"Avevamo dodici anni quando io, Mary Anne Longbottom e Lilian Cooper, le mie migliori amiche, abbiamo scoperto come nascono i bambini.
Ok, ok, ne avevamo quattordici.".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Eccomi qui!:)
Spero vi piaccia:) Come sempre, grazie a Candidalametta, amica e beta insostituibile e a tutti quelli che seguono, leggono e recensiscono questa fiction!
Questo è il penultimo capitolo u.u In realtà doveva essere l'ultimo, ma poi ho deciso di dividerlo in due parti perchè era di una lunghezza mostruosa è_é
Ok dai, mi fermo qui:)
Buona lettura!
P.s.: ORA è betato:) colpa di msn che mi perde le email-.-
Là dove non batte il sole - Comunicazione non verbale
Mi allontano dal parcheggio sentendomi in tutto e per tutto una criminale.
Seguo svogliatamente Lily e Mary Anne che sembrano leggere come due palloncini e ogni
volta che incrocio lo sguardo con un passante mi sento come se avessi scritto sulla fronte
qualcosa come:"Sì sono stata io. Sono la complice di quella che ha appena graffiato con le
mie chiavi di casa la Cadillac semidistrutta di un poveretto che è sopravvisuto ad un frontale
con un tir. Sì, proprio quella Cadillac che è ancora nel parcheggio dell'ospedale. E, oh, a
proposito, ho passato la notte con il mio ragazzo nella casetta sull'albero all'insaputa dei miei
genitori, sono scappata di casa e ho anche una lista di cose sconce su cui devo indagare in
camera mia. E sono stata io a rubare le mollette di Charlene Finch alle elementari.".
Gesù.
"Mary Anne"- comincio, cercando di distrarmi da questi ameni pensieri, -"Ti fermi anche tu a
cena da me?".
"Oh,"- risponde lei sospirando -"Stasera non credo. Ho un po' di cose da fare e dopo
pensavo di vedermi con Charles.".
"Oh, non importa, tranquilla."- replico con un sorriso gentile -"Vorrà dire che stavolta saremo
solo io e Lily.".
"A te dispiace Lily?"- chiede Mary Anne con espressione colpevole.
"Ma no, figurati!"- risponde lei allegramente -"Sarà per un'altra volta.".
Fruga meticolosamente nella borsa. Alza lo sguardo e fa una smorfia.
"Qualche problema?"- chiedo, alzando un soppraciglio.
"No, no, niente. E' che ho dimenticato i soldi per la pizza. Passiamo prima da casa
mia?".
"Certo, nessun problema.".
Mary Anne si ferma a riflettere un momento, la mano sul portone di casa sua.
"Ma sì, vi accompagno anch'io."- replica scrollando le spalle -"Tanto Charles non arriverà
prima delle nove.".
Arriviamo a casa di Lily in cinque minuti netti e saliamo in camera sua. Mentre cerca il
portafoglio sotto un mucchio di vestiti in lontananza risuona una canzone a tutto volume.
"Ma che diavolo..?"- borbotta Lily, affacciandosi alla finestra.
".. I was dreaming of the past, and my heart was beating fast,
I began to loose control, I began to loose control.."
"Lily? Che diavolo sta succedendo?"- urla Elise salendo dalle scale, cercando di farsi sentire
sopra la musica assordante che ora è sempre più vicina.
"Non ne ho idea!"- sbraita Lily. Poi si sporge dalla finestra, si gira con un'espressione
scocciata e indica fuori, dicendo qualcosa che viene coperto dalle note e da una voce
dolcemente virile che sembra uscire da un vinile di anni passati.
La raggiungiamo tutte e tre e ci affacciamo all'ampia finestra bianca.
Tom - seduto al posto di guida della Cadillac che, miracolosamente, funziona ancora - sta
armeggiando con dei piccoli amplificatori che diffondono a tutto volume "Jealous Guy" di
John Lennon.
".. I didn't mean to hurt you, I'm sorry that I made you cry,
Oh no, I didn't want to hurt you, I'm just a jealous guy..".
"Jealous Guy". Non ci posso credere.
Mary Anne si guarda intorno titubante, come se non sapesse bene cosa fare. Lily ed Elise se
ne stanno piantate in mezzo alla camera, con le braccia incrociate e la medesima
espressione incazzato-divertito sulla faccia.
Elise apre la bocca per dire qualcosa, ma il volume della canzone sembra alzarsi ancora di
più come a zittirla. Con una smorfia indispettita afferra un foglietto dalla scrivania di Lily, ci
scribacchia qualcosa e ce lo mostra.
Sul post-it giallo, in bella grafia, c'è scritto semplicemente:"Ignoratelo.".
"I was feeling insicure, you might not love me anymore,
I was shivering inside, I was shivering inside..".
Ok.
Ignorarlo. Facile.
E' facile.
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.. Come non detto.
Dopo qualcosa come due ore durante le quali abbiamo sentito e risentito "Jealous Guy" più
di quanto possa essere consentito a delle orecchie umane, nonchè svariate volte "Wish You
Were Here", "You Shook Me All Night Long", "Streets Of Love" e "Angie", non ne possiamo
davvero più.
Nelle mie orecchie risuona un ronzio che sospetto rimarrà per molto tempo, il mio timpano
sta iniziando a presentare dei sintomi di danni permanenti e, francamente, avverto anche
una certa nausea(Leggi: rottura di coglioni) riconoscendo le prime note di "Black Coffee In
Bed".
Batto stancamente una mano sulla spalla di un'imperturbabile Lily e le lancio uno sguardo
disperato.
Lei mi guarda. Guarda Mary Anne che è raggomitolata sul letto con il cuscino premuto sulle
orecchie e sillaba scandendo ogni lettera:"Basta!".
Annuisce con decisione e si dirige al piano di sotto, mentre io e Mary Anne la seguiamo
arrancando.
"Mamma!"- strilla Lily riuscendo, in qualche modo, a sovrastare il volume della musica -"Devi
fare qualcosa!".
Elise fa una smorfia irritata.
"E cosa, per esempio?"- replica, alzando la voce per farsi sentire -"Chiamo la polizia? I
pompieri? Butto un sasso contro la sua auto?".
Lily sembra riflettere piacevolmente per un momento su quest'ultima ipotesi. Poi scuote la
testa e sbraita in tono imperioso:"Qualsiasi cosa! Vai fuori a parlarci, che ne so!".
Elise la guarda come se le avesse appena proposto di correre nuda per il campo ad un
Superball.
Fa per scuotere la testa quando Lily la guarda con uno sguardo acceso dalla disperazione e
urla:"Ti prego! Fallo per me!".
Elise sembra combattuta per un attimo. Poi, con coraggiosa determinazione gira sui tacchi
ed esce di casa, diretta alla Cadillac.
Noi rimaniamo sulla porta, a distanza di sicurezza. Quando Tom addocchia Elise il volume si
abbassa istantaneamente, ma non è ancora abbastanza.
Vediamo Elise che si avvicina a lui gesticolando furiosamente mentre lui la osserva divertito.
Incredibile.
Penso che sia l'unica persona al mondo che possa sopportare una sfuriata in piena regola di
Elise con una tale tranquillità. Nemmeno Lily, con tutta la sua sfrontatezza, riesce a reggere
un confronto con lei in quel senso.
Seguiamo il dialogo fatto di gesti, con Elise che agita il dito davanti alla faccia di Tom
urlando qualche probabile insulto. Lui fa un sorriso sfacciato e le fa segno di salire in
macchina. Lei incrocia le braccia e scuote la testa, irremovibile. Dio, quanto vorrei sentire quello che dicono.
Lui scende dalla macchina, la prende con gentilezza sottobraccio e lei lo spinge via. Lui
scoppia a ridere e si inginocchia. Lei si guarda intorno imbarazzata. Lui non dà segno di
sentirsi imbarazzato e lei si infuria ancora di più e gli tira uno scappellotto sulla spalla per
farlo alzare. Lui si alza in piedi e le fa di nuovo segno di salire in macchina. Lei finalmente
accetta e sale e la Cadillac parte sgommando e sparisce in lontananza.
Tutto questo nel giro di circa trenta secondi.
Noi tre avanziamo lentamente, spaesate.
Per strada hanno tutti l'aria sollevata di chi è appena scampato ad altre due ore di tortura
acustica, cosa che è effettivamente appena successa. Il vicino di Lily impreca fra sè e sè
mentre esce in giardino con una pila di vinili in mano e li scarica con malagrazia nella
pattumiera. Si passa una mano fra i capelli brizzolati, ci guarda in cagnesco e rientra in casa.
Ci guardiamo in silenzio. Non c'è bisogno di parole.
"Beh, io credo che li aspetterò qui.", fa Lily, incrociando le braccia.
"Sì, io avverto mia madre che mi fermo a cena da te.", replico io, appoggiandomi con
noncuranza allo stipite.
Mary Anne si concede solo un attimo di esitazione.
"Io penso che chiamerò Charles.", ci informa, prendendo il cellulare con aria assorta.
Tutto questo senza emettere fiato.