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Autore: Nulla Kaulitz    27/05/2011    2 recensioni
"Gerard era fermo sul bordo del tetto. Un passo, e il dolore di due mesi di solitudine, di tristezza affogata nell’alcol sarebbe finito. La band era rimasta in sospeso: il dolore era troppo forte. E a Gerard? A Gerard non era rimasto niente, solo un vuoto nel cuore, nell’anima, che si allargava di giorno in giorno."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehm, zaaalve :D Io sono un’amica della reale Nulla Kaulitz, che mi ha permesso di condividere il suo profilo (che santa donna xD). Questa è la mia prima ff, una one shot che ho scritto alle 11 di sera mentre ascoltavo i The Used con l’mp3.. So che non è il massimo, anzi, quindi, vi prego, siate misericordiose xD Buona lettura!
 
Don’t lose your fear of falling
 
I ricordi affollavano la mente di Gerard. Il suo sguardo si perse tra la distesa di grattacieli di Los Angeles, quella città che lui e Frank tanto avevano amato e che si vedeva così bene da lassù, dal tetto dell’edificio più alto dellametropoli. Frank. Un’altra lacrima gli rigò il volto, rifulgente di mille luci, le luci della città, che si riflettevano su di essa, creando come una piccola stella liquida. Gerard alzò gli occhi verso la luna, fredda e triste anche lei in quella notte di vento, i rumori del traffico così distanti, la gente indifferente e ignara delle emozioni che a lui sembravano così opprimenti e devastanti, troppo forti per poter essere messe a tacere. Luna…
 
La loro prima notte in una camera d’hotel, all’inizio del primo tour della loro vita. Erano così eccitati: il concerto era andato benissimo e avevano festeggiato fino a tarda serata. Alla fine, ognuno si era diretto verso la propria camera, tranne Frank, che aveva seguito Gerard nella sua stanza:
-Ehi, che fai qui?- gli aveva domandato Gerard con un sorriso; Frank lo faceva sempre sorridere,
-Ehm… volevo complimentarmi con te di persona per come hai cantato stasera, prima non ho fatto in tempo in mezzo alla festa e, beh, ecco…io…-
Venne interrotto dalle labbra di Gee che si posarono dolcemente sulle sue, trascinandolo dentro la camera e chiudendo a chiave. Frank si stese sul letto continuando a baciare Gerard, che gli salì sul bacino e cominciò a spogliarlo. In quella notte silenziosa, la luce della luna li illuminò con il suo bagliore bianco:  due ragazzi abbracciati a letto, i volti dormienti e sereni, nella notte più bella della loro vita.
 
Gerard si era seduto sul tetto, rigirando l’anello d’argento intorno all’anulare. Ripassò il polpastrello sulla scritta incisa all’interno, mentre chiudeva gli occhi e un altro vivido ricordo prendeva posto dietro le sue palpebre.
 
-Frank! Dove stiamo andando!?- chiese Gerard, cieco a causa di una benda che il più piccolo gli aveva legato attorno alla testa.
-Per la milionesima volta: è una sorpresa!- rispose Frank ridendo. Gerard si arrese con un sospiro, proprio nel momento in cui Frank annunciò finalmente:
-Siamo arrivati!-
Il ragazzo tolse la benda all’altro, che si guardò intorno meravigliato: erano in una grotta enorme, la luce rossa del sole al tramonto che entrava dall’apertura si rifletteva sui tanti minerali di cui era costituito il terreno. Si voltò e vide Frank sorridergli e porgergli una scatolina blu, sussurrando:
-Buon compleanno, Gee-
Gerard la aprì e vi trovò due anelli d’argento. Ne prese uno con meraviglia e vide una scritta nella parte interna, lo girò verso la luce che lo colorò di scarlatto, permettendogli di leggere: Our love will last forever”. Alzò la testa e il suo sguardo si rifletté in due occhi nocciola, così dolci e sinceri in quel momento. Dentro, la stessa promessa.
 
Gerard prese a camminare sul ciglio del tetto, il suo sguardo vagò sulle vetrate degli altri edifici e si fermò sulla strada, scorgendo una coppia di ragazzi che si baciavano dolcemente, sotto un lampione. Sorrise tristemente, mentre una crescente nausea gli assillava lo stomaco, cadde in ginocchio e si appoggiò con le mani a terra, le lacrime come fiumi in piena lungo le sue guance. Una sola domanda affiorava alle sue labbra, che si muovevano freneticamente sussurrando sempre più forte: “Perché!?”
 
Pioveva, il cielo era plumbeo, Gerard camminava per le strade di Los Angeles, tra i fiumi di persone che correvano per arrivare al lavoro in tempo. Doveva incontrarsi con Frank, era il loro “giorno libero” e lo volevano spendere per visitare nuovamente quella splendida città. Si voltò e scorse Frank dall’altra parte della strada, che lo salutò sorridendo e attraversò;  non era sulle strisce pedonali, ma la strada sembrava libera al momento. Un’auto stava andando veloce, troppa gente, troppa pioggia: non lo vide nemmeno. Gerard osservò tutta la scena pietrificato: Frank che lo salutava, Frank che camminava, Frank che troppo tardi si accorgeva della macchina… Frank che veniva investito, sbalzato via, la scia di sangue sull’asfalto. Il tempo si fermò, Gerard si vide come in terza persona correre verso il corpo del più piccolo, disteso scompostamente sulla strada. Non un rumore, solo l’eco assordante dei suoi passi in corsa. Schivò la folla di persone già radunatasi intorno al corpo dell’altro e si buttò a terra, la sirena dell’ambulanza già udibile in lontananza. Lo prese e se lo appoggiò sulle ginocchia, stringendoselo al petto con tutta la forza che gli rimaneva. Alzò lo sguardo e si riflesse un’ultima volta in quegli occhi nocciola, così innocenti, così dolci, ora freddi e riversi verso il cielo. La pioggia si mischiò alle lacrime, le lacrime al sangue. Gerard chiuse gli occhi e rivide dietro alle sue palpebre il sorriso di Frank, quel sorriso così sincero e pianse, sentendo il corpo del suo ragazzo diventare sempre più freddo, sempre più freddo…
 
Gerard era fermo sul bordo del tetto. Un passo, e il dolore di due mesi di solitudine, di tristezza affogata nell’alcol sarebbe finito. La band era rimasta in sospeso: il dolore era troppo forte. E a Gerard? A Gerard non era rimasto niente, solo un vuoto nel cuore, nell’anima, che si allargava di giorno in giorno.
“È questo che vorresti, Gerard?” Frank. Il moro si voltò, ma non vide nessuno: il tetto era deserto.
“Si, Gerard, sono io, Frank” Il cantante pensò di essere impazzito, quella voce era così reale…
-Frank?-
“Stai per fare la cosa più stupida della tua vita”
-Frankie, sei tu?-
“Dimmi Gee, perché vuoi fare questo?” continuò la voce senza ascoltarlo
-Amore, mi manchi, io… io non ce la faccio più senza di te… eri l’unico per me, io volevo morire con te! Sarei dovuto morire al tuo posto! Frank, perché tu!?-
“Gerard, non sempre capiamo il perché degli eventi che ci distruggono. Quello che possiamo fare è solo accettarli e andare avanti. Vivi per te, per me che non ho avuto la possibilità di scegliere. Tu ce l’hai, non sprecare questa occasione. Quando verrà la tua ora ci rincontreremo, ma adesso non è il momento. Ricorda: i nostri corpi possono morire, i nostri cuori possono smettere di battere, ma l’amore, il nostro amore, durerà per sempre…”.
 Il vento divenne più forte coprendo le urla del ragazzo:
-Frank! FRANK! Non lasciarmi!-
“Addio, Gerard, alla prossima…”
La voce svanì e Gerard si accasciò a terra, l’aria che gli scompigliava i capelli da tutte le parti. Il ragazzo notò un foglietto davanti alle sue mani, poggiate al suolo. Lo raccolse e lo aprì, le lacrime gli offuscarono la vista un momento, ma riuscì a leggere quello che c’era scritto e si sciolse in un pianto di liberazione da tutta l’angoscia, la paura, la tristezza. Il pezzo di carta gli volò via dalle mani e si dischiuse verso il cielo, portato dal vento. Dentro c’era scritto: “Don’t lose your fear of falling, Gerard”.
 

***
Bè, che dire, spero vi sia piaciuta :) I commenti (e le critiche) sono mooolto graditi, quindi, vi prego, commentate ;)
  
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