19/04/2011
3 recensioni
Red Arrow.
"Chapter I."
"Chapter I."
Fissava immobile il paesaggio di fronte a se. Le onde del mare si infrangevano contro gli scogli che dividevano il piccolo porto dall'oceano. I sole si nascondeva ancora all'orizzonte e non si decideva a salire su nel cielo.
I suoi capelli lunghi e marroni come il cioccolato, le solleticavano il collo e le spalle, lasciate nude dal leggero vestitino che indossava. Il vento di inizio agosto era sempre molto piacevole.
I suoi occhi color nocciola erano spenti, proprio come la voglia di vivere. Era tutto uno schifo da quando lui non c'era più.
Il suo papà. Quanto le mancava il suo papi. Il suo eroe.
Chiuse gli occhi per scacciare via quei ricordi che non facevano altro che mandarle il cuore in frantumi. Erano passati due anni, ma il dolore era ancora forte come settecentotretagiorni fa.
Contava i giorni la piccola black olive. Come la chiamava suo padre.
I giorni aumentavano e con loro anche il dolore.
Non le rimaneva nient'altro se non il dolore.
Lasciò cadere le braccia sui fianchi e mentre si dondolava sui talloni iniziò a canticchiare.
It’s a little bit funny,
this feeling inside
I’m not one of those,
who can easly hide
I don’t have much money,
but boy if I did
I’d buy a big house
where we both could live...
Sentì una dolce voce chiamarla e si voltò in direzione di sua madre.
«Ehy pulce, sei pronta? tra un po ci imbarchiamo. Si parte.» la donna dai capelli neri sorrise a sua figlia e la incitò a raggiungerla.
«Si arrivo.» si limitò a sorridere debolmente.
Non voleva che sua madre avvertisse quanto dolore c'era ancora in lei. Avrebbe peggiorato le cose.
Anche sua madre soffriva, eccome se soffriva. Ma era una donna forte e ora doveva esserlo anche lei. Perciò aveva deciso di rendere felice sua madre e di accompagnarla in crociera. Sua madre il capo chef ed era la cuoca più brava del mondo secondo la piccola black olive. Ma dopotutto, si sa, la propria madre è la migliore in tutto.
Si affrettò a prendere le sue valigie e raggiunse sua madre.
Seppure controvoglia, salì a bordo della grande Red Arrow.
*****
«Ehy Nick, hai preso tutto?» gridò l'amico biondo.
«Si Taylor, grazie mille per avermi accompagnato.» strinse la mano all'amico e dopo gli diede una pacca sulla spalla.
«Stammi bene e divertiti.» gli fece l'occhiolino.
Nicholas ridacchiò e si diresse al molo, dove centinaia di persone aspettavano di imbarcarsi.
Una bella e rilassante crociera era proprio quello che gli serviva dopo due anni di inferno. Aveva lavorato senza sosta nel beatlab e ora voleva solo pensare a se stesso. Inforcò gli occhiali neri e con un sorrisetto beffardo si avviò verso quel miscuglio di persone.
Non mancarono gli inconvenienti e alcune fans che non si lasciarono sfuggire l'occasione per chiedere una foto e un autografo.
Era così odioso dover fingere di essere gentile quando avrebbe voluto mandare a quel paese tutti. Ma doveva. Faceva parte della sua immagine da brava rockstar.
Salutò con un cenno della mano i paparazzi che scattavano le ultime foto e si voltò definitivamente. Quale miglior modo se non un articolo di giornale con tanto di foto, per annunciare la sua partenza al mondo intero?
"Il piccolo Nick Jonas decide di prendersi una pausa e di uscire finalmente dal beatlab."
Cosa aveva poi di tanto brutto il beatlab? Lui lo adorava.
La dentro poteva essere chi era realmente senza dar conto a nessuno. Eppure, ogni volta, tutti aspettavano con ansia che lui uscisse da lì.
Sospirò rumorosamente e dopo aver passato tutti i controlli, mise piede sulla passerella e finalmente avrebbe potuto godersi la sua deliziosa vacanza.
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Ok, ditemi quanto fa schifo da uno a dieci questo inizio. ç___ç
xoxo