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Autore: _Globulesrouge_    02/05/2011    8 recensioni
Storia a quattro mani vincitrice di una prova di Fanfiction per un contest.
E' stato scritto un ipotetico finale di stagione, partendo da un prologo dato e tenendo conto del fatto che Elena non avesse dimenticato il 'TI AMO' di Damon (puntata 'Rose'), in particolare è stata scritta tenendo conto degli spoiler a disposizione sulla puntata 2x21 che appunto trattano di un sacrificio e funerale.
CIT. dal testo:
Elena fissò il vestito nero appoggiato all’armadio e un forte senso di rabbia la pervase nuovamente, osservò il suo volto spento riflesso nello specchio della toeletta, guardò il suo viso ormai privo di espressione, fissò i suoi stessi occhi lividi e gonfi dal pianto.
CIT. dal testo:
Come aveva potuto essere così meschina? Come aveva potuto vivere due mesi fingendo di non ricordare nulla di quella sera? Cosa poteva essere Elena se non una copia più immatura di Katherine? Cosa aveva fatto per Damon se non fingere come aveva fatto lei più di un secolo prima?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Beyond Here Lies Nothin'



Note iniziali e contestualizzazione: FF VINCITRICE DI UN CONTEST. Questa ff è stata scritta a quattro mani per un contest a squadre; lo scopo era creare un ipotetico finale di stagione, partendo da un prologo dato e alla luce dei fatti avvenuti fino alla puntata 2x17 compresa tenendo conto del fatto che Elena non avesse dimenticato il 'TI AMO' di Damon (puntata 'Rose'), in particolare è stata scritta tenendo conto degli spoiler a disposizione sulla puntata 2x21 che appunto trattano di un sacrificio e funerale. (i credits e ringraziamenti in fondo)...adesso godetevi la copertina e la lettura!




Osservavo la mia figura riflessa nello specchio,sentivo ancora il tocco freddo e fermo delle mani di Elajah sulle mie braccia, le loro voci mi ronzavano in mente diventando sempre più assillanti, era tutto così assurdo. L'unica cosa che volevo in quel momento era dimenticare,ritornare bambina,come quando dopo un brutto sogno correvo nella camera dei miei genitori e mi rannicchiavo tra di loro cullata dal dolce tepore dei loro corpi. Dovevo solo dimenticare ...
Andai verso la camera con l'intento di bere un ultimo sorso di tisana alla verbena prima di dormire e dimenticare tutto ...
"Bel pigiamino" la voce profonda di Damon mi distolse dagli assillanti pensieri
"Sono stanca Damon" risposi distogliendo lo sguardo dal suo "Ti ho portato questa" disse mostrandomi la collana con il ciondolo alla verbena che i vampiri mi avevano strappato dal collo
"L'avevo data per persa... Grazie" allungai la mano per prenderla ma lui ritorse il braccio verso di sè impedendomi di afferrarla "Ti prego ridammela"
"Ho solo una cosa da dirti" si avvicinò sempre più al mio corpo,lanciai un lungo sospiro e indietreggiai "Perchè devi dirla con il mio ciondolo in mano?"
"Beh.. perchè quello che sto per dire ... è forse la cosa più egoista che abbia mai detto nella vita" "Damon non farlo"
"No,almeno una volta devo dirlo.E tu devi sentirtelo dire. Ti amo,Elena. Ed è proprio perchè ti amo che non posso fare l'egoista con te. Per questo non puoi saperlo. Io non ti merito,ma mio fratello si." sento ancora il tocco delle sue labbra sulla mia fronte.
"Dio,quanto vorrei che tu non debba scordarlo ... ma devi" un ultima lacrima scivolò sulla sua guancia,chiusi gli occhi e lui già se ne era andato.
No,non sarei mai riuscita a dimenticare quella sera ...


Un brivido di freddo le attraversò la schiena lentamente, vertebra dopo vertebra nel rileggere quelle parole scritte febbrilmente nel suo diario; erano passati due mesi da quel giorno, sessanta lunghe notti in cui Elena non era riuscita più a scrivere. Ogni giorno da quella data in poi era stato seguito da una pagina bianca e vuota, dal nulla totale. Elena lanciò il diario nel camino, con violenza, vide le pagine bianche prendere fuoco una ad una per poi tramutarsi in cenere. Ma le parole che aveva letto non sarebbero più state cancellate, non erano state semplicemente scritte con l’inchiostro nero, ma erano marchiate a fuoco nella sua stessa pelle, erano lettere macchiate di sangue, erano parole sbiadite dalle lacrime; lacrime che avevano squarciato e straziato il suo cuore.
Elena fissò il vestito nero appoggiato all’armadio e un forte senso di rabbia la pervase nuovamente, osservò il suo volto spento riflesso nello specchio della toeletta, guardò il suo viso ormai privo di espressione, fissò i suoi stessi occhi lividi e gonfi dal pianto.
Afferrò un bicchiere d’acqua e ne lanciò il contenuto con foga contro la superficie riflettente, finché non vide il suo stesso viso squagliarsi come il fango con la pioggia acida, finché non vide se stessa tremare e ondeggiare come le fiamme del fuoco, finché non riuscì a distinguere più alcun tratto del suo volto; volto che ormai ella non riusciva più a guardare senza provare ribrezzo.
Come aveva potuto essere così meschina? Come aveva potuto vivere due mesi fingendo di non ricordare nulla di quella sera? Cosa poteva essere Elena se non una copia più immatura di Katherine? Cosa aveva fatto per Damon se non fingere come aveva fatto lei più di un secolo prima?
Elena si buttò nel letto, strinse il cuscino e pianse, ma il suo non fu un lamento lieve come il vento, fu un grido di rabbia, un tuono nella tempesta, un rimorso troppo grande che non riusciva più a tenere dentro.
Ripensò a quei mesi, ripensò a se stessa consapevole di ciò che Damon provasse per lei, ripensò al suo desiderio inconscio di voler sentire fino a che punto lui potesse spingersi per lei, voleva avvertire sotto la propria pelle il piacere di essere corteggiata e protetta da una persona che non fosse Stefan, ma il gioco era stato sleale, immensamente sleale poiché Elena sapeva.
‘’Sii superiore Damon’’ gli aveva detto per non farlo rispondere alle provocazioni di John, ‘’Sii un uomo migliore’’.
Lo aveva guardato negli occhi e gli aveva detto: ‘’So che hai delle emozioni, so che Rose è morta e tu stai soffrendo per questo, puoi ammetterlo con me’’.
Il gioco era stato sleale; Elena già lo sapeva.
Elena fissò nuovamente il vestito, le scarpe e le calze trasparenti nere; nere come la rabbia che aveva dentro, la rabbia di aver usato il potere che aveva su di lui per vedere quanto effettivamente l’amasse, la rabbia di aver provato un brivido nel sentirsi amata e desiderata da Damon, la rabbia di aver visto fino a che punto lui si fosse spinto per dimostrarle tutto.
‘’E’ questo il punto a cui volevi arrivasse per dimostrarti che ti amava?’’ le disse una voce roca dentro la sua mente. Elena pianse e si disperò pensando al ballo anni sessanta, pensando a Damon che credeva che lei non sapesse che lui l’amava ma che era sicuro di averglielo dimostrato con ogni brandello della sua pelle.
Fino a che punto si sarebbe spinto Damon Salvatore per amore di Elena?
La curiosità della ragazza era stata appagata, appagata due giorni prima al ballo della scuola; l’aveva schiaffeggiato, aveva pianto nel sentirlo dire: ‘’Preparati per quello che sto per dirti; l’unica soluzione per salvarti adesso è che io mi consegni a lui.’’
Damon aveva raggiunto il limite, l’aveva amata a tale punto estremo, Damon era scomparso nel nulla, come polvere, nulla di lui era stato ritrovato. Il paese piangeva per la perdita inaspettata di uno dei membri del consiglio, Mystic Falls era addolorata per una cerimonia funebre, per una bara vuota, il cui corpo non era ancora stato trovato, ma Elena sapeva che per Damon ormai non c’era più alcuna speranza.

La città pullulava di persone vestite di nero, alcune piangevano, altre erano venute soltanto per rispetto dei vivi, altre ancora soltanto per curiosità; nessuno però poteva avere dentro ciò che aveva lei; senso di colpa, rabbia e disperazione.
Elena si sedette in una sedia, lontana da Stefan, da Bonnie, lontana da tutti, non avrebbe sopportato le loro parole, non avrebbe trattenuto le lacrime di fronte ai sui amici che le dicevano: ‘’si è sacrificato per una giusta causa, Damon ha donato la sua vita per te’’.
Elena scacciò via i suoi pensieri, fissò la bara di legno vuota e la ghirlanda di fiori riccamente addobbata, con su scritto: ‘Dalla tua famiglia’. Damon non era semplicemente un amico, Damon era la sua famiglia.
Fiumi di lacrime le sgorgarono dagli occhi come un’onda in piena, gli occhiali da sole neri erano appannati dal suo singhiozzare imperterrito, la visuale era offuscata dalla rugiada salata che invadeva i suoi occhi come in preda al temporale. Elena mosse dei passi pesanti e indecisi sopra il baldacchino di legno improvvisato come altare, afferrò il microfono e tirò fuori dalla mano un pezzetto di carta sbiadito, con l’inchiostro sbaffato per le lacrime, lo accartocciò e lo gettò a terra; non c’era bisogno di leggere, ogni singola parola in quel momento fu dettata soltanto dal suo cuore:
"Quando ho conosciuto Damon era una persona diversa, quando l’ho visto per la prima volta aveva il cuore infranto dal dolore e dal rimorso. Damon tuttavia è cambiato, ha tirato fuori ciò che aveva dentro, ha offerto il suo cuore alle persone che amava, ha donato la sua vita per la persona che più aveva amato, per dimostrarle che la sua esistenza senza di lei non avrebbe avuto senso. Quella persona tuttavia si sente persa, quella persona chiede il perdono di Damon, quella persona aveva sempre saputo quanto lui l’amasse, non dimenticherà mai quella sera, quella persona non dimenticherà mai Damon e darebbe qualsiasi cosa pur di rivederlo ancora una volta’’.
Elena parlava in terza persona, come se parlare di se stessa da fuori potesse alleviarle il senso di colpa, come se gli altri non potessero capire quanto lei stava soffrendo in quel momento.
Elena vide le persone di fronte a lei cambiare sguardo improvvisamente, lasciò il microfono, che cadde a terra con un colpo secco, e indietreggiò lentamente. Tutti fissavano un punto fisso alle sue spalle, tutti avevano gli occhi completamente neri e muovevano la testa su e giù come ipnotizzati da qualcosa di più grande di loro; anche Jenna, Stefan, Jeremy tutti seguivano quella danza macabra muovendo all’unisono le teste e le mani.
‘’Elena attenta!’’ una voce familiare la distolse dal fissare la folla improvvisamente invasata, quella voce che credeva non avrebbe mai più sentito; Damon giaceva alle sue spalle ai piedi di una enorme stella a sei punte.
Per un attimo i loro sguardi si intercettarono. Elena immediatamente pensò di avere le allucinazioni, pensò che tutta quell’oppressione, tutto quel dolore la stessero facendo impazzire. Ma decise di agire d’istinto. Una forza invisibile la spinse verso Damon. Doveva sapere se l’opprimente macigno che l’aveva abbandonata solo nel momento in cui aveva intercettato i suoi occhi sarebbe ritornato a schiacciarla oppure no.
Elena si voltò per corrergli incontro, ma una figura altezzosa e funesta si interpose tra lei e Damon guardandola con fare irrisorio.
‘’Portate qui il licantropo; che il sacrificio abbia inizio’’ affermò l’uomo senza smettere di fissare Elena. Tyler venne posizionato di fronte a Damon ed Elena fu lanciata al centro della stella.
“Klausem iram non expiabis, nisi Elenam immolaveris! Klausem iram non expiabis, nisi Elenam immolaveris’’ la folla continuava a ripetere quella cantilena muovendo le braccia su e giù all’unisono, mentre la fissavano con un ghigno anonimo e gli occhi vitrei.
"Klausem iram non expiabis, nisi Elenam immolaveris’’ continuavano a ripetere come invasati.
Un vento gelido sferzava l’aria, e le correnti sembrano confluire al centro della stella. ‘’Cosa sta succedendo?’’ Elena, visibilmente terrorizzata, guardò Damon in attesa di chiarimenti.
‘’Siamo i prescelti Elena, siamo gli unici che Klaus non può controllare con il suo potere, il nostro sacrificio è necessario per spezzare la maledizione del sole e della luna’’ le disse lui, provando inutilmente a liberarsi dalle catene.
‘’Damon mi dispiace’’ disse Elena piangendo, ‘’perdonami’’ sperava che capisse, che recepisse con quelle poche parole tutto quello che avrebbe voluto dirgli. Voleva capisse quanto vere fossero quelle parole.
‘’Ho sempre sperato che tu avessi ricordato quella notte; adesso ne ho la certezza’’ le rispose lui, abbozzando un sorriso.
Elena non ebbe il tempo di replicare. Klaus si voltò verso i prescelti recitando delle formule, alimentato dalla forza della folla che gridava quella cantilena in preda al delirio. Con una mossa rapidissima sfilò l’anello dal dito di Damon, il quale sentì il fuoco del giorno squarciargli la pelle e bruciargli gli occhi.
‘’Per favore smetti’’ gridò Elena al vampiro millenario, ancora incredula di ciò che stava accadendo.
Un boato immenso squarciò l’aria, smorzando anche le urla di Elena.
Bonnie si levò dalla folla a braccia aperte, come in trans. Una forza immensa la pervase; forza che fece calare le tenebre sulla città permettendo a Damon di smettere di bruciare alla luce del sole. La strega levò un ultimo grido verso il cielo con gli occhi capovolti e completamente bianchi. Fu un attimo, una frazione di secondo, nemmeno il tempo di accorgersi di quello che stava accadendo, e Klaus scomparve nel nulla dal quale era venuto. Bonnie cadde a terra con un tonfo, stremata e priva di sensi. Una macchia di sangue si allargò sotto al suo corpo, che poi sparì anch'esso, come aveva fatto quello del vampiro millenario.
Elena aveva seguito la scena con gli occhi sbarrati, incredula.
“Bonnie…” il grido le si smorzò in gola, e una lacrima sottile le rigò il volto. L’istinto la portò a spostarsi verso la direzione in cui l’amica si era dissolta, davanti ai suoi occhi, ma un gemito di Damon la fermò. Si voltò verso di lui e gli si gettò sopra nel disperato tentativo di ripararlo dalla luce con il proprio corpo.
Il panico regnava ovunque. In quel momento Tyler si liberò dalle catene: "dobbiamo scappare’’ disse ai due, fiondandosi verso una delle automobili che la folla ormai invasata aveva abbandonato con il motore acceso sul ciglio della strada.
"Non riesco a muovermi’’ le mormorò Damon, toccandosi le ferite profonde che il sole gli aveva provocato.
"Damon resisti’’ gli disse Elena piangendo, i loro corpi ancora a contatto "non posso farcela senza di te, Damon per favore’’ urlò scuotendogli il volto.
"Per me è finita’’ le disse Damon con la voce rotta dal dolore, "scappa con Tyler’’ fece lui, provando con tutte le forze a rendere la sua voce dura e secca.
"Non ti lascio qui, vivremo o moriremo insieme’’ gli rispose Elena piangendo, mentre continuava a guardarlo negli occhi. Non riusciva a staccarsi da quello sguardo, non voleva staccarsi da quello sguardo.
Non avrebbe sopportato due volte la stessa agonia.
Sapeva cosa fare. Lo sentiva pulsare nelle vene.
Il coltello che Klaus aveva predisposto per il sacrificio giaceva a terra, ai piedi di Elena, la quale lo afferrò per tagliarsi il polso. Costrinse Damon a bere il proprio sangue, affinché potesse riacquistare le forze. Subito dopo, trascinandolo per il braccio, si precipitò incontro a Tyler e salirono nell’auto pronti per la loro fuga.
Elena continuò a piangere in preda al panico nel vedere tutta la popolazione sotto l’influsso di Klaus continuare a recitare quelle parole come possedute da un’entità che nessuno era in grado di controllare; si ritrovò a pesare alla sua famiglia, a Stefan, a Bonnie, cosa ne sarebbe stato di loro?
Tyler accese l’automobile e iniziò a guidare senza una meta, con gli occhi dilatati dal panico. Il sangue nel frattempo continuava a uscire imperterrito dal polso di Elena, la quale teneva Damon ancora semi incosciente abbandonato tra le sue braccia.
Una scritta cremisi apparve sulla camicia bianca di Damon, facendo sobbalzare Elena: "Questo è soltanto l’inizio’’.
Elena urlò con tutto il fiato che aveva in gola, terrorizzata, non riuscendo ad arrestare il sangue che usciva liberamente dal suo polso.
“Ma che succede?” Tyler frenò bruscamente la macchina. I freni produssero quello che assomigliava a un’inquietante grido disperato.
La folla impazzita dagli occhi vitrei si riversò sulla strada, impedendogli il passaggio come a voler creare uno scudo umano: ‘’Klausem iram non expiabis, nisi Elenam immolaveris! Klausem iram non expiabis, nisi Elenam immolaveris’’ furono le ultime parole che Elena, Damon e Tyler sentirono prima di perdere del tutto i sensi.




SPAZIO AUTORE E RINGRAZIAMENTI:
La storia è stata scritta a quattro mani dalla sottoscritta e da MARCI alias Brown Betty
Per la copertina devo ringraziare altre due ragazze che fanno parte del nostro team, per la immagine a destra credits to GABRY, per la immagine a sinistra credits to ANTO.
Vorrei segnalarvi anche un'altra storia che ha scritto sempre una ragazza del nostro gruppo per lo stesso contest, anche se poi non è stata scelta è comunque bellissima e merita di essere letta 'I remember everything'.
Mi raccomando fateci sapere cosa pensate della storia attraverso le vostre RECENSIONI, non vergognatevi e COMMENTATE NUMEROSE.
Adesso passiamo alla pubblicità occulta segnalandovi le altre storie che io e Marci abbiamo prodotto anche se non insieme, la prima è di Marci a quattro mani con un'altra ragazza che amiamo e ringraziamo per aver creato il contest (grazie GIULS).
  
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