Premessa
“ La vittima
e il carnefice ” è una storia scritta insieme al mio caro amico UgoCINQUE.
Essa
racconta di un amore nato tra la peggiore delle violenze e maturato per il
desiderio inconscio d’amare, un amore capace d’intenerire il duro cuore di un
soldato e di confondere l’animo di una prigioniera.
In questa
storia ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale.
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Prologo
Un’altra
fredda e dolorosa notte calò sulla Risiera di San Sabba. I soldati si
ritirarono, chi negli uffici a contare freddamente il numero dei morti, chi nei
loro confortevoli e caldi alloggi a festeggiare, bevendo e soddisfacendo i
propri piaceri mentre i prigionieri nelle loro anguste e fredde celle a
distendere le membra stanche. Solo una giovane, nel suo vestito a righe bianche
e blu due volte più grande di lei, si aggirava ancora nel campo diretta verso
l’edificio a tre piani. Al secondo piano, nell’ultima stanza a destra, la
numero 132, l’aspettava il suo amante. A breve, avrebbe finalmente riassaporato
il profumo della sua pelle e confuso il respiro con il suo; con abbandono, si
sarebbe adagiata su quel letto e lo avrebbe accolto su di sé e in sé. Bussò
alla porta ma nessuno le rispose. “ Karl, sono io! ” disse e bussò più forte.
Ma di nuovo fu il silenzio a risponderle. Aprì quindi la porta e, lentamente,
entrò nella stanza. Tutto era apparentemente normale. La finestra socchiusa che
faceva trapelare un po’ di fioca luce, sulla scrivania una bottiglia quasi
vuota della miglior vodka e un bicchiere sporco, tre cicche di sigaretta nel
posacenere e, sul comodino, una lettera. Gelò. Sedette e, con le mani che
tremavano, l’aprì:
“
Cara Rosa,
probabilmente quando leggerai questa lettera io
sarò già in viaggio per Berlino. Mi hanno trasferito. Avrei voluto dirtelo di
persona ma non ho avuto il coraggio. Perdonami. Com’è strana la vita. Prima che
ti conoscessi non avrei mai pensato di potermi innamorare di una ragazza come
te. Eppure sei riuscita a far breccia nel mio freddo cuore di tedesco. Sei
stata l’unica ragione che mi spingeva a trascinarmi per un altro giorno,
l’unica cosa bella che mi sia capitata in questi mesi che per me sono stati di
prigionia, qui a San Sabba. Mi hai stravolto la vita. Ti porterò per sempre nel
cuore.
Con tutto l’affetto che provo,
Tuo,
Karl.
P.S.: ti ho lasciato una sorpresa nel cassetto.
Perdonami, se puoi ”.
La
giovane, sconvolta, si sdraiò lentamente sul letto e portò la lettera al cuore.
Si girò poi sul fianco e aprì il cassetto del comodino. In fondo al cassetto la
vide: Karl le aveva lasciato la sua benda nera, la prese avidamente e
mettendosi in posizione fetale la strinse a sé insieme alla lettera. “ No! ”
urlò nel freddo silenzio della stanza lasciando esplodere il suo dolore in un
pianto disperato.