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Autore: Melanyholland    09/02/2006    16 recensioni
Una raccolta di momenti dedicati alla settima stagione.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Piccola spiegazione prima di cominciare (non fate quelle facce annoiate, sarò breve! Giuro!) .

“Snowflakes” (fiocchi di neve) è una raccolta di storie,  riguardanti alcuni momenti trascurati dalla settima stagione e dedicate ai personaggi, nei loro sentimenti, relazioni, dialoghi ecc. Per lo più Spuffy, ma non solo.

Non le ho ancora scritte tutte, anzi, ne ho scritta solo una. Ma mi riservo questo spazio per aggiungerle di volta in volta, quando l’ispirazione e soprattutto la scuola mi permetteranno di lavorarci su. La prossima può essere domani, o fra un mese, chissà. Non è detto che siano in ordine cronologico, così indicherò sempre l’ambientazione. Anche il tono può cambiare: alcune saranno allegre, altre più tristi, ecc.

Disclaimer: lo scrivo qui così evito di ripeterlo prima di ogni storia: tutto di Joss Whedon, della Mutant Enemy, della Fox. Non intendo usare questi scritti per guadagnare soldi, anche perché in quel caso sarei un’illusa e una pazza.

Ecco fatto. La smetto di blaterare e vi lascio alla ff.

 

 

Snowflake #1:

Title: Welcome back

Author: Melanyholland

Timeline: subito dopo l’episodio “Showtime”.

Pairing: Buffy/Spike

Spoiler: quinta e sesta stagione, più naturalmente la settima fino alla puntata in questione.

Feedback: magari! Mi farebbero un immenso piacere. Qualsiasi cosa vogliate dire, qualsiasi commento, positivo o no, sarà ben accolto e mi farà contenta. Ci tengo un sacco!

 

                                                      Welcome Back                                                        

                                                                         

Buffy lo aspettava seduta da piedi al letto. Aveva sciolto i capelli, che ora ricadevano sulle spalle in una cascata bionda e lucente e teneva sulle ginocchia la cassetta del pronto soccorso. Quando entrò nella stanza gli rivolse un lieve sorriso, che lui ricambiò all’istante, avvicinandosi a lei. Il suo grazioso viso era deturpato da un grosso taglio sulla guancia, che aveva medicato con dei punti di sutura. Spike sapeva come se l’era procurato, sebbene non le avesse chiesto niente: era stato l’Uber-vamp, quell’essere disgustoso che il Primo aveva evocato grazie al suo sangue. Buffy aveva combattuto contro di lui, l’aveva sconfitto ed era andata a salvarlo, alla faccia di quell’idiota del Primo. Non che ne fosse sorpreso: era sicuro che lei sarebbe venuta a prenderlo. Quel mostriciattolo cavernicolo non era abbastanza forte per sconfiggere la sua Buffy, lei era troppo gloriosa, troppo in gamba. L’Uber-vamp non era nemmeno degno di pulirle le scarpe.

Ho fiducia in te

Le parole che lei gli aveva bisbigliato, in uno dei suoi rari momenti di dolcezza. Erano state quelle che gli avevano permesso di sopportare le torture del Primo, di non arrendersi alle sue richieste, di credere nella venuta di Buffy. Quelle che ora, nonostante il dolore che provava, riscaldavano il suo cuore che da tempo aveva smesso di battere. Lei credeva in lui ed era…meraviglioso.

Come del resto lo era stato rivederla, dopo tanto tempo. Lei, Buffy, in carne e ossa, non una visione che gli bisbigliava frasi crudeli, che lo scherniva. Mentre lo stava liberando, l’aveva guardata negli occhi e aveva visto qualcosa di incredibile, in mezzo al verde:

commozione. Lei era sembrata davvero commossa e felice di rivederlo.

-Come ti senti?-

Domandò Buffy quando lui le fu accanto. Spike sembrava ancora piuttosto ammaccato, l’occhio era gonfio e camminava a fatica. Tuttavia, la doccia aveva lavato via il sangue, i capelli ora si incurvavano in morbidi ricci sulla testa, il suo aspetto non era più disastrato come quando un paio d’ore prima l’aveva trovato incatenato sottoterra.

-Meglio- Si limitò a dire lui.

-Posso dare un’occhiata?-

Spike la fissò ammutolito per qualche secondo, poi annuì, sedendosi a sua volta sul letto, mentre lei si alzava per porsi davanti a lui. Gli sfilò la maglietta blu che aveva indossato, rivelando il petto, dove si notavano ancora i simboli che il Primo gli aveva intagliato addosso. Buffy rimase incantata a contemplare il suo fisico, senza muoversi, cosa che lo compiacque enormemente.

-Tutto bene, Cacciatrice?- Chiese con un sorriso divertito, che si ampliò quando lei trasalì, le guance rosso vivo, gli occhi verdi sgranati. Voltò la testa per evitare di guardarlo, palesemente imbarazzata, poi parve riscuotersi e gli si rivolse con un sorrisetto:

-Oh, sei ricoperto di ferite sexy, Spike!- scherzò, con il tono acuto e cinguettante del suo Buffy-bot, ed entrambi risero.

Non credeva che avrebbe potuto essere di nuovo così rilassato e sereno in compagnia di Buffy. Non dopo quello che era successo in bagno l’anno passato.

Questi erano i momenti che non gli facevano affatto rimpiangere le sofferenze patite per la sua anima. Anzi, erano i momenti per i quali l’aveva riconquistata.

-Dimmi quando ti fa male.- Disse lei seria, cominciando a tastare il suo petto. La pelle di Spike era ancora tiepida a causa della doccia, e profumava del suo stesso bagnoschiuma. Un paio di volte lui gemette soffocato, così lei si accorse che una costola era incrinata, se non rotta.

-Hai ancora problemi finanziari?- chiese Spike mentre lei fasciava stretto il torace, nel punto dolente. Buffy fu spiazzata dalla domanda, che trovava del tutto incoerente, così impiegò più del dovuto per rispondere:

-Oh…no, non direi…non con il lavoro di consulente. Perché me lo chiedi?-

-Sembra che tu abbia aperto un ostello per ragazzine, qui dentro.- Disse Spike, un po’ scocciato. Lei sorrise, capendo a cosa si riferisse.

-Oh, no! Sono tutte potenziali cacciatrici. Giles le ha portate qui perché impedisca al Primo di ucciderle, insieme alla nostra stirpe-.

Spike annuì, ma sembrava ancora piuttosto seccato, cosa che spinse Buffy, incuriosita, a domandargli:

-Che ti prende? Cos’è che non ti va?-

-Le addestri, oltre che proteggerle?- s’informò Spike. Lei annuì, chiedendosi dove volesse arrivare.

-Beh, allora insegna loro una cosuccia chiamata privacy-.

Buffy aggrottò la fronte, guardandolo perplessa. Poi realizzò cosa volesse dire e si sentì avvampare, sgranò gli occhi e le mani che stavano finendo la fasciatura si bloccarono.

-Non…non avranno!..?” esalò, con voce tutta di gola.

-Invece sì. Strano che tu non le abbia sentite, hanno cominciato a strillare come galline-.

Spike sbuffò. In effetti le aveva udite, ma loro si erano giustificate dicendo che stavano ripensando al suo scontro con l’Uber-vamp. Non aveva fatto caso al particolare che si trovassero tutte nel corridoio davanti al bagno, e il pensiero che potessero aver spiato Spike…accidenti, come cambiavano i tempi. Lei a quindici anni non si sarebbe mai azzardata a fare una cosa del genere!

Oddio, sto cominciando a parlare come una madre!

Realizzò, turbata, ricordandosi di quando gli amici di Dawn l’avevano definita ‘una seconda mamma’. Le venne la pelle d’oca.

Comunque, era davvero il caso di fare un discorsetto alle potenziali. Va bene essere adolescenti, va bene essere curiose, ma…cavoli, un po’ di serietà! Erano le future paladine dell’umanità sì o no?

-Chiudi a chiave, la prossima volta.- suggerì a Spike, ancora un po’ scossa.

-Puoi scommetterci.- borbottò lui, poi parve pensare a qualcosa e le sorrise: -Certo, non le si può biasimare più di tanto. È normale che siano attratte da vampiri, con te come esempio…-

-SPIKE!- gridò lei infuriata, sentendo le guance diventare bollenti. Lo sguardo torvo che gli scoccò non lo fece smettere di ridacchiare, purtroppo.

Terminò di medicarlo, bloccando la fascia e chiudendo le sue ferite con dei punti. Spike si rilassò sotto il suo tocco, e seguì ogni suo movimento con gli occhi, come se non volesse perderla di vista nemmeno un istante.

-Che cosa ti ha fatto in quella caverna?- Chiese lei, mentre riponeva tutto l’occorrente nella cassetta del pronto soccorso. Lui scrollò le spalle, procurandosi una lieve fitta.

-Solite cose: calci, pugni, coltelli… devo dire che Angelus aveva molta più fantasia-.

Si accorse un momento troppo tardi di aver fatto a sproposito il nome dell’ex di lei, e la guardò, sulle spine. Ma Buffy non parve fare caso, o meglio voler far caso, a quel riferimento e proseguì:

-Perché non ti ha ucciso? Te l’ha detto?-

-Voleva che passassi dalla sua parte. Continuava a trasformarsi in Dru, in te, cercando di convincermi a schierarmi al suo fianco. Se la prendeva un po’, quando mi rifiutavo.-

Commentò infine, con casualità. Lei si sedette di nuovo accanto a lui.

-Sai-, esordì Buffy in un bisbiglio, guardandosi le mani congiunte sulle cosce. –Ci sono stati momenti in cui ho creduto di non farcela. Momenti in cui…ho avuto paura-.

Era da molto che si teneva dentro tutto ciò. Sapeva che non avrebbe mai potuto dirlo ai suoi amici, o al signor Giles, di fronte ai quali doveva sempre mostrarsi forte e decisa. Spike era l’unico che la ascoltava sempre, senza giudicarla. L’unico a cui poteva confidare i suoi timori senza preoccuparsi di scoraggiarlo, o di farlo allontanare da lei. In sintesi, era il solo a cui potesse appoggiarsi, sicura che non le avrebbe mai negato il suo sostegno. Era bello, riaverlo lì. Non poteva negarlo: le era mancato in quei giorni, e non solo per le sue capacità in combattimento, anche se era quello che aveva continuato a ripetere a tutti. 

-Allora io sono stato più fortunato.- concluse Spike, e lei lo guardò interrogativa, non capendo.

Spike le rivolse uno dei suoi rari sorrisi teneri, quelli che sapeva lui riservava solo a lei.

-Sono stato fortunato perché io sapevo che ce l’avresti fatta. Non ho dubitato di te nemmeno per un secondo, e quindi non ho avuto paura-.

Buffy lo guardò riconoscente, sorridendo a sua volta. Si avvicinò più a lui, sfiorò le sue labbra con un bacio e poi si alzò, dirigendosi verso il bagno per riporre il kit medico al suo posto. Ancora piacevolmente sorpreso dal suo gesto Spike si alzò, uscendo in corridoio per raggiungere il seminterrato, dove lei gli aveva preparato una branda per dormire. Per le scale, incontrò una delle ragazzine, con lunghi capelli scuri e ricci e grandi occhi azzurri innocenti su un viso pieno.

-Ciao, Spike!- lo salutò con voce squillante, arrossendo, e poi fuggì di sotto ridacchiando. Spike roteò gli occhi con un sospiro, imponendosi la pazienza, poi finì di scendere la rampa principale e anche quella dello scantinato. Mentre si coricava, godendo finalmente di un letto dopo tanto tempo, sperò intensamente che Buffy non gli chiedesse aiuto per addestrare le baby cacciatrici, senza purtroppo crederci più di tanto; lei gliel’avrebbe chiesto, e naturalmente lui l’avrebbe fatto. Da molto si era accorto di non poterle negare nulla. Né avrebbe potuto pensare di dirle di no in quel momento, con il calore e il sapore delle sue labbra ancora sulle proprie.  

L’ultimo pensiero che gli attraversò il cervello, prima che sprofondasse nel sonno, fu che probabilmente il Primo aveva sbagliato approccio, con lui.

 

                                                                      End#1

 

                                                                   

    

           

   

  
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