Ok,questa e'èla prima
volta che pubblico una delle mie fic,anche se breve.
Spero vivamente che vi piaccia,visto che la coppia HotsumaxShusei
e' una delle mie preferite e mi ha colpito particolarmente. Chi di voi ha visto
l'anime Uraboku penso che capisca la mia folle
passione per loro! XD Se avete voglia lasciatemi un commento,cosi' che io possa sapere che cosa ne pensate,vi ringrazio
in anticipo.. e buona lettura!
Tu starai sempre al mio fianco,vero?
Una
brezza vorace avvolse la stanza in un abbraccio gelido, gonfiando e
sollevando le tende turchesi in una danza lenta ed estenuante.
Rabbrividii,lasciandomi sfuggire dalle labbra un suono roco,infastidito,ma nel
mentre che mi scuotevo nel groviglio di lenzuola che mi avvolgevano,una mano
prese a scompigliarmi amorevolmente i capelli. Da quel lieve tocco avvertivo un
calore familiare irradiarsi dentro di me. Un tepore gradevole che mi faceva
sentire al sicuro. Non avevo bisogno per aprire gli occhi per riconoscere la
persona che mi stava accanto: mi bastava inspirare quel profumo mielato che
invadeva i miei polmoni,per sapere che Shusei mi aveva raggiunto nel mio letto.
Ascoltavo il suo respiro regolare,come se fosse il mio,poiché in qualche
modo,per quanto assurdo fosse,sapevo di vivere attraverso di lui. Solo quando
una seconda folata d’aria mi raggiunse,mi decisi finalmente ad aprire gli
occhi,incrociando il suo sguardo e le sue iridi dorate, che rifulgevano nella
penombra; I capelli biondo cenere scomposti sul viso di porcellana. La solita e
placida serenità che ispirava fiducia a chiunque,perfino a quelli più riservati
e introversi.
Nonostante
fosse consuetudine quella vicinanza tra noi,riuscivo ugualmente ad imbarazzarmi
come se fosse la prima volta. Mugugnai qualcosa che sarebbe dovuto essere un
saluto,ma sembrava più un lamento. Shusei mi sorrise,riflettendosi nei miei
occhi:
-Ti ho
svegliato?-
-No..-
assicurai,constatando solo in quel momento che era ancora notte inoltrata.
-..da quanto sei qui?- La mia domanda si perse in sussurro rauco,avvertendo la
sua gamba sfiorare la mia,mentre si sistemava meglio sul fianco.
-Da un
po’. - Poi con fare serafico,ma con un’evidente nota di sarcasmo si affrettò ad
aggiungere:
-
Ne, Hotsuma..lo sai che mormori il mio nome nel sonno?- Le mie guancie
avvamparono,mentre il cuore sembrava stesse per implodermi nel petto. Così
irrigidendomi,distolsi lo sguardo dalla sua espressione vagamente
compiaciuta,sentendomi completamente perso e in balia di lui,di quel suo etereo
modo di fare,che non aveva eccessi. Io ero esattamente il suo opposto,irruente
e impulsivo. Mi sorprendeva come la nostra diversità potesse legarci
ugualmente,inseparabilmente per ogni secolo a venire,ma tanto bastava: averlo
solo per me,senza condividere con nessuno quel rapporto che ci univa. Shusei
era l’unica persona che volevo al mio fianco. E come se lui potesse carpire
ogni mio pensiero,si allungò su di me,baciandomi. Un bacio lieve,ma
sufficientemente carico di sentimenti. Così la mia lucidità,già precaria per il
sonno,mi abbandonò del tutto: afferrandolo per la maglietta lo trascinai sotto
di me,sorreggendomi con le braccia, per rimanere sospeso su di lui senza
sfiorarlo. Shusei rimase immobile,cercando di intercettare ogni mio movimento e
prevedere anticipatamente le decisioni prese dalla mia impulsività. Mi irritava
non avere la stessa facilità che aveva lui nel leggermi nella mente. Io ero
come un libro aperto: sapeva sempre cosa provavo,quello che volevo,mentre lui
era distante. Ed io mi trovavo ogni volta ad allungare le dita in sua direzione
per riportarlo da me,legandolo al mio egoismo,che gli impediva di lasciarlo
andare. Mi morsi il labbro inferiore,facendo ardere gli occhi in
un’equivocabile espressione di possessività e Shusei si strinse alla mia schiena
nuda per ridurre lo spazio che avevo creato tra i nostri due corpi. Così mi
impadronii di quelle labbra sottili,ancora una volta,mentre il mio modo
di baciarlo diventò più irruente e invasivo. Volevo farlo cedere,buttare giù
quel muro,chiamato passato,che sentivo chiaramente separarci: trasmettergli
quanto fosse fondamentale la sua presenza nella mia vita. E impedendo ad
entrambi di prendere fiato,lo bloccai con forza contro il cuscino,premendo la
gamba in mezzo alle sue. Un gemito strozzato e lo lasciai andare,con il nostro
respiro aritmico come unico rumore della camera; e il sangue che mi ribolliva
nelle vene,tanto da pensare di poter prendere fuoco, e non metaforicamente
parlando.
-Sono
giorni che sei silenzioso..- confabulai irritato che si lasciasse fare tutto
quello che volevo
-Lo sono
sempre stato.-
-Perché
sei qui?-
-Vuoi che
me ne vada?- La carotide prese a pulsarmi,mentre assottigliai gli occhi. Sarei
riuscito a farglielo dire chiaramente,una volta per tutte: quello che provava
per me. In realtà sapevo che mi amava,ma volevo che lo dicesse
apertamente,superando quella coltre perenne di impassibilità che lo circondava.
Scossi il capo,sospirando:
-No..-
Lui inarcò le sopracciglia,guardandomi come se avesse a che fare con un
bambino, ed infine asserì:
-Mi sono
svegliato e non c’eri. Vieni ogni notte,ma questa volta…-
prese fiato –volevo stare con te, come sempre..- Dischiusi le labbra e le
richiusi. Non avevo più nulla da dire,nulla da obiettare. Così gli sorrisi:
sorrisi che regalavo solo a lui: erano di sua proprietà. Poi un movimento
fluido,insito di mani esperte e gli sfilai la maglietta,con grande disappunto
da parte sua,come ogni qual volta che lo spingevo a mostrare le cicatrici
inferte da me. Lo sentii borbottare qualcosa,ma lo ignorai scivolando con il
viso sul suo collo,lambendo quella pelle nivea. Una scia di fuoco mentre
tendevo avidamente sempre più giù. Shusei fremette come scosso da un brivido
immaginando le mie intenzioni. Ed io lo accontentai insinuando la mano nei suoi
pantaloni. Lo osservai irrigidirsi,imbarazzarsi nel mentre che il piacere che
gli procuravo si irradiava lungo i nervi intorpidendogli la lucidità
mentale,facendolo annaspare sotto la mia fugace occhiata scaltra,fintamente
colpevole,prima di incrementare il ritmo di quel gioco. Shusei sbarrò gli
occhi,privandomi di scrutare la luce che folgorava nelle sue iridi dorate, e
cercando di sigillare nella sua gola i versi atipici che si addensavano
insieme. Non ci riuscì: così reclinando il capo all’indietro gli fuoriuscì un gemito
strozzato che io prontamente derubai con un bacio.
Ogni
oggetto di quella stanza sembrava un indiscreto spettatore,testimone di quella
relazione che consumavamo nell’ombra,per amore e per cupidigia,mentre qualunque
pensiero razionale si dissolveva come nebbia,lasciando sgombra e vuota la
nostra mente per un unico desiderio. Perché c’era di più: io volevo di
più,volevo sentirmi parte di lui. Per quella mia fantasia mirai a ben
altro,togliendo gli indumenti che mi ostacolavano: i miei ed i suoi. Shusei non
oppose resistenza,permettendomi di incunearmi tra le sue gambe, mentre
arruffandogli i capelli,lo baciai nuovamente,ancora più intensamente. Non
era sbagliato. Questo lo avevo assodato da tempo. Non era sbagliato perché io
lo amavo,e non c’era nulla di più puro al mondo se non il mio sentimento per
lui.
Ho bisogno solo di te!
Tenevo
gli occhi semichiusi,cercando di scrutare il mio compagno attraverso l’intensa
cortina di luce che invadeva la stanza. Lo analizzavo avvinto, mentre con
perizia Shusei finiva di allacciarsi la cravatta della divisa scolastica,fino
al momento in cui,sentendosi osservato, si volse verso di me.
-Pensavo
che non saresti stato capace di alzarti,dopo stanotte!-
-Dovrei
dirlo io!- articolai con un tono impastato dal sonno, per nulla sorpreso di
vederlo così pimpante. Poi mi passai la mano sul viso per cacciare via la
stanchezza, appurando di essere in uno stato pietoso: i capelli biondi
arruffati,le poche ore di sonno segnate sotto i miei occhi,le coperte
arrotolate in un unico groviglio,il pigiama appallottolato in un angolo del
pavimento.
-Non mi
va di venire a scuola…-
-Rimani
qui a giocare ai tuoi videogames?-
-Sbaglio
oppure ho appena percepito una nota sarcastica nella tua voce?!?-
-Chissà..-
Aggrottai la fronte,mettendo il broncio. Infine mi ricordai della sua poca
simpatia verso il cibo :
-ti
accompagno giù,voglio assicurarmi che tu faccia colazione!-
-Come
sempre..- ribatté Shusei,sorridendogli. Un sorriso carico d’affetto,nulla di
più semplice eppure travolgente come una dichiarazione d’amore,tanto da
mettermi in difficoltà e farmi perdere il filo del discorso. Mi chiedevo
com’era possibile che dopo poche ore lui fosse già riuscito a riprendere il
controllo su noi due. Ma in quel momento non ero capace di andargli
contro,visto che non ero nemmeno sicuro se fossi riuscito a coordinare due
passi consecutivi, senza addormentarmi in piedi come un cavallo. Sollevai lo
sguardo,sentendo gli attutiti passi felpati di Shusei venirmi incontro:
-Starai
bene senza di me,una giornata intera?- Con un filo di voce,quella domanda mi
venne espirata contro. Il volto marmoreo di Shusei,congelato in un’espressione
sobria e nostalgica. Le sue esili dita a sfiorarmi le labbra. Allora lo
afferrai per la cravatta trascinandolo di peso sul letto,bloccandogli ogni via
di fuga:
-Resta
con me!-
-oggi?-
-per
sempre..-