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Autore: Rota    10/05/2011    7 recensioni
-Matt! Ehi, Matt! Svegliati! Matt, svegliati!-
Fu la voce di Alfred a rubarlo, con forza e prepotenza, al mondo dei sogni. Dovette stroppicciarsi più volte gli occhi, colpa anche del notevole male al cranio che gli intontiva completamente i sensi e la posizione innaturale che aveva assunto e mai più cambiato nel cadere come un masso sul proprio letto.
Il fratello lo aiutò nel processo, cominciando a scuoterlo come uno straccio sporco. Matt non ebbe neanche la forza di insultarlo o pregarlo, semplicemente, di smetterla.
Alfred aveva la pessima abitudine di trattarlo come gli pareva, senza avere molta cura di qualcosa che fosse al di là della sua persona. Matt aveva sempre pensato a lui come un bambino troppo cresciuto – e per questo impossibile da colpevolizzare – ma c’erano certe volte che avrebbe tanto voluto prendere la propria mazza da hockey e spaccargliela in testa, conservando sempre tutta la ragione possibile.
Quello era uno di quei momenti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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compagnia da gay bar 1 *Autore: Rota
*Titolo della storia: Compagnia da gay bar
*Fandom: Axis Powers Hetalia
*Personaggi: Matthew Williams (Canada), Alfred F. Jones (USA), Francis Bonnefoy (Francia), Ivan Braginski (Russia), Ludwig (Germania), Un po’ tutti.
*Pair: Franada, GerIta, SpagnaAustria, VashLily, RusAme/RoChu.
*Rating: Giallo
*Avvertimenti: AU, Shonen ai, What if…?
*Genere: Song fic, Romantico, Introspettivo
*Mondo parallelo scelto: Mondo contemporaneo
*Note dell'autore (pre contest): Benché il titolo sia abbastanza comico, la mia fan fic lo è solamente a tratti. Come ogni commedia che si rispetti, ha il suo lato tragicamente drammatico. Ovvero, il fatto che tutti i miei pg sono omosessuali e che vivono nella contemporaneità di ogni giorno.
Ho pensato che ognuno dei miei personaggi – otto in tutto – poteva essere rappresentato da una canzone. Ne ho scelte specie dal mucchio delle canzoni rock che conosco.
Ci sono due storie, in questa long. I capitoli dispari parlano al presente, presentando la situazione come è. I capitoli pari, la storia vera, per intenderci, partono dall’inizio di tutto, essendo al passato, e raccontano cosa è successo prima e come si è arrivati al punto. I capitoli, pur non essendo tanto lunghi, sono tanti perché volevo dedicare ogni coppia a un diverso personaggio.
Due parole sui capitoli 16 e 17.
Come si può notare, i due ultimi capitoli sono al presente e non al passato in quanto procedono con la narrazione dai capitoli pari e non da quelli dispari. Nel 17, sono passati alcuni mesi dall'accaduto, e quello che è successo lo racconto così. Il 16 è invece più corto in quanto semplice flash di quanto accade alla festa.
*Note dell'autore (post contest): Questa fan fic poteva fare di più – doveva fare di più – a mio avviso. No, non sto dando la colpa alle giudici, non a quelle persone meravigliose che hanno comunque trovato qualcosa di buono nella bozza che ho mandato loro, quanto piuttosto al caso e a persone che, davvero, se stessero ferme sarebbe molto, molto meglio.
Ci tengo immensamente a questa fan fiction, perché è la mia prima FraNada in primis, perché sono riuscita a sviluppare il tema centrale in qualcosa come una trentina di pagine e più e perché, infine, ho usato talmente tanta buona musica che non posso che congratularmi con me stessa *ohohohohoh*.
… e a conti fatti ho vinto anche un premio speciale (L)
La realtà è che ci tenevo troppo per non consegnarla, e questo è stato un mio sbaglio.
Ho corretto gli errori e ho sistemato un paio di cosette – ora dovrebbe essere leggibile, spero ._.
Boff, nulla, spero possa essere una buona lettura per tutti voi (L)(L)



(1) Smells like teen spirit, Nirvana


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Cap. 1




Load up on guns
Bring your friends
It's fun to lose and to pretend
She's overborne and self-assured
Oh no, I know a dirty word(1)


Matt si prende, sfinito al punto, la testa tra le mani, respirando profondamente per richiamare a sé tutta la calma di cui è capace.
La situazione, così come è in questo momento, proprio non gli piace per nulla.
Il luogo non gli piace. Le persone che vi brulicano a guisa di tante formiche più o meno laboriose non gli piacciono. I rumori assordanti e molesti che gli sconquassano le orecchie non gli piacciono. Ma men che mai gli piace il motivo per cui si ritrova seduto su una di quelle sedie orrende di plastica dura, ad aspettare chissà quale messaggero che gli dia la salvezza o l’eterna dannazione.
Perché sono lì, lui e loro, in attesa di una semplice telefonata – non altro davvero.
E Matt non ce la fa più ad aspettare che i secondi passino, a contare i momenti che scorrono in un silenzio che fa male alle orecchie.
Le lancette dell’orologio sono implacabili, e ognuno dei presenti ha fin troppa fretta.
Non può neanche crederlo, ma è arrivato a essere snervato da tutta la situazione. Così, quando suo fratello tenta per l’ennesima volta di parlare – di dire sicuramente qualcosa di stupido e inappropriato – lo fulmina con lo sguardo e lo vede tornare al suo posto, senza che abbia detto una sola parola. Gli altri non hanno neanche la forza di meravigliarsi del fatto inconsueto.
Ma troppo avvilito persino per sorridere incoraggiante alle loro facce distrutte, Matt si alza con un gesto secco dal proprio posto e va verso la macchinetta dell’acqua, per rinfrescarsi la gola.
Tutto questo, in linea teorica, non dovrebbe riguardarlo.
Alfred e la sua stupida band non dovrebbe riguardarlo.
Niente.
Né Francis che sembra sbattuto come l’ultima volta che ha ricevuto un due di picche da un giovane a cui ha fatto la corte. Né Gilbert che pare non aver più fiato neppure per fare lo sbruffone. Né Ludwig che è più muto del solito, tanto sconvolto da non accorgersi neanche che Feliciano non c’è, accanto a lui. Né Alfred che non ha più fame.
Né, tanto meno, quello stupido violento di Ivan, sequestrato e nascosto chissà dove dai poliziotti, senza un briciolo di vodka per risollevarsi il morale.
Niente di tutto quello dovrebbe riguardarlo.
È egoista, Matt, terribilmente egoista. Forse lo è diventato a furia di essere gentile senza ricavarne la benché minima soddisfazione.
Allora, dopo aver bevuto d’un fiato il suo terzo bicchiere di acqua, Matt butta il bicchierino di plastica nella pattumiera e torna a passo spedito al suo posto, prendendo l’mp3 dalla tasca della sua giacca scura.
Lo accende, e la musica impazzisce nelle sue orecchie.
L’unica cosa che pensa da quel momento sono le mani veloci di suo fratello che si muovono sulla chitarra elettrica.
   
 
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