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Autore: Yunalesca Valentine    20/04/2011    3 recensioni
I Fayth sono coloro che dettero la loro vita per diventare Eoni, la cui anima venne rinchiusa in delle statue all’interno di Templi sparsi per tutta Spira. Queste sono le loro Storie.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anima, Ifrit, Ixion, Shiva, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ANIMA

 

Coloro che mi conoscevano mi dipingevano sempre come una donna dall’animo delicato e gentile, e su questo non si sbagliavano affatto; ma non tutti sapevano che dietro quella maschera, si celava un essere egoista.

Sì, esatto: egoista.

Ed il perché era molto semplice: quando mi sposai, l’avevo fatto solo con il puro intento di creare un ponte tra gli umani ed i guado, senza preoccuparmi minimamente delle conseguenze che ci sarebbero state, così come non me ne preoccupai una volta che vi trovai nel mezzo. Certo, mi preoccupavo per mio marito e per mio figlio, ma degli altri Guado?

Mai. Nemmeno una volta.

 

Ma partiamo dall’inizio...

Ero una giovane donna come tante, con tanto di aspirazioni e sogni; peccato che niente di quello a cui aspiravo o sognavo avvenne. Poi, un giorno, durante una mia visita a Bevelle, lo vidi: Lord Jyscal Guado.

Ovviamente non convolammo a nozze in un battito di ciglia, che sia chiaro, ma fu un lento rapporto costituito da piccoli e semplici gesti, che in seguito sfociarono nel matrimonio.

Diciamo che il matrimonio, almeno dalla mia parte, era mosso più per creare un ponte tra i guado e la mia razza, piuttosto che per amore; ma con il tempo si cambia tutti, prima o poi...

 

Subito dopo il matrimonio gli altri guado, che non mi vedevano di buon occhio visto che ero “un’estranea”, manifestarono il loro dissenso ed il loro disagio, mettendo con le spalle al muro mio marito. Inoltre, come se non bastava, dopo la nascita di Seymour la situazione peggiorò, richiedendo l’allontanamento mio e di mio figlio da Guadosalam.

Da Guadosalam, finimmo sull’Isola di Baaj, dove trascorsi praticamente tutta la mia vita.

 

Gli anni passavano, e, mentre Seymour cresceva, io invecchiavo; ma ciò non aveva importanza, visto che mio figlio veniva prima di tutto, persino prima dei vestiti pregiati e quant’altro.

 Certo, la mia vecchia vita a Guadosalam mi mancava, ma non potevo tornare indietro. Avevo fatto delle scelte, non senza delle conseguenze, ed ora ne stavo scontando il prezzo. Era giusto che fosse così, per me.

Ma non per mio figlio. Non era giusto che anche lui subisse le conseguenze delle mie proprie azioni: lui non ne aveva colpa.

Volevo che in qualche modo si riscattasse, che dimostrasse a tutti i Guado, a tutti gli altri umani, al mondo intero, che non era affatto un mostro.

E l’unico modo per farlo riscattare che conoscevo, era quello di diventare Invocatore e distruggere Sin, portando il Bonacciale.

Iniziai il suo “addestramento” con la spiegazione di cosa fossero Sin, gli Eoni, i Fayth, il Bonacciale... fino ad arrivare alla storia di Lady Yunalesca e Lord Zaon, la prima Invocatrice della storia ed il primo Fayth ed Eone Supremo. Quella storia gli piaceva molto... forse perché adorava immaginarsi Zanarkand, la Città che non dormiva mai.

Non molto tempo dopo “l’addestramento” di Seymour, una malattia incurabile si fece strada, rendendomi più debole di quanto già non fossi. Non mi era rimasto molto tempo...

 

Una sera chiamai Seymour nella mia camera e gli dissi di essere forte, di diventare un grande Invocatore e di sconfiggere Sin, rendendo tutti felici e facendo vedere a tutto il mondo che non era un mostro.

Lì per lì non capì il perché lo avessi chiamato per dirgli ciò, visto che lo sapeva di già, ma preferii non dirgli nulla di quello che l’indomani sarebbe successo. L’avrebbe presa sicuramente male, e non volevo vederlo soffrire; ma quello che avrei fatto, era solo per il suo bene, per renderlo forte, per renderlo... libero.

Libero da quel velo di pregiudizi ed accuse infondate che lo avevano accompagnato fin dalla nascita.

 

 

Insieme a due persone di mia fiducia, ci dirigemmo nella parte interna del Tempio di Baaj, dove avevo fatto disporre una lastra violacea al cui interno vi erano stati inseriti, tempo addietro, delle parti di una creatura esistita ai tempi di Lady Yunalesca e Lord Zaon. Il nome di tale creatura era ignoto, ma si diceva che avesse un potere tremendo.

Sì, esatto: avevo intenzione di diventare un Intercessore, in modo tale da donare a mio figlio un Eone esclusivo, che l’avrebbe reso forte.

Sapevo perfettamente che avrebbe sofferto la mia mancanza, ma la mia dipartita era inevitabile: prima o poi la malattia mi avrebbe consumata e l’avrei abbandonato comunque.

Prima di essere inserita nella lastra, chiesi di essere addormentata, in modo tale da poter essere messa all’interno della lastra più facilmente e nella posizione adeguata.

L’ultima cosa che vidi, prima di chiudere gli occhi, furono gli sguardi carichi di compassione delle due domestiche; e non potei fare a meno di pentirmi, per un istante, della mia scelta.

 

 

A risvegliarmi, dopo non so quanto tempo, fu proprio Seymour, il quale stava piangendo. Avrei voluto tanto abbracciarlo ma, purtroppo, non potevo...

«Seymour» lo chiamai, attirando la sua attenzione.

«Madre...» mormorò, dopo aver smesso di singhiozzare.

«Alzati ed asciugati quelle lacrime, Seymour».

«...Sì» disse a bassa voce, per poi alzarsi ed asciugarsi gli occhi.

«Bravo, il mio piccolo Invocatore... Ora, ascoltami attentamente: adesso ti darò il mio potere; dopodiché partirai per andare a sconfiggere Sin...».

«No! Non voglio!» gridò, riprendendo a piangere. Nonostante fosse maturo, mi ero dimenticata del fatto che avesse ancora dieci anni...

«Tesoro non rendere vani gli sforzi della mamma» gli dissi, con tono pacato. Quanto ero egoista...

«Ma...!» iniziò, ma lo interruppi, dicendo: «Invocatore, a voi concedo la mia forza, per sconfiggere Sin» dopodiché, esaurito il mio compito, me ne tornai a dormire, nell’attesa della sua prossima visita.

 

Da quella volta lì, Seymour si fece sempre più cupo e divenne sempre più concentrato sulla morte. Ogni anno, nello stesso giorno in cui mi trovò “morta”, veniva a trovarmi, raccontandomi tutto quel che era successo. Ovviamente tutto ciò finì non appena il suo esilio venne revocato e fu convocato a Guadosalam, dove gli venne comunicato di esser stato nominato Sacerdote del Tempio di Macalania.

Da dopo la sua partenza, non lo vidi mai più, ma so che la mia scelta di diventare un Intercessore, lasciò un solco profondo nel suo cuore, che lo portò al declino.

Non ero stata affatto una buona madre...

 

Mea Culpa.

 

Il mio nome era Anima, ed ero l’Intercessore ed Eone del Tempio di Baaj. E questa era la mia Storia.  

 

 

 

- - -

Una parola sull'espressione "Mea Culpa": Nel gioco, quando affronti Anima, verso la fine, se si usa "Scan" al posto degli HP vi saranno scritte tali parole. Ora, la sottoscritta non ha modo di confermarlo, visto che quando ha sostenuto le battaglie finali, "Scan" non l'ha usato... però da quanto visto in giro è proprio vero, a meno che non sia un bug... o_o In ogni caso, bug o no, vuol dire "Colpa Mia". Spero di aver reso bene Anima... >_<

   
 
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