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Autore: V a l y    11/05/2011    4 recensioni
Modera l'espressione, la bocca si fa più piccola, e finalmente, attraverso lo specchio, la vede, vede sua sorella, una parte di sua sorella.
[Scritta per il Multifandom Drabble Fest di it100]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Williams, Nina Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I suoi sorrisi sono larghi e infantili. Non come quelli di sua sorella, composti, trattenuti, vaghi. Le labbra appena curvate, impassibile e fredda. Le stanno male i sorrisi. I suoi, invece, sono spontanei. Belli, su quelle labbra carnose. Quelle labbra da invidiare.
Ma papà guarda solo le labbra di Nina. Pende dalle sue labbra, qualunque cosa dice. E le labbra di papà si curvano a loro volta, solo con lei.
Forse è perché i suoi sorrisi sono troppo sciocchi. Allora modera l'espressione, la bocca si fa più piccola, e finalmente, attraverso lo specchio, la vede, vede sua sorella, una parte di sua sorella.
Ma gli occhi, quegli occhi troppi lucenti, non è così che sono. Quegli occhi troppo grandi, troppo espliciti, che mettono a nudo troppe emozioni. Nina ha uno sguardo lontano, indecifrabile. Ha lo sguardo di chi è fin troppo cosciente di ciò che accade intorno.
Allora Anna abbassa un po' le palpebre, sotto la parrucca bionda. La parrucca per la recita scolastica di Enrico IV, data a lei per la parte di Margherita. Ciuffi sintetici che somigliano ai capelli di sua sorella. Biondi, lucenti. Lisci. Sottili. I capelli di una duchessa. Di una regina.
Nina riderebbe. Alla sua età già ripudiava certe cose. Alla sua età pensava a vincere i tornei di aikido, di seguire le orme del padre. Alla sua età dava i calci in mezzo alle gambe dei maschi. Parlava di coglioni e di stronzi in maniera discorsiva, come se parlasse di bambole e vestiti. Papà non la sgridava mai. Ma a lei sì. A volte le lancia pure qualche schiaffo.
Lo ricorda ancora, il primo schiaffo. Nina le aveva rubato il diario segreto. Puttana, le aveva detto. E papà l'aveva picchiata. “Non si dicono queste cose alla propria sorella!”
Ma è stata Nina, aveva spiegato Anna. Ha cominciato lei. Così papà aveva rubato il diario di mano alla sorella. Niente più. Non una ramanzina, non uno sguardo di rimprovero. Perché solo Nina? Perché solo a lei le carezze, le attenzioni?
La porta scricchiola. Sotto l'uscio c'è suo padre. Anna si gira, la stanza è tutta una penombra.
“Che ci fai qui a quest'ora, davanti allo specchio?” le chiede. Anna abbassa la testa, mostra un sorriso, moderato, compassato. “Non fare tardi. Buonanotte.”
“Papà,” lo chiama lei. Troppa enfasi. Nina ha lo stesso timbro, ma la voce più bassa e modulata. Allora attenua il tono, abbassa un po' le palpebre, rilassa il volto. Così papà la guarderà. La guarderà come guarda sua sorella. “Ti voglio bene.”
“Anch'io ti voglio bene, Nina.”
La porta si chiude. Anna guarda se stessa, parti di Nina su di sé. Stringe i pugni, si toglie la parrucca, la calpesta, la strappa. Prende l'accendino di metallo di papà e la brucia. Domani alle compagne di classe dirà che è stata colpa di Nina, come ogni volta.





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Scritta per il Multifandom Drabble Fest seguendo il prompt "Tekken, Anna/Nina, specchio" (che ho scoperto subito esser stato proposto da Alister xD). La fic non doveva superare le 500 per rientrare nella gara, ecco spiegata la, uh.. "cortezza" :D
  
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