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Autore: luxuryloser    13/04/2011    17 recensioni
Introduzione. E qui inizia l'ansia.
Allora, ho scritto questa storia oggi a scuola, durante le infruttuose ore di latino, di getto, grazie ad un'ispirazione passeggera.
Jack Sparrow e Elizabeth Swann, dopo l'imbarco di Will sull'Olandese, dedicati a tutti quelli che come me li trovano fantastici insieme, soprattutto a _vALe.
Pubblico senza cambiare una parola dalla prima stesura, vediamo cosa ne pensate :)
Love,
Kia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Che altro dire? La mia prima fanfiction su POTC, enjoy it :)


Somebody to love. Actually.


La Regina dei Pirati nobili tornò a bordo della Perla Nera, protando con sè lo Scrigno.
-Ah, ha lasciato a te il TUM TUM- constatò Capitan Jack Sparrow, con voce atona.
Elizabeth non rispose, ma si appoggiò al parapetto a qualche metro di distanza, con gli occhi puntati sull'orizzonte, forse in cerca di Will.
Dieci anni sarebbero stati lunghi, per lei. Dieci anni sola, senza il suo novello sposo. Chi l'avrebbe sopportato?
-Dolcezza...- iniziò Jack, ma si interruppe: come avrebbe potuto consolarla? Non certo offrendole un viaggetto a Tortuga per ovviare almeno al problema dell'astinenza!
-Jack... Vattene.- intimò lei, quasi in lacrime, sicuramente restia a farsi vedere piangere da quel... pirata. -Miss Swann, posso fare qualcosa per voi?- chiese, premuroso come sempre, Mastro Gibbs.
-Riportatemi a Port Royal.- ordinò imperiosa, e il nostromo se ne andò, pronto per invertire la rotta senza nemmeno consultare i due capitani della nave.
Elizabeth guardò il mare, come ipnotizzata, con la stessa espressione rapita del suo primo incontro con Will. Si tolse dalla testa il cappello donatole dalla ciurma di Sao Feng, facendolo cadere in mare. Lo guardò sprofondare per il peso delle pietre preziose, e una parte del suo cuore affondò insieme ad esso. Non avrebbe mai più navigato sotto una bandiera pirata. Non senza Will.
TUM TUM, TUM TUM, TUM TUM.
Il cuore di suo marito scandiva i secondi da Regina che le restavano, sempre meno.
-Mrs Turner, attraccheremo tra poco.- la informò suadente Barbossa, anche se con una punta di incredulità: era inconcepibile che, al culmine della sua "carriera", lasciasse la pirateria.
Entrambi ricordarono il loro primo incontro, il primo contatto di Miss Swann con i pirati, la scarsa inclinazione da ottemperare alle richieste altrui.
-E se non fossimo inclini ad ottemperare alla vostra richiesta di sbarcare?-
Elizabeth lo guardò, gelida e spaventosa, con gli occhi rossi e gonfi di pianto.
-Obbedirete al Re della Fratellanza.-
Barbossa maledisse Jack, per la milionesima volta quel giorno, e tornò al timone zoppicando.
La Regina dei Pirati nobili sbarcò a Port Royal nella notte, facendo perdere le sue tracce ai suoi "sudditi".


-Miss Swann, siete tornata!- la salutò Estella, stanca.
-Mrs Turner, Estella. Sono Mrs Turner ora.- ammise, forse troppo rivelatoria.
-Turner? William Turner? L'avete sposato?- Stupore, sorpresa, ma anche orgoglio per aver ricevuto dalla padrona tale notizia.
-Preparami il letto, sono stanca. Domani comincerò ad occuparmi del governo di Port Royal.-
-Miss... Mrs Turner, la città è in delirio dalla morte di vostro padre, voi non potete prendervi la responsabilità di...-
-So quello che faccio, Estella. Ora preparami il letto.- intimò, rigida.
Indossò, per la prima volta da lungo tempo, una camicia da notte di Sangallo, e si accoccolò sotto le morbide coltri.
Non riuscì a prendere sonno, però: non era nel suo elemento; le mancava Will, le mancava il mare, il rumore sciabordante delle onde, Jack.
Cosa? Jack? No, non le mancava Jack. Non era possibile!
-Non avrebbe mai funzionato tra di noi.- continuava a ripetersi, come lui le aveva consigliato ma, più quelle parole risuonavano nella sua mente, meno ci credeva.
L'aveva ucciso con un bacio, tempo prima, ma quel bacio non era stato per lei soltanto lo strumento per abbandonarlo nella fauci del Kraken, nonostante fosse ciò che tutti, compreso Jack, credevano.
Si addormentò, quasi all'alba, con l'eco di un -Piratessa- nella mente.


-Miss, svegliatevi, è ora di pranzo- Estella interruppe il suo sonno agitato, inondando la camera di luce.
-Mrs, Estella, Mrs Turner.-
-Non vedo vostro marito, Mrs.- Osò troppo la cameriera.
Elizabeth, non trovando le parole per ribattere, chiuse gli occhi e prese un profondo respiro.
Indossò gabbia e corsetto, provando di nuovo l'odiata sensazione di soffocamento, e si preparò un discorso mentale per convincere i cittadini a smettere di comportarsi selvaggiamente, e a iniziare a riabituarsi ad una figura di potere che limitasse le loro scelleratezze da... pirati.


-Miss, c'è una visita per voi.- annunciò Estella a tarda sera -devo dire di tornare domani?-
-Non c'è bisogno, cara.- proferì suadente una voce ben nota, facendola sussultare e dire, quasi ipnotizzata:-Lasciaci soli, Estella. Sono più che lieta di ricevere la visita di un vecchio amico.- la cameriera uscì, lanciando un'ultima occhiata spaventata a quell'inatteso ospite.
Lui ed Elizabeth si guardarono a lungo, finchè la ragazza non notò di essere praticamente in deshabillè e si tirò le coperte fin oltre il mento.
-Dolcezza, ti ho vista meno vestita di così.- commentò annoiato l'uomo.
-Cosa ci fai qui, Jack?- chiese lei, ignorando il suo commento.
-Come posso navigare alla volta di un tesoro quando tutti i tesori sono a bordo della mia nave, tranne l'unico tesoro che bramo ma non posso avere?- rispose il pirata, parlando a raffica e non facendo capire ad Elizabeth cosa stesse dicendo.
La ragazza, spinte le coltri in fondo al letto, si alzò e si diresse verso Sparrow, l'orlo della veste che strisciava a terra.
-Oh, Jack, torna alla Perla: non puoi stare qui. Sono la governatrice di Port Royal, potrei farti impiccare per esserti introdotto nei miei alloggi.- Il pirata finse un grande spavento, barcollando all'indietro con gli occhi color cioccolato sgranati.
Elizabeth sorrise, vittoriosa,ma Jack tornò all'attacco:-So cose di te che farebbero tremare tutta la corte britannica, piratessa.-
-Non oseresti, Sparrow.-
-E tu? Oseresti?-
Senza aspettare la risposta, Jack azzerò la brevissima distanza che li separava, unendo le loro labbra in un bacio passionale, spingendo la ragazza contro la parete e sollevando la stoffa leggera della camicia da notte, accarezzando la pelle liscia e morbida delle sue gambe.
Il cappello di Jack cadde a terra, seguito dalla sua camicia; Elizabeth lasciò una scia di baci sugli innumerevoli tatuaggi che ornavano il fisico scolpito del pirata, mentre lui scioglieva i lacci della veste della ragazza, facendola scivolare fluida lungo il suo corpo slanciato.
Guardandolo negli occhi e tenendolo per mano, Elizabeth condusse Jack verso il lussuoso letto a baldacchino.


La luce svegliò Elizabeth, che subito notò una sostanziale differenza rispetto alla mattina precedente: c'era qualcuno addormentato accanto a lei. Will!
Guardò meglio e vide un uomo dalla carnagione più scura di quella di Will, lineamenti più marcati, capelli più lunghi.
Ricordò la serata precedente: Jack Sparrow!
Si alzò e si vestì in fretta, sperando che andarsene da quella stanza cancellasse quella pazza, meravigliosa notte.
Lei amava Will, per l'ira di Calipso!
Non Jack!
Per Jack provava... odio!
E una grande, incontrollabile attrazione.
Doveva dimenticare cosa avevano fatto quella notte, perchè lei apparteneva a Will! Non a Jack!
Ma l'aroma di Rum che era Jack rimaneva impresso sulla sua pelle, i segni dei suoi baci sulle sue labbra e sul suo corpo. E, in un certo senso, anche nel suo cuore.
A chi voleva darla a bere? Sarebbe rimasta una piratessa per sempre, anche passando il resto della sua vita sulla terraferma, e una piratessa avrebbe voluto Jack, non Will.
Avrebbe amato Capitan Jack Sparrow, la leggenda.
Anche senza accorgersene.
Will era l'uomo da amare, ma Jack era quello da desiderare.
MA non era anche vero che desiderio e amore coincidevano? Come poteva amare Will e desiderare Jack? C'era una sola spiegazione.
-Non avrebbe mai funzionato tra di noi.- le aveva detto Jack, un tempo. Non avrebbe più fatto finta di crederci.
Tornò velocemente nei propri alloggi, dove trovò il pirata ancora profondamente addormentato, affascinante anche in quel momento, in cui era più vulnerabile.
-Jack...- chiamò dolcemente, ma lui continuò a dormire beatamente, ignaro dell'uragano di emozioni che si stava scatenando dentro di lei.
Gli accarezzò piano una guancia e, senza averlo premeditato, sfiorò le labbra al sapore di Rum con un bacio leggero.
-'Giorno dolcezza.- sussurrò Jack, quasi completamente sveglio, contro le labbra della ragazza.
-Perchè sei venuto qui, ieri sera?- chiese nuovamente Elizabeth, come cercando un appiglio contro la sua stessa decisione.
-Stavamo preparando la mia amata Perla alla fonda per partire alla volta di Tortuga, ma quando supposi di passare il resto della mia vita, un resto sicuramente molto lungo, tra Rum, donnine allegre e maledizioni, cose che fanno parte del quotidiano al giorno d'oggi, non la trovai una prospettiva allettante quanto quella di vivere, ovviamente senza rinunciare al mare e alla Perla, insieme a questa bellissima damigella pericolosa.-
Elizabeth sorrise: le bastava quello.
-Anch'io ti amo, Jack.-
-Sono sempre Capitan Jack Sparrow, dolcezza.-


Siete giunti fin qui (spero), vi va di spendere qualche istante del vostro tempo a lasciarmi la vostra opinione? Si accettano lanci di pomodori ;D
  
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