Midnight
Kiss è
un Missing Moment ambientato poco dopo l’episodio
“Where the wild things are”
(“La casa stregata” in italiano. 4°
stagione).
***
Willow
sedeva sul letto della camera di Tara e si guardava intorno
nervosamente, come
se non fosse mai stata lì prima d’ora. La strega
bionda era di fronte a lei, le
gambe incrociate, gli occhi azzurri fissi sulla coperta scura, il dito
indice
che tracciava qualche linea immaginaria sul tessuto.
Era
quasi mezzanotte, ma nessuna delle due aveva sonno.
-
Stai bene? - chiese Willow.
-
Sì - rispose Tara, con un lieve sorriso.
Silenzio.
Era
un silenzio un po’ imbarazzato. Ed era strano,
perché tra loro non c’erano mai
silenzi imbarazzati.
Beh,
quasi mai, ecco.
-
Stai... stai ancora pensando a quella casa?
La
Lowell House, la casa dove era stata organizzata la festa alla quale
avevano
partecipato anche lei e Tara, si era rivelata stregata, infestata da
presenze
inquietanti, che avevano creato un notevole scompiglio. Gli ormoni di
tutti i
presenti erano... schizzati alle stelle. In modo particolare quelli di
Riley e
Buffy, che non avevano fatto altro che... spassarsela in una delle
stanze al
piano superiore, alimentando le forze oscure che abitavano la villa.
Tutto ciò
era dovuto al fatto che negli anni ’60, quel luogo era un
rifugio per ragazzini
sbandati o senza tetto, i cui desideri sessuali venivano brutalmente
repressi
da un regime di terrore istaurato dalla direttrice.
Tara
scosse la testa.
-
No. C-cioè, sì... un po’... - le
rispose.
Willow
si ritrovò a fissarla. Lei stava pensando a qualcosa che era
accaduto durante
la festa. Stava pensando a quando si era seduta con Tara sulle scale.
Si erano
messe a parlare di cavalli. Willow aveva paura dei cavalli, mentre Tara
l’aveva
invitata a venire a cavalcare con lei qualche volta. Al che, Willow
l’aveva
ringraziata, posandole una mano sul ginocchio...
-
Willow, io v-volevo...
-
Cosa?
-
C-chiederti scusa.
La
guardò con gli occhi lievemente sgranati. - Chiedermi scusa
per cosa?
-
P-per averti trattata male... alla festa. Q-quando ti ho detto di
v-venire a
cavalcare con me e... Tu...
Interessante.
Stavano pensando alla medesima cosa.
Magia.
-
Non devi chiedermi scusa, Tara. Era colpa della casa.
Lei
annuì vigorosamente e abbassò di nuovo gli occhi.
La
trovava dolce. Trovava dolce quel rossore che le invadeva le gote
quando
qualcuno le faceva un complimento o quando una situazione la
imbarazzava.
Trovava dolce la sua timidezza. Il suo tono di voce quando si rivolgeva
a lei.
Istintivamente
si sporse e le diede un bacio sulla guancia. Le narici vennero
pizzicate dal
suo profumo delicato. Tara arrossì. Willow si
scostò quel tanto che bastava per
guardarla negli occhi.
Occhi
azzurri.
Azzurri
come il cielo. Dea, com’erano belli...
E
le sue labbra... le sue labbra piene erano vicinissime. Sentiva il suo
fiato
tiepido sul viso.
Willow
si riscosse, ritraendosi precipitosamente e rischiando così
di cadere dal
letto.
Tara
la osservava, ancora un po’ stupita per quel gesto inatteso.
-
Senti, Tara... - iniziò Willow.
-
Sì...
-
Noi siamo amiche, vero?
-
C-certo.
Si
diede della sciocca. Non poteva farle un discorso simile. Non era in
grado. O
forse sì?
“Io
lo sono”.
“Cosa?”
“Tua”.
Era
sua. Tara le aveva detto di essere sua. Ricordava come si era sentita
quando
aveva pronunciato quella semplice parola.
Tua.
-
Noi... siamo solo amiche, no? - domandò Willow.
Ecco.
L’aveva fatto.
Tara
non rispose. Distolse lo sguardo.
L’ho
spaventata?, si
chiese la strega rossa, deglutendo a fatica.
-
Perché, vedi, Tara... tu lo sai che non ho avuto molti
ragazzi in vita mia. C’è
stato Oz... beh, lui era un licantropo, te l’ho raccontato,
il che comportava
una serie di problemi... e c’è stato Xander...
-
Xander?
Non
gliel’aveva raccontato. E comunque stava divagando.
-
Sì, Xander. È una storia complicata. Lui stava
con Cordelia ed io... beh, io
stavo con Oz. Ma è stato uno sbaglio - si
affrettò a dire. - Io e Xander siamo
solo amici, lui per me è come... come un fratello, direi.
Cioè sì, una volta avevo
una cotta per lui, però... l’unica relazione
veramente seria l’ho avuta con Oz.
-
V-va bene - la interruppe Tara.
Basta
divagare,
pensò Willow.
-
Tara, quello che vorrei dirti è che... io sento qualcosa per
te. Ed è qualcosa
di... molto bello. E molto forte. Non mi era mai capito di sentirmi
così. Non
con una donna almeno. Per esempio Buffy è la mia migliore
amica, ma non provo
per te quello che provo per lei. A Buffy voglio bene, ma con te
è diverso.
-
Oh... - mormorò Tara.
-
Oh. “Oh” significa che mi consideri pazza e che
vuoi che me ne vada immediatamente...
oppure significa qualcos’altro?
-
No... No, non v-voglio che tu te ne vada. Io... c-capisco. Davvero.
-
Capisci?
-
C-come ti senti... lo c-capisco. Anch’io. Anch’io
mi s-sento così...
-
Così... come me?
Tara
annuì.
Willow
si schiarì la voce. - Quindi... cosa dovremmo fare, adesso?
-
N-non lo so.
Willow,
in realtà, aveva un’idea.
-
Io stavo pensando di provare a fare una cosa - ammise. Di nuovo si
avvicinò, ma
questa volta molto lentamente. - Pensavo... di darti un bacio. Se sei
d’accordo...
Tara
non rispose. Si limitò a fare un cenno d’assenso
col capo.
“Io
lo sono”
“Cosa?”
“Tua...”
Le
batteva il cuore. Pulsava, lanciato al galoppo.
-
Io... Willow, io n-non ho mai... baciato n-nessuno - le disse Tara.
-
Mai?
-
Mai.
Le
piaceva l’idea di essere la prima. Ed era anche strana, come
idea. Le si
scaldarono le guance.
Willow
esitò. Era la prima volta anche per lei, in fondo. Non aveva
mai baciato una
ragazza in vita sua. Né aveva mai pensato di farlo. O ci
aveva pensato? Non se
lo ricordava.
Esitò
soprattutto perché voleva essere certa di fare la cosa
giusta. Voleva essere
certa che anche Tara lo volesse.
La
strega bionda non si mosse. Aspettava solo lei.
Willow
si avvicinò di più, si avvicinò fino a
sentire ancora il suo fiato sulla pelle.
Aveva la bocca secca. Tara dischiuse le labbra e chiuse gli occhi.
Capì che
doveva farlo ora. Non poteva continuare a starsene lì,
impalata.
“Io
lo sono”
“Tua”
Quella
frase rimbombò nella testa. Era un tuono.
Poi
posò le labbra sulle sue.
Avvertì
subito un brivido potente che si impossessava di lei. Un brivido
piacevole che
correva lungo la colonna vertebrale. Tara le aveva appoggiato una mano
sul
braccio. Willow gliene appoggiò una sul viso.
Per
qualche istante rimasero così. Labbra contro labbra. Un
bacio dolce, quasi
innocente.
Ad
un certo punto Tara dischiuse la bocca e si mosse sulla sua, incerta.
La mano
scese all’altezza del gomito, poi incontrò
l’altra mano di Willow e lei gliela
strinse.
Si
sentì ribollire il sangue. Una vampata di calore le
imporporò il viso. Allora
Willow fece scivolare una mano nei suoi capelli e la strinse di
più a sé. La
baciò con un certo trasporto e Tara si lasciò
sfuggire un gemito quando la sua
lingua le sfiorò il labbro superiore.
Infine
Willow si staccò, così all’improvviso
che Tara ne rimase sconcertata.
-
Wow. Voglio dire, è stato...
Non
riuscì a trovare il termine adatto. Bello? Ma non era stato
“solo bello”. Molto
di più. Il suo cuore non si era ancora calmato.
-
...bello - finì, comunque, col dire.
Vide
Tara deglutire. Si era quasi dimenticata che per lei era la prima
volta.
-
Oh. Ehm... e per te? Com’è stato?
Tara
sorrise. Timidamente.
-
È... s-stato b-b-b-bello.
Balbettava
più del solito. Significava che era molto agitata. O
emozionata. O entrambe le
cose.
-
Possiamo farlo... di nuovo? - chiese Willow.
Tara
annuì.
Willow
si mise vicino a lei, le scostò una ciocca di capelli
biondi, sistemandogliela
dietro all’orecchio, e si protese per baciarla ancora...
“Io
lo sono”
“Cosa?”
“Tua”