La schiena di Lancillotto
Non fu tanto il tradimento di Ginevra,
la dolora certezza di non essere stato abbastanza
frustrazione avvilente che corrode il cuore.
Anche quello, certo, trovarsi improvvisamente accomunato a Marco,
orecchie equine ,
in un’unica sorte di derisione e sconfitta,
ma avrebbe potuto sopportarlo, in fondo.
Ciò che lo uccise fu la schiena di Lancillotto
diretta verso un altro destino,
la sua schiena che lasciava Camelot
i suoi occhi che non si voltarono indietro.
Lo guardò partire come se guardasse abbandonarlo i suoi stessi sogni,
desideri cresciuti come figli;
lo guardò partire come avrebbe guardato un figlio,
o le vele nere d’una nave attesa.
Avvertì la solitudine esplodergli nel petto
e neppure Excalibur che brillava al suo fianco
gli portò consolazione.
Fissò quel posto vuoto
come il volto d’un fallimento,
e seppe che nessuno avrebbe mai potuto riempirlo.
Capì allora la sua Tavola stava morendo
e si spense con lei.
Spazio autrice.
Torno a proporvi Lancillotto e Artù, ma da una prospettiva diversa. Vi racconto il tradimento di Lancillotto che diede il via alla fine di Camelot e il modo in cui Artù potrebbe averlo vissuto. Omaggio, ancora una volta, un capolavoro assoluto della letteratura, decisamente troppo trascurato.