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Autore: crimsontriforce    13/04/2011    0 recensioni
...e fa “hisssssssss!”, come me quando penso a questo fandom. Nuovi volti per Eroe e Principessa, una nuova terra, l'inizio sotterraneo di una storia che si disperderà fra i cieli di Hyrule.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Link, Princess Zelda
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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*si guarda in giro a disagio* ...cosa non si fa per amore... regalo di compleanno per il mio Skull Kid, per motivi specifici spiegati in nota a fine fanfic o spoilerano. Mah. Mi sono anche divertita a scriverla, ma... *tamburella nervosa*










Scorre la sabbia delle ere





Il viaggio di Link era solitario, da quando aveva preso congedo dalla principessa. Rimpiangeva le cavalcate fianco a fianco in testa alla carovana, la risata pronta e cristallina alle sue rade battute, la treccia alta che ricadeva sul bianco sporco e disadorno della veste quando si allenavano alla spada. Quando l'aveva salutata, chiamandola amica e compagna d'arme, tutto il suo popolo si era vestito a festa di verdi e rosa, facendo fiorire il deserto fino al calar del sole. Chiudendo gli occhi, ricordava ancora i giochi creati dal vento fra quei veli, come tutto sembrasse luce e aria in un meriggio sospeso. Zelda vegliava pensierosa sulle danze, con la fronte aggrottata dal peso di un copricapo intrecciato di stoffe e statuaria sotto mille volute dei colori più accesi.
Link li aveva lasciati e aveva imboccato il cammino della terra.

Alla vostra salute, brindò fra sè e sè sedendo su una piatta roccia calcarea. Ai suoi piedi si stendeva un lago sotterraneo, le cui acque brillavano sotto la luce della sua lanterna. In lontananza si potevano scorgere le rovine di una civiltà che di quelle caverne aveva fatto la propria casa e Link, che pure aveva percorso i suoi corridoi e dormito agli angoli delle sue piazze, non avrebbe saputo darle un nome. Sapeva invece che le Dee disponevano con chiarezza i loro presagi, per chi avesse occhi e cuore per leggerli, e la pietra recava scritto che li avrebbe incontrati ancora.
Si chiese che terre battesse in quel momento la carovana di quel popolo senza patria. Avrebbe desiderato seguirli – era dolce il pensiero di tornare a immergersi fra voci hylian, cavalcare al passo seguendo l'andatura dei rettili larghi e piatti su cui montavano le loro case, avere la schiena protetta la notte e qualcuno con cui spezzare il pane al mattino, ma Link aveva sentito già in quelle poche settimane che il viaggio festante della carovana avrebbe finito per riempire di rumore lo spazio fra un orecchio e l'altro. Sui monti Meti solevano dire che, sul lungo tragitto, la solitudine è la miglior compagnia del viaggiatore e Link si sentiva di apprezzare quella declinazione della saggezza popolare.

Così lo spazio fra le sue orecchie restò sgombero abbastanza da accogliere ogni suono non fosse quello dei suoi passi o delle gocce che si staccavano dalle stalattiti. C'erano sussurri nel profondo della terra, rantoli, cozzare di pietre. Li sentì muoversi ore prima di vedere un'ombra guizzare in lontananza e da lì fu ancora una lunga veglia prima che l'avversario si mostrasse nello spiazzo che Link aveva scelto per attendere lo scontro, troppo illuminato per un'imboscata. La sua spada guizzò alla luce delle torce e si abbatté sulla creatura con un gesto semplice e meccanico, come un allenamento, imponendosi di non pensare alla situazione e di non farsi prendere dall'inquietudine. Solo quando esaminò il corpo del nemico immobile a terra si concesse di rabbrividire: quella bestia gobba e zannuta non era hylian, né rispecchiava le figure dipinte sui muri della città sotterranea. I suoi tratti ricordavano altri disegni, quelli dei Bokoblin delle storie d'infanzia. Mostri di fiabe. Non c'era malvagità nelle rovine, ma qualcosa le stava attraversando come una vena nera: in quello stesso momento, un clangore metallico riecheggiava in un corridoio alto e si perdeva in lontananza.

Una lama di luce tagliava il terreno della caverna spoglia in cui si riversava l'ennesimo cunicolo, costringendo Link a proteggersi gli occhi con lo scudo rialzato. Aveva infine ritrovato il sole? Con uno scatto gioioso si alzò in piedi e corse verso la fessura, scuotendo i lunghi capelli castani e dischiudendosi in un sorriso. Il fianco della montagna si apriva come una coltellata su di una terra bruna e sconnessa, dominata da pilastri di roccia scavati dal vento. Solo in basso, a valle, una linea sottile di verde. Nessun sentiero.
Non era un'uscita, non ancora: solo una finestra sul futuro delle sue peregrinazioni. Se la fece bastare. La ragazza si aggiustò il cappuccio, imbracciò lo scudo e si rimise in cammino.

























Note:
- Alla domanda “Cosa cambierebbe se Link fosse donna?”, la mia risposta è “Ben poco!”, come si evince da quest'esercizio assolutamente lezioso nella schivata di qualunque elemento della frase andasse declinato al femminile XD Vorrei vederla davvero nei giochi, vorrei vederla nel fandom in versioni che non sembrino uscite da una brutta doujinshi yuri, vorrei più protagoniste femminili che fanno normalmente cose. Secondariamente, vorrei non vedere più né i giochi né il fandom in vita mia, ma dubito che accadrà, ergo
Skull tiene ancor di più all'idea, se n'è uscito con quello che a me sembra un redesign molto adatto e l'ha ampliato con qualche sprazzo di ambientazione e trama, idee che ho ripreso qui nella fanfiction (Zelda principessa guerriera di un popolo nomade, ad esempio, e una vasta area iniziale in delle caverne) ampliandole a mia volta con qualche dettaglio.


- Re: ispirazioni, disse il mio subconscio: “So I heard you like caverns so I put some Cavern in your caverns so you can cavern while you cavern”
“'twas to be expected”, risposi. A parte l'Ovvio (Uru), credo che sia uscita un po' all'odor di Wanda e un po' di Vagrant Story... che alla fin fine mi paiono complementi abbastanza adatti (mancherebbe giusto Okami per far poker). Probabilmente c'è dentro qualcosa anche di Romancing SaGa Minstrel Song... ne sarei più certa se l'avessi effettivamente giocato XD

- Infine, il titolo è primariamente una battutaccia onomatopeica autoreferenziale, perché il nome in codice della fanfic era appunto “Hissssssss”. A parte quello, è da intendersi come un rigirare la clessidra della Leggenda, un nuovo inizio e, non da ultimo, un senso di presagio per eventi a venire. O, uhm, qualcosa. Torno a lidi più congeniali che è meglio, va'... E NOTIAMO CHE SONO 666 PAROLE SECCHE INVOLONTARIE. DICEVO IO CHE MI STAVO VENDENDO L'ANIMA AL DIAVOLO PER QUESTO REGALO :|

Auguri amore mio! Cento di questi progetti (possibilmente original)! B)
   
 
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