava di ricordare come era prima di lui ma non ci riusciva nemmeno impegnandosi. Chester non c’era sempre stato però ormai era così pregno del compagno che era come se lo fosse.
Chester, dal canto suo, non considerava minimamente la sua vita prima del proprio arrivo nella band. Per quanto lo riguardava era nato e cresciuto direttamente con loro.
Quando capitavano quelle occasioni pubbliche di cantare accompagnato dalla chitarra di Mike chiudeva sempre gli occhi e aspettava il proprio turno, si concentrava perché sapeva di dover cantare diversamente da come normalmente faceva, di dover essere più contenuto e sommesso e quindi più sentimentale ed emotivo piuttosto che apocalittico, rabbioso od esplosivo.
Ma le dita che correvano sulle corde e poi il modo di suonare… bè, non c’era niente di speciale, obiettivamente, in quello che Mike faceva. Era la cosa più semplice e naturale, ma a lui sembrava proprio che come lo facesse lui, nessuno poteva.
Se si trattava di dover essere accompagnato da un solo strumentista non aveva il minimo dubbio. Voleva sempre e solo Mike. Qualche volta per non essere presuntuoso quest’ultimo chiedeva a Brad se voleva farlo lui, ma il ragazzo non ci pensava proprio. Non era amante di assoli e cose simili ma soprattutto togliere a Chester il suo Mike equivaleva ad una tortura atroce nell’ora successiva e non ci teneva.
A parte questo, era ovvio che preferisse ascoltare quei due esibirsi da soli ed insieme.
Erano speciali perché riuscivano a creare intimità fra loro facendo una cosa semplicissima come quella in mezzo ad una marea di sconosciuti.
Il bello era che questi, di norma casinari come ogni loro fan che si rispettasse, quando il duo partiva in quei rari casi, si zittivano completamente come se staccassero la spina.
Nessuno avrebbe saputo dire come mai e cosa di preciso permetteva che la magia si creasse, però c’era e nessuno avrebbe potuto rinunciarci. Sarebbe stato un crimine.
Indipendentemente dalla fissa -od ossessione in certi casi- di Chester che la sua sacrosanta voce venisse accompagnata solo da Mike nelle canzoni voce e strumento.
Cose che accadevano davvero di rado ma che quando succedevano non le si poteva dimenticare e nessuno osava interromperli, nella maniera più assoluta.
Perché lì non serviva che facessero niente di particolare eppure apparivano per ciò che erano e nessuno si scandalizzava, nessuno poteva. Erano semplicemente la cosa più appropriata l’uno per l’altro.
Voce e strumento.
Compagni in ogni angolo delle loro vite.

   
 
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