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Autore: Melanto    29/04/2011    1 recensioni
«Won Sul, hai davvero intenzione di morire?»
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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NoteIniziali: questa storia è stata scritta per l’iniziativa “Pesca la tua carta” indetta da Fanworld.it
La carta scelta è il “Nove di Picche”: Scrivi una storia di qualsiasi tipo dove un personaggio resusciti.

Questa storia è ambientata in un missing moment di cui, nel volumetto 9, abbiamo solo un breve flashback dal punto di vista di Aji Tae. Io ho voluto descriverlo dalla parte di Won Sul. **

Ci sono dei piccoli spoiler relativi al Gaiden, non ancora edito, che mi sono spoilerata.
Capitemi, è troppo difficile resistere fino al mese successivo per sapere cosa succede. T_T (e poi non si sa nemmeno se lo pubblicheranno il Gaiden, da noi!)

Buona lettura!

Resurrection

 

«Raggiungerò i miei compagni d’armi senza rimpianti»(1)

Se la situazione fosse stata diversa, se gli eventi che ti hanno portato a quel momento fossero stati diversi, di sicuro avresti creduto davvero a quelle ultime parole, ma in fondo al tuo cuore sai bene d’averlo detto solo per darti un tono. Ormai puoi anche ammetterlo, non ha più importanza.
Non volevi che Munsu ti vedesse così ferito nello spirito, ma tanto lo aveva già capito anche se mostravi disinteresse e indifferenza, addirittura spregio nei suoi confronti. Non ha funzionato; dopotutto lui non è stato nominato Generale per caso.
A ogni modo, scavando a fondo in ciò che resta di te e della tua coscienza diluita nel sangue, un rimpianto ce l’hai ed è quello di non essere morto prima, lì, assieme ai membri della Divisione Hwarang, nel giorno in cui gli eroi di Jushin sono caduti. Rimpiangi di esserti fatto manipolare come un burattino da Aji Tae, permettendogli di premere sul tuo orgoglio ferito come una piaga purulenta. E non accorgertene.
Gli hai mostrato il fianco. Pessima mossa per uno spadaccino del tuo calibro.
Rimpiangi di aver mancato di rispetto all’intera divisione.
Per che cosa sono morti se hai permesso all’orgoglio di prevaricare anche la fedeltà? Tu che eri l’unico sopravvissuto tra loro, che hai ucciso Kaidaten, che avresti dovuto essere la loro memoria sei stato il primo a permettere che venissero dimenticati. Sei stato il primo a dimenticare.
Una parte di te lo ha sempre saputo, ma era più debole del senso di delusione e abbandono, che non le hai mai permesso di emergere troppo, portando avanti ciò per cui dovevi essere convinto e finendo per crederci davvero, almeno un po’. Così era più facile.
Però adesso… adesso si sta più caldi nel proprio sangue e hai tempo, tutto il tempo che vuoi per pensare.
Pensi a tuo padre e rimpiangi di non avere ancora, dopo tutti questi anni, una spiegazione giusta e definitiva per quello che è successo, un vero colpevole da odiare. Rimpiangi di non avergli dimostrato il tuo valore, rimpiangi di non essere mai stato capito e di non averlo mai capito, a tua volta.
Pensi a tuo fratello e rimpiangi di non essere stato in grado di far tuoi fino in fondo i suoi insegnamenti. Hai trasformato in alleati le tue paure, sì, ma hai permesso che altre prendessero il sopravvento sul tuo spirito. E lo rimpiangi, perché non sei stato abbastanza forte come avresti dovuto.
Pensi a quanto dolorosa sia stata la guerra e a quanto indispensabile essa fosse divenuta per te. Rimpiangi la morte di compagni e amici, perché senti che il loro sacrificio è stato vano poiché l’unità conquistata a caro prezzo è andata perduta con la pace e adesso c’è più dolore di prima, perché ognuno si è ritrovato da solo in un mondo di guerra. Rimpiangi di non poter più combattere dalla parte giusta.
Pensi a ogni cosa la tua mente ha lasciato sfuggire o ignorato, pensi a cose senza senso come ad esempio il motivo per cui senti il sangue ancora così caldo nonostante tu sia morto da molto tempo.
Ma non dimenticare che il tempo, per te, non ha più senso, non esiste. Puoi anche aprire gli occhi, ora, si ricomincerà tutto da capo. La Divisione Hwarang ti sta aspettando per intraprendere nuove missioni.
Tieni stretta l’elsa di Saruhyondo. Questa volta andrà tutto bene.
Loro sono lì.

«Bentornato, Won Sul Rang!»
«Vi aspettavamo!»
«Gli abbiamo dato una bella lezione a quei mostri!»
«Adesso Jushin è finalmente in pace!»
«Sì! La pace! Per sempre Jushin!»
«Per sempre Jushin! Per sempre!»
«Won Sul Rang-dono!»

Era così che doveva andare, lo sai, e non trovarsi a camminare su di un tappeto di corpi sventrati, ossa e sangue, a farsi scudo con i propri alleati, a vederli cadere in un istante.
Era così che la pace sarebbe potuta essere perfetta e non coperta di lacrime tanto da sbiadirne il senso.
Era così.
Concediti di essere felice, almeno per un attimo…

«Won Sul Rang-dono! Ma che fate? Piangete?»
«Ah ah! Vi vedesse il Generale Munsu!»
«Vi direbbe che siete ancora un pivello, signore! Ah ah ah!»

…perché anche la morte può finire.
Lo senti nel brivido che si arrampica lungo la schiena, lo percepisci nel freddo che d’improvviso ti circonda e nelle immagini dei tuoi compagni che si allontanano sempre di più. Continuano a ridere, ma non li puoi raggiungere. E ti lasciano indietro, come tu hai fatto con loro per l’illusoria salvezza di Jushin.
Apri gli occhi, questa volta davvero. Quegli occhi legati al tuo corpo abbandonato nel castello di Wonhyo. Le ultime immagini che ricordi erano un cielo che perdeva le nubi in favore della Luna, il viso di Munsu, la vittoria della sua Sando e quell’amuleto maledetto che ha fatto vacillare il tuo spirito. Saruhyondo che si dissolve per una letale frazione di secondo.
Ora il cielo è di nuovo un misto di sereno e nuvole, schiarisce nell’alba e nei corvi che volano via.
Sei in piedi, non capisci come sia possibile. Non ricordi nemmeno di esserti alzato.
Eri morto e in pace, le tue uniche certezze.
Ma Aji Tae ha ancora bisogno dei tuoi servigi. Ti guarda, ride, sembra davvero felice di vederti ma sai che ha sempre saputo mentire meglio di chiunque altro.
Lo odi ancora più di prima, lo odi con ogni cellula morta del tuo corpo, con ogni battito del tuo cuore fermo, con ogni respiro d’aria che non riempie i tuoi polmoni, con ogni goccia di sangue rappreso al suolo.
Lo odi e il tuo istinto omicida non è mai stato così luminoso. Saresti in grado di tagliare in due il mondo con Saruhyondo. Negli occhi vitrei prende corpo una lama dalla forma perfetta e letale, più letale di quella che ha ucciso Kaidaten. E più senti l’odio e il dolore crescere dentro di te, più la lama si evolve e brilla. E diventa sangue.
«Ah ah ah! Bentornato, Won Sul!»
Ora puoi concederti di piangere senza vergogna, perché hai ancora tanto per cui soffrire.
Sei vivo.
E non puoi fuggire.

«Won Sul, hai davvero intenzione di morire?
La morte non è altro che la fine della logica umana.
Non ti libererà dal conflitto interiore che ti affligge.
Non puoi assolutamente fuggire»(2)

 

Fine

NoteFinali: (1) e (2) sono due citazioni prese direttamente dal fumetto. La prima è detta per bocca di Won Sul stesso (volumetto n°4), la seconda è di Aji Tae (volumetto n°9).

Io AMO Won Sul. Ma tipo TANTISSIMO.
E’ un personaggio così bello e angst che mi fa venire da piangere ogni volta che leggo di lui. é_è
Nell’edizione italiana, hanno scritto Wonsul tutto attaccato, io ho usato quello della versione inglese col nome separato (che è anche quello dell’edizione francese XD), quindi Won Sul. XD è la stessa cosa, ma separato mi piaceva di più! *spernacchietta*
Inoltre, io penso di essere una delle poche che NON lo slasha con Munsu XDDDD (a onor del vero, penso di non slasharlo affatto con nessun maschio. *rotola via*). Il fatto è che, proprio perché mi sono spoilerata il Gaiden, il loro rapporto lo vedo in maniera differente, non da amanti.
Ad ogni modo, questa storiella non era di grandi pretese, ecco, ma spero vi sia piaciuta! :D
*muore di squee gratuito*

 

   
 
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