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Autore: Ziggie    27/05/2011    5 recensioni
Scettico? Forse.
Impavido? Certo.
Pirata? Fino alla fine.
Un'altra one shot su Hector Barbossa, che dire, il quarto film mi ha ispirato. Questa prende spunto dal fatto che il capitano è il san Tommaso per antonomasia, non crede a un palmo dal naso se non vede, se non lo vive sulla sua pelle. Spero vi piaccia, buona lettura.
Capitan Ile.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hector Barbossa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                              Non credo se non a quello che vedo

- Non credo se non a quello che vedo -.

Così l’apostolo Tommaso esordì al racconto dei suoi compagni, quando gli dissero che il loro Signore era risorto. L’unico modo per farlo credere era vedere e quando il Cristo rifece la sua comparsa, il giovane miscredente si gettò ai piedi del suo Signore piangendo.

Molte sono le leggende del grande blu, tutte storie che suscitano interesse e mistero. Ogni lupo di mare che si rispetti teme il mare così come lo ama, crede ad ogni singola parola di quelle storie, rabbrividendo da capo a piedi quando, qualche capitano coraggioso, punta l’offerta di partire verso, per esempio, la fonte della giovinezza.

Sono un uomo reo di crimini, che ha chiesto e ottenuto il perdono reale per comodità, ma è la perdizione la mia guida, la pirateria il mio io e il mare il mio credo. Questa scorza dura, una vecchia pellaccia che sa di salsedine e di rum, misto polvere da sparo, ne ha viste e vissute tante. Fatti che mai avrei immaginato occupassero la mia vita: da una maledizione senza fine, sono diventato un non-morto; mi hanno ucciso e mi hanno resuscitato, per il gusto di farlo forse, per occorrenza, ma in entrambi i casi mi hanno reso un grosso favore. Riportai Calypso al dominio del mare, guidai una nave ai confini del mondo, nello scrigno di Davy Jones, dal quale uscii indenne e con l’amico, rivale di sempre. Venne il giorno in cui persi di nuovo tutto: nave, ciurma e la mia gamba. Le sartie che si muovevano come serpi, assi, bompresso e parapetto che scricchiolavano e le acque sotto la Perla torbide: Barbanera!

Le file della marina infine, mi hanno reso un buon servizio: la vendetta. Ma quegli abiti erano troppo pomposi ed eleganti per il sottoscritto, troppo vistosi per andare a Tortuga. Ed è da lì che ripartirà il mio prossimo viaggio, e sarà da lì che un altro frammento si aggiungerà alla mia storia. Svariate avventure, svariate peripezie ho vissuto; ho visto miti e sono entrato nella leggenda, ma nonostante questo non credo a storie di taverna che parlano, per esempio, di magiche guarigioni, di ricrescite di arti; non credo nelle favole, nelle storie di speranza o di redenzione, giusto a quelle di dannati e di fantasmi, dato che una di queste, l’ho vissuta sulla mia pelle. Credo in ciò che vivo, in ciò che i miei occhi vedono e le mie mani toccano.

Scettico? Forse.
Impavido? Certo.
Pirata? Fino alla fine.
  
 

  
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