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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    01/05/2011    2 recensioni
“KEY-WORD”
La voce stranamente stanca di Philip risuonò bassa nel garage mentre il ragazzo si immergeva nella ricerca, l’ennesima, da quando si era trovato, quella mattina al risveglio, pieno di…
“PUNTINI ROSSI”
Philip si è beccato la varicella, ma al suo fianco avrà un infermiere d'eccezione.
Leggermente fluff, per quanto Shotaro può essere fluff, adorabile half-boiled detective!
DEDICATA A THE_SMOKING_BOMB!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PUNTINI ROSSI

 

“KEY-WORD”

La voce stranamente stanca di Philip risuonò bassa nel garage mentre il ragazzo si immergeva nella ricerca, l’ennesima, da quando si era trovato, quella mattina al risveglio, pieno di…

“PUNTINI ROSSI”

I libri attorno a lui si sfoltirono un poco ma erano ancora troppi…

“GHIANDOLE INGROSSATE”

Altro sfoltimento.

“FEBBRE ALTA”.

Di fronte a lui, si materializzò un singolo volume, di un bel rosso acceso, e con la scritta “MALATTIA” sulla copertina; con mano tremante, il giovane allungò il braccio per afferrarlo quando udì la porta dell’agenzia sbattere e subito dopo la voce di Shotaro che lo chiamava.

Ma Raito si sentì all’improvviso debolissimo, le gambe gli tremavano e la Biblioteca attorno a lui collassò letteralmente, mentre egli stesso crollava in ginocchio, sudato e ansimante, tremando di freddo, col libro stretto al petto.

Percepì vagamente il cigolio della porta segreta e i passi pesanti che si tramutavano in corsa del compagno più anziano ma ebbe la sensazione di qualcuno che lo prendeva in braccio e lo depositava sul morbido.

Poi riuscì infine a sentire la voce di Hidari, forte e chiara, trapanargli le orecchie: “”Aibou! Che diavolo ci fai fuori dal letto!?” esclamò arrabbiato l’investigatore, stendendogli addosso una coperta; con un vago sorriso, Sonozaki alzò la testa quel tanto che bastava per riuscire a guardare il partner in viso, “Sto male…” biascicò il moro, affossando la testa nei cuscini, “Ho…”.

“Hai la varicella, razza di testone! Non dovresti neppure alzarti da letto” brontolò il detective, recuperando dalla tasca un termometro: “è da stamattina che me n’ero accorto, e sono andato a prendere subito le medicine e il termometro. Certo che lasciarti solo qualche ora è peggio che andar di notte…” borbottò irritato Shotaro, infilandogli l’apparecchietto digitale sotto la maglietta, “Ora sta buono e non muoverti fino a quando non lo senti suonare, sono stato chiaro?”.

Lo sguardo di Hidari era più che eloquente.

In effetti, Sonozaki non aveva neppure la forza di muoversi…

“Shotarou, ma la varicella è contagiosa…” mormorò con un filo di voce: “Non c’è il rischio che possa prendertela anche tu?” chiese, socchiudendo gli occhi per il dolore intenso alla testa; la luce al neon venne del tutto spenta e rimase solo quella dell’abat-jour della scrivania, “No, perché io l’ho fatta quando ero bambino. Anche Akiko e Terui. Hanno detto che passano più tardi per pranzo. Ora sta buono e riposati.” aggiunse il bruno, prevenendo ogni ulteriore domanda da parte del compagno più giovane.

Un debole pigolio da un punto imprecisato sotto la t-shirt di  Philip richiamò l’attenzione dell’infermiere improvvisato, che fu rapido a ripescare l’aggeggio elettronico.

Il LED segnava 39°.

“BAKA, ti è salita da stamane!” lo rimproverò con voce cupa: “Aspettami qui, vado a prenderti dell’acqua.”.

Il passo veloce di Hidari si allontanò, lasciando Philip a riflettere sulle ultime parole del fidanzato: come poteva essere così sicuro che si fosse alzata se, per sua stessa ammissione, non aveva un apparecchio per misurare la temperatura a sua disposizione?

E infatti glielo chiese.

Era imbarazzo quello che vedeva sulle guance del detective?

“Io… ehm… il Boss mi ha insegnato a misurare la temperatura… baciando la fronte del malato…” lo disse con voce talmente tanto fievole che praticamente nessuno avrebbe potuto udire le sue parole.

Nessuno, tranne ovviamente Philip.

Malgrado la febbre alta, il moro sorrise, allungando la mano verso di lui: “Ho sete…” bisbigliò; Shotaro sospirò, avvicinandogli il bicchiere di vetro fresco alle labbra e sollevandogli la testa; con cautela, lo fece bere, poi lo fece ridistendere, con un ultimo avvertimento.

“Se ti trovo in piedi, ti uccido.”

E lasciando BAT e STAG a sorvegliarlo: “Ho collegato BAT al pc di Akiko, se ti alzi, lo saprò subito.” annunciò, “Sul serio, cerca di dormire un po’, tempo una settimana e sarai di nuovo in piedi.” lo rassicurò con tono affettuoso, quel tono che, doveva ammetterlo, gli veniva spontaneo solo con Philip e, qualche volta, con Akiko e Terui. Ma solo qualche volta! E non così numerose come le volte che lo esibiva con Raito.

Il moro annuì e Hidari fece per allontanarsi quando la voce sottile del compagno lo richiamò indietro: “Mi fai vedere come hai fatto a misurarmi la febbre stamattina?” gli chiese con tono fin troppo innocente.

   
 
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