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Autore: ____Faxas    13/04/2011    4 recensioni
E' morto. Non tornerà mai più. Non potrò più rivederlo, e il suo viso resterà solo un ricordo lontano e doloroso. E ogni volta che lo ricorderò, le mie ferite si riapriranno e da quelle sgorgherà altro sague. Ma almeno, posso avere il piacere di ricordare i momenti con lui.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cloud Strife, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~L'illusione è il primo di tutti i piaceri.
Oscar Wilde
~

 





Adesso, guardando il profilo delle case illuminate di rosso dal tramonto color del sangue, mi sembra di non essere seduto sulla sedia accanto alla finestra a guardare fuori. Sono perso nei miei pensieri, o meglio, nei miei ricordi. È tutto confuso, ricordi che sembrano non avere alcun nesso logico mi affollano la mente, facendomi venire le vertigini. Ma, all’improvviso, quando sento quella voce che tanto amo nella mia testa, capisco che tutti quei ricordi hanno qualcosa in comune: Zack. Solo pensare il suo nome mi fa ancora sentire le farfalle allo stomaco e un senso troppo pesante di nostalgia mi prende il petto, lacerandolo con le sue unghia affilate come spade.
Sono passati due anni.
Sono diventato un Soldier di prima classe, come lo era lui.
Ma nonostante il tempo sia passato, non riesco ancora ad abituarmi alla sua assenza. Non riesco a essere sereno, da solo nella casa che ci ha visti nei nostri momenti bui e ci ha accompagnato durante il nostro cammino insieme. Tutto è rimasto immutato, immobile, come prima. Nulla è cambiato, nessuna foto o mobile è stato spostato in questi anni. Questa, secondo me, è come una forma di masochismo, perché non faccio altro che alimentare quel senso di vuoto che provo dentro di me, scatenato dall’assenza di Zack; la alimento circondandomi dei suoi ricordi, e da ogni parte io volga lo sguardo c’è sempre qualcosa che mi ricollega a lui. Anche gli oggetti più insignificanti sanno di lui.
Ricordo perfettamente quando la mattina presto, in un giorno di ferie, Zack andava a fare la doccia, si asciugava a sufficienza e andava, con un asciugamano legata alla vita, diretto verso il frigorifero da cui prendeva un cartone di latte. Il pomo d’Adamo saliva e scendeva lentamente, come se andasse a rallentatore, e sempre il solito sorriso a delineargli le labbra, perché sapeva che mi piaceva scrutarlo con intensità mentre era in “quella barbara maniera”.
Un sorriso amaro mi si disegna sul volto, una piccola lacrima solca la mia guancia senza arrivare a terra perché la asciugo prima che cada. Tiro un lungo respiro, chiudendo gli occhi, come se ricordando Zack possa avvertire le sue mani su di me, e il suo profumo caldo nelle narici.
Ecco, adesso, mi sembra di avvertire le sue braccia avvolgermi il collo, il suo naso che, immerso nei miei capelli biondi, li annusa descrivendo dei piccoli cerchi, e il calore pervade il mio corpo.
Zack…
Un’altra lacrima corre sulla mia guancia, ma la lascio stare, troppo intento a godermi quell’illusione che sembra così tanto reale da farmi stare male. Poi mi sembra di avvertire un bacio sui capelli, come lui me li dava, lentamente e facendo schioccare un po’ le labbra; la stretta delle braccia sembra diventare più forte e ancora più calore invade il mio corpo.
“Cloud…”, mi sembra di sentirlo chiamare il mio nome, e quella è la goccia che fa traboccare il vaso.
Scoppio a piangere, ma quella sensazione non scompare. Cerco di far andare indietro la testa sullo schienale alto della sedia, ma qualcosa mi ostacola. Ha una morbidezza ma allo stesso tempo durezza che conosco bene. Istintivamente porto le mani sul collo, e allora mi rendo conto che quelle braccia ci sono davvero e quel calore non era illusione.
Mi alzo di scatto con un sorriso di folle speranza.
“Zack, sei tu?”
La sedia è caduta a terra mentre mi sono alzato, ma davanti a me non c’è nulla, se non fosse per un piccolo bagliore azzurro-verde che pian piano va dissolvendosi. E quando quel bagliore scompare del tutto, a terra compare un foglietto di carta con una rosa rossa.
Con il cuore in gola mi chino subito a prendere sia il foglio che il fiore, e piangendo ancora di più me li strinsi entrambi al petto, singhiozzando.

Ti amo, Cloud. Sarò sempre accanto a te, qualunque cosa succeda; se ti sentirai solo, pensami e io sarò da te.

“Zack!!”
Urlo, cadendo sulle ginocchia e raggomitolandomi a terra in posizione fetale.
“Ti prego Zack, vieni da me, abbracciami, baciami! Mi manchi…!”, le lacrime sono così tante che non riesco quasi a respirare né a parlare.
Mi stringo le braccia al petto, e a quel punto, mi accorgo che non avverto più la presenza della rosa, né del foglio.
Il cuore mi salta in gola, mi sento quasi mancare, la testa che gira, e mi tiro sui gomiti, accorgendomi che quei due oggetti non c’erano più. Non sono mai esistiti.
Le lacrime smettono di cadere copiose, il mio cuore si calma fin troppo quasi come se si sia fermato. Mi inginocchio e mi guardo intorno spaesato.
La sedia che prima era caduta, adesso è al suo posto, esattamente dove l’avevo messa quando mi ero seduto a guardare fuori. Tutto è come prima.
Un pensiero comincia ad affollare la mia testa: E’ stata tutta un’illusione. Una piacevole illusione.
Mi alzo in piedi, neutro, come se non mi sfiori per nulla e volgo lo sguardo verso la finestra.
Il sole è scomparso oltre l’orizzonte, e gli ultimi flebili raggi spariscono lentamente fino a quando anche il crepuscolo giunge al suo termine, e l’oscurità prende possesso della stanza e della mia anima.




Ciao a tutti/e!!
Sono tornata a scrivere Clack dopo non so quanto tempo... devo dire che mi è parecchio mancato, perché mi stanno molto a cuore questi due bei ragazzi ed è un piacere scrivere su di loro.
Cooomunque, passando alla One-Shot: lo so, scrivo sempre cose tristi, ma in questo periodo non riesco a stare un po' serena e riesco a scrivere solo cose tristi e angosciose (anche l'ultimo tema che ho fatto è stato molto angoscioso o.O), ma per me è un modo per scaricarmi un po'. E naturalmente voi siete le mie povere vittime :D
Devo dire che mi è sorto spontaneo scrivere questa One-Shot. E' uscita da sola e molto fluidamente, diversamente dal solito xD Il titolo mi è venuto in mente mentre la scrivevo, ripensando a Oscar Wilde ho pensato a questa sua frase che mi piace davvero tanto.
Be', spero che vi sia piaciuta, e, se volete e se i vostri ditini non si consumano sulla tastiera, sarebbe carino ricevere qualche recensione, giusto perché vorrei conoscere i vostri pareri e l'effetto che vi ha fatto... (:
Bye-bye!!

  
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