"Come mai non sei con gli altri?”
L'atleta incrociò le braccia al petto. “Come posso essere con gli altri quando sono qui con te, principessa?” chiese alzando il sopracciglio. Bastava cambiare il tono alla conversazione, magari farlo imbestialire un po' con dei soprannomi che trovava irritanti – i prossimi sarebbero stati fata, ballerina volante e bambolina – e quell'esasperato bisogno di saltargli addosso sarebbe passato.