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Autore: Hina93    13/04/2011    6 recensioni
Salve a tutti quanti.. Esattamente non so come iniziare ma comunque sono una fan di Merlin.. o meglio di Gwain!! Io adoro quell’uomo.. Ma non è assolutamente vero, diciamo che provo simpatia per quel ragazzo, anzi moolta simpatia!!
Claire è una giovane nomade-artista che è arrivata a Camelot. Incontra la regina Ginevra, che proverà subito simpatia per la ragazza; in verità Claire vuole diventare amica della regina solo e unicamente per rubare denaro alla ricca famiglia Pendragon. Il giovane cavaliere Gwain insospettito dalla ragazza non le renderà la vita facile..
Una serie di eventi la faranno avvicinare sempre di più alla regina e a Merlino, che incuriosisce e affascina la giovane nomade, ma soprattutto al cavaliere Gwain che incomincerà a provare qualcosa per quella ragazza che riesce a domarlo.
Ma dopo che la giovane troverà a Camelot amicizia e amore, riuscirà a partire? Spero di avervi incuriosito almeno un po’..
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gwen, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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SULLA TUA STRADA..

 

Aveva imparato tanto durante i suoi viaggi.

In tanti anni aveva imparato a riconoscere gli sguardi diffidenti, i sussurri davanti al passaggio delle loro carovane colorate.

Qualcuno diceva che erano delinquenti, altri artisti, ma tutti gli chiamavano con il nome di nomadi.

“Arrivano i nomadi..”.

Sorrise nel percepire quei sussurri dopo la loro entrata a Camelot. La grande Camelot del re Artù Pendragon. Aveva sentito parlare spesso di quel regno, dei suoi cavalieri e della giustizia che vi regnava.

Sorrise ai dei bambini che la fissavano spaventati. Girarono gli sguardi e corsero verso i loro genitori. Sorrise ancora, era abituata agli sguardi spaventati delle persone. Intonò una canzone insieme ai suoi compagni, alla sua famiglia.

 

Scese da cavallo e lo consegnò all’equilibrista e si aggirò per le vie. Vedeva gli sguardi delle persone, sapevano chi era. La riconoscevano dai colori sgargianti dei suoi abiti: la maglia azzurra, i pantaloni grigi, la sciarpa rossa che portava alla vita, i braccialetti che tintinnavano sul suo braccio, il tatuaggio che aveva sul polso e gli orecchini che portava con fierezza. I suoi erano dei piccoli rubini, infondo era la figlia del capo famiglia.

 Sorrise a tutti i presenti, radiosa come sempre, come le avevano insegnato.

Si avvicinò ad una bancarella di stoffe e incominciò ad osservarle.

“Quanto viene?” chiese sfiorando una stoffa verde metallico.

“Non è in vendita..” fece il venditore agitato.

“Oh e questa?” chiese la ragazza prendendone un'altra.

“Nemmeno questa..”.

La ragazza sorrise e annuì e disse “Nessuna è in vendita, capisco, magari da fastidio che sono una nomade?”. Si girò e salutò cordialmente.

“Si è persa, signorina?”.

Claire si fermò e girò il capo e si accorse che una pattuglia di cavalieri la fissava, in mezzo a loro c’era una donna molto affascinante e veramente vestita in modo elegante.

“No, assolutamente..” rispose osservando l’uomo dai capelli lunghi, la barba marrone e, una strana collana che portava al collo. La fissava minaccioso, senza nascondere la sua ilarità.

“Ha rubato qualcosa?” fece di nuovo avvicinandosi.

“Perché dovrei? Non credo ci sia qualcosa d' interessante qui..” si mise le mani sui fianchi carnosi.

In confronto alla donna che era insieme ai cavalieri, lei era piuttosto formosa: le donne nomadi dovevano essere così. Le forme dovevano essere provocanti per attirare più clienti possibili.

“Disturbava un onesta cittadino di Camelot, i nomadi non devono entrare qui..” fece serio e duro.

“Cosa le fa pensare che io sia una nomade?” chiese sorridendo furba.

“Si guardi, lei è una nomade riconosco questa gentaglia da lontano” rispose fissandola con superiorità.

Lo fissò seria, gelida. Tutto l’odio che provava per quelle persone, quelle che consideravano la sua famiglia feccia, affiorava nei suoi occhi castani tendenti al nero. I capelli ricci, che, arrivavano fino alle spalle si muovevano al ritmo del vento caldo di primavera.

S' inchinò e sorrise sarcasticamente. Non era in condizioni di ribattere, non poteva farlo. Infondo lei era sola una donna e quell’uomo era incredibilmente alto e grosso.

“Mi dispiace per aver recato disturbo..” rispose rispettosa, senza nascondere quel sorriso furbo che, caratterizzava la sua gente.

“Gwain... ” fece una voce dietro di loro “non disturbarla, perché avrebbe dovuto rubare qualcosa? Mi sembra una ragazza onesta e intelligente... ”.

Scostò lo sguardo dal viso dell’uomo per osservare la giovane donna che si era avvicinata a loro.

Sembrava poco più grande di lei e notò che tutti la guardavano con ammirazione, persino il cavaliere spaccone che l’aveva rimproverata ingiustamente.

Portava i capelli ricci sciolti sulle spalle, essi erano di un colore simile all’ebano e gli occhi scuri esprimevano dolcezza e amore.

“Ti chiedo perdono, Gwain vuole solo esercitare il suo lavoro meglio di chiunque altro..” le sorrise.

Claire fissò la giovane donna e sorrise a sua volta per poi tornare a fissare il giovane cavaliere, o meglio questo famigerato Gwain.

“Ditemi, cosa porta te e la tua congrega qui a Camelot?” le chiese di nuovo la giovane donna invitandola di seguirla.

Claire obbedì e rispose “Istinto di sopravvivenza, ci servono cibo e soprattutto denaro, perciò siamo venuti a Camelot per esibirci e guadagnare dei soldi.. onestamente” aggiunse fissando storto Gwain il cavaliere.

“E lei che cosa fa?” chiese congiungendo le mani sul ventre, mentre camminava leggiadra per le vie della città.

“Prestigiatrice e cantante..” fece la ragazza stringendo il nodo alla sciarpa che, portava alla vita.

“Una prestigiatrice che, gira con un coltello alla vita..” osservò il cavaliere che seguiva passo dopo passo la giovane donna.

“Istinto di sopravvivenza, Gwain..” rispose mentre in modo sprezzante diceva il nome del ragazzo che, sorrise divertito.

“Non importa, ho sempre amato i vostri spettacoli, li ho sempre trovati sublimi. Dimmi quando vi esibirete per noi?” chiese incuriosita.

Claire osservò con una puta di curiosità la giovane donna che le camminava al fianco.

Doveva essere nobile, si vedeva da come si vestiva; la cosa che però notò furono i tagli sulle dita, come di una persona che cuciva spesso o che non avesse mai smesso di lavorare duramente. Sembrava serena e felice ma soprattutto innamorata.

“Credo domani sera, dipende tutto da mio padre..” rispose distogliendo lo sguardo.

“Molto bene, facciamo così: lei mi verrà avvisare. Abito al castello di Camelot..”.

La mora annuì e chiese “E chi mi deve ricevere?”.

La donna ci pensò un attimo e poi rispose “Che la vuole ricevere Ginevra..”.

“Molto bene, Ginevra, domani verrò a dirle se faremo lo spettacolo.” S’inchinò leggermente e poi si girò.

Salutò cordialmente tutti i cavalieri che seguivano la donna, soffermandosi sul giovane soldato che l’aveva trattenuta e incolpata giustamente.

“Incantata di averla conosciuta, cavalier Gwain..” sorrise furba.

“Lo stesso vale per me, signorina?”

“Claire, sola Claire..” si girò e si incamminò verso l’accampamento.

 

Sorrise divertita, con il suo sorriso enigmatico, dopo l’incontro che aveva fatto. Non pensava che a Camelot si sarebbe divertita e incontrato persone che nemmeno immaginava di conoscere.

Una nomade che parlava con la regina Ginevra in persona, e la invita pure al suo castello! Questo sarebbe stato scritto nella storia del suo popolo!

“Attenta!”.

Troppo tardi, non era stata attenta. Urtò qualcosa che cadde fragorosamente al suolo.

“Adesso mi ammazza… adesso mi taglierà la testa..” sentì dire.

Si chinò per prendere un elmo finito su una pozzanghera d’acqua melmosa.

“Credo ti sia caduto..” fece inchinandosi di fianco a un giovane ragazzo.

“Oh grazie..” fece prendendolo “credo che ora Artù mi farà giustiziare..” disse alzando lo sguardo verso di lei.

Due occhi azzurri come il cielo d’estate la fissava, occhi furbi che nascondevano un segreto grandissimo.

“Per così poco?” fece lei alzandosi.

“Non conosci Artù allora..” fece sorridendo.

“Credo di no, ora va il tuo re ti sta aspettando, ragazzo..”.

“Oh si giusto, mi chiamo Merlino.. insomma mi dispiace che ci siamo conosciuti in questa circostanza!”.

Rise davanti al ragazzo. Era buffo, quasi comico.

“Il piacere è stato tutto mio, Merlino. Io sono Claire. Spero di incontrarti più spesso durante la mia permanenza..” lo salutò cordiale.

 

“Noto con piacere che sei diventata amica di reali..” fece suo padre appena arrivò al campo.

“Sì, padre, abbiamo sempre avuto classe noi nomadi..” sorrise e lo prese sotto braccio.

L’uomo sorrise, mostrando tre denti d’oro che minacciosi brillavano al sole.

“Camelot è come l’oro, qualsiasi cosa riusciremo a prendere frutterà molto..” disse fermandosi.

Lei gli sorrise. Era l’unica persona che amava ancora in vita.

“Abbiamo già rubato due cavalli dalle scuderie e alcuni bambini hanno rubato vivande e soldi, domani daremo spettacolo, in qualche modo dobbiamo ringraziarli!” rise mentre, sedendosi accanto al fuoco prendeva un grosso bicchiere di birra nomade.

Claire sorrise e si sedette accanto a lui, e giocherellò con il pugnale che portava alla vita.

“Devo avvisare i miei nuovi amici..”.

Suo padre la fissò ed entrambi risero all’unisono.

Se c’era una cosa vera, tra tutte le dicerie che circolavano su di loro, era che: erano degli ottimi ladri e attori affascinanti.

Non avevano nemici, era meglio per tutti. I nomadi potevano essere i migliori amici di un popolo come i peggior nemici.

Istinto di sopravvivenza diceva Claire.

 

 

 

  
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