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Autore: Onyria    15/04/2011    1 recensioni
Era appena giunta in città attraversando il Warp Portal, il più comune mezzo di trasporto di Rune Midgard, offerto dalla Kafra Society, che consentiva di raggiungere qualsiasi punto del mondo in pochi istanti. Odiava il Warp, le lasciava sempre la nausea e un forte giramento di testa...
Chaya è un'appartenente della casta degli Assassin, solitaria, malinconica e silenziosa come un'ombra: un'ombra cremisi come il sangue, come i suoi abiti e la sua chioma disordinata... cremisi come il suo cuore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Premetto che non sono una scrittrice e questo è uno dei primi esperimenti che faccio in questo campo a me nuovo, prego dunque che vogliate essere magnanimi e perdonare il mio stile rozzo e inesperto. Nel mio piccolo faccio attenzione alla grammatica e alle ripetizioni; ho inoltre un meravoglioso correttore bozze - molto più esperto di me - che mi controlla i capitoli prima che vengano pubblicati.
Questa storia è nata dall'amore per Chaya, un mio personaggio di D&D e successivamente di Ragnarok OnLine e il mondo in cui ho voluto ambientare questo racconto è proprio il mondo di RO. Non preoccupatevi se non siete pratici del videogioco in questione, ho provveduto ad aggiungere delle note esplicative dei temini più difficili a fine capitolo.
Con questo credo di aver introdotto abbastanza queste prime righe, che non so se verranno lette da qualcuno - non credo che la sezione sia molto frequentata! XD - ma che sono state scritte con tutto il mio impegno.
 Grazie in anticipo a chiunque voglia dedicare parte del suo tempo alla lettura di questo primo capitolo. ^^

 



L'Ombra Cremisi


L’aria era torrida come sempre. Il sole pareva costantemente allo zenit, riducendo le ombre delle rade palme a dei minuscoli cerchi oscuri sotto di esse, inutile riparo per i pochi avventurieri che si azzardavano a passare da quelle parti. Morroc, la città distrutta non offriva un grande panorama a coloro che, per un motivo o per l’altro si ritrovavano a vagare per i suoi confini. Calda sabbia dorata, poche piante rinsecchite e una moltitudine di rovine, eco distorta della città un tempo definita il Gioiello del Deserto.
Niente ombre, tranne una… o forse non era un’ombra ma una delle  poche anime che intrepidamente o forse stoltamente, sfidavano l’aria irrespirabile e gli spiriti dei defunti per una qualche missione da portare a termine. Ma non erano i fantasmi a farle paura, o perlomeno non quelli che, si diceva, infestassero quelle terre: gli spettri che temeva erano quelli dentro di lei, racchiusi nel suo animo e che tornavano a tormentarla ogni volta si trovava costretta a tornare in quella landa desolata… la sua città natale.
Era appena giunta in città attraversando il Warp Portal, il più comune mezzo di trasporto di Rune Midgard, offerto dalla Kafra Society, che consentiva di raggiungere qualsiasi punto del mondo in pochi istanti. Odiava il Warp, le lasciava sempre la nausea e un forte giramento di testa. Preferiva di gran lunga andare a piedi, attraversare zone inesplorate e spesso pericolose, ma oramai quello era l’unico modo per raggiungere Morroc. Per molti non era un problema: nonostante l’avvento di Satan Morroc e la conseguente distruzione della città che aveva praticamente spaccato in due il regno, con una piccola tassa si poteva usufruire dei Warp per arrivare ovunque e quindi la spaccatura che aveva diviso per sempre il nord e il sud del regno passava praticamente inosservata.
Il giramento di testa passò in un attimo e Chaya era già in cammino, avvolta nel logoro mantello sbiadito e col volto coperto dalla maschera della volpe, per raggiungere la periferia nord-est della città, dove avrebbe incontrato Java Dullihan, l’unico Dye Maker del regno. Era come sempre in missione per conto del suo datore di lavoro Onyria, una delle più famose mercanti della capitale.
“Oh avanti, non fare ogni volta tutte queste storie! – aveva sbottato Onyria affidandole la missione – Col Warp ci arriverai in un attimo e in men che non si dica sarai tornata.”
La Creator Onyria non era una persona cattiva, dopotutto Chaya la stimava e invidiava il suo modo aperto e solare di trattare con le persone, purtroppo però era una persona che amava poco spostarsi e per nulla al mondo avrebbe abbandonato il suo negozio per sbrigare piccole commissioni come quella. Nonostante venisse pagata bene Chaya detestava  quelle lande desolate, avrebbe preferito di gran lunga una passeggiata tra i fantasmi del Byo Laboratory piuttosto che tornare li.
“Non capisco proprio perché si ostini a vivere qui – borbottò tra se, con la mente rivolta all’uomo che stava per incontrare – quando a Prontera  avrebbe il triplo dei clienti.”
Aumentò il passo, prima otteneva ciò che le aveva chiesto Onyria, e prima sarebbe tornata a casa.
Arrivò nella piccola bottega di Java Dullihan, entrò senza produrre alcun rumore e si diresse subito alla stanza sulla destra, ignorando il massiccio bancone di legno e le scale che portavano al piano superiore. Scostò piano la tenda marrone, pallida imitazione della porta e il suo sguardo venne subito catturato dalla chioma multicolore china sul tavolo da lavoro, sorvolando sul misero arredamento e le pareti spoglie della piccola stanzetta illuminata dalla vivida luce che prepotente invadeva la stanza attraverso la finestra posta dietro al tavolo. Questa volta le ciocche di folti capelli erano tinte di un magenta acceso tendente al viola, mentre sulla nuca, parte che l’uomo al tavolo le presentava al momento, cambiavano in un verde acido, decisamente un pugno in un occhio come accostamento, pensò la fanciulla.
“Sono secoli che non ti fai vedere, bentornata Chaya!” esclamò il possessore della zazzera colorata, senza nemmeno voltarsi. Chaya sorrise dietro la maschera, rispondendo in un sussurro:
“Ancora mi stupisco di come tu riesca a sentirmi… sei l’unico che ci riesce.”
“Bugia!” – replicò Java voltandosi in un lampo e agitando un lungo indice verde davanti al naso della ragazza: sapeva di  menta – “Anche quella strozzina del tuo capo non si lascia mai sorprendere. In ogni caso io non ti sento con l’udito, come lei, ma con questo.” Concluse picchiettandosi il dito colorato sul naso e lasciandovi uno sbaffo verdognolo. Java era un uomo bizzarro, dall’età indefinibile, coi capelli ribelli tinti ogni giorno di un colore diverso. Occhi scuri sopra un naso pronunciato e viso perennemente glabro, attenzione che non si poteva ritrovare nell’abbigliamento di lino bianco chiazzato di colori vivaci, coperto da giustacuore e grembiule di pelle, così come di pelle erano i sandali che calzava.
La ragazza sorrise nuovamente sollevando la maschera che le celava il volto e posizionandola sul lato destro della testa “E anche questo mi sorprende dato che con tutti questi odori avresti dovuto perdere il senso dell’olfatto già da molto temo.” Concluse arricciando il naso. La bottega era in effetti pervasa da una moltitudine di profumi e aromi completamente differenti: dal profumo dolce della vaniglia, emanato dalle erbe bianche nei sacchetti di yuta, a quello intenso della menta, sprigionato dalle erbe verdi chiuse nei barattoli di coccio. Il sentore del mare era più lieve, appena percettibile, data la scarsità delle rare erbe blu che Java teneva ben nascoste all’interno dei contenitori di vetro più pregiato. Il tutto si amalgamava col polveroso odore della sabbia che aleggiava in ogni bettola e baracca di Morroc.
“Sciocchezze, mia cara, sciocchezze! I controreagenti e le misture che uso non fanno che acuire la mia percezione degli odori, è per questo che le mie tinture sono le migliori: solo le erbe aromatiche più pregiate possono creare una tintura perfetta! Inoltre il tuo profumo di cannella è inconfondibile, sembra che tu ti nutra quasi esclusivamente di erbe rosse.”
Chaya sorrise di nuovo, levandosi il mantello dalle spalle e scoprendo la divisa della Casta degli Assassin. Solitamente quelli del suo stesso mestiere prediligevano colori scuri o chiari a seconda della zona d’azione: neri e blu profondi, bianchi sporchi o gialli slavati. Lei aveva preferito mantenersi in tinta con la sua corta chioma fulva, chiedendo una divisa rosso sangue.  Blusa sanguigna, accompagnata da bende e legacci color sabbia e un lacero pezzo di pelle chiara a coprirne i fianchi sottili. Le braccia magre ma definite erano protette da guanti sempre rossi, così come rossi erano i gambali e gli stivali che calzava.
Gettandosi il mantello su un braccio, frugò nella sacca che portava a tracolla, estraendone un involto di stoffa che porse al Dye Maker senza una parola.
“Ohh, vediamo cosa desidera questa volta sua Maestà Strozzinica.” Java accettò il pacchetto pulendosi le mani sul grembiule e aprendolo con gli occhi avidi; subito un intenso profumo di mare si diffuse nel piccolo ambiente chiuso.  Venti piccole foglie della rarissima specie blu diffusero il loro aroma, coprendo quello del controreagente che le accompagnava. Gli occhi di Java brillarono di luce propria mentre spostava delicatamente le preziose foglie su un vassoio lucido di ceramica, appoggiando la boccetta di controreagente e la piccola fiala vuota di lato, senza degnarle di uno sguardo.
“Tintura blu, come al solito. - borbottò Java quasi tra se e se – Mi chiedo quando se ne stancherà.”
“Dubito che succederà mai – replicò Chaya voltandosi verso la tenda – Io aspetto di la, non metterci troppo.”
Detto questo scostò nuovamente la tenda di pelle e abbandonò il tintore al suo lavoro, tornando nella sala più ampia e accomodandosi su uno dei divanetti corrosi dal tempo allineati lungo la parete della porta d’ingresso, accanto caminetto utilizzato per cuocere i composti. In un primo momento il suo sguardo vagò per la stanza, dal bancone di legno roso dalle tarme al focolare fortunatamente spento e freddo, terminando sulle pareti dall’intonaco grigio scrostato. Poggiò la testa sulla spalliera del divanetto, fissando il soffitto e cercando di distinguere i disegni che un tempo l’adornavano, inspirando piano i vari aromi che permeavano la stanza. Cullata dal silenzio, inebriata dai profumi delle erbe da tintura,  socchiuse gli occhi commettendo il terribile errore di rilassarsi, mentre la pozione di Awakening terminava il suo effetto. Scivolò nel sonno, facile preda degli incubi.



Note dell'Autrice:
Questo racconto è liberamente ispirato al mondo di Ragnarok OnLine, MMORPG coreano del 2002 e che vanta tutt’ora milioni di utenti in tutto il mondo. Nonostante questo però è a molti sconosciuto quindi ho pensato di scrivere qualche nota per rendere la mia storia fruibile anche a coloro che non conoscono il gioco.

Chaya: Pronunciato shàya significa “ombra”.
Rune Midgar: Il mondo in cui è ambientato il videogioco di Ragnarok OnLine e dunque questo racconto.
Morroc: Città del deserto distrutta nell’episodio 12 intitolato “The Destruction of Morroc:  Nightmare of Midgard”.
Warp Portal: Sistema per spostarsi attraverso il mondo, costituito da passaggi magici. Questi possono essere creati dalla classe Acolyte (Priest e HighPriest) oppure richiesti alla Kafra.
Kafra: Personaggi non giocanti (NPC) ai quali è possibile richiedere vari servizi come appunto il Warp o l’utilizzo dello Storage.
Maschera della volpe: Kitsune Mask o Fox Mask, oggetto indossabile nel gioco che riprende la tipica maschera giapponese del demone volpe.
Satan Morroc: Mostro implementato con l’arrivo dell’episodio 12, causa della distruzione di Morroc.
Dye Maker:  NPC che consente la creazione dei Dyetuffs, qui definiti “tinture”.
Creator o Biochemist: Classe del gioco abbreviata “Bio”. Può creare pozioni, usare un omuncolo e mettere in vendita gli oggetti in un negozio.
Assassin: Classe del gioco abbreviata “Sin”. Classe dall’attacco molto veloce e con un’alta probabilità di schivare i colpi avversari.
Byo Laboratory: Mappa del gioco abbastanza pericolosa suddivisa in vari livelli, alcuni dei quali visitata solo dai personaggi più forti.
Erbe bianche, gialle, verdi, rosse e blu: Oggetti curativi con cui è possibile creare determinati oggetti.
Conteragent e Mixture: Oggetti necessari alla creazione dei Dyestuffs ovvero delle tinture.
Awakening: Item che aumenta la velocità di attacco. La descrizione dice che combatte la sonnolenza e dunque lo userò nel mio racconto anche come tonico contro la stanchezza o che impedisce di dormire.

  
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